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Marshall VS-100: una (retro) recensione
Marshall VS-100: una (retro) recensione
di [user #39186] - pubblicato il

Può un vecchio e marcio Valvestate essere una buona alternativa a un sistema digitale o valvolare nel 2024? Effettivamente ho difficoltà a rispondere a tale domanda. Partiamo dall'inizio, del perché e percome ne sono venuto in possesso, e perché credo sia ancora oggi una valida alternativa.
I Valvestate sono stati, per chi come me era tra i teenager e i ventenni a fine anni '90, una soluzione di ripiego economico rispetto ai JCM800 e JCM900 che popolavano i palchi dei nostri idoli, insieme a Soldano, Mesa Boogie e tutti gli altri produttori di ampli hi-gain.

Di solito tra i gruppi del liceo chi sfoggiava un Valvestate aveva anche una strumentazione di medio livello, insomma, non si era proprio dei principianti ma nemmeno degli aspiranti professionisti, nella migliore delle ipotesi si era andati in una saletta prove e si poteva vantare una cassettina da 45 minuti con i brani registrati in presa diretta, diventando matti prima a regolare i volumi in modo da avere tutto intellegibile e poi a suonare senza sbagli o con meno stecche possibili, i programmi di editing multitraccia stavano arrivando sul mercato così come le prime schede audio per un pubblico più ampio, la Soundblaster con l'espansione di ingressi/uscite da montare al posto del lettore CD faceva quel che poteva e costava mezzo milione di lire, e comunque mancavano i microfoni che fossero meglio di quelli del Canta Tu. Decisamente meglio la saletta con la cassettina TDK vergine.

Parliamo quindi di un prodotto "modesto", quello che i genitori compravano ai figli che decidevano di andare a lezione di chitarra anche al secondo anno e che il maestro, sperando di tenersi l'allievo e il compenso, definiva "promettente". Quelli bravi bravi avevano i valvolari veri, ed è un'altra storia.
Bene, contestualizzato il periodo storico, guardiamo un po' nel dettaglio come erano fatti questi ampli.

Marshall VS-100: una (retro) recensione

Diversamente dai solid-state duri e puri, i Valvestate offrivano una 12AX7 nel pre, per "scaldare il suono". Da quanto ho capito la distorsione viene generata da altri elementi (diodi o transistor, boh, fate voi) e non dalla valvola, ma per il marketing si fa questo e altro, ed è stato ai tempi un colpo assolutamente geniale: ne hanno venduti a bizzeffe. Non sto a raccontare quante miracolose proprietà davamo a quella piccola valvolina, quando invece tutto il bello del suono erogato derivava da un progetto fatto bene e costruito come un carro armato.

Enrico, il mio chitarrista nonché cantante, ne aveva uno e avevo sempre trovato i suoi suoni davvero belli. I Metallica dei bei tempi andati uscivano che era una bellezza. Grinta, il giusto "chug" senza troppe zanzare, un pulito bello anche se molto Marshall e tutto il volume necessario.

Quello che non sapevo, ma che ho capito solo dopo tanti anni, è come mai suonavano a volte bene e altre volte male. Beh, sono ampli dove il controllo dei toni è importante, e se manca il tocco anche la chitarra più bella produce un suono sgraziato. E visto che il livello intermedio di un tempo era inferiore al livello intermedio attuale... beh, diciamo che riascoltati oggi molti gruppi e gruppetti del liceo facevano veramente schifo, inclusi molti gruppi in cui ho militato in prima persona. Enrico faceva eccezione, suonava davvero bene.

Salto temporale di tanti, troppi anni in avanti, a fine 2023 mi prende la nostalgia per quei suoni e cerco un Valvestate su Reverb. Trovo un VS100 combo, prodotto tra il '98 e il 2002, per un prezzo molto interessante, talmente interessante che non sempre si trovano chitarre Harley-Benton a quella cifra. Posso farmelo sfuggire? Decisamente no.

Marshall VS-100: una (retro) recensione

Il VS-100 ha tre canali: Clean, Overdrive e Overdrive-2. Ha due potenziometri per il riverbero (a molle), in modo da poterne dosare la giusta quantità sul canale pulito e sui due canali arrabbiati.

