di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 02 giugno 2015 ore 07:30
La ricetta per una chitarra acustica coi fiocchi prevede qualche etto di buoni legni, elettronica quanto basta, ma soprattutto un buon lavoro di liuteria. Alla Maton per la SRS hanno seguito il procedimento punto per punto.
La ricetta per una chitarra acustica coi fiocchi prevede qualche etto di buoni legni, elettronica quanto basta, ma soprattutto un buon lavoro di liuteria. Alla Maton per la SRS hanno seguito il procedimento punto per punto.
Tra le diverse Maton presenti da Lucky Music, abbiamo scelto di passare un po’ di tempo in compagnia della SRS808C, un esemplare che ci sembra concentrare gran parte della filosofia dell’azienda australiana.
La cassa, di dimensioni molto contenute, è realizzata con un top in cedro, contornato da fasce e fondo in blackwood, una tra le essenze più pregiate utilizzate per la realizzazione di chitarre acustiche. Saldamente incollati al body, un pezzo di acero e uno di palissandro indiano formano il manico a 21 tasti dal profilo slim, sottile e a C. Sulla paletta rifinita con un top in sapele, infine, trovano posto le meccaniche cromate Grover, solide e precise.
La vernice satinata, unita al battipenna tartarugato, danno alla 808 un look moderno, accentuato dalle finiture curate ma semplici, come il binding nero. Completa la dotazione di bordo il sistema AP5-PRO, made in Maton. Sulla fascia superiore trovano posto tutti i controlli più utili per uno strumento come questo. Oltre ai tre classici fader per la regolazione di alti medi e bassi, si può intervenire ulteriormente sull’equalizzazione con le manopole MID e FQ. All’interno del body sono alloggiati un microfono a condensatore, visibile dalla buca e il piezo, sotto all’osso del ponte. Questi hanno volumi separati, per avere il massimo del controllo sull’output dello strumento e, all’occorrenza, chiudere uno dei due trasduttori.
Le caratteristiche tecniche della 808C sono di alto livello, ma l’ottima qualità dello strumento la si avverte appena la si imbraccia. Le dimensioni contenute aiutano a prendere subito confidenza, il manico sottile accoglie la mano sinistra facendola sentire a proprio agio, mentre il body poco ingombrante lascia liberi i movimenti del braccio destro, sia che si suoni da seduti che in piedi. Anche in questo frangente la Maton si fa apprezzare per la leggerezza e l’ottimo bilanciamento. Dopo aver preso le misure con il tatto passiamo a valutare la 808C con le orecchie. Da uno strumento come questo ci si aspetta molto, non solo per il prezzo, ma soprattutto per le caratteristiche che abbiamo trovato nella scheda tecnica. La cassa piccina trae un po’ in inganno, perché subito si viene avvolti da un sound per nulla privo di basse, anzi. La corposità della Maton lascia piacevolmente colpiti. I medi sono presenti, come ci aspettavamo, ma sono sorretti da un bottom bello cicciotto e infarciti da cantini frizzanti ma non metallici. Sia con il plettro che con le dita ci si può veramente divertire, si può giocare con la dinamica e con il colore, avendo sempre la certezza di essere assecondati dalla 808.
Colleghiamo un jack per farci un’idea del possibile comportamento su un palco. L’abbinata piezo/microfono è vincente. L’uno pesca il sound più secco, dando un’ottima base su cui appoggiare la voce catturata e riprodotta dal condensatore puntato verso le corde. Una volta trovato il giusto equilibrio tra i due si resta davvero soddisfatti da quanto simili siano il timbro acustico e quello amplificato.
La Maton SRS808C è una chitarra top quality sotto tutti i punti di vista. Si parte dai materiali ben selezionati, si passa alla liuteria precisa per finire al timbro corposo. Uno strumento professionale, con l'aggiunta di un sistema di amplificazione performante. Per acquistare la Maton bastano 1650 euro, una cifra adeguata per una chitarra come la 808.
