di [user #] - pubblicato il 29 luglio 2018 ore 15:30
Fermi tutti: lo sappiamo bene che batterista migliore dell’universo non vuol dire nulla. Questa classifiche lasciano il tempo che trovano e nessuno avrebbe l’autorevolezza per stilare una compilation del genere. Ma è un caldissimo fine settimana di Luglio e qui in redazione non abbiamo voglia di nient’altro che un po’ di sano cazzeggio musicale. E allora,senza prenderci neanche un po' sul serio, ci siamo inventati questa Top 5 delle meraviglie. Aspettiamo la vostra.
In ordine, rigorosamente, sparso.
Marco Minnemann
Uno scienziato pazzo della batteria capace di far suonare scorrevoli e leggere anche le più dissennate stravaganze ritmiche. Per descrivere il batterismo e il mondo musicale di Minnamenn si può immaginare di far partire insieme e ascoltare in simultanea tre dischi, uno di Zappa, uno dei Meshuggah e uno dei Police. Il suo valore aggiunto è l’entusiasmo, la foga con la quale suona live; talmente travolgente da trasformalo nel corso di uno show da virtuoso alieno al più fragoroso e scatenato batterista da garage band.
Stewart Copeland
Un genialoide che riesce in un’impresa impossibile. Infarcire di acrobazia batteristiche dei brani che finiscono comunque in testa alle classifiche e diventano classici del Pop. Eppure, nel batterismo incontenibile di Copeland dove si frullano punk e reggae, funk e sciccherie jazz e progressive l’unica cosa a non essere mai sacrificata è il groove irresistibile delle sue soluzioni. Esagerato, stralunato e sopra le righe, Copeland è perfetto in ogni singola nota scritta e suonata con i Police.
Dave Grohl
La sua energia e solidità sono state uno degli elementi decisivi nella magia del sound dei Nirvana.
Grohl aveva la cattiveria di un batterista punk ma la violenza e potenza di un metallaro.
La sua grandezza di batterista la si apprezza ancora oggi con i Foo Fighters dove suona la chitarra: quando sgrana le ritmiche in ottavi sulla sua Gibson è dritto, potente ed efficace come una combinazione di cassa e rullante.
Gregg Bissonette
Si merita il posto in classifica solo per aver suonato in uno dei dischi Rock più tosti degli anni ’80. Eat’Em And Smile. Ha suonato con chiunque dai Toto a Santana, passando per Joe Satriani e Ringo Starr.
Ma negli anni del proliferare di hard rock e doppia cassa, con David lee Roth diede una grande lezione di stile, impostando un batterismo che pur pestando duro era raffinato, colto e solare. Qualunque altro batterista avrebbe fatto suonare le sfuriate di Steve vai e Billy Sheehan come un disco Heavy Metal. Lui le trasformo in un disco rock di classe sopraffina.
Vinnie Colaiuta
Perfetto e camaleontico. Capace di stregare con tecnica, virtuosismo e poliritmie ai tempi della sua collaborazione, da giovanissimo, nella band di Frank Zappa e di essere quasi invisibile negli accompagnamenti geniali ed elegantissimi con Sting. Ha suonato nei contesti più stupefacenti: da Jeff Beck ai Duran Duran; dai Megadeth a Gigi D’Alessio passando per Quincy Jones e James Taylor. La massima espressione di tecnica e versatilità, unite a gusto e personalità.