Ma non finisce qui: oltre alla presa per casse esterne, presenta sul retro il Send/Return (con potenziometro sul pannello frontale per miscelare la quantità di segnale effettato), un'uscita per mixer con simulazione di cassa / presa per le cuffie. Ovviamente c'è la presa per il controllo a pedale, un elegante footswitch a due bottoni: uno per selezionare il canale pulito/overdrive e l'altro per attivare/disattivare il canale Overdrive-2.
A dire il vero, attivando il canale Overdrive-2 con il pulito acceso si sente un minimo cambiamento del suono, devo capire bene cosa sia, è leggermente più presente.

Il pulito ha il suo controllo dei toni e il suo volume, i due canali Overdrive hanno il loro controllo dei toni in comune e due volumi e due gain, in modo da poter eventualmente preparare un suono per le parti solistiche, un suono per le ritmiche e un pulito.

Marshall VS-100: una (retro) recensione

Sempre sul pannello frontale sono presenti un selettore per bypassare il controllo dei toni sul canale pulito e un altro interruttore per far rendere il suono bene anche a volumi relativamente bassi. Devo dire che funziona ma il concetto di volume da cameretta è cambiato molto negli anni, probabilmente all'epoca la gente era un po' più sorda di oggi.
Il volume in effetti è notevole, il cono (un "Marshall Gold") spinge bene i 100 Watt che arrivano dal finale a transistor e a un quarto della scala se la gioca con un batterista ad armi pari. Se ci si mette davanti, gli alti perforano per bene i timpani.

Detto che parlare di suono per iscritto è sempre arduo, cercherò di essere il più obiettivo possibile e puntualmente non ci riuscirò.

Collego la mia fida Telecaster Noventa, un bel fruscìo come da tanti anni non ne sentivo. Per coerenza, il fruscìo è presente sia sul canale pulito sia su quello distorto. Non credo abbia a che fare con il cavo, forse il P90 può essere indiziato, ma probabilmente si tratta di qualcosa interno all'ampli stesso. Comincio a plettrare e la perplessità del fruscìo viene subito dimenticata.

Senza toccare più di tanto i controlli di tono, il suono del canale pulito è pieno, bello presente. Con un tocco morbido restituisce tutto il calore che ci si aspetta, come quegli arpeggioni da ballad dei primi anni '90. Con una plettrata più energica le frequenze medio-alte si fanno sentire e, merito della Telecaster, il suono tipico tra lo scampanellante twang e il quack (così suona la mia Noventa da pulita) viene fuori, regalando attacchi da funk e proseguendo con il corpo che solo questa chitarra riesce a regalare alle note. In altre parole: il canale pulito riesce a riprodurre bene le caratteristiche di volume e tono della chitarra che si usa, ed è un gran bene, sempre che si abbia la consapevolezza di cosa e come si suona.

Spingo il bottoncino del footswitch, primo canale distorto, ed è subito troppo metallaro. Riduco il gain e mi diverto da matti. Grazie alla spinta del P90, solo con la plettrata (o con il controllo del volume, ma preferisco la plettrata) passo da un pulito appena increspato a un crunch deciso degno dei fratelli Young, tenendo comunque l'ultimo ottavo di volume chiuso. Aprendolo, siamo in territorio hard-rock pieno. Chiudo un po' i toni e la mia Telecaster si dimentica del nome sulla paletta, offrendo un suono più scuro e pieno, direi molto orientato al suono Gibson. Anche in questo caso l'ampli restituisce una dinamica notevole, non so se sia merito dello stato della valvolina nel pre o meno, ma devo dire che raramente ho avuto escursioni di gain così grandi solo con la plettrata. Mi aspettavo una dinamica più piatta, e invece sono stato piacevolmente sorpreso.

Andiamo avanti col terzo canale, e qui è hi-gain puro: abbassando il volume qualcosa si ripulisce, ma pochissimo. La distorsione è molto presente sulle alte e sulle basse, cambiando il controllo del contour ritornano le medie in primo piano, ma la lascio volutamente così, leggermente scavata nelle medie.

