di Don Diego [user #4093] - pubblicato il 29 ottobre 2015 ore 08:00
Mettere a confronto una chitarra originale degli anni '50 con la riproduzione del Custom Shop che si rifà a un periodo storico simile fa emergere sempre particolari interessanti. Lo abbiamo fatto con una Esquire, ovvero una Telecaster con il solo pickup al ponte del '52, e una Vince Cunetto del 1995.
Fa sempre piacere ricevere una telefonata da Francesco Balossino di C'èsco's Corner con l'invito palese di andarlo a trovare e, con la scusa, farsi un bel giro sui suoi splendidi strumenti. La lista delle bellezze presenti nella sua soffitta è da brivido e per settimane sto lì a pensare a quanto mi farò del male andandolo da lui. Stavolta però non voglio parlare del semplice strumento vintage ma, sotto suggerimento di Francesco, provare a fare uno spietato confronto tra il top della gamma Fender negli anni d'oro e il top della produzione del Custom Shop volta a imitare gli strumenti originali.
Conosciamo tutti la storia di fondo degli strumenti che escono dal Custom Shop. È stata geniale l'intuizione di Fender di ricreare delle repliche esatte dei loro pezzi storici, facendole realizzare (con una incredibile perizia da alcuni liutai la cui firma adesso vale quanto quella di un pittore del novecento), dopo attente ricerche sui materiali, sul principio costruttivo e sul feeling dato dagli strumenti usciti dalla fabbrica californiana nei suoi anni migliori. Ma la vera questione è "vale la pena spendere migliaia e migliaia di euro per uno strumento, pregevole sia chiaro, ma pur sempre fatto da due pezzi di legno tenuti insieme da delle viti, che vuole ricreare il suono di uno strumento costruito sessanta anni fa?". E, sopratutto, questi strumenti costruiti alla perfezione, dopo una incredibile serie di test sugli originali (che comportano risonanze magnetiche su corpi e manici originali, ore e ore spese a spulciare nei documenti storici dell'azienda, ascoltare i pareri dei musicisti, bla bla bla...), suonano veramente come gli strumenti a cui si ispirano? Ovviamente il 99,99% dei chitarristi potrà più facilmente aspirare a spendere anche 3mila euro per un Custom Shop anziché 20mila euro per un originale. Ci si sente appagati da questa spesa, consistente, ma vistosamente inferiore a quella richiesta per uno strumento originale?
So già che il tema può scatenare un putiferio di discussioni e commenti, ognuno in fondo la pensa come vuole e decide, coi propri soldi, di fare quello che vuole. C'è chi decide di avere una sola chitarra per la vita ed è disposto a non badare a spese, ma anche chi vuole poter tornare a casa da lavoro e decidere di aprire il proprio armadio e ogni sera suonare, e quindi immergersi, in uno strumento diverso. C'è chi tratta lo strumento originale con religioso apprezzamento, curandosi a volte che pure la polvere sia del periodo, e chi invece lo vede come un'estensione delle proprie mani, quindi solo un mezzo per esprimere le sue emozioni. C'è chi aspira ad avere uno strumento che suoni esattamente come sente nei dischi dell'epoca, e chi invece ne è attratto solo dal lato estetico, ma fondamentalmente preferisce che il suo strumento sembri datato, ma sia perfettamente versatile per tutte le sonorità che ha in testa. Ognuno avrà a modo suo ragione. E non possiamo giudicare le scelte altrui, specie se ponderate. Ma in questi test ho cercato di fare un'analisi il più possibile oggettiva.
Francesco mi ha messo in mano due splendide asce. La prima è una Esquire del '52, in pratica una Telecaster ma con un solo pickup al ponte, un selettore a tre posizioni (una posizione con il tono sempre chiuso, quella di mezzo dove il controllo di tono è attivo e può essere "presettato" e l'ultima posizione dove il tono è escluso e quindi il suono è quello diretto del pickup che dà quasi una sberla in faccia all'ascoltatore). Ha un bellissimo manico di dimensioni generose in acero occhiolinato, un corpo in frassino abbastanza leggero (in pezzo unico) e un battipenna in bachelite. L'altra chitarra è invece una Nocaster uscita dal Custom Shop, costruita da Herb Gastelum, relicata da Vince Cunetto e assemblata sotto la supervisione del liutaio John Page, nel 1995. A differenza della Esquire, questa ha il pickup al manico, ma per la prova comparativa non l'ho usato, tendendo a imitare i suoni della Esquire, giocando quindi col tono e con le sfumature del solo pickup al ponte. Anche questa presenta un manico in acero occhiolinato, un corpo in frassino di peso simile all'originale del '52 e un battipenna in bachelite.
Le chitarre sono simili sotto tanti aspetti. Il lavoro di invecchiamento di Cunetto è veramente incredibile e, se non fosse per alcuni micro aspetti impossibili da replicare se non col tempo, avremmo veramente difficoltà a capire quale delle due ha sessant'anni e quale "se li porta male". Per la prova ho usato un semplicissimo ma efficacissimo Fender Blues Junior in tweed con un cono Jensen C 12 N, un ampli piccolo, onesto e con tanta buona pasta sonora. Tutti i controlli sono a metà (volume, master, alti, medi e bassi) con l'eccezione del riverbero (sul due, giusto per dare una leggera ariosità al suono generale). L'ampli è ripreso con un microfono Senheiser (di quelli a saponetta, li adoro) posizionato a metà strada tra il centro del cono e il bordo. Le chitarre, entrambe settate benissimo da Francesco, particolare non da poco per favorire il playing durante la prova, montano tutte delle corde di stessa marca e di stesso calibro (.010 - .046). Insomma adesso c'è da capire se una suona meglio dell'altra e quale delle due vale la spesa.
Premetto che stiamo parlando di due strumenti veramente pregevoli, anche se gli zeri che li separano sono tanti. L'originale del '52, con quel manico così elegante (per via della finitura) fa pensare che fosse uno strumento speciale uscito da casa Fender, e qui è interessante il racconto di Francesco Balossino sulle rarità del genere: "Forrest White in the inside story racconta che, per esigenze di standard di produzione, Fender non poteva gestire richieste custom su larga scala, per cui i tagli selezionati dei legni più figurati o marezzati solitamente non finivano sulle chitarre da spedire ai rivenditori, ma venivano tenuti dagli operai della ditta o dai dirigenti, proprio per evitare che un ragazzo in un negozio spendesse la stessa cifra del suo vicino ma si trovasse con un legno più bello. Per questo è raro trovare chitarra dell'epoca con manici molto figurati, proprio perché si cercava di garantire un certo standard di produzione. In certi periodi si trovano però manici fiammati con una certa costanza, come per esempio per certe Telecaster nel 1956 o certe Stratocaster lungo il 1963, probabilmente questo dipendeva dagli stock a magazzino. Sapete che fine fece l'incredibile manico di acero figurato per Stratocaster che Forrest White custodiva gelosamente per sé? Lo dovette dare, dopo infinite richieste, a Bill Carson, prima endorser, poi consulente in Fender e poi grande amico di Forrest, il quale lamentava un non riparabile difetto di back bow sulla sua Stratocaster, ma Forrest in quel momento non aveva nessun rimpiazzo disponibile. Correva l'anno 1956!". Si può pensare poi all'elettronica per certi versi fuori di testa concepita da Leo Fender: un solo pickup e un sistema che potesse presettare dei suoni, una totale assurdità oggi, eppure carica di fascino.