Non me ne voglia la redazione, ma, sinceramente, da strimpellatore più acustico che elettrico trovo queste recensioni piuttosto sbrigative. E mi chiedo come sia possibile che si vada molto più nel
dettaglio su uno dei trenta miliardi di overdrive, ennesima riproposizione di qualcosa di già esistente, che per di più suonerà diverso da caso a caso a seconda di dove e con cosa è piazzato in
una pedaliera, mentre si preferisce sbrigare in pochi minuti la prova di uno strumento nel quale invece il suono lo fa davvero il legno. Boh, non so, questa è l'ennesima chitarra che non solo non mi
fa gridare al miracolo, limitatamente ad un ascolto su youtube, ma non mi piace proprio. Ma come lo riprendete il suono unplugged? Io mi aspetterei una sfilza di microfoni puntati su tutte le parti
della chitarra, una miscelazione di suono unplugged, piezo e condensatore, un'occhiatina a come cambia il suono agendo sui controlli, qualcosa di più approfondito e meglio curato insomma. Poi magari
mi direte che devo andare di persona a provarla, certo, lo so, ma abito nel profondo sud, quindi il primo contatto lo cerco ovviamente in rete e dalle vostre ultime demo sembrerebbe che tutte le
acustiche suonino uguali...Almeno per le mie orecchie...
Esprimo il tutto con il massimo rispetto per il lavoro svolto dalla redazione, ma, d'altronde, qualche critica di tanto in tanto forse
fa anche bene.
Sono parecchio d'accordo con te; come sempre mille grazie alla Redazione che ci dà la possibilità di avvicinarci a strumenti che nei negozi si vedono poco, ma già una volta avevo espresso le mie
riserve sulle modalità con cui si svolgono i test. Mi sembra di aver letto che venga utilizzato uno Zoom per le riprese, ma il risultato è comunque approssimativo, le chitarre tendono un po' a
suonare tutte uguali. Inoltre, al di là dell'indubbia bravura di chi le suona (magari sapessi suonare così) i test dovrebbero essere fatti per sentire come suona la chitarra, non come è bravo
il chitarrista: preferirei accordi pieni e/o con barrè, arpeggi con plettro e solo con dita, scale lente nelle varie posizioni del manico, e soprattutto dei microfoni (Neumann ?) a zero
equalizzazione piazzati al 12° tasto per i suoni unplugged (un po' come fa il 'mitico' Tony Plolicastro su Acoustic Letter. Per le sonorità plugged, come suggerisci anche tu, mi piacerebbe
sentire le diverse variabili dei filtri e dell'equalizzazione presente, utilizzati con le varie tecniche; è vero che occorrerebbero test di diversi minuti, ma aiuterebbe a farci capire e apprezzare
meglio gli strumenti proposti. Certo, piuttosto che niente ... è meglio piuttosto !!
non era malizioso il commento. avevo capito che lucky music facesse un favore a tutta la comunità mettendo a disposizione le chitarre senza ovviamente condizionare alcunché. questo immagino che
comprima i tempi della prova a un paio d'ore. a me manca il confronto tra due o più chitarre della stessa fascia di prezzo. basterebbero anche le sensazioni soggettive con i tre Pro e i tre Contro
principali degli strumenti. il limite più grosso certe volte è che dite di tutte le chitarre le stesse cose e alla fine la quantità di informazione è veramente poca. comunque mi rendo conto di
tutte le difficoltà e non saprei fare di meglio se non tenendo per sei mesi le chitarre a casa. d'altra parte ci avete viziati in questi anni e le critiche sono proporzionali alle aspettative.
Ma è così! Lucky Music ci dà la possibilità di passare una giornata a porte chiuse immersi nelle acustiche. In questa maniera possiamo realizzare dei video con strumenti molto costosi che in
Italia spesso arrivano con il contagocce e che si possono toccare con mano solo nei negozi. Questo, però, puoi ben comprendere, è diverso da "spazio pubblicitario" come dicevi nel commento
precedente.
C'è sempre spazio di miglioramento, va da sé che in un negozio, con i tempi compressi non si possono realizzare prove da studio. Le demo di prodotti (quelle superprodotte, con
suoni stellari e sempre perfetti) non fanno parte del nostro DNA, noi preferiamo fare dei brevi video che diano un'idea di come sia lo strumento descrivendone pro e contro nella recensione, cercando
di trasmettere le sensazioni che ci ha dato.
vetrina commerciale, non spazio pubblicitario. solo per la precisione. adesso sono cotto. con calma domani qualche riflessione su chitarre acustiche alto di gamma e varie altre cose....