Un fiume di ricordi mi travolge, tutte le volte che provavo i palm muting aspettando che arrivassero gli altri mentre Enrico prendeva il mio posto alla batteria, i viaggi improbabili con la Panda carica di strumenti compresa la batteria, i miei vent'anni e la loro spensieratezza e l'incoscienza di andare a suonare "Master of Puppets" alla rassegna dixie di un paesino perduto nella piana tra Bra e Torino.
È il suono hi-gain per eccellenza, non si gioca col volume, esistono solo palm muting e armonici, gli arpeggi solo per Van Halen (e diamine quanto controllo serve!), le parti solistiche con note lunghe seguite da una pioggia di note velocissime e tirate a caso. È il suono che oggi schiere di pedaliere digitali cercano di emulare, e lo fanno pure bene, ma sentirlo uscire da uno scatolone con un pannello oro e quel logo ha un fascino irresistibile.

La Telecaster ormai ha perso ogni riferimento di genere, è confusa poverina, mi chiede di non pensare minimamente a installare un Floyd Rose, lei non è per certe cose. Eppure il suono che esce è la cattiveria pura, il "g g g g" che fa subito scapocciare, e non importa se al posto dei capelli lunghi e arruffati ora c'è un taglio ordinato da uomo di mezz'eta, non importa che la camicia abbia preso il posto alla maglietta dei Sepultura... il fuoco dentro non si è mai assopito ed è tornato subito a bruciare, e chissenefrega se visto da fuori faccio ridere, mi sale "Seek and Destroy" e, dopo aver rimuginato bene come potesse essere il riff, chiudo gli occhi e sono di nuovo nel garage a 18 anni, non dietro alla batteria ma da chitarrista ritmico con un suono granitico che spacca tutto.
Poi mi giro, colgo lo sguardo della barboncina che mi guadra incuriosita, e rimetto il canale pulito.

Marshall VS-100: una (retro) recensione

Mi chiedo se i Marshall a stato solido moderni siano anche così, capaci di regalare tante emozioni in solo 30 minuti di prova. Probabilmente no, perché manca l'effetto nostalgia, che ci fa apparire magico tutto quello che appartiene agli anni in cui abbiamo i ricordi più belli, facendoci dimenticare tutto il resto.
Con la tecnologia di oggi un prodotto come questo, senza tutte le complicazioni dell'effettistica a bordo degli ampli digitali a volumi infimi, probabilmente coprirebbe solo una nicchia di mercato. Oggi i pochi chitarristi che sono rimasti cercano l'emulazione perfetta senza il rumore di fondo, millemila preset senza considerare troppo la dinamica e il cambio del suono solo grazie alle mani, d'altra parte si suona quasi niente in giro e le poche volte che lo si fa il pubblico è estremamente generalista e distratto.

E allora? A chi non andava bene il dominio dei Take That nelle classifiche di fine secolo di certo tiene ancora accesa una flebile speranza che qualcosa succeda, e fa ascoltare altra musica ai propri figli, sperando che loro possano cambiare il mondo in cui viviamo e che probabilmente noi non abbiamo avuto il coraggio di fare nostro. O, perlomeno, l'abbiamo fatto nostro, ma non è che fossimo così fighi, dopotutto mandavamo i Take That in cima alle classifiche...
Ecco, a queste persone, regalate un vecchio Marshall Valvestate marcio ai vostri figli, e fate in modo che abbiano la possiblità di fare ciò che noi non abbiamo voluto fare. E quando i figli non ci sono, suonatelo voi, che magari ricordarsi come si era aiuta nelle scelte che dobbiamo compiere tutti i giorni.
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di Axilot [user #52908]
commento del 24/12/2023 ore 08:35:37
Che ricordi, non ne ho mai posseduto uno ma in sala prove spesso con l'altro chitarrista ci litigavamo il valvolare e chi perdeva era lo "sfigato" che si doveva accontentare del Valvestate di turno. Che poi alla fine non era così male. MI ricordo che spesso in alternativa c' era disponibile un Peavey ( forse un Bandit?) anche quello niente male per i generi più spinti.
Le cassette della TDK me le ero proprio dimenticate ! :-)

