di DocRock [user #568] - pubblicato il 26 gennaio 2013 ore 17:00:36.
Non è il suono che cerco normalmente, ma ieri sera a Roma i Marlene Kuntz hanno mostrato i muscoli. Oltre due ore di concerto rock, nel senso più energico del termine, poco spazio alla deriva pop, un richiamo alle origini, a quei suoni taglienti con cui sono nati, chitarre che sferragliano micidiali, per poi stordirti con un armonico che buca il muro di rumore. Ritmiche impressionanti, melodie quasi sempre abbozzate e poi violentate, poche scale, pochi soli, un chitarrismo essenziale e a tratti esasperante per la sua crudezza. Eppure grandi, grandissimi. Ho visto volare molte chitarre durante la lunga serata nella bella Stazione Birra, sopra tutte la Gibson Firebird Sunburst e la Fender Stratocaster nera con battipenna bianco e tastiera in acero, come la mia preferita tra le mie chitarre. I due chitarristi fanno un uso abbondante di effetti, e questo maschera forse le caratteristiche delle chitarre, ma sinceramente nonostante i cambi vorticosi di strumenti ad ogni brano, il suono non si modificava più di tanto. Qui si confrontano con un classico dei classici che non farebbe sfigurare l'Italia nel panorama anglofono, e con un loro brano-manifesto, Sonica. Enjoy.