VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE
Ci mettiamo la firma: storia breve delle chitarre signature
Ci mettiamo la firma: storia breve delle chitarre signature
di [user #32606] - pubblicato il

I chitarristi si dividono sempre in due davanti a una chitarra signature. I fan del musicista che le dà il nome la ameranno, gli altri potrebbero pensare a una mera operazione commerciale, ma un terzo punto di vista si fa strada quando si approfondisce la storia del fenomeno signature.
I chitarristi si dividono sempre in due davanti a una chitarra signature. I fan del musicista che le dà il nome la ameranno, gli altri potrebbero pensare a una mera operazione commerciale, ma un terzo punto di vista si fa strada quando si approfondisce la storia del fenomeno signature.

Le chitarre signature... quante ce ne sono, belle, agognate, luccicanti sulle rastrelliere dei negozi.
Aiutano noi chitarristi a suonare come i nostri idoli o servono alle case costruttrici a vendere di più?
Non affrettatevi a rispondere che sono utili solo a svuotare le nostre tasche e ad arricchire l’industria musicale. Forse entrambe le risposte possono aver un fondo di verità, almeno in parte.

Fino a non molto tempo fa, il fenomeno era molto semplice: un chitarrista si affermava e, una volta ottenuto un certo seguito, il suo strumento veniva immesso sul mercato, il più possibile identico all’originale, compatibilmente con le necessità produttive in larga scala.
Accanto a questo fenomeno, oggi accade anche (forse più spesso) il contrario: le case costruttrici si accaparrano questo o quel chitarrista, talvolta convincendolo a strappare a suon di dollaroni i contratti di endorsement già sottoscritti con i concorrenti, gli costruiscono su misura uno strumento e poi lo piazzano nelle vetrine dei negozi, di fronte alle quali noi cominciamo a sognare e a fare due calcoli, sperando che il prezzo dell’oggetto del desiderio non sia esposto perché le mogli sono sempre in agguato (parlo per gli sposati, ovviamente).
A scanso di equivoci e di falsi moralismi, premetto che personalmente non ho nulla contro i musicisti che "firmano" le proprie chitarre per incrementare il loro reddito. Fa parte del business e per loro la musica, oltre che essere una passione (si spera), è la professione. Quindi, ritengo comprensibile e giusto che un chitarrista di livello scelga il proprio strumento anche in ragione degli sponsor.
Così come credo rientri nelle normali dinamiche di mercato che un’azienda offra a un chitarrista di entrare nei propri ranghi.

Ho letto recentemente, su alcuni siti, di gente che urlava al tradimento per il passaggio di Kiko Loureiro all’Ibanez o di chi si strappava i capelli perché Guthrie Govan aveva scelto di imbracciare una Charvel al posto delle sue sensuali Suhr. Gli integralismi non mi piacciono e cerco ancora di ascoltare i chitarristi per come suonano, non per con che cosa suonano (oltretutto, credo che la maggior parte dei nostri eroi suonerebbe divinamente anche con lo stendibiancheria della nonna).
Con altrettanta chiarezza devo dire che alcune operazioni di puro marketing non mi sono mai piaciute. Per tutte, cito il caso della Fender Stratocaster Claudio Baglioni. Ecco, questa è un’operazione che non mi piace, semplicemente perché Baglioni non è un chitarrista.
Ma veniamo alle origini. Quando sono nate le signature?

Il proliferare di chitarre "battezzate", ormai prodotte anche da liutai artigiani, mi ha incuriosito e sono andato a caccia di informazioni e notizie perché il mio amore per lo strumento mi porta anche a cercare di conoscerne la storia.

Ci mettiamo la firma: storia breve delle chitarre signature

La voglia di possedere la chitarra del proprio beniamino è nata non appena i grandi chitarristi hanno cominciato a guadagnare fama. Già agli inizi dell’800 alcuni liutai crearono strumenti per i grandi solisti dell’epoca, vendendo anche alcuni esemplari di quelle chitarre con il nome del chitarrista di riferimento scritto sull’etichetta interna alla cassa.
Ma non si può parlare ancora di chitarre signature vere e proprie, sia per il numero limitatissimo di strumenti prodotti, sia per la dimensione assolutamente artigianale dell’attività.
Per parlare di chitarre signature dobbiamo aspettare gli anni '20 e '30, con il diffondersi del grammofono e l’emergere delle prime celebrità.
Il primo esempio può quindi essere considerato la Gibson Nick Lucas, chitarra acustica prodotta nel periodo in cui Gibson era in competizione con Martin ed Epiphone. Lucas, il cui successo si ampliò anche per l’apparizione in alcuni film dell’epoca, fu un musicista determinante negli Stati Uniti. A lui si devono il "sorpasso" della chitarra sul banjo e il primo disco strumentale per chitarra, dal titolo emblematico: Pickin' the Guitar.

Ci mettiamo la firma: storia breve delle chitarre signature

Negli anni ’30 e ’40 si registrò la tendenza a onorare i maestri di chitarra più celebri o i chitarristi di grandi bande jazz da parte di alcune case produttrici, come Kay, Epiphone e Gretsch, che produssero strumenti intitolati rispettivamente a Roy Smeck, Harry Volpe and George Van Eps (quest’ultimo, per la cronaca, è considerato da molti come l’inventore della moderna chitarra a sette corde).
A metà degli anni ’50, con il diffondersi della chitarra elettrica, il fenomeno delle signature si amplificò a dismisura e nel 1952 fu prodotta una certa... Gibson Les Paul.
Alzi la mano chi oggi considera la Les Paul una signature! Nessuno, lo sapevo. Oggi è un modello, anzi, più di un modello, una serie di modelli (alcuni dei quali a loro volta signature di altri musicisti), direi un caposaldo della chitarra elettrica, che Gibson mai si sognerebbe di togliere dal catalogo perché orde di seicordisti imbufaliti arriverebbero minacciosi a protestare davanti agli stabilimenti.

Ci mettiamo la firma: storia breve delle chitarre signature

Non sto a raccontarvi chi fosse Lester William Polsfuss (Les Paul, per gli amici), di cui troverete tutto sulla rete, ma voglio evidenziare solo l’aspetto commerciale che la Gibson sfruttò: intitolò a lui la sua solid body in quanto famoso, oltre che per la sua attività di musicista, per la sua voglia di innovare e sperimentare nuove tecnologie. Chi meglio di lui poteva aiutare Gibson a opporsi a Fender, che da poco aveva immesso sul mercato la Broadcaster, poi ribattezzata Telecaster?
Il progetto della chitarra è sostanzialmente del presidente Gibson, Ted McCarty. A Les Paul si devono solo due cose: la prima è la finitura goldtop, tuttora tra le più apprezzate, e la seconda è il ponte a trapezio, durato poco e sostituito presto dal Tune-o-matic anche perché rendeva difficile, se non impossibile, il palm muting.
Il caso della Gibson Les Paul, dal punto di vista del signature, è quindi un caso unico: il musicista acconsentì a dare il suo nome alla chitarra, di fatto senza contribuire davvero allo sviluppo dello strumento.
Ci furono poi, sempre in quel periodo, chitarre quasi-signature, nel senso che nell’immaginario collettivo furono di fatto associate ad alcuni chitarristi senza che questi ultimi ne avessero in alcun modo cercato il successo. È il caso della Fender Stratocaster tutta bianca con hardware dorato, associata al nome di "Mary Kaye" e rimasta tale nella storia, anche quando a suonarla furono chitarristi del calibro di Keith Richards.

Ci mettiamo la firma: storia breve delle chitarre signature

Per finire con gli anni ’50, merita una citazione la Gretsch 6120, sul cui battipenna appose la firma Chet Atkins che, oltre a essere il noto e rispettato musicista che tutti sappiamo, fu il produttore di molti successi di Elvis Presley. La sua chitarra fu suonata da molti chitarristi anche negli anni che seguirono, tra cui un certo George Harrison.