Grazie per il tuffo nel passato e Buon natale!
Rispondi
di vicky utente non più registrato
commento del 24/12/2023 ore 09:12:53
Di Valvestate ne ho riparati/revisionati un discreto numero, soprattutto il 40W (8040) e posso solo confermare quanto scritto sopra.
E' vero, la valvola è stata proprio una manovra commerciale, la distorsione viene ottenuta dallo stadio precedente ad essa con amplificatori operazionali a stato solido e led in retroazione.
I difetti in cui si può incappare dopo anni di uso/inutilizzo sono sempre gli stessi:
-raramente l'interruttore di accensione da cambiare (particolare ma si trova agevolmente)
- i jack del send/return che non fanno bene contatto, e qui si può ovviare con un cavo jack-jack dei pedalini oppure sostituendoli (e si trovano agevolmente anche questi)
- i potenziometri da pulire o sostituire, soprattutto quello del gain.
Basta, tutto il resto è fatto bene e per durare. Con dei suoni più che onesti, compreso il pulito. Anche il riverbero, pur essendo a molla ma da 15cm circa, non dà tanto l'idea di avere quell'effetto inscatolato tipico delle molle corte.....
Ho messo mano anche sulle serie più recenti tipo la MG ma per carità, lasciateli perdere, la Valvestate vince a mani basse.
Rispondi
di fibo [user #47404]
commento del 25/12/2023 ore 09:43:53
Magari tu che ne hai riparati diversi ne sai qualcosa!!!

di fibo - [user #47404] | 25/12/2023 ore 07:33:06 modifica elimina
Articolo scritto benissimo e da lacrimuccia che mi ha “sbloccato un ricordo”… ho posseduto per diversi anni un finale valvestate 8080 versione rack. Un giorno, preso dalla curiosità e armato di cacciavite lo aprii per vedere, e magari cambiare la famosa valvola che però,incredibilmente, NON c’era!!!! Vi risulta questa cosa o il fumo era davvero buono in quegli anni?
Rispondi
di TidalRace [user #16055]
commento del 24/12/2023 ore 10:05:31
Ciao ho provato circa 10-15 anni fa un Valvestate in una sala prove, dove stavo per testare e registrare un mio amplificatore da 140 watt. Purtroppo il modello in questione aveva tutti e dico tutti, i potenziometri che gracchiavano, quindi impossibile da utilizzare.
Rispondi
di Daffy Dark [user #64186]
commento del 24/12/2023 ore 10:30:06
Mi è piaciuto l'articolo, molto di più per come è stato scritto che per l'oggetto in sè, che ben conosco e che nonostante i ricordi del periodo in cui giravano questi VS,
non mi tornerebbe la voglia di provarne nuovamente uno,
tanto meno comprarne uno nell'usato.
Però la frase che hai scritto:
Quelli bravi bravi avevano i valvolari, non mi trova d'accordo al 100%, forse quelli bravi bravi ad avere i soldi da parte per prenderli, o ancora meglio bravi i genitori che sganciavano i dindi, io faccio parte di quella schiera che non sapeva suonare quasi nulla ma che aveva, ti parlo nel 92/93, un Marshall a valvole e una Gibson Sg, fiero naturalmente di aver avuto ai tempi 18/19 anni comprando queste bellissime cose con i miei guadagni.
Grazie per il bellissimo articolo che comunque ci ha fatto fare un bel tuffo nel passato,
buon Natale Daniele!
Rispondi
di Jumpy [user #1050]
commento del 24/12/2023 ore 10:52:50
un amico di scuola aveva in cameretta un piccolo Valvestate per esercitarsi, ci suonai qualche volta e mi piaciucchiava come si riusciva ad ottenere abbastanza facilmente un suono che somigliava ad un Marshall "grande" anche a volumi da appartamento.
Rispondi
di Pietro Paolo Falco [user #17844]
commento del 24/12/2023 ore 11:32:48
Nostalgia pazzesca, mi rivedo in tutto: dall'invidia per il ragazzetto più dotato col Valvestate alla terribile demo su cassetta, manca solo la fase in cui mi misi in testa (e lo feci) di registrare in multitraccia con la band facendo suonare tutti alla cieca sul click di un metronomo esterno in cuffia perché il portatile imprestato da mio padre non era potente a sufficienza da garantire una latenza decente al riascolto.
La Soundblaster che prendeva lo slot del CD poi...!
Rispondi
di telecaster75 [user #1296]
commento del 24/12/2023 ore 12:12:50
Ho il 40w, dovrei tirarlo fuori dall'armadio e rispolverarlo per capire se ha ancora qualcosa da "dire".

Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 24/12/2023 ore 12:14:22
Bravo, scrivi molto bene... e poi abbiamo le stesse nostalgie degli anni 90. Chissà dove sono finite tutte le cassettine registrare malissimo in sala prove... forse è un bene che non si trovino più! Eh eh eh...

