di Umberto Poli [user #65904] - pubblicato il 15 luglio 2024 ore 16:30
Ci sono chitarre e chitarre, questo è certo. Alcune però restano inevitabilmente più a lungo, se non addirittura in maniera indelebile, scolpite nella nostra memoria fotografica.
Basta un dettaglio, a volte un semplice accenno - grande o minuscolo che sia. È così infatti che, se si fa riferimento a una Fender Stratocaster bianca, il nostro archivio mentale sfoglia i fascicoli alla velocità della luce e arriva dritto alla mattina della terza giornata del festival di Woodstock, quello della leggendaria performance di Jimi Hendrix. Ma passiamo in rassegna altri (celeberrimi) casi… diamo il via ufficiale al gioco! Flying V? La copertina del tributo dal vivo in cui Ozzy Osbourne abbraccia e solleva da terra Randy Rhoads. SG? Non si fa in tempo neanche a pronunciare “Diavoletto” che la testa inizia a muoversi a tempo in giù e in su mentre attraverso gli occhi sfilano le immagini di Angus Young in corsa da una parte all’altra del palco. Per non parlare poi della Gibson ES-355 con il ritratto della moglie Billie che Joe Perry degli Aerosmith sfoggia da anni in giro per il mondo o della Black Strat che è divenuta simbolo di David Gilmour.
In questo variegato, poetico e folle universo a forma di sei corde, figura però un esemplare di chitarra elettrica che - proprio in questi giorni - sta facendo parlare, e non poco, di sé. Ce n’è una che, come quelle descritte poco sopra, viene identificata immediatamente ad un volto, ad un nome che ha contribuito a scrivere alcune delle pagine più memorabili del grande libro del rock & blues del secolo scorso: Rory Gallagher. E lo strumento, come ovvio, altro non è che la Fender Stratocaster 1961 incredibilmente vissuta, usurata e sudata che tutti i possessori di una copia di Irish Tour del ’74 (e non solo, sia chiaro!) conoscono bene.
Rory played a bunch of guitars in his time, but the ’61 is the guitar. There is no other. Joe Bonamassa
Quel particolare modello - presto in vendita per una cifra astronomica che pare al momento aggirarsi attorno al milione di euro - potrebbe finire nelle mani di qualche fortunato e ricco collezionista. La famiglia Gallagher, nella persona del fratello di Rory, Dónal, ha infatti espresso il desiderio, a lungo covato, di far sì che la mitica Fender e il resto della collezione del chitarrista irlandese potessero finalmente tornare ad essere suonati da qualcuno. In questo modo, tali strumenti, fino ad oggi considerati al pari di autentiche reliquie, sono stati affidati alla celebre casa d’aste britannica Bonhams, fondata nel lontano 1793, e saranno consegnati ai migliori offerenti questo autunno, il 17 ottobre per la precisione, nella sede londinese di New Bond Street.
I have decided to facilitate the release of his instruments for sale, so that these emblems of his legacy can be enjoyed by others. Dónal Gallagher
Che sia una scelta giusta o sbagliata, assennata o meno, che possa rendere il giusto onore alla memoria di Rory Gallagher e alla sua eredità musicale, è difficile dirlo. Quel che conta, forse, alla fine di tutto, è poter perpetrare il ricordo della Stratocaster che ha accompagnato vita, concerti e dischi di uno dei musicisti più influenti di tutti i tempi, in ambito chitarristico, la cui aura è sicuramente importante che continui a splendere e ad incuriosire nuove leve di appassionati. Facendo magari anche riflettere su quanto uno strumento - costato inizialmente 100 sterline nel 1963 in un negozio di Cork, il Crowley’s Music Store - possa, con il trascorrere del tempo, raggiungere un valore di mercato infinitamente più elevato, senza contare quello artistico ed emotivo. Inestimabile.