In particolare, tre gli album che vanno ascoltati per chi vuole avere un’idea chiara della personalità musicale di Antonio: quello in
puro stile jazz con Eddy Palermo, il suo ultimo
Rainbow Warriors, in cui ci fa capire magistralmente come sia ancora possibile sperimentare ed essere più che comprensibili comunicando la propria musica; e poi l’inedito
Old Dreams, New Dreams, registrato "in casa" in pochi esemplari e regalato agli amici (e perciò, grazie Antonio). Un CD doppio in cui la sua Breath Guitar si diverte a sembrare a volte una tromba, a volte un sax, e a ripercorrere grandi standard del jazz, divertendo e divertendosi.
E per i concerti dal vivo, riprendo invece ciò che ho scritto altrove qualche giorno fa, e cioè: "Antonio Onorato è un genio. In almeno due dei brani suonati ieri sera è riuscito a esporre senza sfasature e sforzi armonici tutta la musica del XIX e del XX secolo, e con un livello di originalità che è raro nei musicisti contemporanei. Inserire con leggerezza i riff di "Stairway to Heaven" e "Heavy Weather" nell'arrangiamento di "Tammurriata Nera" è semplicemente geniale.
Ascoltare la musica di Antonio è un'esperienza di vita e cultura. Chi non la fa, non sa cosa si perde."
Ecco, non è tutto ma credo che sia abbastanza per smuovere la vostra curiosità. Il resto, con Antonio, ce lo diremo il 24 marzo, su Unis@und, la Web Radio dell’Università di Salerno. Perciò, segnate la data, e poi stay tuned, altrimenti vi perdete tutte le sorprese.
Tanty Graffy a Tutty.