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Una storia Beat: 1965 Fender Stratocaster Sunburst #L88135
Una storia Beat: 1965 Fender Stratocaster Sunburst #L88135
di [user #63578] - pubblicato il

Per tutti gli appassionati di strumenti musicali d’epoca, una vecchia custodia “a goccia” costruita da Polverini Bros negli anni ’60 in Italia “For Fender” è di certo quello che potremmo definire un “promettente inizio”.
Una volta aperto il coperchio superiore, ecco apparire una chitarra altrettanto vecchia: una Fender Stratocaster del 1965 in finitura sunburst!
Oggi per Vintage Vault vi andiamo a raccontare non soltanto del restauro dello strumento, per poterne ripristinare la corretta suonabilità, ma anche la storia del suo “unico” proprietario, che ben restituisce lo spaccato di una piccola realtà provinciale appena lambita dall'epocale cambiamento musicale degli anni ‘60.

Una storia Beat: 1965 Fender Stratocaster Sunburst #L88135

Lo strumento è vissuto, ma tutto sommato ben tenuto e in discrete condizioni generali. Il “tag” originale ancora presente in custodia conserva la “warranty card” Fender compilata dal suo primo proprietario, il sig. Gino Scarsi, che la acquistò nell'ottobre del 1965 a Torino presso il negozio “Laiolo”. La chitarra è stata un po’ “abbandonata” negli ultimi anni e di conseguenza presenta alcune problematiche da risolvere.
Per prima cosa, il capotasto originale tende a far “scappare” le corde durante i bending, difetto corretto con una rifilatura degli slot per le corde, mentre le sellette erano così arrugginite da non poter più essere regolate in alcun modo, e queste hanno richiesto un intervento più importante, che però ha reso possibile il loro ripristino completo.
Al termine dei lavori di ripristino di capotasto e sellette, una delle meccaniche richiedeva attenzione, in quanto il perno dell’alberino per la corda si era spezzato, pertanto è stato sostituito con una parte di ricambio dell’epoca.

Una storia Beat: 1965 Fender Stratocaster Sunburst #L88135

Risolti i problemi relativi al “sistema corde”, che coinvolgevano meccaniche, capotasto ponte e sellette, è stata la volta di una pulizia dedicata, visto che sul body erano presenti tracce di un adesivo una volta posizionato sul fronte e incrostazioni di polvere nei pressi del ponte. Anche la tastiera è stata pulita e l’elettronica originale, ancora perfettamente funzionante, pulita con un prodotto apposito per i contatti.
Lo strumento è molto leggero e risonante, e suona in maniera fantastica, con quel look inimitabile che nessun relic artificiale potrà mai davvero replicare.

Una storia Beat: 1965 Fender Stratocaster Sunburst #L88135

Vintage Vault: Buongiorno Gino e benvenuto a “Vintage Vault”. Ci racconti un po’ la tua storia musicale in quegli “anni d’oro” del Beat Italiano? Che tipo di musica vi ha ispirato?
Gino Scarsi: Proviamo a fare un po' d'ordine. Prima dei “Punti Interrogativi”, forse la più nota formazione della nostra zona per il periodo, a fine '63 nacquero a Canale i “The Trapper” (di cui invio foto con la divisa “quasi” classica in  “quasi smoking”), e con questa formazione avvenne già un primo vero e proprio cambio di epoca musicale per Canale e Roero, in quanto i Trapper proponevano le schitarrate alla Shadows e il primo Beat di riferimento nazionale.

Una storia Beat: 1965 Fender Stratocaster Sunburst #L88135

VV: Quali erano i locali più noti della zona dove abitualmente ci si esibiva?
GS: Teniamo presente che all’epoca in tutto il Roero (23 paesi), con le discoteche molto, molto lontane a venire, le cosiddette sale da ballo di riferimento erano solo due: "Sala Dal Conte di Canale" e  "La Perla" di San Damiano (paese che confina con il Roero ma già in provincia di Asti. le due sale erano sempre strapiene di giovani che in quegli anni avevano spodestato - non senza stridenti contrasti - le generazioni precedenti innestate su swing e lisci di vario genere. Sale aperte sabato sera e domenica sia pomeriggio sia sera, che staccavano mediamente 800 biglietti a volta. Dal palco sopraelevato noi suonatori potevamo comodamente camminare sulle teste senza toccare terra.

