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Contr-appunti: suoni che stanno bene
Contr-appunti: suoni che stanno bene
di [user #24327] - pubblicato il

Che cos’è un accordo? Come può essere definita l’armonia? Sicuramente tutti saprebbero dare una risposta più o meno tecnica a queste semplici domande. Se però proviamo per un attimo a mettere da parte le conoscenze musicali per concentrarci sul significato generale di questi due termini, salta all’occhio facilmente come entrambi indichino lo “stare bene insieme” di due o più elementi.
Trattandosi di musica gli elementi in questione sono ovviamente i suoni; quando tra due o più suoni c’è “accordo” significa che hanno un effetto gradevole all’orecchio, cioè un effetto “armonioso” (concetti che naturalmente sono mutati a seconda del momento storico e degli stili).
Anche se oggi intendiamo le triadi come un “blocco” di tre suoni, è il movimento delle singole voci che, creando ciascuna una propria linea melodica, fa “scorrere” una successione armonica. Prima che entrasse in uso il sistema tonale, le note Do-Mi-Sol non erano viste come un’unica entità che prendeva il nome di Do maggiore, ma tre voci che intonate insieme producevano un effetto gradevole all’orecchio. Era l’epoca del contrappunto.

Contr-appunti: suoni che stanno bene

Oggi vorrei provare a pensare agli accordi secondo questa prospettiva e partire da una linea melodica (in questo caso al basso) per ragionare non in termini di block chords (secondo la terminologia anglofona) ma di sovrapposizione di linee melodiche (relativamente) indipendenti.
Per questi esempi ho preso spunto da un testo sullo studio del contrappunto intitolato Gradus Ad Parnassum (risalente al lontano 1725). Ho preso qui in considerazione solamente il caso più semplice, cioè quello in cui le voci procedono omoritmicamente (cioè con lo stesso ritmo). Così facendo non mi sono allontanato poi molto da quello che facciamo regolarmente nello strumming leggendo la sigla di un accordo, solo che stavolta viene messo al microscopio quello che succede all’interno degli accordi. Partendo dal presupposto di creare “buone” linee melodiche (il che significa procedere perloppiù per moto congiunto o con salti non troppo ampi), quando il risultato viene riportato così com’è sulla chitarra, ci si trova di fronte ad alcune diteggiature piuttosto inconsuete per il chitarrista rock. Roba da chitarra classica.

Contr-appunti: suoni che stanno bene

Gli esempi seguenti sono costruiti a partire dalla stessa linea di basso che con l’aggiunta di una seconda voce porta a questo risultato:
Contr-appunti: suoni che stanno beneEs.1
 
Ho evitato di utilizzare le TAB per non cadere in tentazioni che, mi sembra, sarebbero andate in qualche modo contro l’idea iniziale di “vedere come si muovono le voci”.
Con l’aggiunta di una terza voce:

Contr-appunti: suoni che stanno beneEs.2
 
La seconda voce non è qui la stessa dell’esempio 1, ma adesso possiamo riconoscere ad ogni verticalità una triade completa che, ricorrendo alle sigle, ci porta ad ottenere una successione di questo tipo:
 
| Dm | F | C/E | Dm | E°/G | F | Am | Gm | Dm/F | C#°/E | Dm ||
 
Infine con le quattro voci:

Contr-appunti: suoni che stanno beneEs.3
 
Con quattro voci gli accordi rimangono comunque triadi, con il raddoppio di uno dei suoni, ma la successione di accordi appare leggermente variata rispetto a prima:
 
| Dm | Dm/F | C#°/E | Dm | Gm | F | Am | G | Dm/F | C#°/E | D ||
 
Mentre nell’esempio 2 l’accordo conclusivo era privo della terza, qui a conclusione viene utilizzato un D maggiore, ricorrendo alla cosiddetta terza piccarda con cui si rende maggiore l’accordo di tonica a conclusione di un giro armonico in modo minore.

Contr-appunti: suoni che stanno bene

A questo punto mi sono allontanato dal testo preso inizialmente a riferimento per fare un esperimento, inserendo i bicordi dell’esempio 1 come voci superiori (alle volte con un’ulteriore nota nel mezzo) all’interno di una successione armonica più complessa, cioè non limitata alle sole triadi ma che utilizza accordi alterati o estesi che rendono il senso tonale più nebuloso in favore di una modalità dal sapore decisamente fusion: 


Contr-appunti: suoni che stanno bene
Es.4
 
In questo caso gli accordi sono 12 (nei precedenti esempi erano 11), l’ultimo dei quali è un’aggiunta introdotta semplicemente per chiudere il circolo e ritornare al Dm iniziale e sono tornati ad essere “blocchi”, con una condotta delle parti decisamente meno rispettosa del galateo contrappuntistico, in favore di un approccio più “strumentale” (ho infatti suonato gli accordi direttamente sulla chitarra, avendo in mente gli intervalli iniziali).