Tornando al Valvestate, mai possseduto, ma suonato tantissime volte. Ricordo in particolare un live, dove me lo ritrovai sul palco e fece un figurone. Suonando rock anni 70, il suo timbro smaccattamente Marshall, anche se "economico" è sicuramente evocativo e fa sognare in grande. Sicuramente uno dei migliori ampli a transistor che ricordi assieme al Fender 212r...
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 24/12/2023 ore 13:18:46
Ho avuto nella seconda metà degli anni 80 un Marshall combo valvolare, non ricordo che serie fosse… mi ha fatto impazzire con le prese jack che andavano e non andavano, e coi potenziometri che gracchiavano. Lo cambiai con un Fender.
Sinceramente non me lo comprerei oggi questo Valvestate.
Complimenti per l’articolo!!
Rispondi
di diaul [user #33456]
commento del 24/12/2023 ore 13:29:
Bel articolo.
Ne comprai uno nel '95, modello 8080, fu il mio primo ampli.
L'ho fatto sistemare un paio di anni fa, dopo che era stato fermo nel sottoscala per non so quanti anni.
Aveva la solita noia nei jack del send/return, una disossidata ai pot ed è tornato nuovo.
Personalmente lo trovo un bel ampli, assieme ai Fender transistor anni '80 (red pot).
Ciao e Buon Natale.
Rispondi
di Tubes [user #15838]
commento del 24/12/2023 ore 14:29:10
Bellissimo post, tanti ricordi e sì, pure io ho avuto un Valvestate, seppure non ricordo bene il modello, ma non era un ampli da poco, anzi. Io l'avevo preso dal mio insegnante di chitarra, forse lui passava al valvolare, adesso non ricordo, comunque l'ho tenuto per un pò ed era più che decente. Rivenduto ad un chitarrista di una band da oratorio!
Rispondi
di pg667 [user #40129]
commento del 24/12/2023 ore 14:53:3
nella sala che gestivo c'era esattamente questo stesso modello ed un altro Marshall Valvestate con due coni ed il Chorus integrato.
erano entrambi ampli estremamente onesti e dei veri carri armati, perfetti per un utilizzo in sala con persone che non sanno la differenza fra il potenziometro del volume ed il pulsante di accensione, però come suono erano troppo anni 90 e scavati sulle medie, con una distorsione "granulosa".
quando lasciai la sala ne era rimasto uno, mi pare il due coni, ed ero indeciso se prendere quello o la testata H&K a transistor e scelsi questa: sulla carta il valore del Marshall era maggiore (la testata costava 220€ nuova...) ma l'H&K è molto più versatile e lo uso tutt'ora nella nuova sala che ho.

però le foto mi hanno portato un mare di ricordi delle giornate passate in sala quando tutto era più semplice e per divertirsi col gruppo bastava un niente.
Rispondi
di GigioBigio [user #60117]
commento del 24/12/2023 ore 14:59:47
Ne ho utilizzato più volte uno, non mio, e ci trovavo pregi e difetti che trovo ancor'oggi in tutte le soluzioni non valvolari ovvero buono mid-high gain, discreto-buono pulito, la vera differenza con un valvolare la senti in tuttociò che sta tra quel pulito e quel mid-high gain.
Rispondi
di E! [user #6395]
commento del 24/12/2023 ore 15:11:4
Bellissime parole, mi hai fatto tornare indietro di... 28 anni :-D

Ne avevo uno, non era malaccio, soprattutto i tempi erano bellissimi, erano i tempi delle sale prova nelle cantine, nei garages, erano tempi molto più leggeri!
Grazie

Rispondi
di ruggerigta [user #23016]
commento del 24/12/2023 ore 15:42:08
Anche io ho un aneddoto a riguardo: alla fine degli anni 90, da ragazzino quale ero, non potevo permettermi una testata e cassa da utilizzare con la band. Nella mia città c'era un signore che noleggiava PA ma aveva qualche buon ampli a disposizione. Ovviamente non li noleggiava ai ragazzini (e aveva anche ragione). Allora chiedevo ad amico chitarrista, abbastanza noto nel curcuito delle band in città, di noleggiare lui stesso l'ampli da questo signore per poi passarmelo sottobanco. Il problema è che il chitarrista abitava proprio davanti alla persone in questione (!!!). Ho ancora nella mia memoria me e mio padre che, con il favore delle tenebre, caricavamo in auto di nascosto l'ampli, che era appunto il suddetto valvestate 100 W. Che nostalgia. Comunque come ampli era onesto ma niente di più, ricordo che se lo alzavo a più di metà di volme gracchiava ma può anche essere che non sapessi settarlo bene..
Rispondi
di paolinux [user #14508]
commento del 24/12/2023 ore 16:30:45
Complimenti per l'articolo.

