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coccia
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Attività

Lentamente...
di coccia | 07 gennaio 2008 ore 09:49
... mi sto risistemando. Il computer continua a dare i ciocchi, però lo prendo come un "induttore-di-pazienza". Virtù che, a dirla tutta, mi latita (ah, perché invece le altre?). A proposito: qual è per voi la fonte della moralità? Il criterio per valutare un'azione o un comportamento o anche solo un atteggiamento come "morale" o "immorale", "giusto" o "sbagliato"? Dite, ché m'interessa non poco.PS: sto cercando di recuperare le scritture della mia latitanza (di mettermi in pari con tutto quello che avete combinato su Accordo mentre non ho letto)... mi sa che non ce la posso fare, farò giusto una capatina al bar così poi avrò una scusa per non ricordare nulla...
Dunde t'ej 'naetu? Orcubelìnbagàsciu... Ve voeggiu ben...
di coccia | 03 gennaio 2008 ore 14:14
Eh, che poi sembrava che fossi morto o comunque sparito o che me ne battessi le balle di tutto e di tutti e invece no altroché io stavo sempre a pensare a ciascuno di voi ma che ci vuoi fare porcaputtana bello il pc ma se è vecchio come il cucco e ha una ram tra 1/10 e 1/20 di quella attuale poi non è che devi stupirti se ci mette anche 2 ore (roger: due ore. due.) per avviarsi e poi hai voglia a metterci mano io non ci capisco nulla e dovevo ancora recensire la chitarra nuova e abbracciare ognuno e dirgli buon natale e buon anno e allora io glielo dico lo stesso retroattivo del tipo non "ti auguro un buon natale" ma "mi auguro che tu abbia trascorso un buon natale" sì forse va bene anche così e comunque anche per il duemilaotto che ti porti un sacco di musica, di gnocca e di soldi e poi che altro vuoi ancora ma sei insaziabile allora vabene anche salute a palate amicizie dure e turgide come un capezzolo nella neve e poi vabbè ovvio bastava dire "felicità" ed era già tutto inteso però lo sanno anche i plettri che io sono inutilmente verboso e allora ri-ciao ri-abbraccio e a chi lo vuole anche un bacio però piuttosto casto ché ci sono cose per cui ancora mica mi sento pronto. Pant pant. Auff. Vi voglio bene.
Ariècchime!
di coccia | 17 novembre 2007 ore 10:43
Ciao a tutti!!Namberuàn: GRAZIE. A tutti, anzi: a ciascuno. Namberciù: la presentazione c'è stata, oggi vado a fare ancora qualche filmato, poi la nuova bimba sarà visibile anche online... tenetevi forte!Nambertrì: oggi, senza ragione apparente, mi è tornata nel cuore la Bosnia i Herzegovina. Vorrei tornarci, ancora, e vedere com'è adesso, e camminare sullo Stari Most risorto. E sorridere.
13 novembre 1997/2007
di coccia | 13 novembre 2007 ore 11:33
10 anni. Da non crederci. E invece. C'eravamo visti la prima volta un paio di settimane prima, il 31 ottobre. Poi incrociati un altro paio di volte, ma senza il tempo di. Poi il mio compleanno. 25 (allora). Bastardi, i compagni di servizio civile: cena fuori (!), Francesco & Francesca, Roberto & Laura, Zoja, Andrea. Sopra Sori, non ricordo se Canepa o Sussisa. Vabbè. Finisce che torniamo in comunità, e bisogna accompagnare Zoja a casa. Io sono l'ultimo dei belinoni, diciamo che l'intraprendenza non è granché (in realtà sono al di sotto del livello minimo di decenza, indietro di almeno un paio di secoli nell'arte del rimorchio; stilnovista, direi, che però adesso è stilvecchissimista). Menomale che lei è più sveglia (non è cambiato). Era solo bellissima, interessantissima, piacevolissima. Avvinghiati come se fosse l'ultimo avvinghio sul limite della fine del mondo. Oggi ne faccio 35, sembra che il me stesso di allora melo sia mangiato. Però forse il mondo stava iniziando.
