di redazione [user #116] - pubblicato il 06 maggio 2014 ore 15:30
Si suona per divertirsi. Ma per suonare servono i soldi. E allora si suona per guadagnarne. E ci si diverte sempre meno. Parliamone con il Guru.
Si suona per divertirsi. Ma per suonare servono i soldi. E allora si suona per guadagnarne. E ci si diverte sempre meno. Parliamone con il Guru.
Soldi e musica. Un connubio che nell’immaginario collettivo evoca ancora foto di rockstar pallide, emaciate e stralunate a bordo di limousine; accompagnate da manager e produttori che fumano il sigaro e portano il cappello da cow boy. Assieme a loro, groupie sovra eccitate e chiassose, annaffiate di campagne. Stratocaster fracassate sulle assi del palcoscenico di fronte a folle in delirio; televisori lanciati dalle finestre di alberghi a cinque stelle e spostamenti in elicottero per raggiungere la venue del concerto. Invece, per chi nella musica oggi ci bazzica sul serio - se addirittura non ci lavora - musica e soldi sono un connubio che stride. Pare che dove ci sia la prima (almeno se suonata alla vecchia con chitarre, batteria e amplificatori) non sia facile reperire i secondi. Non si vendono più i dischi e si suona sempre meno. E quando si suona lo si fa in contesti e situazioni sempre più ridotte, con cachet sempre più risicati. Tanto che, paradossalmente, band di professionisti si trovano a contendersi l’osso con band di ragazzotti. Di questa situazione grigia, grigissima oggi ce ne parla il nostro Guru.
Di Marco Vinzoni, il Guru della Batteria, sappiamo pochissimo. Originario di Monza, oggi vive nella Repubblica Domenicana. Ha trascorsi come musicista, ha odiato il jazz per una vita ma ora ci si sta appassionando e ha suonato cover dei Duran Duran. Al momento, è il riferimento assoluto per tutti i batteristi del pianeta che lo seguono nel suo corso di Alto Livello.