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Jon Gomm: dall’Inghilterra, il chitarrista/cantante prodigio dell’acustica percussiva
Jon Gomm: dall’Inghilterra, il chitarrista/cantante prodigio dell’acustica percussiva
di [user #65912] - pubblicato il

Ispirato da Michael Hedges, Jon Gomm porta ancora più su l’asticella nel mondo della chitarra acustica percussiva, senza però trascurare l’aspetto melodico.
Il dualismo tra un playing tecnico da virtuoso contro un approccio più melodico ed essenziale genera da tempo accesi dibattiti tra le fazioni che apprezzano maggiormente un modo di suonare rispetto all’altro. Per nostra fortuna però, ci sono anche artisti che riescono a conciliare nella loro musica e nelle performance dal vivo i virtuosismi con uno spiccato gusto per la melodia. Jon Gomm, funambolico e poliedrico chitarrista inglese, riesce a fare tutto questo cantandoci sopra... e lo fa anche decisamente bene!

Jon Gomm: dall’Inghilterra, il chitarrista/cantante prodigio dell’acustica percussiva

Jon nasce nel 1977 e all’età di due anni manifesta interesse per la chitarra. Gli viene regalato quindi un ukulele, che però fa una brutta fine, come spesso capita agli oggetti regalati in tenera età... I genitori a quel punto gli procurano una sei-corde e verso i quattro anni iniziano le lezioni di chitarra classica. Da adolescente Jon accompagna il papà, critico musicale, a concerti locali. In questa cornice, il giovane musicista ha la possibilità di incrociare personaggi come Jack Bruce e BB King.
Crescendo, Jon fa tappa dapprima a Londra, studiando al Guitar Institute, per poi spostarsi al Conservatorio di Leeds. In quest’ultima città comincerà a esibirsi da solista, stabilendosi definitivamente. Il primo album, autoprodotto e registrato in casa, è Hypertension (2003) seguito da Don’t Panic (2009). Con questi lavori arrivano anche i primi ingaggi, ma il nome di Jon rimane appannaggio di una cerchia ristretta di appassionati.



L’anno di svolta è il 2012, che coincide con la pubblicazione di "Passionflower", il suo primo singolo. Il video della performance diventa virale, generando nel tempo più di 20 milioni di visualizzazioni tra le varie piattaforme. Nel 2013 esce il suo terzo album, Secrets Nobody Keeps, mentre il suo ultimo lavoro discografico è The Faintest Idea (2020).

Non rimanere affascinati dallo stile di Jon Gomm è alquanto difficile: il modo in cui imbraccia la chitarra, la percuote e la maestria con cui affronta i passaggi più difficili sulle corde lasciano senza fiato. Notevole e degna di nota è la quantità di colpi diversi che il chitarrista inglese utilizza sul body della chitarra, per ricreare un'ampia gamma di suoni percussivi, come i diversi fusti della batteria, scratch o il rumore delle spazzole sul rullante.



Gomm suona prevalentemente con la tecnica fingerstyle ma adopera all’occasione il plettro, usato anche in maniera inusuale, come nel brano "Wukan Motorcycle Kid": per ottenere un sound “orientale”, Jon incastra infatti il plettro tra le corde, vicino al ponte, per poi sfilarlo e utilizzarlo in maniera più ortodossa. Molto particolare anche l’uso delle chiavi sulla paletta, per cambiare al volo l’intonazione della corda, tecnica dimostrata nel singolo "Passionflower" citato in precedenza.



Il 2020 è un altro anno importante nella carriera dell’artista inglese che, dopo aver a lungo suonato chitarre Lowden, inizia una collaborazione con Ibanez, la quale gli dedica un modello signature. Gomm può vantarsi di essere il terzo chitarrista a ricevere un modello acustico signature dal brand nipponico, dopo Joe Satriani e Steve Vai.

La serie JGM racchiude al momento tre diversi modelli ed è il frutto di un lungo lavoro di progettazione tra Jon e Ibanez. Le chitarre hanno un corpo asimettrico in stile jumbo, con scala da 655 mm e sono ovviamente pensate per il chitarrista acustico contemporaneo. Le differenze tra i modelli risiedono nei diversi legni utilizzati per le fasce e il fondo delle chitarre.
Tutte hanno un sistema Fishman misto di pickup e microfono, che permette di catturare al meglio le sfumature sonore e le differenti tecniche percussive. Grazie al preamp è quindi possibile miscelare e ottenere routing diversi tra il pickup magnetico alla buca, il microfono interno e il tap pickup, indirizzando questi tre segnali verso le due prese di uscita, una stereo e l’altra mono.
chitarre acustiche ibanez jgm10 jgm5 jon gomm
Link utili
Il sito di Jon Gomm
La Ibanez serie JGM
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di JoeManganese [user #43736]
commento del 09/09/2024 ore 20:07:59
Un altro circense. Presto vedremo artisti che suonano con la terza gamba.
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di Mawo [user #4839]
commento del 09/09/2024 ore 22:20:33
Le consiglio di ascoltare Mk.Gee, almeno non è un circense.
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di Tubes [user #15838]
commento del 10/09/2024 ore 10:38:37
😂😂😂 Joe sei sempre caustico, non c'è nulla da fare.... allora, volevo commentare appena uscito l'articolo dicendo che io, molto modestamente, pensavo che la chitarra si suonasse con la mano destra vicino alla buca e la sinistra sul manico (viceversa per i mancini) poi però c'è sempre il rischio e lo dico apertamente che di fronte ad un virtuoso del genere esprimendo perplessità si faccia la figura del rosicone, di quello che non ci arriverà mai e quindi si punti a ribaltare il giudizio legandosi a presunti dogmi inviolabili. Io, a questo artista, al massimo gli posso portare lo strumento nella custodia e aprirlo sul palco, però altrettanto onestamente dico che questo non è chitarrismo. Questa è sperimentazione ai massimi livelli, invenzioni sonore di altri pianeti, performance che portano la chitarra su altri livelli. Certo, rimango a bocca aperta, mi prostro e ci mancherebbe. Ma, adesso, ridatece Pat Metheny
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di Mimmo66 [user #26026]
commento del 13/09/2024 ore 09:15:32
👏👏👏 e non aggiungo verbo 🤭
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di MM [user #34535]
commento del 10/09/2024 ore 16:01:3
Massimo rispetto per questo genere di tecniche.
In fondo in fondo, però, preferisco Bennato.
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di rockit [user #11557]
commento del 10/09/2024 ore 17:41:59
Avendolo visto dal vivo in occasione del Guitar Show a Padova, devo dire che la scelta di due brani strumentali su tre, per la presentazione, è un po' infelice.
Nel suo set la precedenza è andata decisamente ai brani cantati, in cui la chitarra è messa decisamente più al servizio della canzone rispetto agli strumentali che risultano un tantinello meccanici. E le canzoni sono piuttosto ben riuscite, molto dinamiche e reggerebbero abbastanza tranquillamente anche con un accompagnamento più "tradizionale".
Tra i brani qua proposti "Passionflower" è decisamente quello che più si avvicina a quanto ho avuto modo di vedere, il resto mi pare più legato al suo lato di dimostratore/endorser che non a quello musicale. Per chi è curioso di conoscere il lato migliore della produzione, consiglierei più "Cocoon" (qui vai al link)
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