Ciao, da posessore di una Maton (TE1) equipaggiata con AP5 PRO vi chiedo qual è secondo voi la miglior posizione per il mic interno (visto che quando l'ho acquistata mi hanno detto che l'asta del mic
interno non è un cambio per le marce ma va posizionato una volta per tutte) ?!?!?.......eeee un'altra cosa chi ha avuto la fortuna di fare un confronto è migliore il vecchio AP5 MIC o il nuovissimo
AP5 PRO?!?!....( Tommy Emmanuel ha ancora il vecchio AP5 MIC!!!!) In attesa di numerosi commenti vi ringrazio e saluto!!!!
nella posizione che ti da la resa migliore con tutta la catena e secondo stile ed esigenze. io sulla Metelli ho un microfono interno (non mi chiedete il modello :-) che sta a cinque sei centimetri
dietro la buca, due o tre centimetri sotto il piano armonico, leggermente inclinato verso l'alto, cioé guarda fuori la buca verso il manico.
in generale è vero che va posizionato una volta
per tutte ma solo per non impazzire e farsi troppe pippe. se ti piace come è ora lascia tutto così. se è sbilanciato fai un poco di prove e poi amen.
Mi rendo conto delle difficoltà di produrre demo ben fatte soprattutto per gli strumenti acustici, ma mi accodo al coro di chi non è soddisfatto. Se posso dare un consiglio: prendete spunto da
Audiofanzine e dai loro video "how does it sound", demo semplici ma efficaci.
Ciao a tutti, comprendiamo perfettamente il punto: sarebbe bello poter trasmettere in un video il sound e il feeling di uno strumento, ma sappiamo tutti che non è possibile. Nel far ascoltare
una chitarra attraverso un video si possono scegliere alcune strade: - si può mettere ogni strumento nel suo ambito migliore con riprese di massima qualità e che facciano risaltare le sue doti.
Il pro è che sarà sempre una gioia per le orecchie, il contro è che sarà una prova non veritiera anche perché, con ogni probabilità, una Cort da 300 euro riuscirebbe a suonare (attraverso il
video) come una Martin da 1000. Poi la comprate, vedete che non è così a casa e sul palco e ve la prendete con noi :p . A conti fatti, è quello che cambia tra una demo (mostrare le potenzialità
dello strumento) e una recensione (analizzarlo e spiegarlo "as-it-is"). - si può standardizzare una ripresa con diversi microfoni puntati e miscelando i vari segnali in modo uguale per tutte le
chitarre. Il pro è che si darebbe una panoramica completa di ogni strumento, facendo risaltare le sfumature di ognuno. È un approccio che a me piacerebbe tantissimo, ma il contro è che, quando poi
ci si troverà a suonare in casa, su un palco o in un piccolo studio, difficilmente ci si troverà in quella condizione, ottenendo quindi un suono totalmente diverso e vedendo sparire delle
particolarità che in video sembravano invece evidenti.
Abbiamo preferito quindi un tipo di ripresa standard ma anche semplice, alla portata di tutti: un buon registratore con due microfoni
XY che prenda la chitarra così come la sentiresti se fossi lì di fronte al nostro Paolo in video. Chiaramente, le micro-differenze le sente lui sotto le dita e in pancia, e noi cerchiamo di
spiegarle negli articoli: le nostre prove video non hanno alcuna ambizione di essere descrittive. Riteniamo infatti che le variabili siano troppe e che solo una prova dal vivo, con i propri strumenti
e le proprie orecchie, possa dare al musicista un'idea chiara. Il nostro unico intento è raccontare i prodotti, per informare, eventualmente creando interesse e voglia di provarli.
Io in realtà penso sia sbagliato suonare dei pezzi accordati in drop D, come spesso sento fare in queste prove. Mi piacciono tantissimo, ma trovo che carichino le chitarre di una quantità di
bassi che poi in accordatura standard non sono presenti. Sarebbe corretto dichiarare nel video quando vengono utilizzate, se proprio non è possibile evitarle. Grazie
al contrario, accordare più basso fa sentire se il piano armonico restituisce potenza e bassi, se le corde friggono e altri dettagli. ci sono chitarre che se accordi più basso si siedono e si
spengono, altre che risuonano ancora meglio e mantengono una buona proiezione. cose da tener conto secondo me più del volume dello strumento.