VV: Raccontaci qualcosa del tuo primo gruppo, i “Trapper” e della nascita dei “Punti Interrogativi”.
GS: Questo primo gruppo dei Trapper era composto dal sottoscritto (Luigi) Gino Scarsi alla chitarra, da Aldo batti voce, da Franco Valtorta al basso, da Mario Gaia all'organo, da Sergio Marchisio alla batteria e da Elio Visca alla chitarra e fisa, (la fisa serviva solo a metà servizio, perché eravamo "costretti" a eseguire tre pezzi di liscio popolare).
A me e ad Aldo - che avevamo nel '64 rispettivamente 16 e 17 anni - i Trapper stavano un po' stretti come repertorio e lo scoglimento di questa formazione, avvenuto senza traumi a fine 1965, permise la nascita del nuovo gruppo dei "Punti Interrogativi". Qui il genere spaziava tra il Beat esterofilo e quello nazionale senza disdegnare la vena Italo-melodica  e le celentanate varie. I tre elementi sopraggiunti erano Adriano Cortesi, voce e basso, Adriano Gregorio alla batteria e Jose Appendino alla seconda chitarra. la divisa consisteva in corpettino e calzoni gialli, più camicia rossa alla Beatles con festoni sempre gialli.
Praticamente in quegli anni si suonava nei mesi invernali alla Perla di san Damiano con i tre servizi settimanali e feste comandate, mentre d'estate si suonava nella stupenda sala all'aperto nel parco del castello del Conte di Canale, e qui arrivavano da tutte le parti anche da Torino.
Come tutti i gruppi Beat di quei tempi succedeva di suonare nelle sale parrocchiali e qui si ripetevano normalmente e su piccola scala le scene di entusiasmo con gridolini delle ragazze fortunatamente di bocca buona, che si accontentavano delle cover appena passabili dei loro miti musicali d'oltralpe.


Una storia Beat: 1965 Fender Stratocaster Sunburst #L88135

VV: Quale era la vostra strumentazione dell’epoca?
GS: Con i Trapper si provava in una casa quasi a rischio crolli a iniziare dal '63, mentre con i Punti Interrogativi ci trovavamo direttamente a casa di Aldo che abitava nella frazione di San Michele di santo Stefano Roero e alle prove assisteva mezza frazione!
All’epoca avevamo Amplificatori Meazzi sia per l’impianto voci sia per gli altri amplificatori, acquistati tutti in via Piatti a Milano. Come amplificatore per chitarra avevo un Meazzi con eco, e con il nastro dell'eco che ruotava a vista. Come chitarra inizialmente avevo una Eko Explorer che pesava più di venti chili e a fine serata le spalle erano rotte. Sempre dalla EKo acquistai un favoloso distorsore perché in quel tempo "Satisfaction" dei Rolling Stones la chiedevano almeno due volte per servizio ballandola beat in lunghe file, pestando e ritmando i passi in modi mai visti e siglando in questo modo un vero cambio epocale in fatto di ballo.