La Cunetto non è da meno: uno strumento top gamma del Custom Shop, costruita con l'intento di ricreare esattamente un oggetto spartano come l'originale. Vince Cunetto, che a giugno di quest'anno ha festeggiato i vent'anni dalla sua prima esperienza con Fender, proprio nella creazione della prima serie Relic, diceva di essere letteralmente ossessionato dalle Fender d'annata, e ha speso sulle originali ore e ore studiandole, smontandole, cercando collezionisti, suonandole. Ne ha costruite e distrutte diverse prima di arrivare a un risultato soddisfacente. E descrive il momento in cui dalla casa madre è stato coinvolto nel progetto come uno dei più belli della sua vita. Insomma non si sarebbe mai immaginato che un giorno avrebbe potuto dettare leggi e mode sugli oggetti che più ha amato in vita sua.
Ebbene, le chitarre suonano entrambe da paura! Non c'è niente da dire, tutte e due con elevato carattere e una grinta unica. La Cunetto non suona come la '52, e vi spiego dove e come suona diversa. Le corde basse della '52, in tutte le posizioni del selettore, suonano con un twang più corposo e meno sferragliante, un sustain leggermente inferiore e una pasta che ricorda il suono delle corde lisce. La Cunetto sulle corde basse suona brillante e molto risonante finché il tono rimane aperto, appena questo si chiude anche poco tendono a perdere corpo e grinta. In termini sonori significa che la '52 suona come un vecchio disco, con quegli estremi di banda smussati che ricordano gli intro sulle corde basse di molti pezzi di quegli anni lì, con quel tono che sembra quasi un leggerissimo palm mute (la butto lì: le prime note di "Cry Cry Cry" di Johnny Cash, col sommo Luther Perkins alla chitarra). Mentre la Cunetto, con quelle basse risonanti e presenti, è ovviamente più moderna e versatile. Sui cantini la somiglianza tra i due strumenti è veramente impressionante, ma la Cunetto perde vistosamente colpi appena si prova a imitare il suono del pickup al ponte col tono completamente chiuso. La Esquire è assolutamente utilizzabile in questa configurazione: ricorda una archtop economica, con quel piacevolissimo suono medioso tanto caro ai chitarristi di jump blues. Può essere usata col pollice per delle ritmiche soffici e col plettro per delle frasi in puro stile west coast blues, non perde tonnellate di volume in questa posizione e, con la dovuta perizia, si riesce a suonare qualsiasi genere (fifties oriented, sia chiaro) con un solo pickup al ponte. La Cunetto, appena si chiude il tono, perde tutto il suo fascino: il suono si impasta e ti fa pensare immediatamente "fammi riaprire il tono perché non riesco a sentire la definizione delle note". In parte, è un punto a sfavore della Cunetto: in quanti sarebbero disposti a usare quel suono durante un concerto? Io stesso (che suono quel genere a cui le due chitarre si ispirano) penso che non riuscirei a usarlo per più di un pezzo all'interno dello show. Eppure sapere di averlo, quando la dinamica dello show diventa più educata, ti fa venir voglia di usarlo. Altra grande differenza è il livello di uscita dei due pickup: la '52 ha un livello un pelo inferiore rispetto alla Cunetto, e questo, se riduce di poco il volume, guadagna in qualità sonora. Ma, pare, che in Fender sappiano benissimo che il chitarrista viene facilmente conquistato con qualche decibel in più. Quindi attenti che spesso e volentieri le case costruttrici ci ammaliano presentandoci armi per vincere l'annosa guerra contro i batteristi.
In conclusione uno strumento non vince sull'altro. Si assomigliano al 90%, ma una ha sicuramente addosso il fardello dell'importanza storica che rappresenta (la '52) e lo espone con orgoglio, anche nella sua ignoranza sonora. L'altra rappresenta una bellissima copia dell'originale, che però strizza l'occhio a una fetta di chitarristi più ampia, disposti sì a qualche compromesso costruttivo, ma con esigenze indirizzate a uno strumento che possa dare il suo contributo sotto diversi aspetti sonori. Non me l'ha chiesto nessuno, e me lo chiedo allora io: tu Diego cosa vorresti? Ovvio! Le vorrei tutte e due! La '52 a casa, per registrare e ottenere quel suono che mi sogno pure la notte, e la Cunetto da portare sul palco. Sì, ma devo scegliere? E perché? Tanto si parla di sognare a occhi aperti, quindi niente e nessuno mi vieta di volerle entrambe.
Bella recensione innazitutto, in effetti la esquire anche con il controllo di tono completamente chiuso suona più "scoppiettante" rispetto alla cunetto che risulta più intubata..
Sicuramente preferisco la prima
È molto interessante questo confronto però io credo che la circuitazione completamente diversa e i componenti interni della stessa (pot s condensatori) giochino un ruolo fondamentale sul suono e
quindi sulle differenze timbriche tra le due. Premesso che i manici pure daranno al chitarrista sensazioni diverse probabilmente se si potesse montare il circuito di una esquire 52 sulla cunetto
avremmo uno strumento diverso e più simile a quello originale.
Ciao, i pots hanno gli stessi valori, il circuito è chiaro sia differente ma si stanno comparando dei suoni ottenibili con strumenti già pensati in queste vesti, per cui non si può valutare pure le
modifiche possibili, logicamente con lo stesso circuito ti avvicini, ma la pasta sonora, credimi, è veramente differente! Cmq se vieni al SHG potrai provare con mano e sentire il tono differente già
a chitarra spenta semplicemente facendo un MI in posizione aperta! Stay TWANG! ;)
Ah mi piacerebbe venire al shg se non altro per stringerti la mano Don Diego, sei un chitarrista d'altri tempi (nel senso buono naturalmente) complimenti!
grazie! speriamo di stringerci la mano presto dal vivo e non virtualmente! se sei su FB segui la mia pagina all'indirizzo vai al link
pubblicherò la lista delle postazioni dove mi troverai!!!
Se ti piace il mondo della chitarra rockabilly visita il mio blog dondiego75.blogspot.it e non scordare di clikkare "mi piace" sulla pagina ufficiale dei miei progetti musicali!!! vai al link
Grazie!!! Se ti piace il mondo della chitarra rockabilly visita il mio blog dondiego75.blogspot.it e non scordare di clikkare "mi piace" sulla pagina ufficiale dei miei progetti musicali!!! vai al link
Ehehehehhe...io le ho provate. La bellissima Fiesta Red che ora possiedo l'ho proprio presa da C'esco's. Ancora oggi devo dirgli grazie. Ha dei legni esagerati, sono d'accordissimo con Don, poi vabbè
lui...another planet
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Complimenti per l'articolo.
Chitarre bellissime. Effettivamente da questo video la chitarra "originale" ha un carattere che ti emoziona di più. Almeno questo mi è sembrato di percepire è come se lo spettro dello sfumature
possibile sia più convincente e autentico non so come dire.
P.S.
Vado off topic ma quanto suona bene il Blues junior??
qualche settimana fa ne ho provato uno dal mio negoziante di fiducia non riuscivo a smettere di suonarlo. Per quanto costa il rapporto qualità prezzo è praticamente imbattibile.
Ho una nocaster custom shop come quella della recensione. é una chitarra incredibile.
P.S.
(sono di Palermo, ti ho visto mille volte suonare, sono contento che ci siano musicisti come te in questa città. Io invece purtroppo non suono più in pubblico da un pò per un problema ad un
orecchio.)