sabato 10 novembre
di coccia | 06 novembre 2007 ore 11:44
se a qualcuno interessa (visto che è gratis...):Sabato 10 ottobre ore 16 c/o Guitarland (vico del Ferro, 5 - Genova) INGRESSO LIBEROterrò uno stage (che in realtà è parte di una serie iniziata l'anno scorso, e che per ragioni di salute -v. operazioni e menate varie- non ero riuscito a portare a termine...). Ecco il programma:TECNICA: - legato technique 3 e 4 - il "tocco": sintesi delle tecniche di espressioneCHITARRA: - CAGED: D-shape, connessioni longitudinali - 3 note/corda: analisi, usi, funzioniARMONIA & RITMICA: - riepilogo delle progressioni viste: voicing, voice leading, applicazioni - riepilogo di interventi ritmici (acustica, elettrica clean, crunch, effetti...) - riepilogo degli stili analizzatiGUITAR SOUND: - riepilogo dei 6 suoni-base appresi: canali, eq, effettisticaIMPROVVISAZIONE: - 8-bar phrasingEXTRA: - presentazione della nuovissima Carlo Pierini Coccia's signature... roba da brividi!! Di nuovo, se qualcuno non avesse di meglio da fare e volesse passare da Genova, me lo faccia sapere, ché magari ci si vede con calma! Sennò io spero ancora di riuscire ad esserci domenica a SHG. Ciao.
31 ottobre 1997/2007
di coccia | 31 ottobre 2007 ore 10:06
Era il 1997. Obiettore di coscienza in servizio civile. Vita in comunità (non di recupero, di obiettori...). Momenti meravigliosi, sembrava che ogni giorno fosse l'occasione di crescere, di scavare insieme nelle reciproche profondità, di conoscere qualcuno che ci rendesse migliori (non sapevo quanto). Mercoledì, serata di comunità. A volte, tutti insieme da Maria (Maria la zozza, un'istituzione: il miglior pesto mai provato in tutta Genova [fuori Genova il pesto semplicemente non esiste], un ambiente che definire "spartano" è eufemistico, ché pare uscita da un romanzo di Dickens). A volte, qualche amico. O amica. Roberto, Francesco, Vittorio, Paolo, Alessandro "il reazionario", io. Francesco ogni tanto porta un'amica, ne abbiamo già conosciute parecchie. L'unica che a me manca era venuta un paio di settimane prima, a metà ottobre, e io ero a Roma. Non credo si fosse divertita granché, ma chissà come decide di esserci anche stavolta. Appuntamento in piazza Fontane Marose, alle otto di sera. Io prima passo a Sanpierdarena, ospedale di Villa Scassi, a salutare Sonia, che il giorno prima ha dato alla luce la seconda bimba, Laura. Che bello. Torno, in vespa. Alla cintura ho appeso il mazzo di chiavi del centro dove faccio servizio, saranno una trentina. Paio sanpietro. Capelli lunghi, che li diresti cotonati da un parrucchiere in acido. Paio Chewbecca. Jeans vecchi, un maglione color senape, un vecchio chiodo sgualcito. Paio un easyrider d'accatto. Ricapitolo: sanpietro/chewbecca/easyrided'accatto. E' che non ti avvisa nessuno quando succedono 'ste cose. Posteggio la vespa, mi avvicino. Francesco. La sua amica. Francamente ero pronto al peggio, dopo aver conosciuto le altre. Questa però mi incuriosiva a prescindere, quantomeno per il nome. Esotico anzichenò. Sono passati diec'anni. Il 31 ottobre del 1997 non avremmo mai potuto sospettare, Zoja e io, che oggi saremmo stati qui: innamorati, ingrassati, sposati. Epperò!
Godo.
di coccia | 21 ottobre 2007 ore 16:10
Neanche poco. A breve recensione, foto, e magari clip (videorecensione?). Massimo (Varini) l'ha provata e voleva rapirla. Giammai. Domenica di mani in movimento. Wow.