Grazie per la risposta, cortese ed esplicativa. Comprendo le motivazioni che vi portano a fare questo tipo di scelte; tuttavia non sono d'accordo. Quando dici "le nostre prove video non hanno alcuna
ambizione di essere descrittive": se non sono descrittive allora a che servono? E' vero che ci sono un mare di aspetti personali e che le variabili sono tante, ma ritengo anche che altrettanto lo
siano i vari aspetti oggettivi. Non credo che, opportunamente microfonata, una Cort suoni come una Martin, e neppure penso che qualcuno di noi fruitori possa prendersela con voi se una chitarra
suonata da noi non suona come se suonata da Paolo: anche il tocco e le mani di chi suona hanno un peso! Dici bene quando affermi che "il nostro unico intento è raccontare i prodotti, per
informare, creando interesse e voglia di provarli": ma chi non abita a Roma o Milano non è che ogni volta si fa 1000km in treno per andare a provare le chitarre: come se poi i negozianti fossero lì
per farle provare anche se uno non ha la possibilità o l'intenzione di comprarle. Le prove dovrebbero fornire, sempre a mio parere, tutte le potenzialità, i suoni, i timbri, le caratteristiche e
anche i difetti degli strumenti testati: allora sì che mi sciroppo 1000 km di treno ed eventualmente parto con l'idea di comprare. A mero titolo di esempio invito all'ascolto della prova qui
sotto: vai al link sono due signore chitarre, molto simili, ma le differenze si sentono, eccome! Se hai un suono in mente così sai cosa scegliere. Poi
ognuno resterà sulle proprie idee e amici come prima. Cordialmente
Concordo in pieno con quanto scritto sopra sulla qualità delle registrazioni. Io credo che il problema sia proprio il gingillo Zoom in questione che é veramente pessimo e forse il peggior modo in
assoluto di registrare una chitarra. Un mio amico l'aveva preso per registrazioni senza pretese di chitarra e voce ma alla fine l'ha venduto dopo neanche un mese perché le registrazioni a momenti
venivano meglio con un iPhone tenuto alla dovuta distanza. Io non so perché la redazione si ostini ad usare il suddetto, forse é stato regalato loro da Zoom, forse é uno sponsor tecnico, ma é in
assoluto il modo peggiore per registrare un qualsiasi strumento a mio avviso. E non é che serva un microfono a condensatore da mille mila euro, forse persino il microfono della telecamera può fare
meglio. Alla fine il suono che viene fuori non ti dà per niente l'idea di come potrebbe suonare lo strumento se fossi lì davanti, semmai ti dice come suona quello strumento registrato (male) con lo
Zoom in questione...cioè in pratica tu da soprattutto il suono dello zoom. Altro discorso é come viene suonato lo strumento: evidentemente per fare capire come suona uno strumento lanciarsi in
tapping ultra tecnici, usare lo slide (a meno che non sia uno strumento deputato soprattutto a quell'uso), usare accordature aperte o drop d non ha molto senso. Insomma a mio avviso le possibilità
accordo le avrebbe per fare articoli che non sembrino mere recensioni pubblicitarie degli strumenti, anche per fare prove comparative serie degli strumenti non so perché non percorra questa strada...