Ciao! Grazie per le belle parole.....però è giusto che dica le cose come stanno: non sono di Palermo ma di Caltanissetta, anche se dal 2009 vivo in Piemonte (Ivrea per l'esattezza)....però sono e
sarò sempre un siciliano DOC!!!
Bell'articolo! Secondo me questa è un'altra conferma alla mia convinzione che le chitarre di oggi, soprattutto in casa fender, suonino meglio di quelle di una volta.. Preferisco la Cunetto! Belle
entrambe comunque ;)
ehehhe siamo di pareri nettamente contrari! ma è un'ottima cosa questa! perchè io ho incentrato questi test sul fatto che ognuno preferisce l'una o l'altra in base alla musica che suona!
probabilmente a te non va di ricreare quei suoni tipici degli anni '50 e ovviamente preferisci la cunetto! belle comunque tutte e due sia chiaro....stay twang!
Ovviamente quando si parla di "meglio" o "Peggio" si entra in un campo soggettivo che diventa un tunnel di opinioni da cui è impossibile uscire. Come qualcuno ha già correttamente commentato, per
supplire a evidenti limiti di stagionatura e scelta dei legni, le fender custom shop ed in generale le fender "moderne" hanno pickups più "spinti" e che danno una botta di volume che lì per lì ti
fa esclamare "che botta!!" Ma se distinguiamo il "volume" dal "suono", e quindi il livello di uscita dalla sua qualità e complessità, non c'è proprio storia. E' evidente e pacifico che la chitarra
di oggi subisce standard di produzione e concorrenza tali per cui (per merito dei CNC e delle diavolerie di oggi, fender custom usa il Plek per ogni tastiera) ti garantisce una affidabilità sul palco
straordinaria, e da un lato ci mancherebbe non fosse così, ma dall'altro, il suono inteso nella sua complessità, timbro, sustain, feel etc, è davvero un gradino sotto, ma di questo non ci si può
rendere conto appieno attraverso il video. Consiglio sempre a tutti il confronto a parità di strumenti (che abbiano specifiche avvicinabili) dal vivo, l'unico che permette ad ognuno di farsi la
propria idea, sperimentandola senza pregiudizi. E' il tentativo di questi video articoli, che speriamo di affinare sempre più!
bellissime chitarre,ma la 52 ha "quel suono li" che anche da un misero e compressissimo file audio video si riesce a scovare.
E negli occhi del sig. Diego Geraci si vede tutta la verità ;-)
Bravissimo Diego, bell'articolo.
Preferisco la vecchia con il tono escluso, alla Perkins appunto, ma col tono tutto aperto preferisco di gran lunga la nuova.
Il feeling poi è tutta un'altra questione.
Io mi sono dovuto "accontentare" di una Relic Nocaster e ne sono follemente innamorato.
Certo che potendo valutare qualcosa di anni '50......che sogno!!
Una Tele è modificabile. Basta saldare nel modo giusto e sbattere un qualche filtro per la posizione del switch tutto a sinistra. È fortissimo avere il p/u al ponte a manetta senza controllo, la
posizione intermedia con controlli volume-tono e quella "al manico" è solo da usare passando a jazz - insomma, di solito non la si usa. Il p/u in diretta non si batte. Per registrare con un preampli
quella posizione è perfetta - dal vivo passare da chitarra ritmica a solista è sotto controllo. Il filtro è assolutamente da rivedere - sarebbe meglio avere un sound da chitarra acustica piuttosto
che cupa / opaca da jazz. Il battipenna è poi molto più bello della Tele non avendo quel p/u extra, ma non impedisce di modificare una Tele! Un Accordiano potrà consigliare come eventualmente fare
una modifica del genere.
Bellissime chitarre e bellissima comparazione! Complimenti. Vado un po' fuori tema, caro Diego, ma ci diresti se, secondo te, tra la Cunetto e una American Vintage 52 c'è un abisso o tutto sommato -
non avendo 3.000 pronto cassa da spendere - ci si potrebbe accontentare della seconda?
se devo essere sincero le 3-4 repliche 52 che ho provato erano dozzinali, plasticose nel suono e nelle finiture. lontane mille miglia dalle originali, con quel suono così "sgraziato" da renderle
uniche. se vuoi una chitarra che assomigli, per impatto, ad una 52, conviene assemblarla da se.......e con poco più di 1000 euro te ne esci. occhio però che sono "irrivendibili".....
Come sempre bravo e preciso nelle descrizioni. Ho in lavorazione un articolo su telecaster autocostruite che potrebbe interessarti,casomai ti avviso quando lo invio. Un unico appunto: secondo me il
paragone tra le due chitarre non era ottimale. Benchè Esquire e telecaster si assomiglino nella forma, sono chitarre molto differenti tra loro e la circuitazione gioca un ruolo fondamentale. Qualche
mese fa ho provato un'esquire del custom shop (team built) e una telly masterbuilt di valore doppio. Era molto difficile paragonarle e di conseguenza ho fatto esattamente ciò che tu mostri nel video,
arrivando per altro , alle medesime conclusioni. Alla luce di ciò, ritengo che il paragone giusto sarebbe con un'Esquire magari masterbuilt che riprenda il modello 52. Concludo dicendo che un annetto
fa, possedevo una 52 CS e confrontata con una 55 originale su un marshall bluesbreaker fine 60, l'unica differenza era una dinamica leggermente superiore nell'originale che potevi percepire
suonando,ma che non era apprezzabile dall'ascoltatore, mentre la pasta sonora era la medesima. Comunque come sempre articolo ben strutturato e molto interessante.
Già! lo so che sarebbe stata giusta la prova con una CS esquire....ma va a trovarla! un dramma....cmq, circuitazione a parte, la pasta e il feel sulle basse è una caratteristica dello strumento
vintage, che già si sentiva "a motore spento".....contattami pure per l'articolo sulle tele autocostruite. fallo tramite mail (diegocaster@tin.it) oppure tramite la mia pagina FB
vai al link
stay twang!!!
La '52 credo sia l'unica chitarra dal suono che mi piace anche a tono chiuso. Per la Cunetto concordo con George: è molto intubata, non credo che si possa inserire bene in nessun mix. Se riesco a
venire all'SHG mi prenoto per la prova!
Suoni benissimo, complimenti.
L'originale sembra un pianoforte, la replica (ho avuto una Cunetto anni fa) ricorda una tastiera che imita un pianoforte, più spigolosa meno musicale, meno armoniche e meno completa.
Per carità sempre un ottimo suono eh..tranne che col tono chiuso, brrrr.
La cosa dei pot io l ho trovata non solo sulle tele , ma su tutto il vintage. Questo perchè le moderne suonano più "di pickup" e meno "di legni", e quindi appena gli filtri un po l'elettronica
(leggasi chiudi il volume o il tono), vanno in crisi.
Siamo fregati...
Chitarre stupende entrambe.....indubbiamente la 52 sopratutto sui suoni a tono chiuso è superiore alla CS, ma se dovessi scegliere una chitarra "da suonare" andrei sulla cunetto; sicuramente più
versatile e "gestibile" in situazioni live.
Basandomi ovviamente solo sull'audio del video non ho percepito inoltre differenze di suono tali da giustificare la differenza di prezzo che divide gli strumenti, ma si sa, sono due oggetti diversi.
le differenze sono veramente minime in generale. però sulle corde basse ti assicuro che la differenza è palese (io che lo so riesco anche a sentirlo dal video).....però questo suono spiccatamente
vintage sulle basse potrebbe essere uno svantaggio sonoro per molti. stay twang!
