Quanti di noi rammentano il nome di Waylon Jennings? A istinto direi non poi così tanti, tutto sommato. Eppure questo artista è stato attivo sulla scena musicale per ben cinque decenni, ha collaborato con nomi leggendari ed è persino entrato nelle case di milioni di persone in tutto il mondo, Italia inclusa. Ve lo presento?
Waylon Jennings (texano, classe 1937) comincia a suonare la chitarra a otto anni e fa la sua prima esibizione ufficiale a dodici in diretta radio per l’emittente KVOW. Suona e canta country e bluegrass, ma non imparerà mai a leggere la musica: gli serviva soltanto strimpellare sufficientemente bene da viverci e sfuggire ai campi di cotone, dove aveva lavorato sodo all’età di dieci anni. Lavora come DJ per diverse stazioni radiofoniche e proprio in una di queste incontra Buddy Holly, il quale nel ‘58 organizza le registrazioni di due brani di Jennings, "Jolie Blon" e "When Sin Stops (Love Begins)" (in cui Holly suona la chitarra) e poi lo assume come bassista. Durante il "Winter Dance Party Tour”, una sera di febbraio del ’59, Waylon Jennings cede il proprio posto al collega J.P. Richardson Jr. detto “Big Bopper” (febbricitante e spaventato dall’idea di percorrere il tragitto verso la prossima tappa col bus) sul piccolo aereo da quattro posti che lo porterà alla morte insieme a Buddy Holly, a Richie Valens e al pilota nel triste “giorno in cui morì la musica”. Jennings vivrà nel rimorso per uno spiritoso scambio di battute avuto con l’amico Holly poco prima del decollo: “Waylon, spero che quella carretta di bus si congeli!” “E io spero che quella carretta di aereo vada a schiantarsi!”
Negli anni ’60 forma i Waylors, un gruppo rockabilly (furono loro a regalargli la sua leggendaria Telecaster del ’53 personalizzata con una cover in pelle nera e motivi floreali bianchi da cui non si separò mai). Registra dischi a ritmo incalzante e fa anche il produttore. Negli anni ’70 diviene un nome di punta del cosiddetto Outlaw Movement assieme a Johnny Cash, Willie Nelson, Hank Williams Jr., Kris Kristofferson e altri, tutti in contrasto più o meno aperto col Nashville Sound (arrangiamenti orchestrali, assenza di strumenti tipici del country tradizionale, poca libertà di scelta per l’artista) e desiderosi di riportare il country al suo naturale carattere grezzo, come ai tempi di Jimmy Rodgers. Realizza dischi di successo, ma è nel ’76 che arriva il più grande di tutti: esce “Wanted! The Outlaws”, il primo disco di platino della storia della musica country. Seguono hit e collaborazioni strepitose, come il supergruppo The Highwaymen, che lo vede al fianco di Kris Kristofferson, Johnny Cash e il vecchio amico Willie Nelson.
È una figura talmente popolare nel mondo del country (e non solo) che viene scelto come voce narrante della serie tv The Dukes of Hazzard (il nostro adorato Hazzard), in cui compare anche come musicista e di cui registrò una delle sigle, "Good Ol' Boys". Viene chiamato a partecipare a USA For Africa per le registrazioni di “We Are the World”, ma abbandona le sessioni perché non intende cantare un verso in swahili. Le vendite dei suoi dischi calano negli ultimi anni, ma ai suoi concerti vanno ancora orde di persone. Nel 1997 decide di ridurre drasticamente i suoi live per dedicarsi alla famiglia. Si esibisce fino al 2000, ma le complicazioni del diabete lo portano via dalla musica e dal mondo due anni più tardi. Riposa in Arizona.
Nonostante il lavoro incessante e la popolarità nel proprio Paese, a oggi Jennings rimane una figura molto meno nota nel resto del mondo rispetto a tanti colleghi. Questa settimana, per celebrarlo nel decimo anno dalla sua scomparsa, è uscito il disco “Waylon Jennings: The Last Recordings”, contenente i suoi ultimi sforzi, ed è in cantiere un film basato sull’autobiografia (strepitosa) “Waylon: An Autobiography”. Solo pochi giorni fa, la moglie Jessi Colter ha rilasciato un’intervista in cui ha comunicato a Billboard l’impegno personale e del figlio Shooter nel mantenere viva la memoria di Waylon, nel tentativo di “condividerlo” col mondo intero in ogni modo possibile. Sono sicura che molti degli occhi che ora stanno leggendo queste parole passeranno parola ad altrettanti orecchi… Buon ascolto!