13 ottobre 2001/2007
di coccia | 15 ottobre 2007 ore 09:49
Sei anni di matrimonio. Sei (6). Urka. Ci è successo di tutto (metà delle difficoltà sarebbero -credo- bastate a definire un accanimento divino), eppure eccoci. Alla grande. Sì, siamo bellissimi. Zoja, ti amo senza misura. Grazie.
sabato 6 ottobre
di coccia | 29 settembre 2007 ore 16:16
se a qualcuno interessa (visto che è gratis...):Sabato 6 ottobre ore 16 c/o Guitarland (vico del Ferro, 5 - Genova) INGRESSO LIBEROterrò uno stage (che in realtà è parte di una serie iniziata l'anno scorso, e che per ragioni di salute -v. operazioni e menate varie- non ero riuscito a portare a termine...). Ecco il programma:TECNICA: - legato technique 1 e 2 - dinamica (i 6 livelli, costruzione e attraversamento)CHITARRA: - CAGED: riepilogo delle diteggiature C, A, G, E - 3note/corda: analisi, usi, funzioniARMONIA & RITMICA: - I-V-vi-IV e I-vi-IV-V: voicing, voice leading, applicazioni - SINGLE-NOTE: arpeggi, melodic riffs... - STYLING: rock, soul, southern, americanGUITAR SOUND: - rock lead sound (amplificazione, eq, effettistica...)IMPROVVISAZIONE: - 4-bar phrasingBeh, se qualcuno non avesse di meglio da fare e volesse passare da Genova, me lo faccia sapere, ché magari ci si vede con calma! Ciao.
Musica, Valore, Criteri di giudizio
di coccia | 21 settembre 2007 ore 10:32
La discussione su Vai e Ramazzotti si aggiunge a una riflessione che sto portando avanti da un pezzo, e che a questo punto mi piacerebbe condividere con chi ne ha voglia: quali sono i criteri per giudicare "musica buona" e "musica cattiva"? Quali sono i parametri su cui posso stimare la qualità di un brano? Il problema è che, come S.Agostino con il tempo, se non me lo chiedi lo so, ma se me lo chiedi non lo so più. Però ci provo ugualmente. Andando per ipotesi.1. ritmo Non funziona. Le musiche dell'Affrica subsahariana dovrebbero annichilire automaticamente tutto da Bach ai Dream Theater (che al confronto sono ritmicamente nulli), e per quanto io ami quelle musiche, so che non è così.2. armonia Non funziona. Adoro Charlie Parker (un nome per tutti), ma credo che anche i Beatles "qualcosa" alla musica abbiano dato... E la loro "pochezza" armonica non cambia il dato di fatto.3. melodia Non funziona. Musiche popolari (v. ad esempio certi canti sardi), le citate musiche subsahariane, ma anche certe forme primitive di blues... la melodia è quasi completamente assente, perlomeno in termini di articolazione, eppure... Eppure.Quindi. Quindi? Che si fa? Come faccio a stabilire che "questo" (qualunque cosa sia) sia "buona musica" oppure no? Del resto, anche tra musicisti (quindi: gente che può vantare una competenza ed una esperienza riconosciute) i pareri non sono automaticamente univoci. Massimo (Varini) letteralmente adora brani pop che moltissimi giudicano "spazzatura". Nel mio piccolo, sabato scorso alla notte bianca di Genova, dovendo scegliere tra PFM e Tiziano Ferro ho optato senza ombra di indecisione per il secondo. E mi sono goduto il più bel concerto cantato a cui abbia assistito negli ultimi anni. A proposito: ci sono gruppi e stili che (per quanto ne riconosca l'importanza perlomeno sul piano formale e/o storico) semplicemente non mi trasmettono nulla. Tutto il prog (quello degli anni '70), il punk e il post-punk, la new wave di gente tipo i Cure, gli stessi Police, gli Smiths... Perché non riesco ad avere, con tutti questi, un coinvolgimento di tipo "ventrale"? Perché PER ME, soggettivamente, restano alla superficiedi un rapporto esclusivamente intellettuale? Me lo chiedo spesso, davvero molto spesso. La risposta (provvisoria) è che non riesco ad essere sedotto ed eccitato da ciò che manca di almeno un'ombra di "negritudine", da una reminiscenza anche vaga di qualcosa che abbia almeno un lontano eco di blues (anche lontanissimo... v. Van Halen, che non mi fa impazzire ma almeno qualcosa mi dice anche emotivamente). Ma allora? E' solo l'emozione che conta? Se il ragazzino si emoziona con gli Zero Assoluto, automaticamente loro diventano grandi musicisti?Anche questo è un criterio pericoloso, che si presta a giustificare tutto... Però d'altro canto su quali basi posso ritenere che "quella" (ognuno ci metta ciò che maggiormente disprezza) è musica "di merda"? Domande aperte, mi piacerebbe sentire pareri...