Senza nulla togliere, beninteso, all'ottima prova ed esecuzione di Diego, vorrei far notare che il circuito delle due chitarre è "sostanzialmente" diverso dal punto di vista della struttura e
dell'influenza che esso determina sulla risposta in frequenza.
La Esquire esclude infatti l'intera componentistica del controllo di tono, potenziometro e condensatore, in due posizioni su tre (1 e 3, per l'esattezza) del suo selettore: questo non fa una
differenza da poco, perché elimina sia l'effetto capacitivo che quello resistivo dei componenti, modellando la risposta sulla gamma acuta, anche in posizione "tutto aperto", in maniera molto diversa
dal normale controllo di tono sempre presente nella Cunetto.
Per lo stesso motivo sono dunque difficilmente paragonabili anche le timbriche ottenute sulla Cunetto ad imitazione dei suoni della Esquire, che sarebbero diverse a causa dell'elettronica perfino se
adeguassimo il wiring della Cunetto o viceversa.
Per la Cunetto, infatti, è stato evidentemente scelto un pickup al ponte meno avvolto dell'originale Esquire, ma equipaggiato con magneti più potenti (probabilmente AlNiCo V contro III), il che
conferisce maggior volume di uscita, ma anche maggiore apertura sulla gamma alta.
Da sole, tali differenze costruttive sono insomma responsabili di molte delle differenze di tono che si sentono nella prova.
A questo si aggiunge poi ovviamente anche l'appartenenza dei due strumenti ad epoche distanti nel tempo, quindi caratteristiche fisiche ed età inevitabilmente diversa di legni e quant'altro... senza
dimenticare mai che trovare due chitarre che suonino indistinguibili al 100% l'una dall'altra, indipendentemente dalla data di costruzione, sarebbe un vero miracolo!! ;-)
ciao! sicuramente la prova non è proprio ad armi pari, però sulla posizione due della esquire, che è identica alla fine alla posizione tre della cunetto, la pasta del tempo si sente....ti copio e
incollo quello che ho scritto in risposta ad un commento sopra: lo so che sarebbe stata giusta la prova con una CS esquire....ma va a trovarla! un dramma....cmq, circuitazione a parte, la pasta e il
feel sulle basse è una caratteristica dello strumento vintage, che già si sentiva "a motore spento"....
stay twang e segui accordo...presto una altro confronto tra una strat del 59 e la sua replica del CS.....e qui tutto è veramente simile!
Non lo metto certo in dubbio, Diego!
Però attenzione, perché un pickup meno avvolto è più trasparente sugli acuti, ma smagrisce al contempo i bassi, le due cose sono inscindibili!!
Ad ogni modo concordo sulla più robusta presenza di bassi sulle pre-CBS "buone"... è un tratto distintivo e (per me) piacevolissimo, che dipende da fattori costruttivi, primo tra tutti la maggiore
rigidità del manico. :-)
Leggerò ed ascolterò con grandissimo piacere la prova delle Strato '59, dato che anch'io tempo fa me ne sono costruito una reissue!!
ecco come vedi hai sottolineato una differenza costruttiva.....che è un punto a sfavore per CS sotto certi aspetti....non hanno replicato esattamente un aspetto fondamentale dell'originale....ma
sicuramente hanno fatto uno strumento coi controcaxx......molto più versatile! mi piacerebbe vedere o sentire la tua reissue! io ho una replica 54 che mi soddisfa tanto...e ho paura a mettere le mani
su una originale ahahaha
Dovrei portarla con me a SHG40... se ci sarai te la farò provare ben volentieri!
Pensa che ho anche realizzato due reissue Telecaster, una '54 butterscotch e una '63 red-on-white, che a confronto tra loro mostrano gran parte delle stesse diversità di carattere che stiamo
rilevando tra la Cunetto e la "venerabile" del '52 che hai provato!!
Solo una precisazione, in posizione 1 il circuito è filtrato da due condensatori accoppiati, in posizione 2 è un normale bridge telecaster che lavora con un solo condensatore, in posizione 3 è "No
filter" pickup bridge diretto, per cui di fatto, posizione 2 della Esquire e posizione 3 della tele sono perfettamente confrontabili. Per tutte le note che hai dato sottoscrivo in toto, le custom
odierne utilizzano magneti più potenti proprio per sopperire a quanto dicevi, i legni non sono la stessa cosa. Nella fallibilità inevitabile di questo genere di test abbiamo cercato di tenere una
linea il più possibile "credibile" per i confronti, se non altro basata su specifiche di base (essenza legni, configurazioni, settaggi, riff da suonare etc) è chiaro che le variabili in gioco sono
tantissime, però spero possano essere video articoli utili a "farsi un'idea", posto che la "prova dal vivo" è fondamentale!
faremo la prova delle due pasley per accertarci del fatto che magari anche due chitarre vintage dello stesso anno possono suonare diverse...o uguali....bohhhh....intanto speriamo mi passi la
sciatalgia!!!
Ciao Francesco.
So bene cosa c'è nella Esquire, ma gli "effetti collaterali" (cioè le capacità e le resistività parassite che smussano le armoniche alte e che in circuiti passivi come questi fanno una grande e
ben udibile differenza) nel caso di componenti singoli, come condensatori e resistenze di valore predefinito, sono assai minori anche se non si annullano del tutto...
Come già premesso, osservo questa cosa con spirito costruttivo, per mettere sul tavolo ulteriori elementi di confronto, senza minimamente voler sminuire il valore della prova, sul cui risultato
concordo e che è comunque interessante e piacevolissima anche per me!
Certamente, se poi aggiungi il fatto che i pots hanno 60 anni, i condensatori (carta/olio) di certo lavorano "a modo loro" =) visto che la loro vita utile ha una data di "fine" inevitabile,
sicuramente il tutto collabora del suono che ascoltiamo alla fine della catena. Purtroppo le sensazioni e il "suono" che lo strumento acusticamente produce (il suo vibrare, il timbro naturale che ha,
etc) non possiamo che descriverle a parole, ed in video in parte si perdono, cmq grazie davvero per i "tips" e i suggerimenti, ne terremo conto perchè speriamo di proporre altre "schede storiche"
altrettanto valide! a presto!
Concordo al 100%!
Come puoi immaginare, condivido e vivo sulla mia pelle quotidianamente anche la tua osservazione finale. Il giorno che mi riuscirà di catturare per davvero in un video o in un sample le nuances che
sento mentre suono o di far intuire il feeling reale di uno strumento sotto le dita sarà il più bello della mia vita!!!
E se posso permettermi giusto una considerazione maestro non sottovaluterei nemmeno il fatto che la presenza di un altro pu nella Cunetto forse un'influenza, fosse anche infinitesimale, sulla
vibrazione delle corde potrebbe averla...In fin dei conti è pur sempre un altro campo magnetico in cui le corde si trovano ad essere immerse, invece assente nella Esquire...E si legge spesso di
quanto risultino piacevoli alcune chitarre con un solo pu in termini di attacco, sustain e timbro generale...;)
E' un'influenza minore rispetto a quelle già citate, ma ci può anche stare, specie se i pickup sono regolati alla minima distanza possibile dalle corde...
