Il vano dell'elettronica di una chitarra Gibson moderna dice addio ai cavetti volanti e ai potenziometri fissati nel legno della chitarra per preferire un circuito stampato. C'è chi ha accolto positivamente la novità, ma c'è anche a chi non va giù. Ecco cosa c'è dietro il cablaggio Gibson su PCB.
La piastra solderless che ultimamente Gibson usa per cablare alcune delle sue chitarre la conosciamo bene, ormai: potenziometri, condensatori, ingresso jack sono saldati a una PCB, nessun cavo a parte quello dei pickup, anch'esso connesso alla scheda tramite uno spinotto. Niente saldature, niente cavi. Questa soluzione piace? È funzionale? Innanzitutto è necessario scindere le due cose.
Dal punto di vista soggettivo la cosa non mi scompone, tutto è coperto dalla mascherina del vano controlli, quindi recito l'antico adagio "occhio che non vede, cuore che non duole" e passo avanti, anche se non nascondo di preferire l'aspetto delle circuitazioni tradizionali.
Ma allora com'è questa novità dal punto di vista funzionale? Su questo aspetto non posso che apprezzare la new entry: addio problemi di saldature malfatte, addio rumori dovuti a cavetti di massa saldati male (sulla pcb corre una apposita pista per la massa).
E se si rompe? Un'ipotesi del genere è assolutamente remota: sulla PCB in questione non c'è calore, la corrente che passa è ridicola, e per tranquillizzarci sull'eternità di questa soluzione basterà pensare alla corrente che passa negli ampli a valvole, e al calore dei suddetti. Nonostante ciò, le PCB presenti nei nostri amp continuano a lavorare imperterrite. Una soluzione del genere, applicata al circuito di una chitarra, non ci abbandonerà mai, tranquilli.
In ultimo un elogio gigante va al sistema di innesto jack bloccante creato da Neutrik: finalmente non si rischia più di pestare il cavo e restare unplugged. Il metodo "tradizionale", che consiste nel far passare il cavo dietro alla tracolla per fermarlo, alla lunga strangola il cavo stesso, portandolo a una fine prematura.
Insomma, per me è ok.