Verso la fine degli anni ’60 assistiamo a un fenomeno curioso: mentre continua ad aumentare la produzione di chitarre archtop signature, intitolate a famosi jazzisti, nel mondo del rock nessuna sei-corde viene prodotta con la firma di un chitarrista, nonostante la chitarra sia lo strumento protagonista della rivoluzione rock, nonostante le innovazioni stilistiche e tecnologiche, nonostante l’aumento dei volumi di vendita delle solid body e, infine, nonostante la comparsa sulla scena musicale di chitarristi del calibro di Eric Clapton, Jimmy Page, Jeff Beck e Jimi Hendrix, tanto per citarne alcuni a caso.
Se da un lato alcune industrie, venendo associate ai Beatles, godevano di un enorme successo commerciale (è il caso di Vox, Rickenbacker e Hofner), dall’altro il mercato rimaneva in attesa, convinto che il rock fosse un fenomeno passeggero, non meritevole di prodotti signature.
Grandi profeti, non c’è che dire!

In quel periodo, se volevi suonare la chitarra elettrica del tuo idolo dovevi comprare la stessa chitarra ma senza il suo nome. Questo si spiega anche col fatto che all’epoca i grandi chitarristi suonavano strumenti di serie. Non c’era la customizzazione, non esisteva il mercato dell’hardware o dei pickup. La chitarra era quella. Punto.
Tutto cambiò negli anni ’70 e ’80, quando i chitarristi di grido apprezzavano le chitarre vecchie più di quelle nuove. Nacque la ricerca del vintage, con l’esigenza però di aggiornare e personalizzare.
Si affermò l’industria dei ricambi (Di Marzio, Seymour Duncan e altre aziende sono nate in quel periodo) e non c’era chitarra che non venisse modificata appena uscita dalla fabbrica.
La chitarra che può essere considerata la chiave di volta del nuovo fenomeno è la celebre Frankenstein di Eddie Van Halen, un vero e proprio assemblaggio di pezzi di altre chitarre, nata per cercare di combinare assieme i pregi delle Gibson e delle Fender.
Quello strumento fu poi prodotto in serie e messo in vendita come Kramer 5150 e Charvel EVH.

Ci mettiamo la firma: storia breve delle chitarre signature

I virtuosi della chitarra, gli shredder, i nuovi guitar hero fecero esplodere il fenomeno e la casa costruttrice più attiva in questo settore fu Ibanez, che produsse la serie JS di Joe Satriani e i modelli dedicati a Steve Vai, con la loro celebre impugnatura ricavata nel corpo (monkey grip).
Sulla scia del successo di Steve Vai arrivarono le chitarre a sette corde, che non potevano mancare nell’arsenale del chitarrista metal.

Ci mettiamo la firma: storia breve delle chitarre signature

Le notevoli vendite delle chitarre signature spinsero tutti i produttori ad avere in catalogo strumenti dei propri endorser più celebri.
Ecco che nel 1988 Fender produsse le Stratocaster Eric Clapton (con i pickup Lace e il mid-boost attivo) e Yngwie Malmsteen (con la celebre tastiera scaloppata). Il colosso Fender, visti i primi riscontri di vendita, proseguì di lì a poco producendo chitarre replica di quelle utilizzate da musicisti del calibro di Jeff Beck, Buddy Guy, Stevie Ray Vaughan e Jimi Hendrix.

Oggi le chitarre signature continuano a costituire una fetta rilevante del mercato e quasi sempre sono i top di gamma della produzione. Ecco perché, per tornare alla domanda che mi ero posto all’inizio, possiamo dire che ci aiutano anche a suonare meglio: perché generalmente sono ottime chitarre, costose ma costruite con cura.

Il fatto è che ce ne sono così tante nei listini, che spesso ci si chiede se tutti quei chitarristi meritino davvero una signature. Confesso che molti di loro a me sono completamente sconosciuti.
Qualche giorno fa mi sono fatto un giro sui siti dei maggiori produttori di chitarre, per vedere quante signature siano oggi disponibili sul mercato e ce ne sono davvero una marea: senza guardare al mercato delle acustiche e delle hollow-body ma rimanendo confinati nel settore delle solid body, Fender ne propone ben 59 (da quelle dei mostri sacri Clapton, Gilmour, Beck ecc. fino alla... Telecaster Avril Lavigne), Gibson si "limita" a 23, Ibanez ha 17 chitarristi nelle proprie fila ma talvolta ha più chitarre per ogni musicista (le signature di Steve Vai al momento sono cinque, più la versione mancina), Schecter ne offre 37, Paul Reed Smith ne conta 13 e altre 13 nella versione più economica SE, Jackson si ferma a 15, risaliamo a 28 con ESP, Music Man oggi ha nella sua scuderia Petrucci, Lee e Morse (ma per ognuno di questi ha più modelli), Dean ne produce 15, mentre Yamaha si "accontenta" del solo Mike Stern.
Un'infinità di chitarre signature! E mi sono limitato a guardare i listini internazionali, perché poi ci sono anche le "firme nazionali", che da noi significano Ibanez Cesareo, Blade Maurizio Solieri e via suonando (chi si ricorda la Fender Dodicaster, la Stratocaster dedicata a Dodi Battaglia?), fino ai prodotti signature di liuteria.
Mi sarebbe piaciuto trovare una Gibson Les Paul Franco Mussida, ma non c’è.

Per chiudere questo articolo e per completezza di informazione, sperando di non avervi annoiato e di non aver portato la vostra GAS sopra il livello di guardia, vi segnalo che ci sono anche alcuni produttori che, pur contando fior di chitarristi nei propri ranghi e sfornando chitarre da mille e una notte, non producono signature: Godin (nel cui sito, stranamente, si parla di signature ma vengono elencati cinque modelli di serie), Tom Anderson, Suhr (nel sito ufficiale non vi è traccia di chitarre signature, mentre è presente un amplificatore "firmato"), Rickenbacker e probabilmente altri.

Ci mettiamo la firma: storia breve delle chitarre signature
chitarre elettriche curiosità gli articoli dei lettori
Nascondi commenti     79
Loggati per commentare

Bell'articolo
di mke52 [user #17126]
commento del 12/06/2014 ore 09:19:31
Devo confessare che il primo nome che mi è venuto in mente è prorpio Les Paul; personalmente qualche anno fa trovai una Les Paul Recording che comperai, la versione Les Paul che si era progettata per lui negli anni 70; brutta da vedere e commercialmente un fallimento ma esteremamente versatile come suoni.
L'endorsment fa parte del gioco e il mercato è libero. Acquistare una signature è più un fatto di amore personale nei confronti dell'endorser che un fatto tecnico; non basta avere una strato SRV per suonare come lui e propbabilmente gli stessi suoni si possono ottenere anche da una chitarra "non signature".
Rispondi
Re: Bell'articolo
di Rothko61 [user #32606]
commento del 12/06/2014 ore 09:31:28
Grazie per il complimento.
Concordo pienamente con quanto hai scritto.
Rispondi
Preciso
di Tom Anderson [user #2700]
commento del 12/06/2014 ore 10:03:57
ottima disanima, bravo! da tempo non si vedevano articoli cosi ben scritti e informativi.