Beppe Grillo & V-day
di coccia | 18 settembre 2007 ore 13:12
No. Non ho condiviso la proposta di legge (mi riservo spiegazioni più dettagliate), ma soprattutto non ho condiviso -e continuo a non condividere- l'idea stessa alla base del V-day. Non è questione di parole, ma proprio di contenuti: concetti come "vendetta" e "vaffanculo" sono esattamente ciò che quotidianamente mi sforzo di estirpare da me stesso, di convertire in capacità di comprensione (che non vuol mica dire condividere!), di rimodellare in forma di attenzione, in un costante, durissimo esercizio di cambiamento. Durissimo, davvero. Le (ahimè, rare) volte che ci riesco, francamente mi sento una persona migliore. E vedere "vendetta" e "vaffanculo" assurgere a valori, beh, onestamente mi dà i brividi. Ribadisco: non è questione di parole. Per quanto io possa disprezzare l'arroganza del potente, voglio continuare a riflettere, a esaminarmi, a chiedermi se per caso, senza magari nemmeno accorgermene (e la buonafede è un'aggravante, a mio avviso) non possa essere che anche io non sia poi molto meglio di lui. E il fatto stesso di considerarmi migliore, non è la stessa arroganza, solo resa inerme dalle minori possibilità "operative" di cui godo io rispetto a lui? Personalmente tento giorno per giorno di rispettare i limiti di velocità, non posteggiare dove non è permesso, preferire comunque i mezzi pubblici, ascoltare chi mi parla senza già pensare alla risposta, rispettare non solo il pensiero ma anche la sensibilità di chi ho davanti, fare la raccolta differenziata anche se ho i raccoglitori parecchio lontani, spegnere gli stand-by, pagare ogni centesimo delle imposte che potrei evadere, leggere libri, mangiare frutta e verdura di stagione, preferire gli imballaggi ricicalbili, evitare l'usa-e-getta, preferire la riparazione alla sostituzione, sorridere a mia moglie e vezzeggiarla a prescindere, ascoltare chi parla come se fosse lui ad avere ragione, mantenere uno stile di vta sobrio (vabbè, dai, questa è facile, visto come me la passo...), essere indulgente perché non posso sapere...Per tutto questo, Grillo&Grillisti, vi abbraccio, ma non posso essere dei vostri... Diciamo: finché non ho la forza e le capacità di riuscire a cambiare almeno un po' del mio mondo, cambiare il mondo tout-court mi pare, per me, eccessivamente ambizioso...
GRAZIE
di coccia | 15 settembre 2007 ore 11:39
Grazie a ciascuno di quanti mi sono stati e mi sono vicini in questo periodo. Un abbraccio individuale, unico e personale ad ognuno. E pure un bacio, ché mi sento melenso al punto giusto. L'altra sera non ho potuto guardare Mary Poppins. Meno male perché avrei pianto. Adesso, lentamente, va un pochino meglio. Pochino pochino, ma tant'è. Poi lo so, è un percorso, mica un momento. Ad ogni modo, con Mary Poppins piangerei sempre. Ho l'emotività a pezzi, ma da sempre. Grazie di nuovo.