Dubito possa però essere responsabile di differenze timbriche tanto evidenti quanto quelle che traspaiono dal confronto fatto. :-)
Si può misurarne il campo con un gaussmetro e confrontarlo con il valore letto da un magnete analogo di tipologia nota, ma in mancanza di specifiche sicure una diagnosi certa al 100% è
impossibile...
mi piace un pò di più la vintage.. ma non escludo che probabilmente una chitarra moderna con una dotazione elettrica analoga mi piacerebbe ugualmente
la questione dell'inutilizzabilità della "moderna" col tono completamente chiuso, si risolve chiudendolo un pò meno.
Nel senso che, a mio parere, quando sentiamo la esquire col selettore verso il manico, semplicemente si sente un suono che sembra quello che si ottiene non chiudendo il tono completamente..
purtroppo non era così! e ti assicuro che, appena arrivato a casa, ho provato ad ottenere quel suono con tutte le mie tele, chiudendo gradualmente il tono un poco alla volta. niente da fare....il
suono si intuba maledettamente! vorrei provare la stessa cosa su una esquire nuova per capire se e c'è qualche alchimia dietro....stay twang!
c'è anche da dire che la presenza del pickup al manico, anche se non utilizzato, falsa un po' la prova perchè influisce sulla dinamica della vibrazione della corda
Si è vero, ma non penso possa essere così rilevante come differenza.....poi boh! bisognerebbe provare una esquire del CS per capire bene! ma bisogna prima trovarla...ehehehe
Ciao Diego … innanzitutto complimenti per la prova e per l’ottimo articolo … è anche un piacere leggere gli interessanti commenti che ne sono venuti fuori !!
Anche io, dopo aver visto il video, la prima cosa che ho fatto è stata quella di provare il suono della mia Nocaster (che ancora ti ringrazia per aver avuto alcuni minuti di gloria quando l’hai
suonata in un tuo show a Castellammare del Golfo … ehehe) ! Pur avendo un ampli diverso dal Blues Junior ho visto che la mia, addirittura, a tono completamente chiuso, è ancora più “intubata”
della Cunetto che hai provato (quasi inutilizzabile) pure essendo (credo …) il circuito identico a quello della Cunetto … ma anche aprendo il tono un pò alla volta non riesco comunque ad ottenere
il suono della Esquire con il selettore in prima posizione.
Le differenze più evidenti che, dalle foto e dal video, trovo tra le due chitarre sono: il colore della Esquire, che è stupendo (... e li si aprirebbe un altro capitolo…) ed il fatto che
quest’ultima sembra che abbia un suono un pò più “secco” con gli alti un pò più rotondi in ogni posizione mentre la Nocaster Cunetto, dal video, mi da la sensazione di essere un po’ più
“acida” sui toni alti … tu invece sostieni che sono molto simili sui cantini …
Una curiosità … il volume delle due chitarre era al massimo durante tutta la prova ??
Un off topic per Luca Villani … da cosa si può individuare se un pickup è in AlNiCo III o V ??
Ancora ciao e complimenti … alla prossima !!
Salvatore.
Ciao Salvatore! Intanto grazie per i complimenti....sono felice che questo articolo-test sia piaciuto e servito! Rispondendo alla tua domanda, si! I volumi erano sempre aperti al massimo, proprio per
avere un parametro di riferimento chiaro. Ovviamente le mie sensazioni sul suono finale sono un mix di soggettivo e oggettivo.....cmq resta il fatto che le due chitarre sono splendide!!!
Ciao!
Dovrei risponderti.... "dalla composizione chimica": verissimo ma poco utile, dato che non mi pare una soluzione praticabile a meno che tu non sia un chimico!
La differenza più evidente è la capacità di attrarre materiali ferromagnetici, più pronunciata nell'A5 che nell'A3 (più debole anche dell'A2 in questo).
In realtà è assai difficile distinguere, perché II, III, V e tutte le altre denominazioni dell'AlNiCo sono categorie nelle quali rientra un discreto numero di varianti del materiale in
questione.
Potresti ad esempio incappare in un magnete in A5 poco magnetico e in un A3 al limite della propria categoria e sarebbe davvero arduo distinguerli!
A livello sonoro, chiarendo subito che il magnete non ha "suono", ma può influenzare alcuni parametri del segnale generato dal pickup, si può dire che se lo stesso pickup in A3 venisse equipaggiato
con A5 tenderebbe ad essere più brillante, ad avere un attacco più pronunciato ed un livello di uscita più elevato, in proporzioni variabili a seconda delle caratteristiche dell'A3 e dell'A5
impiegati, naturalmente. ;-)
eheheh mentre che ci siamo mi togli un dubbio: perchè i pick up degli anni 50 erano più scuri di quelli dei 60? era cambiata la composizione chimica del magnete oppure la variazione risiede negli
avvolgimenti?
Entrambe le cose...
In effetti nel periodo pre-CBS, oltre a cambiare vistosamente il proprio wiring, la Tele ha seguito un iter evolutivo sonoro diverso rispetto a quello della Strato, partendo "grossa", specialmente al
ponte, per diventare in seguito più "sferragliante" (per ragioni sia storiche, che di marketing, direi).
I pickup Tele dei primi '50 erano in A3, ma anche decisamente più avvolti, per passare solo più tardi all'A5 e ad avvolgimenti più leggeri. Ecco perché avevano un suono più possente ed
equilibrato, rispetto ai loro successori.
A tal proposito, attenzione ai pickup di inizio anni '50 provenienti dalle lap steel Fender, che alcuni ricercano spasmodicamente per adattarli al ponte delle Tele: bei pickup e si trovano a prezzi
abbordabili, ma gli avvolgimenti sono molto leggeri e quindi hanno un feel decisamente diverso da quello dei pickup Tele da ponte dello stesso periodo storico! ;-)
Beh per quanto riguarda la composizione chimica dell’AlNiCo dovrei capirci qualcosa (nonostante siano passati circa venti anni – sigh – dal mio ultimo esame di chimica) … ma a parte questo la
mia domanda è finalizzata sia ad apprendere qualcosa in più, a livello generale, sia per quanto riguarda il mio specifico caso … e mi spiego. La mia chitarra era equipaggiata con dei pickups che
la scheda di fabbrica definisce “Custom Shop hand wired”. La resistenza di quello al ponte era circa 6.3 Kohm. Poi alcuni anni fa ho trovato un Abigail Ybarra, che tu Luca “hai salvato” in
quanto si era dissaldato nella parte finale, dove è connesso ai cavi (ed io non avevo avuto il coraggio di metterci mano). Questo pickup, che ha una resistenza di 7.3 Kohm, ha dato al suono della
chitarra maggior corpo ai medio bassi e più twang ai bassi (cosa che a me piace molto). Sarei curioso di sapere/capire se il cambio di timbro è imputabile alla differenza di resistenza (circa 1 Kohm
in più) oppure se i magneti dei due pickups sono composti di un AlNiCo diverso oppure ancora c’è la magia di Abigail Ybarra (nonostante tu Luca mi dicevi di essere scettico su fatto che fosse la
“vecchietta” ad avvolgere realmente tutti i pickups a sua firma) …
Mi riferivo ovviamente alla scarsa praticità (anche per uno che abbia studiato chimica, immagino, a meno che non abbia un laboratorio a disposizione...) insita nell'eseguire analisi chimiche sul
magnete di un pickup per stabilire di che AlNiCo si tratti!! :-D
7,3K di resistenza cc in un singlecoil per strato indicano che è stato probabilmente utilizzato un filo di sezione più sottile rispetto al classico AWG42. Questo fatto comporta una variazione nella
geometria della bobina e quindi una diversa caratterizzazione da parte del pickup stesso che, in questo caso, si è rivelata congeniale al risultato che ti eri prefisso di ottenere.
