Surfy Industries Surfybear: Riverbero a molle nel 21esimo secolo
di bobchill [user #6868] - pubblicato il 11 aprile 2021 ore 08:00
Il fascino di un riverbero a molle entra in un formato stompbox, forse non compatto, ma di sicuro effetto. Bobchill ci racconta il Surfybear.
Un vecchio catalogo Magnatone proclamava: "Il riverbero conferisce all'amplificatore acustica da sala da concerto". Infatti il riverbero a molle è provvidenziale per il chitarrista elettrico: avvolge le note in un caldo alone, che rende corposi i nostri assolo e arpeggio.
La maggior parte dei chitarristi elettrici considera il riverbero a molle una componente essenziale del proprio suono e non potrebbe rinunciare facilmente al suo caratteristico "suono di goccia".
Molti di noi si affidano al riverbero a molle incorporato nel proprio amplificatore. Spesso questa è un'ottima soluzione, come nel caso dei vecchi amplificatori Ampeg o Gibson e ovviamente dei classici modelli Fender come Twin Reverb, Deluxe Reverb, Vibrolux e molti altri.
Tuttavia altri amplificatori potrebbero avere un riverbero debole o di scarsa qualità.
D'altra parte, innumerevoli amplificatori tra i più blasonati e amati non hanno alcun riverbero integrato. È il caso della maggior parte dei modelli vintage Vox, Marshall, Hiwatt, Mesa Boogie e molti altri. Lo stesso vale per gli amplificatori vintage Fender tweed o brownface con i loro pannelli di controllo ridotti all’essenziale.
Tutti questi modelli hanno fatto la storia dell’amplificazione per chitarra e in molti casi hanno un suono a tutt’oggi ineguagliato. Non possono essere messi da parte solo perché non hanno riverbero.
Alcuni pedali digitali meritano sicuramente una menzione d'onore, come il Catalinbread Topanga e il Subdecay Spring Theory, entrambi fabbricati a Portland. Tuttavia, un pedale analogico con una vera tank a molle all'interno ha un valore aggiunto e non per retorica del tipo "l'originale analogico suona sempre meglio della sua emulazione digitale”. Certo, la dinamica e il decay caldo, morbido e definito di una buona vecchia tank o pan a molle rimangono insuperati, ma una convincente emulazione dell'effetto di riverbero a molla non è l'unico fattore in gioco.
Lo stadio di preamplificazione di un riverbero a molle valvolare arricchisce il timbro aggiungendo consistenza e colore: questo è il suo vero punto vincente.
Quindi, come possiamo ottenere un vero riverbero a molle se non possiamo contare sul riverbero del nostro amplificatore? Qui entrano in gioco i "real spring reverb pedals".
In sostanza questi pedali si basano sul concetto di ricreare la preamplificazione valvolare richiesta da una tank a molle, con un circuito a transistor più semplice e pratico. Ciò consente un ridimensionamento dell'unità di riverbero, in modo che possa essere comodamente configurata in pedaliera o comunque trasportata ovunque andiamo a suonare.
Tra i vari prodotti attualmente disponibili sul mercato, un’azienda ha affrontato questo tema con particolare attenzione e dedizione.
La svedese Surfy Industries ha creato i riverberi Surfybear, con l’intento di fornire la soluzione definitiva ai fan di amplificatori Vox, Marshall e tweed.
Come il nome suggerisce, la missione degli effetti Surfybear è quella di traghettare nel tempo i suoni del riverbero a molle vintage Fender. In particolare, traggono ispirazione diretta dalla leggendaria unità Fender 6G15 “brown tolex” dei primi anni '60.
Le valvole del vecchio circuito Fender lasciano il posto a transistor JFET, accuratamente selezionati e accoppiati a mano. La linea Surfybear è composta da tre modelli: Classic, Metal e Compact, a loro è dedicato il filmato che ho realizzato per metterli alla prova sul campo.
I pedali Surfybear in azione rivelano di essere il prodotto del lavoro di tecnici e chitarristi esperti, esigenti sul suono e attenti alla scelta della propria strumentazione.