Sara
di coccia | 06 settembre 2007 ore 12:39
Sara Grigoli 10-VII-1972 / 1-IX-2007 Se io dico "un'amica", non possono capire. Tu non sei stata "un'amica". Un pezzo di me, un muscolo, un organo. Anzi due, in quanto anche pezzo di Zoja. In questi dieci anni, nulla è successo, nulla abbiamo fatto che non fosse INSIEME. Nulla. Zoja e Andrea, Sara e Albino. Noi quattro, un mondo. Ci siamo fidanzati grossomodo insieme. Ci siamo sposati grossomodo insieme. Siamo cresciuti insieme, siamo pure ingrassati insieme. Comunque insieme. Eravamo insieme quando arrivò la notizia della morte del papà di Zoja, la notte di Natale del '99. E insieme abbiamo aspettato il capodanno del 2000, perché avete lasciato tutto il resto per stare insieme. Abbiamo vissuto insieme la gioia e le ansie per la tua prima gravidanza, abbiamo trepidato insieme per ogni visita, ogni ecografia. E poi il parto, e Francesco, e subito a seguire il matrimonio nostro. I suoi primi passi, a casa nostra, tra lo snack e il tavolo. Gioirne insieme. I miei primi (e ultimi) tentativi di sciare. Il pedalò a Moneglia. Insieme, ancora. La gita alla Sacra di San Michele. Alla casa di Pascoli, che non abbiamo visto. Le sagre estive, le cene. Insieme. Entrare nel mondo del lavoro. Prenderti per il culo perché quando ti agiti non respiri e allora "forza-Sara-fatti-un-Ventolin!" (saperlo, cazzo, che saresti morta di asma, nel 2007). Le mangiate, i film, le bevute, le infinite discussioni su tutto. Insieme. Anche le liti. E poi Filippo. Lo sapevamo da quando ervate fidanzati che un vostro figlio si sarebbe chiamato Filippo. Abbiamo imparato insieme a convivere con le quotidiane differenze tra partner, scoprendolo insieme, insegnandocelo insieme. La Zoja che ci prende per il culo per i nostri trent'anni "siete veeeeeeecchiiiii!", e tu che la aspetti per ben 5 anni per menarlo a lei. E quando ti ha raccontato in anticipo l'ultima puntata di ER? Giorno per giorno, siamo quello che siamo perché lo siamo diventato insieme. Nessuno ha mai saputo prima di voi i nostri problemi, le mie malattie. Nessuno. Noi senza figli, anche questo vissuto insieme. Quel po' di adultità che possiamo esprimere adesso, la abbiamo perché l'abbiamo cercata e costruita insieme. Abbiamo imparato insieme (o almeno ci abbiamo provato) come trasformare la rabbia in carezza, il vaffanculo in aiuto. Insieme abbiamo lottato per convertire l'indignazione in impegno, la compassione in maniche rimboccate. Il mercatino di San Nicola, insieme. Le feste, i dolori, i problemi coi rispettivi vicini. Superare gli ostacoli, e farlo insieme. Riconsocere nella forza di questo "insieme" un privilegio abbastanza nobilitante da essere indulgenti con chi altri potesse farci male. Ripeto: per Zoja sei stata la prima amica di lunga durata. Francesco sta per fare gli anni (il 15), e per iniziare la scuola (il 17). In mezzo, il vostro anniversario di matrimonio (il 16). Avevi organizzato la festa a sorpresa per il compleanno di Albino (il 24). Dovevamo andare alla sagra di Rocca Grimalda, a chiudere l'estate. Avevi iniziato i lavori di ampliamento della casa, finalmente. Filippo deve iniziare l'asilo. Ieri Albino mi ha chiesto di essere con lui ad aspettarti sulle porte della stessa chiesa dove ti avevamo aspettato 7 anni fa per il vostro matrimonio: c'erano le stesse persone, tantissime, sembrava un ri-montaggio grottesco, in chiave irrimediabilmente noir, della stessa scena. Ripeto: qualcuno mi asciughi l'anima. Ho voglia di vomitare. Ho paura. Albino, quell'insieme resta. Monco, spezzato, diminuito. Ma resta. Ti abbraccio, ti bacio. Ehi, Sara: grazie di esserci stata.