Per me è una signature è esattamente una chitarra come un'altra, una volta provata o mi piace o non mi piace..me ne frego abbastanza di cosa c è scritto su :-)
Alcune le trovo ca..te pazzesche e altre ottime. Esattamente come le non signature..
Rispondi
Re: Preciso
di Rothko61 [user #32606]
commento del 12/06/2014 ore 10:17:04
Grazie!!!
Rispondi
Re: Preciso
di yngwie1967 [user #40889]
commento del 13/06/2014 ore 11:47:49
Concordo pienamente, la Strato Malmsteen ultimo upgrade, ad esempio, è una chitarra eccezionale(provare per credere) per elettronica e suoni, ed è l'unica dell'attuale produzione che si avvicini fedelmente (grazie ai pick up Seymour Duncan Yjm studiati apposta per questo) alle fender di produzione CBS di Hendrixiana e Blackmoriana memoria.
Rispondi
Bisogna fare una distinzione...
di FBASS [user #22255]
commento del 12/06/2014 ore 10:08:56
In primis complimenti per il bell'articolo, poi vengo al dunque, bisogna distinguere le chitarre o gli strumenti a corda elettrici signature in due grandi famiglie, quella che, benchè lo strumento sia rimasto identico al modello prototipo, abbia aggiunto solo il nome dell'artista su un particolare quale il battipenna o altrove, vedi il caso Chet Atikins che fu una Gretsch G6120 a cui fu aggiunto il suo nome ed il suo caso successivo in Gibson a cui fu sagomata la leva della vibrola come lui desiderava e già usava sulla precedente chitarra dell'altra brand, oppure il caso Al Caiola che in Epiphone fece realizzare una chitarra ex-novo che fu la capostipite delle Casino con molti più comandi elettrici, quindi uno strumento nuovo di sana pianta rispetto alla produzione standard; la Gretsch resa la pariglia con le Bo Diddley guitars ad inizio anni 60, cosa già fatta qualche anno prima in Guild con le chitarre per Duane Eddy, le DE 400 e DE 500 che erano però molto simili alle Gretsch ed utilizzavano gli stessi pickps DeArmond Dynasonic, come su sua richiesta, mentre le Bo Diddley erano rivoluzionarie per il tempo. Io come signature però ho sempre nella mente una Guilg Jazz realizzata per Johnny Smith, vai al link
Tasca permettendo cioè, ciao da Ciccio il Nostalgico.
Rispondi
Re: Bisogna fare una distinzione...
di Rothko61 [user #32606]
commento del 12/06/2014 ore 10:18:52
Grazie per i complimenti e per la tua integrazione, che condivido pienamente.
Rispondi
A quando una "Cles Paul"?
di Claes [user #29011]
commento del 12/06/2014 ore 10:37:53
Fatevi una risata!!! Claes si pronuncia clès. Tutto il cambiabile è stato cambiato per evitare di avere il sound tipico di una Les Paul appena comprata. Per adesso è una Tribute a mia madre e battezzata Mama. Infatti mi ha accompagnata per visitare un negozio di Zurigo e ho comperato una chitarra che mai mi sarei immaginato di comprare!
Rispondi
Re: A quando una "Cles Paul"?
di Rothko61 [user #32606]
commento del 12/06/2014 ore 10:59:15
Ah, ah, ah...
Intanto complimenti alla mamma, che entra con te in un negozio di strumenti e ti fa il regalone.
Rispondi
Re: A quando una "Cles Paul"?
di Claes [user #29011]
commento del 12/06/2014 ore 14:08:
È stata una eseperienza unica: il liutaio Mariotti era stato alla Gibson CS e prelevato un esemplare di molte chitarre - non aveva una SG ma parecchie altre tra cui... una Moderne. C'era anche Flying V e Explorer. Mariotti mi ha detto "sono fatti da corpi da tempo in magazzino" - oggi si chiamerebbe VOS. La LP aveva un look orrendo ma aveva una incredibile risonanza. Mia madre ha detto "pago sul posto, altrimenti verrà comprata entro pochi giorni". Va detto pure che insegnava chitarra classica al convervatorio di Zurigo. Parte da una triste storia: TUTTE le mie chitarre erano state distrutte da un roadie malandato, tornando da una lunga registrazione di un album al mio studietto - non c'ero percui non ho visto cos'è successo.

Domanda generale: vi è mai capitato di avere strumenti vostri distrutti da altre persone?
Rispondi
Re: A quando una "Cles Paul"?
di Rothko61 [user #32606]
commento del 12/06/2014 ore 14:57:35
Caspita! E' un racconto strappalacrime, roba da libro "Cuore"... se scrivi un romanzo, ne prenoto una copia. Mi sa proprio che ti meriti una signature "Cles Paul"... :-)
Rispondi
Re: A quando una "Cles Paul"?
di Claes [user #29011]
commento del 12/06/2014 ore 15:37:46
Per voi DIY: inventatevi un nome / logo per le vostre! Cuore?: c'era in ballo un film o serie a puntate alla TV basato su ricordi miei & amici con cui sono in contatto a Venezia. Una band squattrinata di principianti anni '60 e storie a non finire da cui partire. Era con la Zentropa (Lars von Trier). Hanno voluto trovare un co-produttore in Italia ma si è arenati - ci siamo detti "è troppo berlusconiano" percui nisba. Romanzo: fossi bravo a scrivere... Aiuto cmq una scrittice USA con qualche dritta dato che sta scrivendo un romanza imperniato su una band.

Se vi sono Accordiani scrittori o avendo contatti questa idea è da copiare - avete millanta storie da contribuire / usare per un copione.
Rispondi
Re: A quando una "Cles Paul"?
di alexus77 [user #3871]
commento del 13/06/2014 ore 06:16:07
E sei troppo un mito :)
Rispondi
Re: A quando una "Cles Paul"?
di invioinvio [user #30752]
commento del 14/06/2014 ore 16:54:21
Noooo! al massimo mi hanno rotto una chiavetta della mia prima chitarra classica...se si dovessero rompere, beh, vorrei essere io...ciao "Cles"
Rispondi
Bell'articolo, complimenti. Francamente non comprendo ...
di MM [user #34535]
commento del 12/06/2014 ore 11:39:52
Bell'articolo, complimenti.
Francamente non comprendo questo proliferare di modelli signature, ma se lo fanno, qualche motivo e ritorno economico e d'immagine ci sarà.
Non credo che comprerei (e suonerei mai in pubblico) una Strato SRV signature, ed esempio.... per rispetto a Stevie Ray (ce n'è stato uno solo) e perché non ne sarei mai all'altezza.
Rispondi
Re: Bell'articolo, complimenti. Francamente non comprendo ...
di davo [user #31664]
commento del 12/06/2014 ore 11:50:51
Dipende dal tipo di signature.
La SRV (che io posseggo e ho modificato molto) ha specifiche che molto spesso non trovi sulle Strat "di serie" e quindi ha un suo senso.
Altre forse sono meno interessanti.

Credo, inoltre, che il rispetto dovuto ad un artista non venga particolarmente toccato dal suonare uno strumento a lui dedicato; alla fine si tratta di una chitarra e di un uomo, non di pronunciare il nome di dio invano...
Rispondi
Re: Bell'articolo, complimenti. Francamente non comprendo ...
di MM [user #34535]
commento del 12/06/2014 ore 12:16:20
Rispetto totalmente quello che dici, e ha un suo senso.
Io, tendenzialmente, se cerco specifiche particolari rispetto allo standard, me ne faccio costuire una, per me, con quelle caratteristiche.... se tu te la sei modificata molto, allora è diventata la "tua signature".
Io francamente di suonare una strato con SRV sul battipenna, non me la sento, insomma, è una bella responsabilità che un signor nessuno come me non si sente di prendere ..... rispetto comunque chi lo fa.
Rispondi
Re: Bell'articolo, complimenti. Francamente non comprendo ...
di davo [user #31664]
commento del 12/06/2014 ore 12:50:52
Il battipenna con le lettere è stata la prima cosa a sparire, anche perchè è bruttino, a mio parere...
;-)

Per il resto, ciò che a me importava era il raggio 12 pollici, la sagoma del manico e i legni, nonchè il colore (anche se poi l'ho sverniciata e lasciata al naturale).

Posso capire il fatto di volersi far costruire una copia ed è un percorso che non escludo anche se sono dell'idea che bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare: la Strat è della Fender e ne ha la proprietà "intellettuale". Dubito che in altri ambiti saremmo così liberali nel permettere a chiunque di fare copie di un prodotto.

Hai comunque ragione: è mia, molto più di altre chitarre che possiedo; non per niente ci vorrei scrivere un articolo (non una recensione o altro).
Rispondi
Re: Bell'articolo, complimenti. Francamente non comprendo ...
di MM [user #34535]
commento del 12/06/2014 ore 14:34:50
Diamo a Cesare.... infatti intendevo che la mia personalizzazione, eventualmente, me la farei fare non da chiunque, ma da Fender.
Comunque alcune signature sono anche interessanti, un'altra cosa che non capisco è perché le facciano pagare così tanto.
Rispondi
Re: Bell'articolo, complimenti. Francamente non comprendo ...
di davo [user #31664]
commento del 12/06/2014 ore 15:06:43
Se Fender avesse un reparto vendite customizzate come warmoth saremmo a cavallo...

Per ora pare ci sia solo un esperimento limitato al mercato americano e con pochi esemplari.