Ho venduto proprio qualche mese fa il mio primo amplificatore un Marshall VS 100R.

È un amplificatore che mi è piaciuto da subito per i suoni e per la dinamica (che ai tempi pensavo solo fosse solo la capacità di suonare ad alto volume).
Quando iniziai ad avvicinarmi alla chitarra nella metà degli anni '90, non conoscevo nessuno che suonasse e non sapevo nemmeno che cosa fossero le valvole.

Per anni altri strumenti si sono aggiunti e sono stati venduti, ma nonostante tutto in qualche pub o sala prove decidevo di portarlo e perché sapevo che era tutto quello che serviva. In svariate occasioni dove l'amplificatore non era microfonato bassisti e batteristi mi hanno detto di preferirlo ad altri amplificatori valvolari che suonavo.

Mi sono potuto permettere di acquistarlo usato solo dopo aver lavorato tutta l'estate quanto avevo 16 anni, quindi è stato in mio possesso per più di 25 anni, ma era giusto che andasse nelle mani di chi potesse apprezzarlo.

È un amplificatore robusto e affidabile. Ha un peso e dimensioni non proibitive e dal volume perfetto per suonare dalla sala prove al palco di medie dimensioni.

Dirò forse qualcosa di impopolare che riprende il titolo del articolo. Mi ritengo estremamente fortunato di aver dovuto affrontare e scoprire da solo o con l'aiuto di altri musicisti come strumenti possono permetterci di tirar fuori la musica e il suono che c'è in noi.

Consiglio sempre l'usato per vari motivi, spesso per evitare che strumenti musicali vengano gettati nei rifiuti, ma spesso perché ritengo sia importante che tutti si possano permettere uno strumento dignitoso senza spendere una fortuna o doverlo riporre come un oggetto da museo.

Un grosso ostacolo per chi inizia oggi ad avvicinarsi alla chitarra è 'violentato' da influencer che promuovono a pagamento prodotti che spesso non si trovano nei negozi, perché sempre più spesso i negozi di musica faticano a sopravvivere. Gli aspiranti mucisti non percepisco il viaggio alla ricerca del suono, ma seguono i consigli di chi ha già sviluppato una propria identità col rischio di andare verso il puro collezionismo perché gli incentivi sono per l'accumulo di strumenti quasi mai rivoluzionari o innovativi e soprattutto con scarso valore per chi inizia.

Spero di non offendere nessuno. Sono un semplice appassionato di musica e non si tratta della mia professione.

Buona musica e goditi il tuo amplificatore, magari tra altri 25 anni me lo ricoprerò per nostalgia!

Rispondi
di E! [user #6395]
commento del 24/12/2023 ore 16:51:29
Non credo che tu abbia offeso qualcuno. Anzi, credo che molte delle cose che hai detto siano assolutamente condivisibili.
Buon Natale!
Rispondi
di Stefanigno [user #59743]
commento del 29/12/2023 ore 09:08:07
Quanto è vero quello che scrivi.
Io ho suonato molto in dai primi novanta arrivando anche nei 2000 a fare i palchi che da ragazzino avevo sempre sognato. Eppure tutto quello che imparavo veniva dall'incontro con altri musicisti e veniva rielaborato in maniera estremamente personale.
Quello che noto dal mondo influencer è che non c'è personalità, perchè è evidente che sono ragazzi che il palco lo conoscono poco.
In più credo che alle volte il suono possa nascere anche da una casualità, cosa che adesso tutti rifuggiamo.
Rispondi
di paolinux [user #14508]
commento del 29/12/2023 ore 10:23:40
Non voglio giudicare il mondo di professionisti che hanno solida carriera alle spalle e fanno gli influencer, ma di chi delega loro la responsabilità di provare e decidere cosa dovremmo prender in considerazione per ottenere e trovare il nostro suono. Molti di quelli che si avvicinano alla chitarra oggi non hanno molte alternative che fidarsi di loro e non hanno occasioni di auto determinare il loro stile.

