di Mario Monteleone [user #10] - pubblicato il 28 febbraio 2014 ore 18:00
Di Paco De Lucia, Andrés Segovia ebbe a dire (più o meno): "Crede di essere un grande chitarrista solo perché fa velocemente le sue scale." Secondo me Paco De Lucia è stato un chitarrista immenso, non solo perché era veloce.
Di Paco De Lucia, Andrés Segovia ebbe a dire (più o meno): "Crede di essere un grande chitarrista solo perché fa velocemente le sue scale." Secondo me Paco De Lucia è stato un chitarrista immenso, non solo perché era veloce. E di Paco De Lucia, io ricordo un filmato, un insieme di scene, di movimenti, di suoni e di emozioni. Era durante "Los Divinos", a Madrid, nel 1993. C’erano ancora le videocassette, e una mia zia aveva registrato l’intero evento. Io andavo avanti e indietro con il telecomando del videoregistratore per ascoltare e vedere la performance di Paco De Lucia. Una volta trovata, la guardai e riguardai decine di volte. E ricordo un punto in cui Paco De Lucia, suonando il suo inimitabile flamenco, disinteressandosi completamente di quello che facevano le sue mani, parlava con i cantanti che erano alla sua sinistra – e che si esibivano con tanto di nacchere e gorgheggi da flamenco – e allo stesso tempo, batteva il piede destro, portando il tempo.
Era immenso. Non grande. E Segovia sbagliava. Il vuoto lasciato dalla morte di Paco De Lucia è come quello di un enorme meteorite caduto sulla terra. Tanty Graffy a Tutty.