La maggior parte delle signature secondo me non costano moltissimo più di una standard anche se non sempre il tutto è giustificato: da noto sito germanico una SRV costa 1900 euro, una standard base 1300.
Già una deluxe costa 1550.
Poi però hai la Trower che costa addirittura 2600 euro e qui in effetti bisognerebbe guardare le specifiche per capire se sia giustificato.
Stesso discorso per le versioni custom shop della Clapton, Beck o Gallagher (che però è particolare per altri motivi) sopra i 3000.

Sopra a questi prezzi arrivano le relic e limited edition di ogni tipo.

Tra l'altro si parla molto spesso delle signature e il discorso inevitabilmente cade su Fender che è la casa più in vista ma il modello più costoso che trovo è una Gretsch, Setzer Tribute, al modico prezzo di 16333 euro.
Delirio.
Rispondi
Re: Bell'articolo, complimenti. Francamente non comprendo ...
di MM [user #34535]
commento del 12/06/2014 ore 15:22:28
Appunto, che senso hanno 3000 euro per una Beck.... per non parlare di alcune Gibson signature da 7000 euro.
Rispondi
Re: Bell'articolo, complimenti. Francamente non comprendo ...
di Rothko61 [user #32606]
commento del 12/06/2014 ore 12:23:23
Grazie per l'apprezzamento.
Rispondi
easy
di Albinik56 [user #30990]
commento del 12/06/2014 ore 11:42:54
Buon argomento ed articolo molto dettagliato, ma Les Paul aveva già proposto una chitarra alla Gibson (soprannominata The Log) che aveva le stigmate della successiva. Detto questo io trovo che le "signature" siano solo pezzi per collezionisti, qualunque musicista sa che il suono agognato si può ricreare comunque (Gibson degli ZZTop non usa effetti ma 25 computer per avere con qualsiasi chitarra la replica del suono della sua amata Les Paul) ma non sarà mai uguale all'originale; qualunque degno musicista vorrà avere il suo suono e non quello degli altri. Play it again.
Rispondi
Re: easy
di Rothko61 [user #32606]
commento del 12/06/2014 ore 12:20:36
Grazie per i complimenti e anche per la precisazione. "The Log" mi era proprio sfuggita.
Rispondi
Re: easy
di KJ Midway [user #10754]
commento del 12/06/2014 ore 14:13:06
il Rev. Billy Gibbons attualmente non mi sembra proprio che usi 25 computer (felice di essere smentito) ma dei comunissimi pre Marshall JMP-1 con dei 9200 come finali oltre a qualche ampli combo, mentre per gli effetti il routing comprende anche e soprattutto normali pedali.

vai al link
vai al link

Che poi qualche PC venga utilizzato per comandare e gestire il tutto questo è plausible.

Ciao
Ale
Rispondi
Re: easy
di Albinik56 [user #30990]
commento del 12/06/2014 ore 16:54:0
vai al link

questo articolo ti chiarirà meglio le idee su quello che dicevo. Qualunque chitarra imbracci deve suonare come la Les Paul del '59. Ciao
Rispondi
Re: easy
di KJ Midway [user #10754]
commento del 12/06/2014 ore 17:42:27
Ciao senza nessuna vena polemica solo per spirito di discussione, le idee tra l'altro le ho abbastanza chiare, se vai al video che ti ho linkato:

vai al link

dal minuto 9:00 in poi il tecnico spiega il discorso dell'equalizzazione, la base è quella della Pearly suonata in accordo di Sol, questa curva serve da base per creare dei setup (patch) di curve di eq che si adattano alle diverse chitarre, che per l'appunto sono regolate sulla base della Pearly.

E' solo una comodità tecnica cambio chitarra pigio un bottone tutto qui, la stessa cosa nel mio piccolo la faccio anch'io con un eq. quando cambio da LP a Tele.

Nulla di esoterico o che abbia la necessità di 25 computer come hai scritto o da 20 tecnici come indicato nell'articolo.

Ciao
Ale
Rispondi
Re: easy
di Albinik56 [user #30990]
commento del 12/06/2014 ore 20:35:06
tranquillo, nessuna polemica, casomai migliore informazione. però proprio sul tuo link se guardi bene subito dopo il sistema wireless c'è una scheda audio. il tuo piccolo non è esattamente la solita cosa. ciao buona serata.
Rispondi
Re: easy
di KJ Midway [user #10754]
commento del 12/06/2014 ore 21:56:19
eheh giusto 4 occhi solitamente vedono meglio di due meglio condividere sia mai che impari (io) qualcosa di utile... comunque scheda audio? mi è scappata? dei due rack il main a destra e lo spare a sx vedo (parlando di quello di sx che poi è uguale l'altro ho in più l'eq di Pearly) partendo dall'alto:
1. Furman Power conditioners
2. Samson UR5D wireless units
3. RG-16 Rack unit
4. Boss SE-70 Super Effects Processor
5. Tech 21 NYC Midi Mouse
6. a sinstra del Tech il Peterson StroboStomp tuner
7. EQ
8. Pre
9. Finali

Ciao
Ale

PS: ho trovato questo, vai al link spiegano tutto il routing, interessante dove dice che Billy ha una tone comfort zone che è il suono di Pearly, però si diverte a cambiare chitarra, allora i tecnici hanno analizzato la curva di Pearly attraverso il jmp ed hanno creato delle curve di eq per ogni chitarra con forme che si adattano all'originale.
Rispondi
Re: easy
di Albinik56 [user #30990]
commento del 14/06/2014 ore 17:24:17
Ok.
Rispondi
Re: easy
di maxventu [user #4785]
commento del 18/06/2014 ore 16:58:18
nell'era dei modelli, della profilazione e soprattutto degli aggeggi come il Kemper, le isobox e le casse a risposta flat, portarsi appresso venticinque computer per riprodurre una (una sola) curva di risposta mi pare come minimo eccessivo.
Rispondi
Re: easy
di KJ Midway [user #10754]
commento del 18/06/2014 ore 17:12:34
ma infatti ;)
Rispondi
di Roccobianchi33 [user #51050]
commento del 04/06/2022 ore 20:17:16
Gibbons....
Rispondi
no grazie
di telecrok [user #37231]
commento del 12/06/2014 ore 11:59:46
Ho sempre diffidato di questo fenomeno e non sono d'accordo, é pura e semplice speculazione affaristica anche un tantino arrogante e presuntuosa da parte della case produttrici, in quanto, a mio avviso vanno a caccia di gonzi, senza offesa per nessuno, anche io ho avuto la tentazione sono sincero.
Si fà un po' in tutti i campi, molto anche nello sport, per dirne uno, tanto per fare un'empio più o meno calzante e che tutti conosciamo, prendiamo il campo delle moto corsaiole, provate a comprare la Yamaha M1 "Valentino Rossi" "replica" si chiamano così, non Signature, bé dell'originale ha solo il nome ovviamente e intanto però ti scroccano un po' di migliaia di euro senza muovere un dito e a costo pressoché zero, un po' di chincaglieria "tipo" racing, la verniciatura ad hoc e il gioco é fatto, ma la sostanza?
Certo anche un fesso sà che é impssibile avere una replica dell'originale in quanto prototipo e dal costo inarrivabile per un mortale ma i soldi che si fanno pagare in più rispetto al modello "base", solo per un po' di paccottiglia e qualche adesivo rasenta la truffa, certo questo é un'empio limite, ma ho sempre la speranza che il pubblico pagante rifiuti di farsi coinvolgere in certe raggiri.
Come si fà ad avere una Strato SRV come era la sua o anche vagamente simile? E' impossibile, tutto qui e quello che spacciano come fedele replica é una balla, con tutta la buona volontà é impossibile replicare una chitarra che suoni proprio come "quella", perché spero che sia più il suono che cerchiamo e non le fattezze anche se contano... e come se contano.
Un atteggiamento più serio e costruttivo sarebbe quello di rendere disponibili le informazioni e eventualmente i Kit di trasformazione così uno puo tentare di arrivare a "quel" suono, in questo senso mi troverei più d'accordo, poi la carrozzeria che sia come sia, é il suono quello che conta. Come si fà ad avere una Strato che canti come Hendrix la faceva cantare?
Bastano dei SC del 65 o 66 avvolti dalla signora delle bobine Fender che tutti abbiamo visto nelle immagini? Poi occorre l'ampli giusto, con gli stessi coni ecc ecc
Uno vuole una Strato come la Blakie di Clapton? Modifica quella che ha se ha le informazioni giuste, perché deve pagare la tangente per avere una strato normalissima con qualche modifica? Già mi infastidiscono i vari Custom Shop, più o meno seri e veritieri, speculazione e furberia, io ci vedo solo questo.
Se il tal'artista preferito suona prevalentemente con quella specifica marca la questioone é già chiusa, il sentiero é già tracciato, perché convincere la gente a spendere soldi dichiarando che si può avere proprio "quella"?
Gli artisti di grido ed i veri virtuosi fanno mille e mille piccole modifiche ed aggiustamenti sui loro strumenti preferiti, interventi diluiti nel tempo, a volte sono sfumature e piccolissimi accorgimenti tecnici, magari banali e per niente costosi, mentre purtroppo le signature sono quasi solo una questione estetica.
A proposito di quelli che si strappano i capelli per il tale chitarrista che é passato ad un'altro brand bisognerebbe indagare meglio, a volte, anzi quasi sempre, si scopre che stà suonando la sua chitarra abituale, magari camuffata alla bene e meglio, ma sempre quella, l'ho visto con i miei occhi l'adesivo posticcio sulla paletta o addirittura l'adesivo coprente in quanto ormai legato ad un'altra marca. Sono solo soldi, tanti o pochi ma sempre soldi.
Nulla vieta ad una marca di omaggiare l'artista con un modello e chiamarlo con il suo nome, ma uno, il più rappresentativo e poi basta, le case hanno fiutato l'affare e giù a titar fuori signature ogni 5 minuti, ma via sù, é un'atteggiamento serio?
La Fender Strato Baglioni, ma scherziamo?
Bisogna rifiutare di farsi affabulare, lo dico soprattutto a me stesso, a me stesso.
Scusate il tono un po' forte, chiedo veramente scusa ma sentivo il bisogno di dire la mia in modo franco e schietto su questo, per me ovviamente, fastidiosissimo fenomeno, poi come già detto, ci sarebbe da aprire un bel capitolo anche sui vari Custom Shop, quelli odierni almeno, un'altro sistema per alzar moneta extra, ma questa.....come si suol dire, é un'altra storia.
ciao

