Solo pochi giorni fa, infatti, è arrivata la notizia della querela da parte dell’artista di Minneapolis ai danni di alcuni fan, rei di aver condiviso illecitamente materiali coperti da copyright.
Il 16 gennaio scorso, l’avvocato Rhonda Trotter dello studio legale Kaye Scholar LLP di Los Angeles, a nome di Prince Rogers Nelson (questo il nome per esteso del musicista), ha depositato presso il tribunale del distretto della California del Nord una querela contro ventidue persone. Gli individui in questione, secondo quanto si apprende dagli atti, costituirebbero un gruppo organizzato di bootlegger, ovvero di collezionisti di registrazioni di concerti dal vivo, con l’abitudine di scambiare su varie piattaforme in rete i propri materiali audio e video, che includono anche brani inediti e altre rarità. L’identità delle persone è in parte nota (nel documento pubblico è possibile leggere nome e cognome di due persone), mentre di altre viene indicato soltanto il nickname oppure la dicitura “doe” (anonimo). Nel documento (che è visibile a
questo indirizzo) viene specificato che queste persone utilizzano perlopiù Blogger (servizio fornito da Google) o Facebook per le loro attività illegali, che nella sostanza consistono nel pubblicare la lista dei brani eseguiti per ogni live show indicato e i relativi link per scaricare i file delle esibizioni. Per fare un esempio, nel caso di uno dei querelati, Prince dichiara di aver individuato ben 363 link a materiali condivisi in reti di file sharing, ciascuno dei quali conteneva performance di vari brani, a significare che ogni querelato sarebbe responsabile di migliaia di infrazioni. Per questo, l’artista ha chiesto danni a ciascuno di essi per una somma pari a un milione di dollari, oltre al pagamento delle spese processuali.
Da sempre accanito difensore dei diritti d’autore, Prince non è nuovo a questo tipo di iniziative: in passato i suoi strali avevano colpito con esiti diversi The Pirate Bay (sito svedese per la condivisione di file), ma anche altre piattaforme come YouTube (aveva persino denunciato una mamma per aver pubblicato un video della propria bambina che ballava sulle note del suo brano “Let’s Go Crazy”), oltre a imporre ad alcuni siti non ufficiali a lui dedicati di eliminare video e persino foto.
Notizia di poche ore fa (e in attesa di conferma) è che, dopo meno di due settimane, Prince avrebbe ritirato la querela. Il dubbio che l’azione avesse potuto essere soltanto un tentativo - per quanto feroce - di disincentivare la circolazione non autorizzata di materiale coperto da copyright ora sembra qualcosa di ben più concreto. Certo è che una mossa del genere, a prescindere dalle reali intenzioni, rischia di compromettere in modo irreparabile il rapporto coi fans. Tantissimi sono stati, infatti, i messaggi di appassionati della primissima ora che minacciavano di non seguire più l’icona del pop se l’azione legale avesse avuto un seguito.
Pur essendo evidente che la difesa del diritto d’autore sia sacrosanta, in assenza di strumenti davvero efficaci per arginare la diffusione massiva e non autorizzata di materiali, volente o nolente, oggi appare necessario riflettere sulla necessità di spostare i limiti della tollerabilità per certe pratiche, nello stesso interesse dell’artista. Pare, però, che Prince non intenda cedere.
Intanto, per celebrare l’uscita annunciata un anno fa di
Plectrumelectrum, disco di debutto delle 3rdeyegirl, il suo trio rock tutto al femminile, Prince terrà una breve serie di esibizioni live a Londra a partire dal 3 febbraio. E speriamo che nessuno lo riprenda!