silenzio assoluto
di coccia | 02 settembre 2007 ore 14:43
Stefano, 31 anni. Sapevo che eri malato, era anche per quello che non ti voleva nessuno quando avevamo scelto di prenderti in affido, ormai tanto tempo fa. Doveva essere una cosa di pochi mesi, rimanesti da noi 4 anni. Dopo, sono stato più saltuario. Adesso sei morto. Silenzio.*****Sara, 35 anni. Un marito, Albino. Due bambini: Francesco, 6 anni tra due settimane, e Filippo, 3 anni. I nostri migliori amici. Sei morta. Mi viene da vomitare. Questo non si può aspettare, prima; e non si può tollerare, poi. Non può essere vero. Qualcuno, uno qualunque che qui siete tantissimi, mi dica che si può tornare indietro. Erano anni che non piangevo così. Per Zoja sei stata la prima amica di lunga durata. Francesco sta per iniziare la scuola. Avevi organizzato la festa a sorpresa per il compleanno di Albino. Dovevamo andare alla sagra di Rocca Grimalda, a chiudere l'estate. Avevi iniziato i lavori di ampliamento della casa, finalmente. Filippo deve iniziare l'asilo. Gli amici più veri, più profondi, più intimi. E adesso. Cazzo quanto abitate lontano, però. Qualcuno mi asciughi l'anima. Ho voglia di vomitare. Ho paura. Albino, ci siamo. Ti abbraccio, ti bacio. Non può essere.
British vs. American (ovvero, proviamo a capirci?)
di coccia | 23 agosto 2007 ore 10:00
coccia scrive: Quante volte abbiamo provato a descrivere un suono di chitarra utilizzando i termini "british" e "american"? Riflettiamoci su e proviamo a fare un po' di chiarezza in merito...
british vs american
di coccia | 20 agosto 2007 ore 10:55
Allora, vediamo di fare chiarezza. Quando si parla di suoni, vengono sempre citati come "riferimenti" termini quali "british" e "american" (in reciproca contrapposizione). Nel parlare con tanti chitarristi, però, mi sono accorto che a queste "nazionalità sonore" corrispondono per ciascuno realtà timbriche diverse, a volte persino diversissime. Rilancio quindi la mia domanda:- mi fai un esempio di suono "british"? - mi fai un esempio di suono "american"?Mi piacerebbe che la risposta fosse data sulla base i chitarristi più che di strumentazione, o meglio ancora sulla base di singoli brani (es: "per me il suono 'british' è quello di 'Whole Lotta Love' dei Lez Zeppelin; incidentalmente, la strumentazione è...")Grazie a chi vorrà intervenire...