Rispondi
Re: no grazie
di Rothko61 [user #32606]
commento del 12/06/2014 ore 12:29:22
Grazie per il tuo contributo. Considero il tuo intervento "vivace" come un punto di vista un po' radicale ma in gran parte condivisibile.
Credo che alcune signature siano lontanissime da quelle suonate dai rispettivi firmatari, mentre altre sono l'esatta replica (l'Ibanez di Andy Timmons, per farti un esempio).
Alcune produzioni sono operazioni prettamente commerciali, in altri casi si tratta di chitarre ottime, dove la firma poco incide sul prezzo di listino.
Comunque, ben venga la discussione. Ciao
Rispondi
Re: no grazie
di vivodirock81 [user #12550]
commento del 12/06/2014 ore 12:39:03
Parole sante.....Che poi (almeno a mio gusto )Clapton il più bel suono ce l'ha avuto imbracciando Gibson 335 e Gibson Les Paul nei primi anni.Mai stato d'accordo su signature di pedali ,ampli,chitarre ecc....in primis non fanno il "miracolo" di farti diventare il clone del tuo idolo..e poi mi piace ,se proprio voglio trovare un suono simile a qualcuno,cercare di arrivarci come hanno fatto loro...smanettando ,provando sentendo...che poi è il bello di suonare e fare tuo uno strumento.Ciao.
Rispondi
Re: no grazie
di TheTrooper utente non più registrato
commento del 12/06/2014 ore 12:56:09
Parole sante direi; hai centrato il punto. Le varie "Signature" Gibson e Fender, non sono affatto Signature! Sono riedizioni di chitarre vecchie, sulle quali aggiungono un rincaro abnorme solo perchè hanno scritto Les Paul '50 o Stratocaster '57. Prendiamo la Pearly Gates: Gibson l'ha rifatta, ma è solo una copia (da vedere quanto si avvicina) della vera '59 di Billy, non una vera Signature. Secondo voi Gibbons (ma chiunque) si sognerebbe di modificare una '59 originale? Non credo proprio.........Fender Custom Shop: o Reissue o chitarre con legni migliori della produzione standard, ma sono chitarre di lusso, non Signature. Anche le varie Clapton, Malmsteen, Murray io non le vedo come Signature nel vero senso della parola: hanno preso un Strato standard, su una hanno aggiunto un Mid Boost, su una hanno aggiunto dei Duncan e scavato la tastiera, per l'ultima hanno ricopiato la Strato di Davey che usava nei primi '80s e che era body di una '63 e neck di una '57 appartenuta in precedenza a Kossof, sulla quale ha montato due DiMarzio. Ma di Signature non hanno niente, sono copie dei modelli usati da quei chitarristi che hanno fatto modificare LORO. Le vere Signature, cioè studiate con l'artista con sue esatte indicazioni, sono ad esempio la Jem, dove Vai ha detto quello che voleva e poi gliel'hanno costruita (dalla quale è nata poi la RG che tutti conosciamo), la JS, che è una rivisitazione di un'altra Ibanez sulla quale Satch e Ibanez hanno rimodellato delle cose e adattata a Joe; le varie Music Man JP, Luke, la vecchia EVH, Lee, Morse nate da una collaborazione e nate da ZERO con richieste (anche continue e recenti) direttamente dall' artista, modellate su sue specifiche. Quelle fatte in questo modo, cioè da ZERO sono le vere Signature o firmate o come volete chiamarle chiamatele; le altre Reissue, copie di chitarre famose o di chitarre usate da quell'artista e poi ricopiate, sono solo strategie di marketing. Se volete una copia di una '59, non so voi, ma io voglio una '59 vera, non una delle Chibson attuali.
Rispondi
di Albinik56 [user #30990]
commento del 04/06/2022 ore 21:53:46
Concordo, un conto è avere la capacità di scegliere l'hardware in base ai propri gusti ed un altro è voler emulare (anche se non riuscirai mai ad essere uguale al l'originale). Compra pure la Strato EC o SRV oppure la Les Paul J Bonamassa...
Rispondi
Alcune precisazioni,giusto perchè oggi mi ...
di Zado utente non più registrato
commento del 12/06/2014 ore 12:33:20
Alcune precisazioni,giusto perchè oggi mi va:

"Ho letto recentemente, su alcuni siti, di gente che urlava al tradimento per il passaggio di Kiko Loureiro all’Ibanez o di chi si strappava i capelli perché Guthrie Govan aveva scelto di imbracciare una Charvel al posto delle sue sensuali Suhr"

Vero,la cosa curiosa è che mentre GG ha cambiato brand quasi dichiaratamente per businness,con Kiko il discorso è stato diverso: il fatto è che lui se n'era già andato da un pezzo (lo si vedeva più con le Tagima che con la ESP,per discorsi di patriottismo essendo le Tagima chitarre mediocri per il prezzo),ed avendo Kiko dei contatti molto marcati con Mogar music,probabilmente hanno approfittato pdel calo di interesse di ESP verso l'artista per fare il colpo grosso.



"Ecco che nel 1988 Fender produsse le Stratocaster Eric Clapton (con i pickup Lace e il mid-boost attivo) e Yngwie Malmsteen (con la celebre tastiera scaloppata). "

Curiosamente,la prima signature scaloppata di YM non fu la Fender,ma una Schecter,che come fender più tardi si ispirò ad una chitarra che anni prima (circa 71 se non ricordo male)il cotechinico shredder aveva moddato e scalloppato.



"Il fatto è che ce ne sono così tante nei listini, che spesso ci si chiede se tutti quei chitarristi meritino davvero una signature. Confesso che molti di loro a me sono completamente sconosciuti."

Il problema è che molti di loro sono ben noti e assolutamente riconosciuti per NON meritare manco una chitarra d plastica,vedesi la telecaster di Avril lavigne nonchè la Gibson dei Jonas Brothers.Come hai detto tu è businness,ma fa piangere il cuore,davvero.