Contr-appunti: suoni che stanno bene

Naturalmente una cosa non esclude l’altra e non voglio certo proporre una graduatoria su quale sistema sia il migliore (in realtà ogni genere e ogni stile sceglie quello più funzionale al suo linguaggio), ma credo che anche per chi decida di rimanere incondizionatamente fedele al giro di Do in posizione aperta possa essere interessante ragionare fuori dagli schemi di tanto in tanto.



Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.
lettori in cattedra
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di swing [user #1906]
commento del 16/05/2017 ore 21:49:55
Non ho capito dove volevi andare a parare fino a che non ho guardato il video. Complimenti per l'argomento poco usuale, complimenti per l'esecuzione, mi è piaciuto l'articolo, merita un po' di studio.
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di Ale_gtr [user #24327]
commento del 17/05/2017 ore 12:27:43
Grazie, contento sia stato apprezzato
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di sciani [user #3555]
commento del 17/05/2017 ore 08:53:36
Figata pazzesca...molto stimolante! Grazie. Una cosa però non ho capito..tu parti da una linea di basso predefinita in base a una tua scelta e fin quì ok..ma il resto delle note che sovrapponi secondo quale criterio le aggiungi?
Rispondi
di Ale_gtr [user #24327]
commento del 17/05/2017 ore 12:52:3
Grazie mille. In questo caso i primi tre esempi non sono una mia invenzione ma li ho presi a prestito dal testo di contrappunto che ho citato nell'articolo (Gradus ad Parnassum) che a sua volta è partito da una melodia preesistente (i famosi canti gregoriani di cui ogni tanto si sente parlare :) ). Le armonizzazioni poi seguono le regole del contrappunto, che sono piuttosto rigide ma che in fin dei conti si risolvono nello scegliere note che all'orecchio "suonano bene insieme" (da qui lo spunto per l'articolo). Nell' esempio con le due voci vengono usati solo intervalli di terza e quinta (a parte nella cadenza finale), negli altri due casi invece viene costruita una triade su ogni nota della melodia. L'ultimo esempio invece è farina del mio sacco e anche in questo caso mi sono affidato a quello che (a me) "suonava bene" :)
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di sciani [user #3555]
commento del 18/05/2017 ore 09:16:39
Tutto chiaro..grazie!
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di Mariano C [user #45976]
commento del 17/05/2017 ore 09:48:03
Complimenti, bellissimo argomento e bel lavoro (e bella chitarra!). "Se vuoi capire la musica studia armonia e contrappunto" frase detta da uno dei più importanti compositori e arrangiatori dell'ultimo mezzo secolo e quanto mai vera.
Rispondi
di Ale_gtr [user #24327]
commento del 17/05/2017 ore 12:55:04
Ti ringrazio. Affermazione assolutamente vera.
Rispondi
di naryk [user #44248]
commento del 17/05/2017 ore 12:57:45
Complimenti Ale per lo spunto che hai fornito!
Ascoltando musica "a 360°" non posso non sottolineare come l'argomento trattato trovi ampio spazio all'interno della musica sacra, dove le diverse voci ( ad esempio i 4 classici registri vocali -basso,tenore,contralto,soprano-) eseguono esattamente ciò che ci hai fatto ascoltare.
Lungi da me voler far paragoni tra i diversi generi e stili musicali (nè fare affermazioni del tipo ) ma approfitto di questo articolo per ribadire quello che a mio modestissimo parere dovrebbe essere un concetto fondamentale per chi fa musica: ascoltare musica, ascoltarne tanta, ascoltarne di tanti generi.
Quindi, grazie Ale per questo tua lettura "fuori dagli schemi"!
Rispondi
di Ale_gtr [user #24327]
commento del 17/05/2017 ore 20:49:4
Grazie a te!
Rispondi
di satch76 [user #19713]
commento del 17/05/2017 ore 14:23:03
Finalmente si parla di contrappunto, grande!

Se posso suggerire un testo interessante, consiglio "Il contrappunto nella polifonia vocale classica" di Bruno Cervenca.

Il libro analizza il contrappunto nello stile di Palestrina e soci, dal quale è nata tutta l'armonia classica: è interessante perché chiarisce parecchi concetti.
Rispondi
di Ale_gtr [user #24327]
commento del 17/05/2017 ore 20:51:00
Grazie, me lo segno!
Rispondi
di sergej [user #44973]
commento del 17/05/2017 ore 16:09:42
Ciao, Ale! Quanti ricordi di ore passate a controllare ottave e quinte parallele mi hai fatto tornare in mente... Argomento interessantissimo e da te illustrato come sempre in modo chiaro e stimolante.