Dalla loro filosofia progettuale possiamo apprendere alcune cognizioni importanti: una buona unità di riverbero suona calda, con una coda di decadimento ben definita e moderata.
Ciò si rivela particolarmente vero nell’ambito di una band, dove il sound complessivo potrebbe risultare compromesso da un decay eccessivo o da fastidiose frequenze taglienti.
Mentre la maggior parte dei musicisti è pronta a sacrificare il proprio suono per strumenti più compatti, leggeri e versatili, i riverberi Surfybear sono concepiti per eccellenza timbrica senza compromessi.
Il filmato è in inglese con accurati sottotitoli in Italiano attivabili dal player.
Non ho mai ben capito la scelta di non dotare alcuni ampli e/o modelli anche di basso wattaggio di riverbero. Costi ? spazi ? limiti di progettazione o costruzione ? Soprattutto nei piccoli ampli per
casa o saletta farebbe comodo onde evitare di far uso di pedalini e pedaloni.
Ciao Irmo, c'è da dire che in effetti la scelta più comune delle case costruttrici è comunque dotare l'ampli di un'unità riverbero "on-board".
Ciò premesso, è pur vero che molti ampli, Marshall e Vox su tutti, non hanno mai avuto un'architettura molto congeniale al Reverb. Poi ci sono molti ampli amatissimi ed imitatissimi, come ad esempio
il Fender Deluxe 5E3 o il '59 Bassman, la cui concezione risale agli anni '50, quando ancora non esisteva lo spring reverb.
Occorre poi aggiungere che molti ampli piccoli hanno unità di riverbero digitali o con tank di misure ridotte e quindi, pur essendo dotate di riverbero, potrebbero comunque beneficiare di un buon
riverbero a molle esterno "full-size" come le unità Surfybear.
Un Reverb a molle se fatto bene conferisce forza a un suono. Se fatto male è una porcata.
Un Reverb digitale se fatto straordinariamente bene può diventare l'anima di un suono, ma costa molto. In pratica le aziende non mettono il reverb in alcuni combo perché non è il caso, per
dignità.
Ho avuto amplificatorini da pochi watt e pochi euro, dotati di od, reverbero, eq. Insomma, il minimo sindacale. E poi ho una testata valvolare Egnater da 88 W che spacca: mille controlli, s/r,
super-versatile, ma... niente riverbero; manco finto. Ora dico, magari è vero che poi tutti ci colleghiamo con una pedalboard che nemmeno Star Trek. Ma quella volta che vado in diretta chitarra-ampli
perché devo suonare Back in Black, almeno il riverbero mi serve, no? E quando spendi oltre mille euro non mi pare di pretendere troppo.
Ciao Maurizio, naturalmente anche nel caso delle tue interessanti osservazioni, vale quanto ho risposto al commento precedente. Posso aggiungere che magari qualche casa potrebbe avere una "filosofia
di design" per cui l'amplificatore debba fare al meglio il proprio lavoro di amplificare il segnale, lasciando ad una buona unità riverbero esterna il compito di aggiungere il tipo di effetto
ambientale desiderato. Un po' lo stesso discorso di quando gli amplificatori Hi-Fi valvolari di fascia top non hanno neppure un controllo dei toni.
In questo caso è prevedibile che gli effetti di ambiente vadano aggiunti sul mixer. Oppure in situazioni live attraverso un pedale di delay o similare settato allo scopo.
Costosissimo, anacronistico ed ingombrante. A suonare suona bene ma niente che oggi una buona apparecchiatura digitale non possa fare meravigliosamente bene alla stessa maniera. Tirando le somme è un
giocattolo per ricchi autolesionisti.
A questo giro purtroppo non ci troviamo assolutamente d'accordo. Possiedo sia ottimi riverberi digitali che 4 unità riverbero a molle di diverso tipo ed epoca. Devo dirti che i Surfybear tutto sono,
tranne che "giocattoli". Se si è seri sul timbro della propria chitarra, i Surfybear sono apparecchi maledettamente seri, praticamente le migliori unità riverbero moderne che io abbia mai provato.