Una storia Beat: 1965 Fender Stratocaster Sunburst #L88135

VV: E poi arrivò la Stratocaster, e nuovi progetti...
GS: Sì, ad Ottobre del '65 ho poi comprato una Fender Stratocaster (che ancora uso per diletto), e di cui conservo il certificato di acquisto (da Laiolo a Torino) con il numero di serie  L88135, e insieme acquistai il Twin Reverb Amp e anche questo ancora ce l'ho, anche se modificato separando la “testata” dai coni, perché l’amplificatore era veramente molto pesante da portare in giro.
Come ti avevo già detto, all'inizio del '68 i Punti Interrogativi si sciolsero perchè Aldo batti e Adriano Cortesi andarono a militare e io confluii nella Sound and Music. La Sound And Music, per quei tempi, dopo il Patrick Samson Group era in Piemonte il gruppo più tosto.
Il primo anno della Locanda delle Fate, che mi vide partecipe fra i promotori, è stata raccontata dal mio amico Luciano Boero, bassista e anche cantante della Locanda nel bel libro "PRATI DI LUCCIOLE PER SEMPRE" di Luciano Boero appunto, edito da ArabAFenice. Secondo me quel libro dovrebbe piacere parecchio agli appassionati di strumenti visto che cita maniacalmente tutte le chitarre e gli amplificatori usati dal gruppo a partire dal '71.
chitarre elettriche fender stratocaster vintage vintage vault
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di DAME54 [user #53104]
commento del 21/07/2024 ore 02:48:59
Leggendo questo post ho rivissuto le atmosfere di quegli anni.
La storia raccontata rende un valore aggiunto al già pregevole strumento, che merita una seconda giovinezza, tornando nuovamente a calcare i palchi.


