Questa chicca mi era sfuggita: alla fine del 2023 Josh Scott di JHS Pedals se ne esce con il suo primo kit di montaggio. Non è un caso che sia il clone di un Klon, e non è un caso che si chiami Notaklön.
A trent’anni di distanza dalla sua prima apparizione sul mercato, il Klon Centaur fa ancora parlare di sé. Tutti - per primo il suo creatore Bill Finnegan - concordano che i prezzi esorbitanti che l’originale ha raggiunto sull’usato sono del tutto ingiustificati, ma lo status di overdrive leggendario non fa che alimentare ancora il desiderio di averne uno sotto i piedi. Di recente Brian Wampler si è speso su uno degli aspetti più celebrati del circuito, e lo stesso Finnegan per una giusta causa. Josh di JHS Pedals li aveva anticipati entrambi, svelando lo scorso novembre un “clone di Klon” unico nel suo genere.
A rendere speciale il Notaklön non è il suono, né il design, né la ricercatezza dei componenti, ma il format a cavallo tra il geniale e il goliardico con cui è presentato al pubblico.
Il costruttore spiega di aver ricevuto tante richieste nel tempo di inserire in catalogo una replica Klon, e la risposta è “fatevelo da soli”. Ma non con un normale kit fai-da-te: la proposta JHS è una scatoletta in stile Ikea, da montare senza saldatore e con tanto di Goop nero per coprire i “diodi magici”.
In un progetto che sembra voler sconsacrare in ogni modo il mito del Klon, Josh Scott rivela una eccezionale lucidità.
Tutt’altro che l’ultimo arrivato, Scott è un collezionista di effetti a pedale in prima persona, nonché mai realizzato e primo in assoluto destinato alla vendita.
Anche secondo lui il Centaur è un gran pedale, ma tutto il voodoo che lo circonda si ridurrebbe proprio a questo: mistificazione ed esagerazioni per lo più dovute a motivi psicologici o alla difficoltà nel reperirne uno.
Il Klon è stato ricreato e reinterpretato in tutte le salse. Tutti i grandi marchi ne hanno uno a catalogo e, a detta di Scott, chiunque “sappia quello che fa” è in grado di farne uno più che accettabile. Così arriva la sfida ultima: non lo fa lui, ma impacchetta un kit per permettere letteralmente a chiunque di costruire il proprio clone di Centaur senza dover neanche saper saldare.
Dentro la scatoletta è presente una scheda PCB con componenti già saldati, compresi i potenziometri, il LED, il footswitch e i jack. I soli collegamenti per le due porzioni di scheda che compongono il circuito avvengono con una piattina e un connettore a incastro.
Persino gli attrezzi necessari al montaggio sono inclusi: due chiavini ricavati spezzando la stessa PCB lungo i bordi.
La ciliegina sulla torta è aver incluso un tubetto di Goop, la resina nera che copre il circuito dei Klon originali e che per anni ha custodito i segreti dello schema elettrico.
Per rendere il pedale un Klon degno di questo nome, ne va applicato un goccio sui diodi nell’area evidenziata in un angolo, e Scott spiega: “Va coperto, perché lì sotto c’è la magia”. Geniale.
Il Notaklön è la sintesi di un reparto marketing fenomenale.
Tutto è in stile Ikea, dalla dieresi sulla O “alla svedese” al manuale d’istruzioni completo dell’inconfondibile omino, per l’occasione trasformato nell’essere mitologico metà cavallo.
Il messaggio è che chiunque può fare un pedale del genere, tanto da decidere di non farlo, ma lasciarlo fare direttamente ai chitarristi. Ovviamente l’intervento manuale è ridotto poche fasi dell’assemblaggio finale: la progettazione e la realizzazione vera del circuito restano competenze per specialisti, ma il concetto sembra chiaro.
Sul piano funzionale, il Notaklön è una replica pura e semplice del Klon, con l’aggiunta di uno switch per una sonorità alternativa personalizzata da JHS. Si tratta della modifica cosiddetta “Shamrock” originariamente effettuata sulla versione KTR, la riedizione rossa del Centaur introdotta nel 2016, qui inclusa in un prezzo totale che . |