" Schecter ne offre 37"

In realtà ne offre circa una ventina (20 tonde mi pare) se non contiamo le versioni mancine,i modelli a finitura diversa,e le versioni 6cordate anzichè 7cordate...no giusto per non far sembrare il marchio na prostituta che dà la signature a tutti ;)







Per quanto riguarda il "senso" delle signature...secondo me hanno uno scopo d'esistere fintantochè siano portatrici di un concept di design e suono che non esiste in altri modelli del catalogo del medesimo marchio.Onestamente faticherei a prendere,chessò,una Fender signature tipo la Mark Knopfler,poichè non è assulutamente qualcosa di esclusivo..ma lì si punta all'amore per chitarrista presumo.



Bell'articolo comunque,interessante davvero!
Rispondi
Re: Alcune precisazioni,giusto perchè oggi mi ...
di Rothko61 [user #32606]
commento del 12/06/2014 ore 12:49:08
Grazie, sia per le precisazioni, sia per i complimenti.
Rispondi
Grande articolo! ... qualche settimana ...
di MGLeftHand [user #36414]
commento del 12/06/2014 ore 13:27:08
Grande articolo! ... qualche settimana fa, ho assistito al Master di Steve Vai, ero indeciso (da Fan quale sono) se fare autografare o meno la "mia" chitarra, una Manne del "99". Alla fine ho optato per il no, categorico!... non è un fatto di presunzione o che mi senta un Dio sceso in terra sullo strumento, però mi sono detto,...è uno strumento di liuteria, unico (in quanto artigianale), è il mio strumento, non c'è Steve Vai che tenga! :P. Immagino il rapporto con una vera signature come potrebbe essere!
Saluti
Mario
Rispondi
Re: Grande articolo! ... qualche settimana ...
di Rothko61 [user #32606]
commento del 12/06/2014 ore 13:51:37
Grazie ;-)
Rispondi
La chitarra che più uso ...
di barandrea [user #33283]
commento del 12/06/2014 ore 14:07:27
La chitarra che più uso in assoluto è una Ibanez George Benson, che comprai anni fa dopo averla provata a lungo in negozio alla fine di un lungo contenzioso anche legale con Gibson per una loro semiacustica comprata difettosa. Non ho mai trovato di meglio come semiacustiche e ne ho provate tante, per quanto riguarda le mie aspettative di suono e suonabilità naturalmente. Il fatto è che George Benson da molti anni mi sta non poco sugli zebedei (ho adorato i suoi primi dischi, fino a Blue Benson diciamo) quindi non è detto che la firma del divo sullo strumento debba essere per forza l'incentivo a comprarla. Se poi c'è, come c'è, chi la compra solo per il nome scritto sopra, i soldi sono suoi e ne fa quello che crede. Del resto c'è chi ha comprato la FIAT Duna nella storia dell'umanità!

P.S. Complimenti per l'articolo
Rispondi
Re: La chitarra che più uso ...
di MM [user #34535]
commento del 12/06/2014 ore 14:38:46
La Ibanez George Benson è in effetti una gran chitarra, una delle poche (secondo me) signature che vale la pena di acquistare.
Rispondi
Re: La chitarra che più uso ...
di Rothko61 [user #32606]
commento del 12/06/2014 ore 14:52:05
Grazie dei complimenti.
Hai una gran chitarra.
Io sono entusiasta di una Ibanez JSM100 John Scofield. Firma o non firma, credo che le hollow-body Ibanez di alta gamma siano strepitose.
Rispondi
Veramente un bell'articolo, non sapevo ...
di Ivan56 [user #36558]
commento del 12/06/2014 ore 15:34:3
Veramente un bell'articolo, non sapevo della strat Baglioni ma sono d'accordo con te al riguardo. Ciao :-)))
Rispondi
Re: Veramente un bell'articolo, non sapevo ...
di Rothko61 [user #32606]
commento del 12/06/2014 ore 15:47:59
Grazie. Ciao.

P.S.:
Anch'io non sono su facebook e non sono su twitter... ma non ho neanche un tunnel da arredare ;-)
Rispondi
La domanda
di Leokater [user #8776]
commento del 12/06/2014 ore 15:43:53
..più spontanea che mi viene da fare è "che cosa accomuna i chitarristi "signature"?".Semplice....a loro volta,non hanno mai suonato da dilettanti con chitarre signature....
Rispondi
Re: La domanda
di Rothko61 [user #32606]
commento del 12/06/2014 ore 15:50:45
Per i grandissimi hai ragione, ma per altri no.
Mi viene in mente proprio Solieri, che oggi ha la sua Blade signature, ma che ha suonato con parecchie signature e molti lo ricordano con la Strato SRV sul palco di Vasco.
Il proliferare eccessivo delle signature ha portato anche a smentire la tua deduzione, che in linea di principio doveva essere esatta...
Ciao
Rispondi
Bah, io la vedo in ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 12/06/2014 ore 15:53:2
Bah, io la vedo in maniera semplice: è inutile fare gli integralisti e prendersela con le case produttrici, perchè in realtà chi ci mette su la firma lo sa benissimo che si tratta di un'operazioni di marketing, come tutto d'altronde, è il mercato che lo impone e comunque nessuno ci obbliga ad acquistarle. Sinceramente se una signature, fosse anche la Claudio Baglioni, per citare la più osteggiata nei vari post, avesse caratteristiche uniche che io vorrei implementare su un modello "standard" ed il prezzo finale fosse inferiore a quello dello stesso accompagnato dal costo degli upgrades sinceramente non avrei problemi a prendere la prima. Se poi dobbiamo essere integralisti allora dovremmo pretendere chitarre completamente eco-sostenibili, prodotte in paesi in cui non si specul sulla manodopera, con un rapporto qualità/prezzo tendente all'unità; io integralista non lo sono, anche se mi piacerebbe esserlo, e voi?
Rispondi
Re: Bah, io la vedo in ...
di Rothko61 [user #32606]
commento del 12/06/2014 ore 16:52:23
D'accordissimo con te, come avevo premesso nell'articolo.
Nel caso di Baglioni non era osteggiata la chitarra in quanto tale, bensì la decisione di intitolare una chitarra a chi chitarrista non è (come del resto Avril Lavigne).
A meno che non si voglia definire chitarrista chi sa fare do, la minore, fa, sol...
Rispondi
Re: Bah, io la vedo in ...
di fmele [user #25317]
commento del 12/06/2014 ore 17:13:58
Io so fare do, la-, fa sol eppure faccio fatica a definirmi "chitarrista". Sono piuttosto uno a cui piace tantissimo suonare la chitarra. :)
Rispondi
Come suonare come Robben Ford
di fmele [user #25317]
commento del 12/06/2014 ore 17:12:46
Tempo fa su youtube beccai un video di Guthrie Govan su Robben Ford. Il titolo era qualcosa tipo "come suonare come Robben Ford".
Guthrie diceva: semplicemente non puoi.

Dice che una volta ha visto Robben con una Les Paul e non con la Telecaster eppure era tutto lì, suono compreso.
Ok, non è del tutto vero, ci sono chitarre che assomigliano solo lontanamente a quella da cui sono partite. Il senso che voleva dare Guthrie era sullo stile, ne sono certo, ma gli elementi che concorrono a fare il suono che ci piace, il "tone", sono tanti, in primis le mani del chitarrista.
Rispondi
Re: Come suonare come Robben Ford
di Rothko61 [user #32606]
commento del 12/06/2014 ore 17:22:37
Io, esagerando ancor più, ho scritto che "quella gente lì" suonerebbe bene anche lo stendibiancheria della nonna.
Molti sono contrari a questo tipo di affermazioni, storcono il naso quando dici che il suono è nelle dita dei grandi.
Ma io credo che ci sia un gran fondo di verità.
Rispondi
Re: Come suonare come Robben Ford
di fmele [user #25317]
commento del 13/06/2014 ore 13:08:15
In questo video c'è il grande Stevie Ray Vaughan con una telecaster: vai al link
Con tutte le precisazioni del caso (qualità della registrazione, compressione del suono su youtube, ecc...) il suono che ne viene fuori non l'avrei immaginato da una Telecaster, mentre lo stile è proprio di SRV (maddai!!!! :) ).
Rispondi
Ciao, bell'articolo. Non sono un ...
di Toby [user #27677]
commento del 12/06/2014 ore 17:42:47
Ciao, bell'articolo.
Non sono un amente delle signature,
l'unica che ho provato e che mi ha dato soddisfazione è stata la Eric Clapton custom shop,
però il prezzo è veramente troppo alto!
Non saprei se considerare la Les Paul una signature o no.