Specie se si considera la "ricaduta" sul segnale nel suo complesso, oltre l'ottimo effetto di per sé. Quanto al "per ricchi" devo dirti che un "Surfybear Metal" costa meno di molti suoi diretti
concorrenti che non possono neppure lontanamente competere in termini di resa sonora. Un "Classic" costa praticamente la terza parte di una unità 6G15... sempre ammettendo di trovarne una alle
condizioni desiderate. Bisogna fare sempre attenzione a denigrare il lavoro altrui a priori, mi ricorda molto la fiaba de "La volpe e l'uva" di Esopo.
Ascolta eh... io ho un Deluxe Reverb che è IL RIVERBERO. Valvolare, vintage ecc. ecc. Poi sai che faccio? Suono con il Boss Katana e con le simulazioni software tipo Amplitube. Sai perchè? Perchè
suonano uguale e non devo alzare il volume in maniera sproporzionata, non devo aspettare riscaldamenti di valvole, non devo preoccuparmi di sostituire valvole che si consumano/bruciano/rovinano, non
mi devo stare attento che le molle si ossidino e si spezzino. Scusa se è poco eh. Poi il circuito, semplicissimo e molto economico, del SURFY BEAR è stato sbrogliato ed è una cacata di circuito che
ci vogliono tipo 20 euro per costruirlo. Abbi pazienza... che qua l'uva non c'entra. L'uva ce l'ho, la so piantare, fare crescere e ci so pure fare il vino. C'entra la cultura e l'esperienza. Poi se
vuoi complicarti la vita e buttare i soldi nell'immondizia liberissimo di farlo. E' verissimo quello che dici quando scrivi che il digitale non è mai come l'originale. Perchè è meglio. Almeno al
giorno d'oggi. E te lo dice un EX vintaggiomane che era convintissimo e che spese un casino di soldi per tante apparecchiature analogiche e valvolari 100% e che oggi se le tiene solo per affetto e per
sfizio. Ma se sapessi quello che so oggi... altro che DLX Rev, surfy bear, riverberi fender e balle varie. Ma senti come suona, per dirtene qualcuna, il riverbero a molla del Katana, l'OCEANS della
EHX o il riverbero Fender che esce da Amplitube 5. Suvvia, per favore... Non diamo informazioni sbagliate, pubblicitarie e non parliamo di leggende, mostri, fatine, mammoni ecc. ecc. Prendi una buona
scheda audio, un buon paio di casse FRFR, un buon software e apri gli occhi. Quello che era meraviglioso era il riverbero a molla della Danelectro che costava quattro soldi e uno si poteva fare
passare lo sfizio. Questi stanno solo sfruttando le convinzioni dei chitarristi NERD e FISSATI per fare i soldoni con un circuito da quattro soldi superprezzatissimo. Chissà se prima o poi apriremo
gli occhi e ci faremo furbi. Mah!?
"apri gli occhi, quello che era meraviglioso era il riverbero a molla della Danelectro che costava quattro soldi e uno si poteva fare passare lo sfizio".
Qui non si tratta di aprire gli occhi ma di aprire le orecchie.
Esperienza strettamente personale: senza il reverbero non so vivere, suono in trio da quasi 30 anni e ho sempre avuto bisogno di qualcosa per "riempire il suono". Ho usato le unità digitali per anni,
alcune veramente ottime. L'anno scorso, proprio in questo periodo, entro in possesso di un SurfyBear. Non potevo credere alle mie orecchie. Il suono e la proiezione sonora è magnificamente cambiata e
migliorata. Il suono della mia chitarra è diventato avvolgente e morbido OVUNQUE, anche nella situazione più drammatica (acusticamente parlando). C'ho suonato dal vivo (abbastanza tanto) la scorsa
estate e ogni sera ero emozionato da come tutta la strumentazione rispondeva. Si ok magari a casa per far lezione o esercitarmi mi avvalgo dei "trucchetti" digitali, ottimi per l'amor del cielo, ma
appena sono solo io sul palco (nel senso l'unico chitarrista, suono in trio) e tutto lo show vuoi o non vuoi si poggia sul mio suono, voglio e pretendo la perfezione. I componenti dentro costano
20euro? Non lo so, è roba costruita bene, maledettamente bene (ne hai mai avuto uno tra le mani? hai notato come ogni knob scorre in maniera piacevole? hai "pesato" lo chassis? etc etc). Chiaramente
non voglio convincere nessuno ma dall'alto della mia esperienza, anni e anni di live in tutte le situazioni, anche le più assurde, in diversi angoli del pianeta, questo oggettino mi ha fatto capire
che si può fare la differenza.