io amo
di coccia | 03 agosto 2007 ore 15:15
Mia moglie. Al di sopra di tutto e di tutti.Jessica (la mia SG): oggi 3 agosto 2007 sono 19 anni con lei.Gesù, i sofisti, Pasolini, Gandhi, Caproni.Genova, la mia città, il suo odore, i suoi suoni.La Bosnia, in particolare Mostar. Ci sono stato durante la guerra (e poi dopo, tante volte), e posso piangerne come se fosse adesso.Gianfranco Diletti: un fratello, un padre, una pietra.Il suono della chitarra (no classica, no fuzz).La musica a basso volume (la preferisco).Umberto Eco perché umilia la mia erudizione.Gli AC/DC (e ora datemi dello sporco jazzista... provateci...)Andrea G. Pinketts, perché scrive bene a dispetto di.Il blues, dimostrazione che da cause orrende può nascere qualcosa di meraviglioso. Dà speranza.Il suono del sax, ma solo nel jazz (terribile in ambito pop e rock).Gilerto Govi.Rino Gaetano. Il suono del piano, del violino, dell'oboe. A piccole dosi. I tastieristi, ma solo quando (e in quanto) non suonano (amo il piano, l'ho detto. Mi piace però anche l'organo. A volte. Con parsimonia).Poppe abbondanti e fianchi larghi.L'ipotesi di un Dio che si prenda cura persino di me (magari).L'impegno di me stesso che mi prenda cura degli altri.Ascoltare senza pensare a come rispondere (vuoto assoluto).Godere. In ogni senso, in qualsiasi momento.Chi sa mettere le persone davanti alle idee (per quanto nobili).La poesia (come lettore), la pittura figurativa (è reazionario, ma brucerei tutto il MOMA per salvare un Caravaggio).L'istante che offre uno spiraglio di senso (ce n'è, a riconoscerli...)Condividere.La quantità (a volte ho l'impressione che la qualità sia un alibi snobistico di chi può permetterselo, si tratti di cibo iperultrafantabiologicoconcimatoconlacaccadelcontadino o di qualsiasi altra cosa...): se non si compra, ce ne sia in abbondanza! tempo in famglia, sesso, vino con gli amici, suonate sulla spiaggia, idee da discutere, lacrime se è il caso...Tanto e tanti che probabilmente adesso non posso ricordare... E' un periodo di notizie brutte, e a volte occupano più spazio nel cuore di quanto sia giusto. Peccato.
struggente
di coccia | 31 luglio 2007 ore 13:46
"Il derubato che sorride ruba qualcosa al ladro ma il derubato che painge ruba qualcosa a se stesso perciò io mi dico finché sorriderò tu non sarai perduta" (PPP) Senza commento
Larry & Robben, brividi
di coccia | 21 luglio 2007 ore 17:12
Vado di fretta, ma per ora qualche parola posso dirla:probabilmente, il più bel concerto della mia vita.Esagerato? Forse, ma belin!, era davvero da tanto, tanto tempo che in un concerto non provavo i brividi (quelli veri, epidermici, epiteliali...). Persino sulla testa. Mi sono commosso, emozionato, rapito. Domani farò una recensione vera, nel frattempo cerco di trattenere queste sensazioni... Grazie, L&R!
Natura (& Cultura) della nota, parte 1a
di coccia | 20 luglio 2007 ore 11:12
Ripredendo un discorso iniziato da Locke nel suo diario, e in attesa di avere sufficiente organizzazione per farne magari un articolo, ecco alcuni freddi dati su tutto quanto indicato nel titolo qui sopra...1. note e frequenzeQuando l'aria vibra, giunge al nostro orecchio sottoforma di rumore o di suono. Nel primo caso, la vibrazione è irregolare, nel secondo caso, la vibrazione è stabile (es: la 5a corda a vuoto vibra 110 volte al secondo, stabilmente).Le vibrazioni al secondo sono anche dette hertz e costituiscono la frequenza (solito es: la frequenza della 5a corda a vuoto è di 110 hertz (abbreviati: hz. Più alta è la frequenza, più acuta è la nota. Più bassa è la frequenza, più grave è la nota (deduzione geniale!). In realtà le cose sono un po' più complesse di così, e ci torniamo tra poco... per ora questo ci basta.2. il concetto di ottavaE' più o meno universale. In tutte le culture musicali conosciute (dalla tradizione colta europea all'africa subshariana, dai maori all'India, dalla Cina al Sudamerica...), note con frequenze raddoppiate o dimezzate hanno lo stesso nome. Es: la 5a corda a vuoto (110hz) è un LA; la 3a corda al II tasto è di nuovo un LA (220hz); la 1a corda al V tasto è ancora un LA (440hz). Lo stesso vale ovviamente per tutte le note.3. la divisione dell'ottava oggiQui inizia