Ciao.


Toby.
Rispondi
Re: Ciao, bell'articolo. Non sono un ...
di Rothko61 [user #32606]
commento del 12/06/2014 ore 18:01:59
Grazie ;-)
Rispondi
Concordo
di Leokater [user #8776]
commento del 12/06/2014 ore 17:54:4
Anni fa ho visto ad una fiera suonare il grande (eh sì) Greg Koch.Essendo endorser Fender ha eseguito la sua performance prendendo a caso le chitarre esposte nello stand.Strato,Tele,Squier,aveva SEMPRE lo stesso suono.Sarà anche perchè usava prevalentemente le dita al plettro,ma il suono era tutto lì.......
Rispondi
Re: Concordo
di Rothko61 [user #32606]
commento del 12/06/2014 ore 18:08:18
Ho assistito anch'io a situazioni analoghe... che ci vogliamo fare? Non rassegnamoci e prendiamo spunto per migliorare ancora le nostre modeste capacità (almeno, parlo per me).
Rispondi
Re: Concordo
di fmele [user #25317]
commento del 13/06/2014 ore 13:19:40
Keith Richards dice che non importa quale chitarra suona, tanto lui le fa suonare tutte allo stesso modo (" In Guitar World Keith Richards joked that no matter what make of guitar, he can make them sound the same." cit. vai al link ear-rig-and-equipment) :)
Rispondi
Sinceramente non osteggio le signature ...
di dantrooper [user #24557]
commento del 12/06/2014 ore 18:09:34
Sinceramente non osteggio le signature né le divinizzo o le considero un modo per raggiungere il suono di questo o quel guitar hero (ci mancherebbe, ci vuole ben altro!!! ... purtroppo); le cosnidero un'innovazione (quando si considerano chitarre inventate ex novo da quell'artista) oppure le considero delle migliorie finalizzate a un determinato sound, quando sono la modificazione di un progetto già esistente.
Detto ciò passo a dire che sono possessore di una signature: Ibanez Joe Satriani JS1000, presa non perché è la chitarra di Satch, ma perché mi piaceva il suono che aveva quando l'ho provata (infatti è la mia numero uno) e mi piacevano le varie possibilità che offriva (filtro passa-ali, possibilità di switching, corpo piccolo e leggero ecc).
Acquistare una signature solo perché ce l'ha Tizio è una vera stupidaggine: ognuno ha un proprio sound e nessuno può eguagliarlo, in nessun modo.
D'altro canto, nel discorso, c'è da considerare appunto le cosiddette spudorate trovate commerciali, caratterizzate da svariati espedienti di marketing: la signature di SRV, tanto per dirne una, che sua signature non è se non nell'estetica, ma che giustifico perché se si cerca una strato con quell'estetica, i texas special e il ponte reverse, allora può esser un prodotto giustificabile da comercializzare; invece una signature quale è appunto la citata baglioni o, per fare un giretto a nashville, la Gibbons sono delle trovate commerciali per i polli belle e buone.
Detto ciò, concludo dicendo che di tutto ci sono i pro e i contro, non c'è solo bianco e nero.
Complimenti per l'articolo esaustivo e approfondito.
ciao
Rispondi
Re: Sinceramente non osteggio le signature ...
di Rothko61 [user #32606]
commento del 12/06/2014 ore 18:49:59
Grazie mille. ;-)
Rispondi
Perfetto
di alberto biraghi [user #3]
commento del 13/06/2014 ore 00:15:32
Un approccio moderno e originale al tema. Ho letto con gran piacere questo articolo. Bravo, gran lavoro di sintesi!
Unica piccola rettifica: non si comprende bene che "Mary Kaye " non è un vero endorsement, ma un nomignolo affibbiato alla chitarra in tempi relativamente recenti, negli anni 1985-1995 della Stratomania, in cui si cominciò a replicare tutto. In nessun testo o catalogo precedente a quegli anni la Stratocaster blonde con hardware dorato viene associata alla brava Mary.
Rispondi
Re: Perfetto
di Rothko61 [user #32606]
commento del 13/06/2014 ore 08:04:36
Grazie!
Giustissima e ben accetta la rettifica.
Rispondi
Eccellente
di matteodirienzo [user #33915]
commento del 13/06/2014 ore 01:27:20
Complimenti per l'articolo, hai fatto "centro" esaltando col giusto sarcasmo quelle che sono le vere pecche dell'epoca che viviamo anche in tema di chitarre (purtroppo...).

In effetti, per quanto mi riguarda, penso che l'obiettivo commerciale è andato a demolire qualsiasi altro principio, anche in termini di liuteria e chitarre. Io davvero non mi spiego (o forse me lo spiego fin troppo) come i marchi blasonati siano arrivati a "svendersi" in maniera così indecente e vanificare l'appeal del prodotto figo, di alta qualità, che compri solamente se lo meriti (o sei molto ricco, beato te).

Come hai segnalato, una Fender signature Claudio Baglioni (che ritengo un grande artista, e questo è confermato dal suo grande successo e dai tanti anni di carriera) è l'emblema di quello che non dovrebbe esistere, che a casa Fender non dovrebbero avere nemmeno il coraggio di concepire. La Fender è Hendrix, Gilmour, Clapton etc.. Ma la verità è che ormai poter affermare "ho una Fender" non significa quasi nulla, a meno che non aggiungi "messicana", oppure "standard", oppure "qualcos'altro".

Io sono fermamente convinto che forse avrebbero dovuto fare 5/6 modelli di chitarre in tutto, di qualità elevata, non discutibile (chissà, forse avrebbero fatto anche più profitti di quelli che poi hanno fatto (vista la storia recente, un CDA discutibile e una IPO ritirata nel 2010)). Se la vuoi, la meriti e puoi comprarla la compri. Altrimenti compri una bella Squier, che suona più che dignitosamente e con la quale puoi fare serate al pub per i prossimi 50 anni con risultati egregi. Perché la regola ferrea è sempre la stessa: quello che conta sono delle buone mani. E concludo ricordando il post lapidario di un utente del sito, tale "Muccone", che mi è rimasto scolpito nella mente: "Pat Metheny tirerebbe fuori qualcosa di buono anche se suonasse un bidet, e non è detto che un giorno non lo faccia! Chissà da quale sistema solare proviene, di certo non il nostro".

Rispondi
Re: Eccellente
di Rothko61 [user #32606]
commento del 13/06/2014 ore 08:06:31
Grazie per i complimenti e per il tuo commento.
Ciao
Rispondi
Re: Eccellente
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 13/06/2014 ore 10:00:09
Perdonami se dissento, ma le Fender, come le Gibson, le ESP, ecc., sono solo pezzi di legno lavorato, con attaccata un po' di ferraglia e due calamite. Hendrix, Clapton e Gilmour sono in primis esseri umani, dunque valore indiscutibile, secondariamente sono artisti e le chitarre stanno a loro come i pennelli a Michelangelo, ovvero sono i ferri del mestiere. In secondo luogo, mi devo meritare una chitarra che pago? E' un bene di consumo come lo sono un paio di scrpette da calcio: se non lo fai per mestiere sono un aggeggio necessario a coltivare la tua passione. E chi deciderebbe poi se merito o meno la chitarra che posseggo? Il mio conto in banca? Guardando quello dovremmo possedere tutti solo Squier Bullet o quasi, ma non è così perchè esistono i sacrifici, che ci sia o meno del talento in ciascuno di noi. La Fender non va male perchè produce le signature o troppi modelli: va male perchè ha perso di vista il fine stesso per cui esiste, è una holdings quotata in borsa e la finanza cerca solo di produrre denaro su altro denaro e non su quacosa di reale e tangibile, senza contare il fatto che a volte i 2000€ di differenza tra un modello economico e uno di fascia alta sono quasi del tutto inguistificati. Io dormo con la mia chitarra sootto al letto, la so suonare poco rispetto a tanti atri, ma me la sono sudata centesimo su centesimo e me la meriterei anche se la usassi senza ampli per farci il giro di do e basta. Ovviamente tutte e solo considerazioni personali.
Rispondi
di Roccobianchi33 [user #51050]
commento del 04/06/2022 ore 20:38:46
Tralasciando l'operazione chiaramente commerciale e il prezzo più o meno elevato,se prendi una signature sai che hai una chitarra adatta a fare il tipo di musica che fa l'artista che la firma (se costruita su sue direttive e non è solo una qualsiasi chitarra con la sua firma). Tutto qua. Poi la provi e può piacerti o meno in base ai tuoi gusti... È una chitarra come molte altre col manico più o meno grosso, i pickups più o meno potenti ,l'estetica che ti piace o meno (conta anche quello) ecc....
Rispondi
Bel lavoro...
di viabcroce [user #13757]
commento del 13/06/2014 ore 02:42:43
... bravo!