Devo confessarti che la mia fiducia riguardo alla "magia di Abigail" nei pickup CS è molto debole sia per una banale questione di buon senso, sia per aver affiancato decine di pickup siglati AY,
ognuno con calligrafia completamente diversa! :-)))
La mia non è una Strato … è una Nocaster ed il pickup a cui mi riferisco è quello al ponte. Tornando ad Abigail … il mio pickup non è un AY ma uno di quelli siglati “Abby” e datati che
dovrebbe (e uso il condizionale) esser stato avvolto personalmente dalla Ybarra … o almeno così giurano al Custom Shop della Fender … a differenza invece degli AY (che sono costruiti dal Custom
Shop con le specifiche dei pickup storicamente avvolti da Abigail). Spesso mi chiedo se spendendo un bel pò in meno avrei potuto trovare lo stesso suono (o anche meglio) con dei pickup di qualità
artigianali o non … anche perché ho la prova del contrario … ovvero che avendo acquistato una coppia di “Abby”, cioè anche quello al manico dopo le opportune prove ho preferito lasciare
l’originale che ha un suono più corposo e più nasale che preferisco. In questo caso i valori delle resistenze che ho misurato sono di 7,4 Kohm sull’originale e di 6,4 Kohm sull’Ybarra. Alla
fine i soldi spesi si dimenticano (forse ) se si trova il suono che si vuole … Però per me il Sacro Graal rimangono le mitiche Blackguard del periodo 50 – 54 … (Broadcaster / Telecaster /
Nocaster / Esquire ) … quindi in definitiva se dovessi scegliere quale trovare sotto l’albero di Natale tra le due … a prescindere dal valore economico … sceglierei sicuramente la 52
Esquire … che tra l’altro ha un colore magnifico ! Una curiosità … è in vendita ? O comunque anche se non lo è … su che valore si attesta una chitarra in quelle condizioni ?
Ciao Brucefan, avevi i p.u. originali Nocaster?Sono così superiori quelli che hai provato?
Te lo chiedo perchè avendo una Nocaster e trovandomi più che bene con i suoi p.u. (ma essendo consapevole dei bellissimi pu che il mercato offre come Lollar Fralin Duncan antiquity ecc..) mi chiedo
se si possa davvero avere un incremento qualitativo di questa portata.
Chiarisco meglio ! La mia Nocaster è una masterbuilt che aveva, secondo quanto dichiarato nella scheda di fabbrica del CS, due pickup custom hand wired. Devo dirti che la chitarra (per me) suonava
già ottimamente, così com'era, ma avendo avuto occasione di prendere una coppia di pickups "Abby" per Nocaster, dello stesso periodo di costruzione della chitarra, ho voluto provare per capire
quanto ci fosse di vero sul fatto che si dice siano tra i pochi a replicare la magia delle vecchie Fender. Ma la mia risposta alla fine è: non lo so ! Nel senso che al ponte ho preferito l'Abby
mentre al manico ho preferito lasciare l'originale. L'unica cosa oggettiva è che i pickup che ho preferito avevano entrambi un valore della resistenza in cc intorno al 7,3 / 7,4 Kohm contro 6,3 / 6,4
Kohm di quelli che ho scartato. Quindi il mio dubbio è se anche con due pickup Custom Shop, con quei valori di resistenza in cc, avrei potuto ottenere lo stesso risultato. Però essendo soddisfatto
di quello che ho raggiunto non mi va di fare altri esperimenti (almeno per ora ) … Ciao. Salvatore.
Per quello che ne so l'elettronica della mia dovrebbe essere un wiring di tipo moderno (Ponte; Ponte + Manico; Manico) con componenti standard (pots logaritmici da 250 K; condensatore da 0.047
microfarad - se non ricordo male ) ... la tua come è configurata ?
Le Nocaster che ho visto io (anche quelle nuove di fabbrica) avevano tutte il wiring "standard". In quanto al fatto che uno strumento possa essere usato, ex demo o nuovo, da un certo punto della mia
passione (mania) ho iniziato a non farci più caso (ovviamente se lo strumento è in ordine sotto ogni aspetto e l'usura tasti non è eccessiva) la cosa importante è che suoni bene. Molte famose
chitarre (la Tele/Esquire di Bruce Springsteen - la Blackie di Eric Clapton - Micawber di Keith Richards e tantissime altre) sono state acquistate usate dai loro celebri proprietari ... forse l'usato
porta fortuna !! :)
Di sicuro io propendo sempre per l'usato, anche io non ci faccio caso.
Deve esserci il prezzo buono. e giusto.
Non mi interessa la chitarra nuova
Tenuto bene ovviamente.
Per gli esempi che hai fatto....no...quelli sono fenomeni e avrebbero potuto usare qualunque cosa, anche le odierne Squier cinesi e fare grandi album..
Ah, scusa, avevo equivocato!
Su un pickup da ponte per Tele, i 7.4k di res in cc ci stanno alla grande!
Onestamente ho un'opinione precisa sugli AY, non sugli "Abby"... difficile dire quanto ci sia di vero e quanto di marketing... tra l'altro non mi pare difficile, da parte di Fender, istruire altre
persone ad avvolgere, o per meglio dire a guidare il filo, nello stesso stile della Ybarra, dal momento che si possono confrontare ... con l'originale(!).
Tutto può essere, insomma!
In ogni caso i pickup guidati a mano non sono mai perfettamente uguali tra loro, come sempre il rendimento varia a seconda di chi suona e la valutazione dipende anche da ciò che egli si aspetta, per
cui la tua preferenza per l'originale, al di là dell'effettiva maggiore o minore qualità, può essere stata motivata anche da una semplice e legittima questione di gusti... :-)
scusate ma questa nocaster era esposta alla fiera di novegro guitars and beyond? se così è era in vendita a 5000€ non 3000 ma potrei sbagliarmi...
comunque molto belle
ad essere sincero il prezzo non lo ricordo.....ho "sparato" una cifra attenendomi alla media spesa per una nocaster del CS.....Francesco Balossino saprà dirci cifre più corrette! Potremmo aprire il
capitolo se li vale o meno....ma rischiamo di scrivere un'enciclopedia!!! ahahaah
Ciao, sì è quella, anche perchè è l'unica del 1995 in Italia al momento, iniziarono la produzione a luglio del 1995, negli stati uniti chiedono 7500 dollari, questa è in vendita a 5000 euro, con
tutti i tags. quest'anno al Custom Shop hanno fatto il ventennale delle prime Cunetto (come quella della prova) con una riedizione commemorativa. Diego nell'articolo citava la soglia dei "3000" euro
che sono comunque necessari per "accedere" allo strumento custom shop.