il problema. Nel nostro sistema (temperato; o meglio: "a temperamento equabile") l'ottava è divisa in 12 parti uguali, dette semitoni: tra una corda a vuoto e la sua ottava ci sono 12 tasti! Questo, stando al nostro punto 2, significa che al XII tasto la frequenza della corda viene raddoppiata (e infatti il segnaposizione è doppio!!;)): non a caso, il XII tasto divide la parte vibrante della corda (da capotasto a ponte) in due metà esatte. Il fatto che noi dividiamo l'ottava in 12 parti uguali non significa che questo sia un fatto "naturale". Altre culture hanno divisioni diverse: 17, 19, 21 parti uguali... oppure 5 parti disuguali... oppure... le possibilità storicamente accertate sono davvero tante.4. come fa l'aria a sapere chi l'ha mossa?Sembra una belinata. Finché non ci pensi, e allora ci impazzisci. Se con una nota LA l'aria viene comunque mossa 110 volte al secondo... come faccio a distinguere che strumento ha suonato questa nota??! Insomma, l'aria che arriva al mio orecchio non può "sapere" chi è stato a muoverla! Quindi: come faccio a distinguere un pianoforte da un'arpa, o un'ocarina da un LesPaul+MarsahllFullStack? Se tutto fosse semplice come indicato al nostro punto 1, il problema non si porrebbe: semplicemente, non sentiremmo differenza. L'aria si muove tot volte al secondo, e questo è quanto. Nel mondo reale, però, le cose sono come sempre mooolto più complesse di come sembrano...5. del perché è difficile confondere un corno inglese con una BC Rich...Premessa: il discorso che stiamo per fare vale per qualsiasi corpo in movimento (no... non quel tipo di corpo... restiamo in topic, please!), che sia l'aria nella canna di un organo o la corda di una strato nel mezzo di un assolo. Peccato che parlare della corda è più semplice, perché l'organo ha un suo fascino perverso... Suono il mio solito LA, 5a corda a vuoto. 110 hz. Alt! Effettivamente, la corda vibra su un arco che va dal ponte al capotasto, e su questo arco vibra 110 volte al secondo. E' per questo che è un LA. Però io sento che è un LA suonato da una chitarra, mica un LA qualunque! Il fatto è che, oltre alla vibrazione principale (il termine tecnico è "fondamentale"), si generano delle "contro-vibrazioni", un po' come quando si muove una corda con movimento di braccio e nel frattempo le si imprimono delle "onde" col polso... Attività vagamente "fru-fru", ma rende l'idea... Queste "controvibrazioni" seguono uno schema preciso, muovendosi su archi che dividono la corda in 2, in 3, in 4, e così via... Ovviamente, anche loro producono dei suoni, che però non sono percettibili a... orecchio nudo, oscurati come sono dalla nota fondamentale. Però questi suoni ci sono, eccome! E' come se ogni singola nota che viene suonata si portasse sempre appresso tutta una serie di "amiche invisibili", le note determinate dalle controvibrazioni: queste note (che chiamiamo armonici non si sentono, è vero; ma ci sono. E qui torniamo al titolo di questo punto: ogni strumento enfattizza diversamente armonici diversi! Il timbro deriva dalla somma della nota fondamentale con i suoi armonici, ed ecco spiegato il perché io riesca a distinguere un 335 rispetto a uno xilofono: ciascuno dei due strumenti agisce diversamente sugli armonici.Conseguenza n°1: gli armonici sono frutto di vibrazioni su archi via via più piccoli; questo significa che la loro durata è via via più breve; il massimo splendore di tutti gli armonici di una nota è perciò nei primi millisecondi dall'attacco, ed è per questo che l'attacco è così importante!Conseguenza n°2: strumenti che enfatizzano in maniera simile armonici simili si distinguono quasi esclusivamente nell'attacco: se per esempio ascolto la radio e cambio stazione, arrivando dove sta già suonando una nota lunga e ininterrotta iniziata prima che io mi sintonizzassi lì, beh, potrei avere problemi a dire se è una chitarra satura, un sax, un flauto... (ovviamente il genere del brano qui mi aiuta molto più del puro timbro); basta che anche la stessa nota venga ri-suonata, e allora tutto diventa immediatamente chiaro, perché ho gli armonici a mia disposizone in seduta plenaria... to be continued...
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