... A rileggerci "tu sai dove" ;D
Rispondi
Re: Bel lavoro...
di Rothko61 [user #32606]
commento del 13/06/2014 ore 08:03:2
Grazie!
Ci leggiamo là... ;-)

Rispondi
Bella riflessione
di ike66 [user #14466]
commento del 13/06/2014 ore 12:39:11
Io, personalmente, quando penso alle chitarre "firmate", le prime a passarmi per la testa sono le varie Martin 000-28 EC, Ovation Al Di Meola, Gibson Chet Atkins, eccetera...
una prima analisi mi porta a pensare:
"beh, sono grandi chitarristi, è giusto che venga loro fatto un tributo di questo tipo"...
ma poi...
mi chiedo:
"perché esiste una Gibson Sheryl Crow?"
:-D
Rispondi
Re: Bella riflessione
di Rothko61 [user #32606]
commento del 13/06/2014 ore 12:53:33
LOL
Concordo. Io, come ho accennato nell'articolo, mi sono limitato alle elettriche solid body...
Ciao
Rispondi
"Mi sarebbe piaciuto trovare una ...
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 13/06/2014 ore 18:55:30
"Mi sarebbe piaciuto trovare una Gibson Les Paul Franco Mussida, ma non c’è"
Lui più di molti altri altri una signature la meriterebbe.
Bellissimo articolo, l'ho letto con molto interesse.
Non sto a dire la mia sul perchè ed il percome del fenomeno signature...penso solo che facendo signature dedicate a cani e porci si cerchi di attrarre il più vasto range possibile di consumatori...hanno qualcosa in più le signature? per me dalla Squier Bullett alla PRS custom order vale la regola delle 4 P: Prima Prova Poi Parla.

Saluti
Rispondi
Re: "Mi sarebbe piaciuto trovare una ...
di Rothko61 [user #32606]
commento del 13/06/2014 ore 19:07:5
Grazie.
La regola delle 4P é un caposaldo! Ciao
Rispondi
Splendido articolo!
di invioinvio [user #30752]
commento del 14/06/2014 ore 16:58:50
Sono anni che sogno un Fender Gilmour signature....ma mai e poi mai spenderei tutti quesi soldi per una chitarra...Buona vita! Ps.tanto nelle mani mie (ovvero la MIA signature...) suonerebbe lo stesso da schifo!!!!!! Però non ho nulla da dire a chi le fa e a chi le compra! Anzi...
Rispondi
Alle volte è truffa e circonvenzione di incapace
di magheggio [user #10968]
commento del 17/06/2014 ore 11:44:23
Sono d'accordo su tutto.
Però vorrei far notare che la mania delle signature ormai ha superato il ridicolo e la decenza.
A parte Avril Lavigne, Baglioni ecc... che sono indecenze conclamate... vorrei anche porre l'accento sul fatto che alcune di queste "sedicenti signature" hanno un prezzo scandaloso o peggio sono prese per i fondelli da denuncia.
Una signature come la Steve Vai, che ho posseduto, (con tutto il rispetto per l'uomo e per il chitarrista che stimo) generalmente per le caratteristiche tecniche ed i componenti che ha (tiglio americano, acero x pezzi, palissandro, pickup mediamente scadenti, low profile non trascendentale) costa troppo: con quelle caratteristiche si trovano chitarre identiche intorno ai 1000 euro anche in casa ibanez, invece la Steve Vai costa almeno il doppio.
Poi c'è la vera e proprio truffa o circonvenzione di incapace della signature venduta nuova, a 6000 euro, ma già con tutte le pacche ed i graffi di quella del nostro eroe di turno... scusate ma qualcuno la comprerebbe una macchina prodotta con le stesse pacche di quella incidentata da Schumacher?

Se qualcuno mi proponesse di farmi una signature, il che non avverrà mai, io la farei anche perchè non esiste sul mercato, che io sappia, una chitarra come dico io (me la sto facendo da me).

Comunque ben vengano le signature ma non si esageri... si tenga sempre d'occhio il suono che vogliamo ottenere e la qualità della componentistica nonchè della costruzione...
Rispondi
Blackie...
di esseneto [user #12492]
commento del 18/06/2014 ore 09:49:23
Uso da un bel pò una stratocaster Eric Clapton e lo trovo un ottimo strumento da lavoro,manico perfetto come misure e finiture,pick up noiseless potenti e totalmente esenti da qualsiasi ronzio,gran sustain e ottima capacità di uscire dal mix degli altri strumenti.Inoltre il mid boost è un optional non di poco grazie al quale si passa da sonorità rock blues classiche a timbri solistici belli caldi e carichi.Indubbiamente il fatto che lo strumento sia firmato dal proprio beniamino influisce sulla scelta di acquistarlo però nel caso specifico ho trovato uno strumento professionale con il quale mi sono trovato subito a mio agio e di cui non posso più farne a meno,"Clapton is God".....
Rispondi
Re: Blackie...
di Rothko61 [user #32606]
commento del 18/06/2014 ore 10:08:08
Ciao.
Sei quindi giunto alla mia stessa conclusione: oltre a riportare la firma del proprio beniamino, le chitarre signature sono molto spesso ottimi strumenti.
Buona musica!
Rispondi
di Roccobianchi33 [user #51050]
commento del 04/06/2022 ore 20:29:36
Sono chiaramente operazioni commerciali le signature ma hanno quasi sempre(quella di avril lavigne é un non senso ,secondo me) anche un senso "artistico"per chi le compra e non solo emulativo o di idolatria. Io ho comprato al Ibanez FRM 200 di Paul Gilbert perché sapevo che l'aveva fatta costruire da 0 con le sue direttive per essere comoda e veloce da suonare, facendo anche costruire i pickups appositamente da di Marzio per ottenere un certo tipo di suono che mi piace molto.... L'avesse fatta Scofield ,con le sue esigneze, sarebbe stata completamente diversa... Quindi sapendo chi la firma sai anche che cosa aspettarti da quella chitarra e sai che l'ha fatta costruire uno che ne capisce e molto. Poi ovviamente la provi e valuti , se non sei un bimbo minchia che vuole solo la Gibson da 5000€ o la JEM di Vai per far solo vedere che le possiede.... Per me sono una cosa positiva,in sostanza
Rispondi
Altro da leggere
Finiture nitro, anni ’80 e modernità accessibile: scopriamo le Harley Benton del 2025
Never Ending Pedalboard (e relative sfumature made in Italy)
Gretsch G5220: gran muletto per i più esperti
ST-Modern Plus HSS: la Strat moderna di Harley Benton all’opera
Let’s do a Christmas song! The Darkness, il Natale, le Gibson
Regali di Natale per chitarristi nostalgici
Articoli più letti
Seguici anche su:
Scrivono i lettori
Never Ending Pedalboard (e relative sfumature made in Italy)
Gretsch G5220: gran muletto per i più esperti
Mini Humbucker FG Mini-H SP-1
Fattoria Mendoza Hi-Crunch: il fratello arrabbiato dell'M
Harley Benton Tube5 combo: sei bella quando strilli
Parliamo di analogico!
Sistemi digitali per cinquantenni soddisfatti
Impressioni a freddo sul Neural DSP Quad Cortex
Acquistare strumenti musicali in Gran Bretagna: come funziona il dazio...
Basi o Altezze?




Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964