Fra le chitarre più sottovalutate e con meno fortuna di tutti i tempi, credo che la Variax 700 Acoustic della Line 6 trovi una collocazione molto particolare, sia perché non più prodotta e sostituita da una nuova versione che ha le forme di una elettrica, sia perché ho l’impressione che non sia stata capita fino in fondo.
Per chi non la conosce, lascerò alla Rete il compito di offrire informazioni molto dettagliate sulle sue caratteristiche e funzioni. Io dirò invece solo che la Variax 700 è una ottima scelta per chi deve suonare in giro spesso e non vuole portarsi dietro troppe chitarre. E soprattutto, è una scelta eccellente per chi desidera o ha bisogno di colorare i suoi brani o arrangiamenti con sonorità particolari.
E poi, bla bla bla bla bla bla bla bla bla... e così via.
Lo so cosa vi state chiedendo. E vedo le vostre facce: siete un po’ perplessi, anche sorpresi dalla mia ultima frase piena di bla bla bla.
Lasciatemi spiegare, e arriveremo insieme al punto focale del mio post. Il preambolo che avete appena letto mi serve solo a introdurre l’argomento: ciò che voglio raccontarvi pertiene invece a una categoria sociale composta da tantissime persone, e che va sotto il nome (potremmo dire) di "prendiculo che agiscono nel mercato degli strumenti musicali usati".
Proseguo con il racconto. Come avrete forse intuito, ho comprato una Variax Acoustic 700, e ciò per due motivi: il primo è perché ho visto come la usa uno dei più grandi chitarristi mondiali contemporanei, ovvero Antonio Onorato, e l’altro perché mi serviva, visto che da febbraio ho cominciato a suonare con L’Orchestra Ethno-Pop-Jazz della mia Università, diretta dai mitici e stratosferici Stefano Giuliano e Giusi di Giuseppe (siamo qui, per gli interessati). Nell’Orchestra, userò la Variax per provare a dare qualche colore particolare, se e dove serve, e soprattutto nei brani ethno-jazz.
Fin qui, tutto bene. Ora però mi tocca passare a parlare delle cose non positive, ovvero del venditore della Variax e di come si è comportato con me. Il nome fittizio del venditore sarà per noi Zarteppo Mallacore... e sì, nome fittizio, ma solo perché poi il problema che lui subdolamente mi ha creato l’ho risolto da solo, a zero euro, e con mia estrema soddisfazione.
Manco a dirlo, la chitarra l’ho presa su Mercatino Musicale, utilizzando Pay Pal. Costo: 450 euro più spedizione. Buon prezzo, ho pensato, visto che l’usato garantito in negozio costava 150 euro in più e che il modello inferiore, ovvero la Variax 300, costava solo 150 euro in meno.
Ho comprato la chitarra dopo aver chiesto a Zarteppo Mallacore rassicurazioni sul suo funzionamento effettivo e completo. Al telefono, Zarteppo mi era sembrato sincero, e considerando che i suoi due profili Facebook sono molto seguiti, ho deciso di fidarmi.
Ho aspettato con impazienza l’arrivo della chitarra, e quando mi è stata consegnata, l’ho provata subito. Per connetterla, ho seguito fedelmente le indicazioni del manuale, ma non avendo a disposizione un cavo stereo, ho inizialmente provato con l’alimentazione a pile e con un cavo mono connesso direttamente al mixer. Fatto questo, non sono riuscito però a produrre nessun suono: niente di niente. La chitarra si accendeva ma non suonava, anche a volumi altissimi.
Ho perciò ricontattato Zarteppo Mallacore spiegandogli il problema. Lui mi ha consigliato di provare con un cavo stereo sulla DI in dotazione, ma ha anche aggiunto che in caso di malfunzionamenti mi avrebbe rimborsato tutto e si sarebbe ripreso la chitarra (però mentre me lo diceva, piangucolava quasi, implorandomi di fare ogni tentativo per farla funzionare, di tenerla, e offrendosi nel caso di pagare la riparazione). Fra una lacrimuccia e l’altra, Zarteppo ha anche affermato che lui di solito usava la Variax collegandola non dall’uscita jack, ma pluggando questo cavo e collegando la Variax a un Pod Line 6 HD X.
In pratica, l’uscita jack non l’aveva mai usata, e perciò non sapeva se funzionava.
Avendo però deciso di fare tutte le prove possibili, mi sono procurato un cavo stereo e ho collegato la Variax al mio mixer, usando questa volta la DI in dotazione. Risultato: la chitarra non si accendeva neanche, cioè non suonava neanche a prenderla a martellate.
Ho perciò ritelefonato a Zarteppo Mallacore, gli ho spiegato tutto e gli ho detto che gli rispedivo chitarra, con tanto di Pacco Celere 3 e numero di tracking. Detto, fatto. A quel punto, ho anche chiesto a Zarreteppo di rimborsarmi senza farmi aspettare troppo. Ma la sua risposta è stata (udite udite) che prima di rimborsarmi doveva controllare la chitarra. Come tutti i pusillanimi, si era rimangiato la parola data non appena aveva avuto il coltello dalla parte del manico.
Zarteppo Mallacore professa di essere laureato in Giurisprudenza. Quindi, di norma, dovrebbe conoscere tutto quanto indicato dal diritto di recesso. Invece no, anzi... credo che sia perciò un mediocre in tutto: come essere umano, come giurista e sono certo anche come chitarrista.
Dinanzi a tale pusillanimità, ho scelto di agire così: avendo definitivamente capito che Zarteppo Mallacore era in malafede, e considerato che di fatto la chitarra era mia, gli ho imposto di rispedirmela senza aprire il pacco, cosa che lui ha fatto alla lettera. Poi, quando mi è arrivata, ho aperto l’alloggio dei jack, e molto semplicemente, ho dato un’occhiata, scoprendo che un connettore era staccato.
Per chi non lo sapesse, la Variax 700 Acoustic ha più o meno la struttura di un PC, con tanto di scheda madre. Il connettore staccato era quello che portava appunto l’alimentazione dal jack alla scheda madre. Con quel connettore staccato, la chitarra non poteva prendere dalla DI l’alimentazione che normalmente gli arriva attraverso uno dei due canali stereo del jack. Una volta riconnesso il tutto, la chitarra ha preso a funzionare alla perfezione. In questo modo, ho evitato di spedirla in riparazione al Centro Yamaha di Torino, che se la sarebbe tenuta almeno un mese.
Morale della favola: Zarteppo Mallacore ha venduto volutamente e coscientemente una chitarra che non funzionava. Mi ha cioè rifilato un pacco. Questo è dimostrato dal fatto che, dopo avermi rispedito la chitarra la seconda volta, non si è fatto più vivo neppure per sapere se doveva onorare la sua promessa, ovvero quella di pagare l’eventuale riparazione. È per altro impensabile che il connettore si sia staccato durante il primo trasporto: lo dimostra il fatto che dopo ho spesso portato in giro la Variax, sballottolandola abbastanza, ma senza nessun problema.
Se Zarteppo Mallacore non fosse stato un mediocre, forse sarebbe riuscito a riparare lui la chitarra. In tal caso, avrebbe potuto venderla a più soldi. Ma così non è stato.
Meglio per me, direi. E poi il Sitar fatto dalla Variax 700 è davvero bello.
Da Zarteppo Mallacore (il cui vero nome risparmio a queste pagine pubbliche) e dalle persone come lui, a mio parere, è meglio non comprare nulla.
Tanty Graffy a Tutty. |