Billino scrive: Presente sul numero di novembre di Axe una splendida intervista, della quale è decisamente consigliata la lettura, al musicista norvegese Eivind Aarset, una delle figure più stimolanti e creative della scena underground jazz nordica.

La lunga intervista, ricca di spunti interessanti e considerazioni degne di accurate riflessioni sia politiche sia strettamente tecniche (si pensi ai fondi destinati dal governo norvegese alla cultura, dai quali i musicisti, presentando un progetto, possono successivamente ricevere sovvenzioni o, ancora, al suggerimento di tenere inalterato per molto tempo il proprio setup live in modo da poter più velocemente trovare un suono personale), traccia il ritratto di un musicista di grande cultura ed estrema apertura mentale.

Billino scrive:

SixDaySonicMadness 2006 27-30 luglio - Castello Medievale di Guardia Sanframondi (Bn)

Posto quest'articolo su Accordo, in primo luogo, per rendere onore a dei ragazzi che si sbattono un anno intero per offrire nuovi orizzonti musicali anche a noi "terroni", spesso tagliati fuori dai circuiti della "nuova" musica e, in secondo luogo, per rispondere, in qualche modo, all'interessante articolo scritto tempo addietro dall'acuto Docfra, sperando di contribuire ad alimentare le speranze sue e di chi non ha intenzione di arrendersi e cercando di dimostrare come la vagheggiata proposta variegata sia una realtà ormai consolidata del nostro panorama musicale.

Billino scrive: A volte, capita che i critici musicali e gli addetti ai lavori in genere – per la verità soprattutto quelli europei e britannici in particolare –, deliberatamente, inventino delle categorie, dei generi che servano loro per facilitarsi il lavoro, aiutandosi, con una sorta di codice non scritto e tacitamente approvato, a capire e a far capire, in maniera più immediata, di cosa si stia parlando quando viene nominata una band. Questa forma mentis, tipicamente moderna, risponde evidentemente all’esigenza ineluttabile di doversi districare nei labirintici meandri di una società sempre più magmatica e confusa, per orientarsi nella quale pare necessario categorizzare, specializzare, dividere in settori e in comparti stagni, definire in generi e sottogeneri qualunque cosa. Ecco perchè, se un tempo avevamo, grosso modo, il rock, il jazz, il blues, il soul, il funky, il country e vivevamo tendenzialmente tutti più tranquilli, oggi ci troviamo ad aver a che fare con hard-rock, space-rock, ambient-rock, rock da camera, heavy-metal, nu-metal, new-wave, post-wave, emo-core, jazz-core, post-punk, industrial, neo-psichedelìa, giunge”, “post-grunge”, “noise” ed un’altra infinita serie di denominazioni di origine controllata che fanno sorgere il dubbio legittimo che ci siano più generi musicali che non musicisti a rappresentarli.