Il bello è che per i pianisti fare attenzione a come muovono le parti è qualcosa di scontato... Sulla chitarra non ci si pensa quasi mai: gioie e dolori di strumenti che permettono con facilità la trasposizione. A mio avviso, se si adottano omogeneamente diteggiature appartenenti ad un voicing specifico (drop 2, 3, 2/4) in fase di armonizzazione, il compito anche sul nostro strumento è decisamente semplificato - non so se sei "d'accordo" (nota la sottile battuta, eh eh).

Per la cronaca, sono sempre più i testi che - trattando armonia specificamente per chitarra - prestano attenzione al moto delle parti nelle (ri)armonizzazioni - tra gli altri, quelli di Randy Vincent ('Jazz guitar voicings' e soprattutto 'Three-note voicings') mi pare meritino una menzione particolare.

Se ripassi da Cremona fatti vedere, mi raccomando, che la mia collezione di chitarre è sensibilmente aumentata ;)
Sergio
Rispondi
di Ale_gtr [user #24327]
commento del 17/05/2017 ore 21:09:29
Hey Sergio!! Grazie per l'apprezzamento.. Anche il tuo commento molto puntuale direi, condivido in pieno..
Mi devo assolutamente organizzare per passare da quelle parti!
Rispondi
di simonec78 utente non più registrato
commento del 17/05/2017 ore 18:10:29
I primi due esempi mi suonano Gregoriani, l'ultimo mi suona Fusion. I risultati mi sembrano profondamente diversi. E che probabilmente muovono cose diverse nel nostro universo psico-acustico (e forse in Universi paralleli). In ogni caso qualunque studio su qualunque cosa è sempre una cosa positiva, sopratutto se per l'Autore ha un significato, riscontrabile e riproducibile.

Il contrappunto propriamente detto credo non sia solo (in definitiva) voicing, ma anche proprio movimenti, anche appunto contra-ri, fatti di frasi e risposte in un dialogo quindi non solo armonico.

Ps: bella chitarra, comunque.
Rispondi
di sergej [user #44973]
commento del 18/05/2017 ore 01:11:00
Se ti riferisci a forme musicali come la Fuga, hai ragione. Ma credo che l'Autore abbia preso spunto piuttosto dai Corali, che - almeno in Bach - si basano spesso su melodie gregoriane, non evidenziano un eccessivo scostamento melodico-ritmico tra le parti e vanno a tutti gli effetti letti sia in chiave verticale (cominciano a cristallizzarsi i canoni dell'armonia funzionale, fatta di centri d'attrazione, risoluzioni ecc.) sia dal punto di vista dello svolgimento orizzontale (che ancora si basa sulle regole del contrappunto: salti ampi solo al basso, movimenti per lo più di grado nelle altre parti, attenzione ai parallelismi di 5a e 8va, risoluzione 'obbligate' dell'intervallo di tritono ecc.).

Come ho già detto in un altro mio post, sono oramai molti i chitarristi che prestano attenzione alle singole parti - pur se in un contesto prettamente armonico (e funzionale) - soprattutto nel Jazz, per cui è un tema - questo - che a certi livelli vale la pena affrontare.

C'è da dire che - in determinati periodi storici - l'armonizzazione di 'Smoke on the Water' sarebbe costata pene che andavano dalla scomunica al rogo in Campo dei Fiori... Fortunatamente oggi siamo più tolleranti ;)

Sergio

Rispondi
di Ale_gtr [user #24327]
commento del 18/05/2017 ore 10:50:09
ahah.. Sergio ti assumerò come ufficio stampa :D
Rispondi
di eugenio01 [user #39191]
commento del 18/05/2017 ore 13:09:15
----------> Il contrappunto propriamente detto credo non sia solo (in definitiva) voicing,

si, verissimo. Però l'autore lo specifica ( per evitare crocifissioni varie et assortite...) quando dice
--------> Ho preso qui in considerazione solamente il caso più semplice, cioè quello in cui le voci procedono omoritmicamente (cioè con lo stesso ritmo).

Facendo in altra maniera (ovvero con note di valori disuguali alle voci) si sarebbe evidenziato "meglio" lo scaturire degli accordi consonanti dall'incrociarsi di linee con diversa metrica (consonanti secondo le regole contrappuntistiche claro...) ma l'argomento sarebbe diventato difficile da trattare senza infinite spiegazioni e gli accordi da esaminare assai di meno.
Con le voci di valore uguale invece diventa evidente la disposizione armonica (che è quello che interessa ai fini dell'articolo) e gli accordi sono in bella evidenza senza il movimento delle voci a rompere anche e soprattutto in sede di esecuzione.
Se invece volete sentire come si possa far muovere due voci sulla chitarra magari chiaccherando..ci sarebbe questo signore da sentire
vai al link
Rispondi
di Mariano C [user #45976]
commento del 18/05/2017 ore 14:24:36
che spada Ted Greene un grandissimo. Uno che veramente il contrappunto e l'armonia li conosceva benissimo dal punto di vista teorico
Rispondi
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