Abbiamo bisogno di arte che risvegli la nostra voce interiore e di un nostro percorso di crescita personale e musicale che produrrà il nostro suono.

Solamente attraverso errori e imprevisti come hai fatto notare è possibile capire quale sia quello che ci serve o meno.

Il nostro suono può esser frutto di un percorso complesso o semplice. L'importante è che lo sentiamo nostro.

Buona musica
Rispondi
di tau [user #971]
commento del 24/12/2023 ore 18:05:44
Io ho ancora il suo concorrente, il Fender Roc Pro 700 (pagato usato come nuovo a 180€ dallo store eBay del negozio musicalpiano a cesena) con cui ho strimpellato dappertutto senza grossi pensieri. Perfettamente utilizzabile con in più il fascino di essere il primo amplificatore "grosso" e "vero". Poco dopo prese piede l'idea che era meglio tirare il collo ai blues junior, dopo un po' arrivò puntualmente l'economico Laney lc15 15w valvolari usato sempre molto poco.
C'è da dire che pur nella loro praticità questi semi valvolari erano generalmente poco considerati, per il mio parere erano effettivamente tutti non molto graduali nelle distorsioni, ma ripeto praticissimine perfettamente suonabili.
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 24/12/2023 ore 20:28:25
Ne ho avuti due, e onestamente anche filtrati dalla nostalgia erano a essere ottimisti, degli amplificatori mediocri. Oltre alle limitazioni intrinseche a livello di suono, i potenziometri erano diventati col tempo incredibilmente rumorosi.
Come pro posso solo citare che non hanno mai avuto bisogno di riparazioni, ma ora dopo tanti altri ampli nel frattempo ho un Marshall Origin che non viene cifre impossibili ed è non un altro pianeta, ma un'altra galassia come minimo.
Rispondi
di redfive [user #41826]
commento del 24/12/2023 ore 20:39:20
Ho avuto l' 8080, il mio primo ampli " quasi vero!"( allora mi sembrava tale).
Ci ho suonato davvero tanto.
Avevo costruito una pedaliera artigianale sdoppiando e tirando fuori i collegamenti dei microswitch dei canali, in modo da avere in pedaliera riverbero, cambio canale e per ogni canale la doppia modalità clean- crunch e od1-od2 a portata di piede.
Col Tsr 12, usando poi l'equalizzatore a bordo , riuscivo a modificarne ulteriormente il suono....
Poi è venuta l'epoca dei Rac.....
Rispondi
di fibo [user #47404]
commento del 25/12/2023 ore 07:33:06
Articolo scritto benissimo e da lacrimuccia che mi ha “sbloccato un ricordo”… ho posseduto per diversi anni un finale valvestate 8080 versione rack. Un giorno, preso dalla curiosità e armato di cacciavite lo aprii per vedere, e magari cambiare la famosa valvola che però,incredibilmente, NON c’era!!!! Vi risulta questa cosa o il fumo era davvero buono in quegli anni?
Rispondi
di ruggerigta [user #23016]
commento del 25/12/2023 ore 09:30:47
la seconda che hai detto ;) nel rack non so ma nel combo la valvolina spuntava sul retro
Rispondi
di fibo [user #47404]
commento del 25/12/2023 ore 09:40:14
Ahahaha eppure ne sono convinto
Rispondi
di ruggerigta [user #23016]
commento del 25/12/2023 ore 10:55:03
ho guardato qualche immagine online e la valvolina c'è anche nel rack..si vede che si può smontare senza compromettere il funzionamento
Rispondi
di fibo [user #47404]
commento del 25/12/2023 ore 12:02:39
rettifico, iil modello non era 8080 ma 8008 e insisto che non c'erano valvole!
Rispondi
di paolinux [user #14508]
commento del 25/12/2023 ore 15:50:13
@fibo Confermo. La valvola nei Valvestate è solo nel preampificatore. Il finale di potenza è a stato solido (solid state). Per chi vuole approfondire basta cercare un manuale o scheda tecnica del prodotto.