Scusa se sono molto diretto, ma secondo me un test di questo tipo ha molto più senso se fatto alla cieca. E' chiaro che, ancora prima di prendere in mano le chitarre, tu, come tutti noi, pensi "La
chitarra originale deve suonare meglio, sarebbe assolutamente sorprendente se non fosse così". Smontare questa opinione preconcetta è difficile. Sono assolutamente convinto della sincerità delle
tue opinioni, ma sarebbero più credibili se il suono venisse valutato dalla stanza accanto, senza sapere che chitarra sta effettuamente suonando. Altrimenti scusa, ma non ci credo. Sei sicuro che
avresti detto le stesse cose non sapendo quale chitarra stava suonando? L'effetto placebo è noto, e per fortuna se ne tiene conto quando si mettono sul mercato i farmaci. Le chitarre (per fortuna!)
non sono farmaci (anche se tante volte ci fanno guarire). Ma fare un test come il tuo alla cieca è solo un attimo più difficile (chiami un amico che suoni nella stanza accanto), e rende le
valutazioni più credibili. Non so se sembro arrogante, semmai me ne scuso, e sottolineo che tu sei sicuramente molto più esperto di me, ma sono fermamente convinto di ciò che sto scrivendo e volevo
condividerlo. Ciao, Matteo
Ciao Matteo! Non ti preoccupare non sei sembrato arrogante, ma mi hai dato spunto per rispondere in maniera sincera! Io sono un chitarrista professionista, conosco molto bene i suoni e le sonorità
degli strumenti vintage e di quelli moderni, coi pro e i contro! Fare un test alla cieca mettendo un altro a suonare al posto mio non ha senso (per me....) visto che sento il feeling dello strumento
anche tra le mani, visto anche che il musicista "mestierante" si adatta allo strumento mentre ce l'ha in mano e cerca di ottenere le sfumature che ha in testa con il semplice picking. Quindi questa
opzione la escludo. Seconda cosa, credimi (e te lo dico senza arroganza o presunzione), non ho preconcetti di nessun tipo, ma semplicemente due orecchie ben allenate, e credo anche molto di quello che
ho detto si sente dal "semplice" video, visto che collezionisti e telecasteristi esperti hanno confermato le mie opinioni. Non ho mai detto che una è meglio dell'altra! Ma che una ha un vibe che
l'altra non ha, e "quell'una" non è ne la 52 ne la CS. Hanno le loro caratteristiche, i loro limiti e le loro peculiarità di utilizzo! C'è una cosa che si sente SEMPRE e vistosamente in tutte le
chitarre vintage che ho provato nella mia vita (in quelle dei fifties): il suono delle corde basse, quello stoppato leggermente intubato (le prime note di "cry cry cry" di Johnny Cash) che le nuove
(per alcuni "menomale") non hanno. Quindi, con un pizzico di presunzione stavolta, posso dirti che se avessi avuto una benda sugli occhi, ma una mano sulla chitarra, mi sarebbe bastato suonare due
note sul Mi e sul La per capire cosa avevo sotto le mani. Comunque ho fatto 3 test con 6 chitarre diverse per accordo, 3 vintage e 3 riedizioni CS e non sempre la vecchia ha avuto la meglio sul
giudizio finale. PS per "meglio" intendo il "suono dell'epoca", che per alcuni potrà anche far vomitare! Stay twang!!!
ciao matteo, posto che è sempre molto complesso impostare un qualunque confronto video/registrato, specie di comparazione di strumenti che, per quanto similari, sono sempre unici e inimitabili a loro
modo, sull'aspetto scetticismo la tua "sindrome di san tommaso" è più che giustificata. L'unico modo per passare oltre a questa fase di dubbio/curiosità è fare le tue prove in prima persona, cosa
che speriamo questi video articoli aiutino ed invoglino a fare (quando possibile). Per quanto può essere il mio piccolo contributo, i miei strumenti sono sempre a disposizione perchè ognuno possa
farsi "La propria idea" mettendo a confronto il proprio strumento di riferimento (quello che ognuno si è scelto e che usa tutti i giorni) con il suo alter ego originale, al quale, nel bene e nel
male, ogni replica costruitra dal 1982 in poi si rifà. Perchè si può riportare solo quello che è esperienza diretta, e il "sentito dire" o le supposizioni vanno sempre strutturate con l'esperienza
dal vivo, perchè, sia che abbiano 60 anni o 6, sempre strumenti musicali sono, e si possono giudicare solo suonandoli in prima persona, ciascuno secondo la sua sensibilità! Ti aspetto in fiera!
Niente misura delle resistenze.....a stento cambio le lampadine a casa io!!! eheheh.....cmq la 52 suonava meno forte della cunetto.....il peso era, a mano, praticamente identico (secondo me 3,5kg
circa)
Se interessa posso sia misurare livelli di uscita in KOhm dei pickups della prova e anche pesarle, la '52 è molto leggera, cosa atipica e non scontata per le prime chitarre fender, specie quelle,
come questa, con body in pezzo unico. è il vero "swamp ash". La cunetto pesa un filo di più, comunque come ha detto bene Diego, entrambe stanno sotto ai 3,5 Kg. Per il volume confermo, la Cunetto
indubbiamente ha un output di uscita ottimo, ma come ben detto prima da alcuni interventi, il "suono" non è composto solo dal "volume". Tra l'altro probabilmente questo aspetto è enfatizzato dal
tipo di magneti utilizzati. Se dovessi descrivere a parole il suono, sulla '52 è più "dolce" e ricco di armoniche, sulla cunetto più "squillante" e spinto sulle frequenze medio/acute
Spiego il motivo della mia domanda sul peso e sulla resistenza in cc dei pickups.
Alcuni giorni fa, parlando con Diego, gli ho chiesto la sua opinione sul colore della vernice della 52, più scuro della Cunetto e delle Nocaster reissue in genere. Mi ha risposto che la sua idea (che
condivido pienamente) era quella che la produzione all’epoca non fosse standardizzata. Dal libro di Nacho Banos “The Blackguard” dove l’autore ha fotografato, smontato, misurato, pesato alcune
decine di Broadcaster-Nocaster-Telecaster-Esquire del periodo 50-54, si vede che i risultati sono più disomogenei che mai. Radius delle tastiere da 7.25 in., da 9.5 in. oppure tastiere compound che
iniziano con 7.5 in. al 1° tasto ed arrivano con 9.5 al 12° tasto.
Stessa cosa dicasi per il peso … alcune leggerissime da 6.2 libbre altre da 9.5 libbre … corpi a pezzo unico altri a due (più frequenti) o tre pezzi … oppure le resistenze dei pickups che vanno
dai 9.1 Kohm ai 4.8 Kohm.
La vernici poi vanno da un blonde quasi bianco (tipo Vince Gill) ad un butterscotch abbastanza scuro, in alcuni casi molto coprente in altri con le venature in vista da sembrare quasi natural… Nel
caso della vernice però c’è da dire che l’esposizione all’aria e alla luce gioca il suo ruolo, anche se non capisco come mai su determinate chitarre sia evidentissimo mentre su altre (tipo la
Tele di Vince Gill o la Micawber di Keith Richards meno)…
Tutto ciò è in parte comprensibile se si pensa che siamo nel 1950 e si trattava di un prodotto pionieristico all’epoca.
Da qualche parte una volta ho letto che Fender o chi per lui sceglieva il valore della resistenza dei pickups a seconda delle caratteristiche sonore dei legni della chitarra … personalmente sono
scettico a pensare che ciò fosse una cosa praticabile nell’ottica della produzione industriale di Fender.
Francesco … ma la 52 Esquire è in vendita ? Non ho i soldi per comprarla … ma ogni tanto gioco al superenalotto ehehe … o comunque … che valore ha, più o meno, una chitarra in queste
condizioni ?
