di aleck [user #22654] - pubblicato il 17 marzo 2018 ore 11:30
Il modding è una fissa per molti chitarristi, ma non bisogna cedere a finiture sgargianti o forme voluttuose: la chiave per una buona base è altrove.
Spesso, molto spesso, forse troppo spesso, capita di leggere di persone decise a prendere una chitarrina da poco per sversarci sopra le peggiori perversioni della loro mente da modder. Impresa non deprecabile in sé, ma da gestire con attenzione. È molto, troppo facile, infatti, incappare in una spirale senza fine che ha il suo fulcro nella scelta di uno strumento sbagliato come punto di partenza. Non conta quanta roba ci possiate mettere sopra: se la base non è solida il castello di hardware ed elettronica è come un grattacielo senza fondamenta. Man mano che sprofonda voi starete lì a metterci altra roba sopra per compensare le mancanze di una chitarraccia.
Ascoltate bene, quindi. Se decidete di imboccare questa strada non fate i taccagni e scegliere uno strumento spartano ma solido come base. Non guardate all'estetica, che poco vale e quasi sempre è uno specchietto per le allodole, ma alla sostanza. Non badate a nomi altisonanti e non illudetevi che un marchio di nicchia possa offrire di meglio. Le scelte sono poche e sono formule ben rodate al servizio del musicista da sempre. Un nome su tutti: Yamaha Pacifica 112.
È in giro da trent'anni e se, fondamentalmente invariata, continua a confermare il suo successo un motivo c'è. Questi strumenti, che forse costano all'acquisto un mezzo centone in più rispetto alla concorrenza e certo non brillano per sfarzo delle finiture, hanno dalla loro una progettazione e una realizzazione impeccabili. Che si tratti di una 112J, di una 112V o di una 112M, la formula magica è sempre la stessa: un corpo in ontano massello scavato con precisione matematica, un manico in acero granitico, dei tasti be posati e ben rifiniti e un assemblaggio inattaccabile.
Non fatevi accecare dagli sbrilluccichii della concorrenza. Una Yamaha Pacifica 112, magari in finitura natural satinata, non mente: niente fronzoli per uno strumento che va dritto al sodo e non si preoccupa di nascondere la sua genuina semplicità. Ecco, la definirei uno strumento da studio. Affermazione vera tanto se per "studio" intendiamo la pratica dell'apprendimento quanto se per "studio" intendiamo l'attività in sala: uno strumento spartano ma tecnicamente ottimo sarà un fedele compagno per lo studente (o per l'amatore) che cerca una chitarra su cui esercitarsi quotidianamente, ma altrettanto valido sarà per il musicista che cerca affidabilità e semplicità in una chitarra da strapazzare lontano dai riflettori. È una chitarra che non abbaglia e non tradisce.
Metteteci su tutto quello che volete in fatto di elettronica e hardware: una base così non teme confronti e non potrà che migliorare.