Ciao, complimenti per l’esposizione, come sempre ben curata e ricca di riferimenti storici. Volevo chiederti se hai mai provato il Sinusoid della Gurus come pedale riverbero a molla, l’unico (che
io sappia) che monti una valvola. Io ce l’ho e mi sembra un bel suono, contenuto in uno spazio tutto sommato accettabile per una pedaliera. Tra l’altro alimentabile a 9 volts. Anche il White
Whale della Crazy Tubes mi incuriosisce, ma non l’ho mai provato. Ciao e complimenti ancora.
Grazie delle tue parole di apprezzamento Voodoo Chile! Sinceramente non ho mai provato il Sinusoid ma mi risulta che Gurus faccia buoni prodotti. Devo dire che non mi piace molto il "concept" di un
pedale con riverbero e tremolo in condivisione, in quanto sono due effetti che di regola metterei in posti molto diversi della pedaliera, ma naturalmente è soltanto un'opinione del tutto personale.
Il fatto che funzioni con regolare alimentatore da 9V è sempre un ottimo vantaggio; i tempi per il set-up sono sempre tiranni e avere anche soltanto una spina ed uno spinotto in meno a cui pensare fa
comunque una differenza.
E' sempre buona norma vedere i filmati prima di commentarli : )
Comunque si, il concept non è stato certo inventato da Surfy Industries, né è nato ieri...
Bellissimo video Bob, che arriva giusto nel momento in cui sto valutando l'acquisto di una reverb unit da affiancare ai miei Brownface (Vibrolux, Deluxe e Princeton).
Tempo fa avevo acquistato un VanAmps Sole-mate da affiancare ad un Deluxe Tweed, ma non mi aveva fatto impazzire. Il suono era molto freddo e anziche' e aggiungere il tipico colore di una 6G15 mi
rendeva il suono troppo artificiale.
Questi prodotti mi sembrano interessanti, opterei per la Classic, qui in USA si trova agevolmente tramite il rivenditore che hai citato nel video.
Stavo solo pensando se a questo punto prendere una vera 6G15 o una Reissue degli anni 90. E' che sono molto ingombranti....
Bel video, come sempre!!! Bravo Bob
Grazie del tuo bel feedback Repsol, certo che hai un'artiglieria di amplificatori da spavento! : )
Come hai sentito nel video, ho utilizzato per anni il Vanamps e posso confermarti che condivido le tue impressioni; il Surfybear Classic è di tutt'altro livello, sembrerebbe proprio ciò che fa per
te.
Fossi in te opterei per una 6G15 (vintage originale o reissue 90's) solo se dovesse rimanere per lo più in casa, mentre per affrontare "i rigori della strada" opterei decisamente per la Surfybear.
Vado col Surfybear allora....non uso moltissimo il reverb ma a volte mi serve e la trasportabilita' non e' da sottovalutare. Grazie ancora...aspetto il tuo prossimo video :-)
Leggo Katana, software ecc... rimango basito. Bob ci mette l’anima. Magari lo fa anche per lavoro, però i prodotti in questione sono buoni. Se non piace non criticatelo. Anche perché sono critiche
che trattano dal digitale all’analogico.