Non sono d'accordo. Proprio recentemente per puro diletto con un gruppo di amici abbiamo fatto una serie di blind test a distanza, perché volevo dimostrare che il mio antico pallino (le Ovation)
producono sonorità che non sono seconde a nessuno per ricchezza. La registrazione con H4n è stata eccellente, anche a detta di amici americani col palato fine (tra loro anche l'ex presidente di
Ovation in persona, che ha riconosciuto a distanza una Anniversary del 1979 da una Custom Legend del 2006). Non credo che altri strumenti anche più costosi avrebbero dato risultati migliori. Ciò
premesso, secondo me ha ragione il Direttore quando dice che le microdifferenze - che sono le differenze vere - si sentono sotto le dita e con la pancia. Da sempre Accordo dice con grande sincerità
che le "prove" degli strumenti registrate non possono essere realistiche, quindi si insiste sull'aspetto divulgativo delle stesse. Anche disponessimo delle risorse necessarie a realizzare tutti i test
nello stesso studio professionale, con microfoni Neumann e ogni altro bendiddio, ci sarebbe sempre il filtro telematico e quello psicoacustico in mezzo. Ovvero daremmo suoni magari eccelsi, ma non
potremmo dare **il suono** di uno strumento, perché quel suono non esiste! Ogni strumento ha infiniti suoni, in relazione ad ambiente, dita e orecchie del musicista. Ci rendiamo conto che ci
sono tanti lettori che vivono lontano dai grandi centri e non hanno la possibilità di andare da Lucky, Tomassone, Merola, eccetera. Purtroppo è un problema che non possiamo risolvere, se non
organizzando SHg e CustomShopMilano :-) Non scherzo, chi sta lontano ci pensi, il prossimo novembre ci sarà il paradiso della chitarra e condizioni perfette per provare tutto - elettriche ed
acustiche - in libertà. Vale la pena di allocare le risorse per una gita a Milano.
Sono da un paio di mesi un felice possessore di una SRS808 (con entrambe le spalle). Devo dire che è una gran chitarra. Ero entrato in un noto negozio di Roma per acquistare una Martin 000 o 00 da
affiancare alla mia Martin J40 (altra grandissima chitarra). Cercavo una chitarra con sonorità small body e ho passato il pomeriggio tra numerose OM, 000 e 00 una Collings e qualche Taylor. Verso la
fine ho provato le Maton (una 808 Tommy Emmanuel a la srs). La SRS mi ha sorpreso molto e sono uscito con quella. E' una chitarra piccola e leggera, con un bellissimo manico che produce un gran
feeling. Le dimensioni della tavola armonica sono circa quelle di una 00 ma lo spessore della cassa è decisamente maggiore. Il suono che ne viene fuori è molto diretto e definito. I bassi non
sono ovviamente così pronunciati come in una Dreadnought ma ci sono eccome e sono molto profondi. Rispetto alla 808TE che ho provato direi che ha una risposta a mio parere più equilibrata con un po'
più bassi e una maggiore presenza sugli alti. La TE aveva una risposta con un po' più medie. l'AP5 Pro devo dire che è un gran sistema. Non saprei dire se ci sono differenze sostanziali con la
versione precedente ma la versione attuale va benissimo. Trovo poi fondamentale la presenza del microfono sia per dare naturalezza al suono ma anche per poter catturare i suoni percussivi dalla cassa.
A me manca il buon Alessandro Martinez e Paolo Somigli!!!! (e chi se li ricorda!!!) Quando ho i iniziato qualche anno fa a leggere chitarre (cartaceo) accoppiato col sito era una bomba!!! Grandi
musicisti che oltre a suonare si fermavano a spiegare il loro feeleng dello strumento in prova. Oltre che a spaziare su vari stili e generi musicali ben differenti tra loro.
Senza nulla
togliere a chi suona ora che certamente suona molto meglio di me, da questo punto di vista le vetrine di accordo perdono di qualità. Ogni recensione uguale alla precedente!!!
Provate a
guardarvi sul tubo le recensoni su N Stuff o Acoustic letter solo per citarne un paio. Gente che la sa davvero lunga su cosa si sta recensendo (o cercando di vendere). Provo lo strumento e spiego
legni, materiali, sensazioni...e perchè no, magari un 1 vs 1 tra 2 chitarre anche della stessa fascia.
Lancio la provocazione: redazione, fate un passo indietro nel passato e cercate di
recuperare un pò di smalto. Ben vengano le giovani leve a patto che tutto il teatrino non diventi qualcosa di monotono fatto di 3/4 accordi con o senza plettro. Di una freddezza quasi
agghiacciante! Poi che sia Lucky Music o tomassone o pinco pallino a me poco importa. Sono di Brescia per cui non mi spingerò mai a Centro chitarre di Napoli per acquistare uno strumento. Al
massimo vado a Gallarate ;-)
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