Gli smartphones sono una maledizione… così come l’iPod e tutte quelle diavolerie che ti permettono di portarti dietro sempre e comunque un sacco di musica. Ovviamente, un sacco: ma non tutta la musica che vorresti. MP3, è vero, in quantità enorme. Ma bastano? Voglio dire: basta la quantità di memoria di 4, 8, 16, o addirittura 32 gigabyte offerti dalle micro-SD per caricarci sopra tutta e proprio tutta la musica che vogliamo avere sempre a disposizione? Non so. Dico solo che una mia playlist ideale conta almeno un paio di migliaia di brani, e che mi ci vorrebbero giorni (settimane?) per completarla, escludendo brani che poi – un secondo dopo – mi accorgerei di voler includere. Una faticaccia, per giunta inutile. Forse sarebbe meglio, qualora avessimo bisogno di ascoltare un brano, canticchiarlo a mente, ripeterlo a memoria, visto che sicuramente lo abbiamo ascoltato centinaia di volte, e ne conosciamo quasi ogni risvolto (o rivolto). Anche perché lo sappiamo tutti: la musica che desideriamo ascoltare è sempre frutto dei nostri stati d’animo. E perciò, per chi di solito ne ascolta tanta, e ne ama tantissima, forse un terabyte di memoria non basterebbe. Non basta. Volete un esempio? In questo momento ascolto Yo-Yo Ma, e mi rendo conto che vorrei portarmi dietro tutta la sua discografia, inclusi i brani incisi con Astor Piazzolla. Ma è impossibile. Perché la musica è così: a volte passa in fretta, a volte resta, ma non è mai uguale al tempo fisico che ricopre. Soprattutto, non ha mai lo stesso valore.
Perciò: meglio canticchiarsela a mente (se si è soli). O anche: meglio provare a suonarsela da soli, quando si è soli, e quando le circostanze lo permettono.
E ciò comporterebbe il fatto di avere a disposizione sempre una chitarra, o uno strumento musicale. Una cosa che su quelle diavolerie di smartphone, iPod e memorie flash non si può certo ricopiare.
Tanty graffy a tutty. |