Grazie per le tue parole gentili Pierino! E ti ringrazio in modo particolare anche perché mi offri un ottimo assist per fare un po' di chiarezza sulla "mia posizione". Quando ho iniziato con il
canale BTR sicuramente mi sono prefisso lo scopo di far nascere collaborazioni proficue con alcune aziende di cui stimo lavoro e prodotti. Questo non significa che lo faccio "per mestiere". Non faccio
pubblicità "tout court" ai prodotti che presento, e infatti chi ha visto il video sa che i prodotti sono analizzati con serietà, in dettaglio e che non sono risparmiate osservazioni e critiche. Sono
io che scelgo dei prodotti in linea con i miei gusti e il mio orientamento e propongo alle case costruttrici una collaborazione. Come dici, tutto è fatto con sincerità ed onestà intellettuale. Non
ricevo alcuna entrata dalle mie recensioni e assicuro che non sarei disposto a svendere la mia credibilità per un piatto di lenticchie o per uno strumento demo. Oltretutto sarebbe assurdo mostrare
una Fender maple neck vintage originale degli anni '50 e il giorno dopo dire che una Yamaha Pacifica suona altrettanto bene, solo perché me ne regalano una. Oppure mostrare un PAF originale anni '50
e il giorno dopo dire che il pickup artigianale del mio vicino di casa suona anche meglio. Penso che chiunque, giustamente, perderebbe interesse in ciò che dico.
Buongiorno a tutti, leggo e guardo con estremo interesse tutti i contenuti realizzati da bobchill che ringrazio per la competenza e la passione. Vorrei gentilmente chiederti bob cosa in particolare ti
fà preferire il surfybear al VanAmps. Oltre all'aspetto sonoro che può essere soggettivo, hanno anche differenze costruttive tali da renderli molti differenti (di tutt'altro livello!). Sono da poco
passato ad un solemate jr in alternativa ad un wet neunaber ed ero convinto di aver trovato la pace dei sensi. Ora però mi hai instillato un bel dubbio! Grazie ancora.
Ciao Tox! Grazie innanzitutto per il tuo interesse e la tua attestazione di stima. Ho utilizzato il VanAmps Sole-Mate per anni ma premetto doverosamente di non aver mai provato un Jr.
Come dico nel filmato, con il mio set-up il VanAmps causava facilmente distorsione indesiderata, dovevo continuamente tenere sotto controllo il livello di Output, il che, oltre a generare un suono con
una certa freddezza di fondo, impediva di spaziare con flessibilità tra riverberi di diverso tipo. Naturalmente con suoni puliti, con pickup docili e in assenza di boost ed overdrive, questo problema
non sussiste; tuttavia credo che siamo ben lontani da un riverbero "vintage Fender style". Devo aggiungere che aprendo il pedale per controllare le condizioni della tank, mi sono ritrovato a
grattarmi la testa e a richiedere l'aiuto di un tecnico... ma da questo punto di visto il JR dovrebbe andare decisamente meglio. Ciò detto spero che tu abbia avuto più fortuna e che sia pienamente
soddisfatto del modo in cui il tuo Van-Amps Jr. risponde con il tuo setup; tuttavia, se proprio devo "instillarti un dubbio", devo dirti che il vero salto di qualità è con i modelli con tank
"full-size" come il "Classic" o il "Metal".
Sempre interessanti i tuoi articoli.
Grazie anche per la "precisazione sulla tua posizione", da parte mia non vi era dubbio, ma c'è sempre qualcuno che può averne...
Ciao Max! Ho ricevuto un'osservazione molto simile alla tua su Youtube. Non è una legge assoluta, specie se si considera che gli amplificatori "old school" non hanno per definizione il send/return.
Infatti le vecchie unità Fender, a cui i pedali Surfybear si ispirano, erano concepite proprio per essere frapposte tra chitarra e ampli e arricchire il timbro con l'azione del pre-ampli valvolare.
Inserendo l'unità di riverbero a molle nel send/return si rinuncia proprio alla sua azione di "colore" sul suono della chitarra.
Alla fine dipende molto da gusti personali, stili musicali e fantasia o personalità nelle soluzioni adottate. E' comunque opportuno ricordare che la maggior parte dei chitarristi, a qualunque
livello, almeno in ambito rock e blues, non ha mai utilizzato la catena di effetti in un send/return. Per fare esempi a casaccio, per non parlare di Dick Dale, chitarristi come Dave Gilmour dei Pink
Floyd, Steve Hillage dei Gong o The Edge degli U2 hanno costruito un'intera carriera utilizzando delay e riverberi negli input degli ampli.