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di CescosCorner [user #36147]
commento del 22/07/2024 ore 10:02:46
Concordo, incredibile pensare a quanta "vita" ci può essere dietro ad un apparentemente semplice "pezzo di legno" !!!
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di frankpoogy [user #45097]
commento del 21/07/2024 ore 20:14:39
Bella l'intervista e come sempre interessante la descrizione per la rimessa in efficienza di uno strumento di pregio. Forte la foto del proprietario con la sua strat, si vede che ne va (giustamente) fiero!
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di CescosCorner [user #36147]
commento del 22/07/2024 ore 11:04:51
Assolutamente, e i ricordi vividi di quei momenti sono bellissimi, descrive a parole quello che le foto poi mostrano, ma già dalle parole riesci ad immaginarti colori, suoni e sensazioni di un vissuto stupendo!
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di Big Muffin [user #63938]
commento del 22/07/2024 ore 01:58:55
Bell'articolo da bere in un fiato , belle foto che da sole riescono a trasmettere emozioni del passato. Quanti anni e storia per questo magnifico strumento, e guardandola ho pensato per un attimo a quante di queste bellezze sono stare impacchettate e magari ancora oggi dimenticate in solai polverosi dopo gli anni di trascorsi, ma in proposito, leggendo la storia, ho pensato anche che oramai da un po' mi lamento per la musica odierna nostrana ( Trap) e in riferimento ad un pezzo dell'articolo in cui parla delle balere e della transizione da parte dei giovani di all'ora dai vari Swing e lisci alla Beat non senza attriti di pensiero, e forse, magari forse, anche questa nostro momento di questa nostra generazione, fa parte di un momento di transizione, ed e' normale che sia cosi', e per un altro attimo mi sono visto tra quelli di quegli anni che legati al liscio Swing , guardavano impassivi ma con disappunto la massa che si spostava verso la nuova era musicale Beat. Non che abbia nulla contro la Trap odierna, ma voce e musica a parte ( che non sopporto ) non mi resta poco nulla. Vabe', giusto o sbagliato il mio pensiero, che sia quel che sia, pero' che bei tempi, e che bella chitarra, una bellezza unica soprattutto ora tornata a nuova vita.
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di CescosCorner [user #36147]
commento del 22/07/2024 ore 11:07:35
Bello spunto, difficile a dirsi cosa rimarrà in futuro di questa "nuova" musica di oggi, anche se mi riesce difficile mettere vicino gli autori e cantanti degli anni '60 con quelli di oggi. Vero è che oggi è tutto più veloce ed effimero, ma la musica stessa che viene prodotta non sembra avere alcuna velleità di "durata" nel tempo. Sento davvero poca qualità nei prodotti che vengono passati in radio o in tv.
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di Big Muffin [user #63938]
commento del 22/07/2024 ore 22:12:39
Hai ragione a parlare di poca qualita', a volte considero cio' che passa per radio e tv abbastanza deprimente specialmente quando e' chiaro che ci si mettono in 100 a spingere una macchina che non sa' camminare per di arrivare da qualche parte; metafora, per dire che pur di guadagnare due spicci, farebbero cantare un macaco passandolo per nuova rivelazione, e il bello e' che alcuni ci credono ;-) comunque, Boomer o no, il mio bagaglio musicale spazia dal 60 a fine 90, con un occhio di riguardo per il 40 e 50 da non disprezzare assolutamente, e poi per me' l'anno 2000 segno' il nulla o quasi, probabilmente complice l'uscita definitiva di scena del vinile, il vero olio che ungeva gli ingranaggi del business di questo settore, percio' mi tengo stretto cio' che in quelle decadi veniva pubblicato PS. Noi conosciamo la musica, ma sarebbe bello leggere sempre piu' spesso articoli che la raccontano accompagnati da aneddoti immagini e video per avvalorare ancor piu' artisti nostrani e stranieri che ho sempre considerato una sorta di Mozart, Bach, Beethoven contemporanei dei giorni nostri. :-)
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di CescosCorner [user #36147]
commento del 23/07/2024 ore 08:51:31
Senza dubbio, diciamo che ognuno porta il proprio contributo, e a mio modesto parere forse meglio un articolo " a fuoco" su un dato argomento che un minestrone che "cerca" ma non riesce a toccare temi più variegati.
Comunque è pazzesco vedere quanto i "The Shadows" abbiano ispirato migliaia di musicisti in quegli anni, ed anche molto lontano "da casa" !!! Quante Stratocaster ha "venduto" hank Marvin !!!
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di Big Muffin [user #63938]
commento del 23/07/2024 ore 10:35:01
Sono d'accordo sulle argomentazioni che andrebbero proposte, senza una logica, ci sarebbe un minestrone indistricabile di articoli magari anche trattati a meta'; nel senso che devono avere un capo e una coda concludente per essere completamente esaustivi anche se la storia spalmata in anni diventa lunga da raccontare' e a tal proposito, stavo leggendo di Hank Marvin e la bella Fiesta Red che lui stesso chiamava Flamingo Pink per via del colore leggermente sbiadito,e di cui nel 91 ne hanno fatto persino una Squier ..quanta storia trascorsa a riguardo di questo gruppo, e che se vuoi conoscere, devi andare a cercare tu, perche diciamocelo, normalmente il nostro paese non brilla in modo naturale a divulgazione musicale, alla maggior parte della gente non interessa molto, e l'unico strumento in dotazione alle scuole era ( senza offesa per lo strumento ) sto ciuffolo di plastica che durante la pausa veniva smontato e usato come cerbottana per sputarsi palline di carta... Tanto per dire a che livelli era la cultura musicale delle mie scuole, peccato, avessero introdotto la chitarra o altri strumenti, avrei iniziato molto prima questo sodalizio con l'elettrica, e come me', magari tanti altri dato che noi Italiani, siamo delle grandi teste quando ben motivati, ma magari oggi e' tutto cambiato, almeno lo spero, dato per come si sta muovendo, a detta dei Guru, l'Ai sta rivoluzionando il mondo, e tra un po' per fare musica gli strumenti non serviranno piu'.. e a questo punto dico che se l'Ai prendera' il sopravvento, forse avremo finalmente trovato l'anello mancante cui parlava Darwin, ma in questo caso riguardante l'Involuzione dall'uomo alla scimmia, perche' ci rimarra' poco da fare di veramente nostro ;-) PS, come vedi, sono partito con un discorso e ho finito con un altro... per questo appoggiavo la tua ragione a proposito di articoli a fuoco ;-))
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di DAME54 [user #53104]
commento del 22/07/2024 ore 05:17:14
Se fossi io il nuovo possessore di questo gioiello, stamperei questo articolo e lo conserverei tra le tags dello strumento.
Ne costituirebbe la documentazione della sua storia.
Ciò a molti potrebbe sembrare esagerato: personalmente ritengo che conoscere a fondo ciò che si possiede ce lo faccia apprezzare di più.
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di CescosCorner [user #36147]
commento del 22/07/2024 ore 11:09:0
Assolutamente, pensa quante storie che non sono state raccontate abbiamo perduto. Per me ormai è diventata una missione, ogni volta che mi arriva sottomano uno strumento d'epoca, sempre chiedere da dove arriva, dove è stato suonato, etc etc, è parte fondamentale di quello che queste bellissime chitarre rappresentano.
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di Big Muffin [user #63938]
commento del 22/07/2024 ore 22:19:16
Ben detto, e stai tranquillo che non c'e' nessuna esagerazione in quello che dici, a patto che tale materiale venga poi sempre divulgato in ogni modo possibile per dare modo a molti di apprendere e deliziarsi di codesti gioielli e la loro storia; proprietari o chiunque abbia avuto modo di suonarli ;-)
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di DAME54 [user #53104]
commento del 23/07/2024 ore 01:15:32
Ti ringrazio, Big Muffin
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di CescosCorner [user #36147]
commento del 23/07/2024 ore 08:54:44
Concordo al 100%, se non si condividono storie, suoni e strumenti si va ad impoverire questo mondo altrimenti bellissimo ed affascinante
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di go00742 [user #875]
commento del 22/07/2024 ore 10:48:58
io sono ben più giovane ho vissuto la musica dagli anni 90' ma posso solo dire grazie...adoro queste storie, nomi di locali, atmosfere è davvero magico e complimenti per i fenderoni (ampli + chitarra)