Riassumendo un Valvestate combo, testata o un preamp a rack avranno quindi una valvola ecc83 (12ax7). Un finale di potenza Valvestate a rack sarà senza alcuna valvola e a stato solido.
Rispondi
di fibo [user #47404]
commento del 25/12/2023 ore 15:56:29
Chiarissimo grazie! Resta adesso il perché del “Valvesrate” come nome di un finale dove di “Valve” non ce ne sono. A questo punto se dobbiamo considerare misteriose assenze lo avrei chiamato Vulvastate.
Rispondi
di vicky utente non più registrato
commento del 25/12/2023 ore 22:24:44
Confermo
Rispondi
di eko22 [user #15375]
commento del 25/12/2023 ore 12:01:41
Eh eh eh per i miei 17 anni i miei amici assieme ai miei genitori mi hanno fatto trovare un vslvestate piccolo come regalo :)

Il mio amico "ricco" aveva quello da 100w due coni e chorus incorporato!!!!
Rispondi
di Franz14478 [user #55047]
commento del 27/12/2023 ore 06:31:47
Il mio é con me dal 1996. Mi ha assistito nella ripresa delle operazioni nel 2019, dopo almeno più di 10 anni che non suonavo. Ora gli ho affiancato un Mesa Dual Rectifier che uso nei live ed in studio per incidere... e prima o poi mi deciderò a trovare una soluzione più pratica anche per le strimpellate veloci, ma comunque lui é lì. Quasi 30 anni dopo, come la mia Washburn P2, che suono ancora con regolarità. I due figli dei miei primi stipendi.
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di carlo80 [user #38042]
commento del 27/12/2023 ore 18:51:4
io uso il vecchio valvestate 8080 come finale e uso una pedaliera analogica tech21 fly rig 5 e dei pedali collegati prima della pedaliera
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di latin28274 [user #45548]
commento del 28/12/2023 ore 09:33:26
Classico ampli da sala prove, insieme ai Peavey Bandit, Laney (non ricordo che serie, forse i Linebacker?), Roland, e qualche altra marca meno conosciuta (ricordo gli Elka!).
Volume, robustezza, buon cono, ottimo per metterci i pedali e, settandoli bene, anche capaci di far uscire un buon suono.
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di Gjllian [user #44757]
commento del 28/12/2023 ore 20:23:04
Sono ampli con pre a valvola e finale, e qui la novità di allora… MOSFET… e non a transistor. Dovrebbero offrire un calore e armoniche piu vicine alla valvole… e direi che vi riuscivano. Comunque suono pulito e affidabile, non colorato, non originale ma d flessibile e sicuro… una testata robusta e per qualsiasi utilizzo…
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di vicky utente non più registrato
commento del 29/12/2023 ore 10:40:41
informazione erratissima.
I finali della serie Valvestate sono tutti a transistor BJT.

8080, 8100, VS65, VS265 e VS100 tutti con transistor di potenza BDV65/BDV66
8040, il 40W, forse il più diffuso, con TDA1514, un classicone di quei tempi ma a transistor
8020 con l' LM1875, equivalente del più classico TDA2030, a transistor
VS230, 2x 30W, anche qui con il classico TDA2030
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di AmF [user #59582]
commento del 05/01/2024 ore 22:47:53
Ce l’ho ce l’ho…. Ho anche questo.
Ma non voglio nemmeno esprimermi sul VS, vorrei solo una cosa.
Che tutti i cittadini del pianeta terra potessero leggere questo articolo, e dopo un periodo di digiuno, penitenza e meditazione, si mettessero in ginocchio per leggere qui di seguito: il valvestate 8080 (suonato in parallelo con un WEM) è stato il suono di Noel Gallagher per circa 30 anni !!!!
Non aggiungo altro
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di theoneknownasdaniel [user #39186]
commento del 08/01/2024 ore 11:17:18
Ringrazio qui tutti quanti per la lettura, questo ampli mi ha emozionato e sono felice di leggere che abbia risvegliato tanti ricordi in tante persone!
Certo, non è un prodotto perfetto ma ho trovato una versatilità che probabilmente all'epoca, data la scarsa esperienza sia mia che di molti altri coetanei, non ero in grado di esaltare, non trascurabile il fatto che all'epoca ero solo batterista con il pallino di avere un bel suono come band, ma non ero ancora chitarrista.
Sono stato via nelle vacanze e ringrazio di tutti gli auguri, ed auguro a tutti gli accordiani un anno di buona musica e di tante soddisfazioni personali!
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