Parto dalla fine. Una Esquire del 1952 firmata Tadeo Gomez di per sè è uno strumento che oggi (in condizioni originali, da collezione) tocca tranquillamente i 20mila dollari americani, questa è
stata sopraverniciata candy apple red nel 1967, overcoloring che è stato poi rimosso professionalmente, per cui la valutazione commerciale è un po' inferiore rispetto ad una "Mint" da collezione
pura. Il "quid" in più che questa ha è la incredibile figurazione dell'acero, che ne fa uno strumento unico ed impossibile da replicare. Comunque sì, confermo il tema discontinuità dei colori
delle prime tele, alcune sono una specie di "natural giallino" come questa, molto trasparente, ma questo avveniva quando avevano legni particolarmente belli e senza alcuna giunzione, come in questo
caso, fino a colori decisamente più coprenti, che fender adottava per nascondere le giunzioni o nodi del legno. Nel 1954 adottano un fondo biancastro prima della colorazione, per cui le chitarre
rimangono decisamente più "chiare", anche il trasparente nitro cambia composizione e di fatto non "Vira" quasi, o cmq vira molto meno di quello dei primi anni. Per quanto riguarda la "scelta" dei
pickups, nella mia personale esperienza posso dire che mi sembra follia, Fender specie prima del 1953, quando arriva Forrest White, assemblava strumenti ed amplificatori completamente a casaccio, da
cestoni di pezzi misti, quindi dici bene. La "scelta" che in quegli anni si faceva era limitata ai legni, i più accattivanti come figurazione, fiammature, particolarità, venivano tenuti da parte o
per i dipendenti o per gli endorser, perchè sulla produzione avrebbero creato discontinuità non gestibili per chitarre da vendere ognuna al medesimo prezzo. Per quanto riguarda questa Esquire,
proprio per quanto detto prima,per il fatto che ha body in tavola unica tagliato "di quarto", e il manico di acero figurato più bello che io abbia mai visto, non è in vendita, perchè, per quanto me
la paghino non troverò mai alla stessa cifra uno strumento simile!
Devo essere onesto: questo articolo ha sprigionato una serie enorme di commenti e pareri interessantissimi, sia dal punto di vista sonoro, che tecnico, che storico! Quando con Francesco diciamo che
"bisogna far cultura" intendiamo proprio questo: interscambio di idee e pareri!!!! Ne usciamo tutti più arricchiti....paradossalmente anche sentendo le ragioni dei "non vintage"......specie se sono
razionali!!!
"Da qualche parte una volta ho letto che Fender o chi per lui sceglieva il valore della resistenza dei pickups a seconda delle caratteristiche sonore dei legni della chitarra … personalmente sono
scettico a pensare che ciò fosse una cosa praticabile nell’ottica della produzione industriale di Fender."
Ammettendo per un attimo che sia possibile, tuttavia misurare l'uscita dei pickup darebbe un indicazione solo molto vaga, e a volte persino ingannevole di come possano suonare. Parlando di vecchi
single coil, nel range di +/- 0,3 kohm (ossia quasi nulla) ho sentito suoni notevolmente diversi tra loro sulla stessa chitarra. Questo perchè ognuno usciva realmente diverso dall'altro per una serie
di motivi sconfinata (mai sentito uno che suonasse male cmq)
un mio amico che costruisce pick up artigianali mi ha detto "se la mattina sto nervoso, tendo il filo in un modo completamente diverso da come lo tendo quando sto sereno"........e quindi fa pick up
sempre diversi, anche se i valori, sulla carta, sono sempre uguali! eheheh
Ciao e grazie!!! Quasi due anni fa sul mio blog scrissi un articolo-pensiero riguardo ai pick up da me avuti e provati....tra cui i nocaster! eccoti il link
vai al link
Grazie Diego!
Letto e salvato fra i miei preferiti, anche io sono appassionato di rockabilly e con la band ci stiamo cimentando in qualche classico negli ultimi tempi.
Un saluto
La spiegazione del tuo amico è quella giusta. Il problema che resta è che non è misurabile se "quel giorno" fosse depressa o estatica di felicità!
Nessuno ch'io sappia ha badato a questo aspetto. Poi, Abby=Abigail - Abby è il tipico nomigliolo di Abigail in USA. Qual'è la sequenza storica delle variazioni di firma? Dapprima Ablgail, poi Abby e
alla fine AY consentendo di avvolgere p/u più alla svelta mano mano che semplificava la sua "signature" è logico - ma non è detto che sia una spiegazione attendibile.
Le differenze di calligrafia sono però misteriose! Una possibilità è che sia diventata boss del reparto p/u e che quelli della sua squadra hanno messo la sua sigla per identificare i p/u prodotti
dalla sua squadra.
Sottoscrivo in pieno! il livello di uscita è solo uno dei parametri che permette di classificare un pickup, visto che gli elementi che lo compongono, apparentemente "semplici", nel loro "mix", nel
loro modo di essere assemblati, possono portare a magneti decisamente differenti uno dall'altro, anche a parità o prossimità di livelli di uscita. Ma qui dovrebbero intervenire i molti abili
costruttori di pickups che abbiamo in Italia!
----->Ma qui dovrebbero intervenire i molti abili costruttori di pickups che abbiamo in Italia!
Ai quali vorrei fare una domandina da incompetente : " Sul suono di un pu non influisce anche la smagnetizzazione dei componenti magnetici? Dagli oscuri ricordi scolastici mi sembra di ricordare che
la potenza di un magnete decresce con il tempo ed ormai siamo a pu con più di 50 anni di vita. Può influire sta cosa qua sul suono di un pu?"
come dicono gli inglesi "good point!" anche io so la stessa cosa, e pare che la magnetizzazione decresca ciclicamente, mi pare proprio ogni 50 anni di un tot, non so quanto possa influenzare il
funzionamento del pickup, ma probabilmente un'incidenza ce l'ha! speriamo che qualcuno legga (prima o poi) i nostri interventi e ci ragguagli in merito, anche se è un argomento che meriterebbe
approfondimenti autonomi!
L'AlNiCo perde forza magnetica in modo naturale con un'incidenza di circa il 4-5% ogni 100 anni, per cui la cosiddetta "smagnetizzazione naturale" dei pickup pre-CBS è ancora oggi tutto sommato poco
pronunciata, a meno di shock magnetici subiti dal singolo esemplare (ad es. l'esposizione ad un campo magnetico opposto e di forza superiore), ai quali questa lega è decisamente sensibile.
Quel che può fare la differenza è indubbiamente il valore del flusso magnetico generato, che può variare (e non di poco) sia per il tipo di AlNiCo, sia in funzione di quale grado di magnetizzazione
fosse stato ottenuto in origine.
In genere, i vecchi magneti raggiungevano valori di flusso superiori a quelli raggiungibili oggi a parità di categoria.
In ogni caso va tenuto in conto che il magnete non ha un "suono", ma la sua forza e le sue caratteristiche influiscono sul livello di uscita e sull'attacco della nota... assieme a tutto il resto dei
parametri di costruzione, interagendo con i quali raggiunge un equilibrio che dipende dai materiali, dalle intenzioni e dalle capacità del costruttore...
Smagnetizzazione: certo, è un problema che vale anche per nastri magnetici. Ho a casa nastri 1/4" master stereo e anche 2" a 24 piste però già in bara. Su nastro, le alte frequenze diminuiscono nel
corso del tempo e non è un problema rimediabile con EQ. Un vero p/u vintage, a quanto si scrive nei commenti, sarà inevitabilmente già un pò smagnetizzato! Luvi ci informa che però ci vorranno
centinaia di anni prima che il problema p/u sia uno di quelli seri... Meno male!!!
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