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di CescosCorner [user #36147]
commento del 22/07/2024 ore 11:11:28
Eh si, i ragazzi italiani della Beat Era avevano a disposizione strumenti super, dagli Echorec della Binson ai bassi e chitarre ed ampli fender, non si facevano mancare nulla! e poi tanti locali, passione, coinvolgimento...che bello sarebbe tornare a quel tipo di "movimento" musicale anche oggi !
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di DAME54 [user #53104]
commento del 22/07/2024 ore 12:16:53
Ringrazio di cuore Francesco Balossino per il riscontro che ha dato al mio intervento, e mi complimento per tutto quello che sta facendo, insieme ad i suoi amici, per la bella liuteria.
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di CescosCorner [user #36147]
commento del 23/07/2024 ore 08:52:43
Grazie a te!!! un piacere ritrovarsi qui su accordo, e leggere dei commenti costruttivi ed interessanti
Rispondi
di DAME54 [user #53104]
commento del 23/07/2024 ore 01:10:57
Giusto per rimanere in tema, pensavo al nostro amico fbass.
Ha vissuto da protagonista gli anni del beat italiano, e ne è una memoria storica. È da un poco che non si fa sentire su "accordo", ne avete notizie?
Sui suoi articoli, sempre molto documentati, racconta soprattutto della strumentazione presente in quegli anni.
Sarebbe interessante andarlo ad intervistare.
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 23/07/2024 ore 08:53:19
Una bella idea, mi informo e vediamo di metterci in contatto
Rispondi
di Max Scarpanti [user #56093]
commento del 24/07/2024 ore 09:35:20
Meravigliosa creatura.

Peccato per il logo di transizione
Rispondi
di CescosCorner [user #36147]
commento del 24/07/2024 ore 09:52:19
Logo disegnato nel 1960 da Fender per il Jazz Bass, impropriamente chiamato "transition", ed in uso per cataloghi e pubblicità da sempre. Quindi perchè mai "peccato" ?? =)
Rispondi
di Max Scarpanti [user #56093]
commento del 24/07/2024 ore 14:48:43
Buono a sapersi

Grazie per l'approfondimento
Rispondi
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