"E' comunque opportuno ricordare che la maggior parte dei chitarristi, a qualunque livello, almeno in ambito rock e blues, non ha mai utilizzato la catena di effetti in un send/return. Per fare esempi
a casaccio, per non parlare di Dick Dale, chitarristi come Dave Gilmour dei Pink Floyd, Steve Hillage dei Gong o The Edge degli U2 hanno costruito un'intera carriera utilizzando delay e riverberi
negli input degli ampli."
Bob, ti ringrazio come sempre per i tuoi video meravigliosi. Questa però è davvero una "notiziona" incredibile! Non lo sapevo, e mi ha meravigliato profondamente! Scusa se te lo chiedo (non vorrei
suonare sfacciato) ma... sei sicuro che Gilmour mettesse i delay in imput? Io non ho nulla per dirlo, ma a me suona davvero come effetto messo in send/return...
Grazie ancora, e scusa della domanda impertinente!
Ciao Gigi, grazie per i tuoi complimenti! La tua è tutt'altro che una domanda impertinente ma è anzi dettata da una sanissima curiosità tecnica.
La questione non è poi così complessa, non c'è bisogno di andare a spulciare negli annali alla ricerca di fonti particolari. A parte qualche rara eccezione di amplificatori Orange o Selmer fine
anni '60 / inizi anni '70 con connessione "Echo", i primi amplificatori commerciali ad essere dotati di una vera connessione send/return sono i Mesa Boogie fine anni '70. Tuttavia l'uso degli effetti
nel send/return dell'ampli non si è realmente diffuso prima degli anni '80 inoltrati. In altri termini tutti gli amplificatori "classici" Marshall, Vox, Fender, Hiwatt, etc., non hanno alcuna
connessione send/return. La storia del rock, per così dire, è stata fatta con fuzz, wah, booster, Echorec, Echoplex, unità riverbero e altri effetti frapposti tra strumento ed input degli ampli e
non inserite in un "effects loop". Altro esempio a caso, Neil Young ha sempre usato il suo Echoplex EP-3 frapposto tra la sua Les Paul "Old Black" ed uno dei suoi fidi Fender Deluxe tweed. Molti
chitarristi come ad esempio Richie Blackmore ed Andy Summers, usavano ad esempio l'eco a nastro anche con l'effetto disinserito, proprio per trarre vantaggio dall'azione di preamplificazione
dell'apparecchio. Stesso discorso vale per il Binson Echorec di Gilmour, che non era certo "True Bypass" ma svolgeva sempre azione di riscaldare il suono con il pre ampli valvolare. Mi spingo oltre
dicendo che in realtà, collegando nell'effects loop un effetto come l'unità di riverbero Fender o il Surfybear, viene a perdersi proprio l'azione di "spinta" e "colorazione" del suo pre-amp e viene
a perdersi l'azione di "compressione" svolta sull'effetto dal pre dell'amplificatore stesso; insomma tutto suona un po' più "pulitino".
Ne sei sicuro? Se metti tutto in front of ottieni che sia la sezione pre che la sezione di potenza ti vanno a sporcare gli effetti al variare del gain.
Io invece (anche se non sono un esperto) credo che i vecchi fender avessero il reverb dopo il pre.
Ciao Pelgas, la tua è una doverosa precisazione. Sicuramente i modelli classici Fender "Blackface" e "Silverface" hanno sezione riverbero dopo il pre. Devo specificare che questi ampli tuttavia non
hanno controlli di Gain o Master Volume. Chi invece, come Dick Dale o Neil Young, utilizzava le unità esterne tipo 6G15, le utilizzava tra strumento ed input nell'ampli; anche in questo caso vengono
adoperati ampli "Old School" come il Fender Showman Brownface o il Deluxe Tweed, quindi non ci sono controlli di distorsione in pre come Gain e Volume/Pre. Dunque l'uso del Send/Return, si impone,
come tu dici, soltanto quando si utilizza la distorsione pre di un'ampli di concezione più moderna con controllo di Gain e/o Master ma questo non è certo il caso dei chitarristi che abbiamo citato
in questo commento o nei precedenti.
Gran bel video a articolo, come sempre nel tuo caso. In questi giorni mi stavo giusto ascoltando i Calexico...
Prima o poi uno di questi lo prendo. Ho uno Strymon Blue Sky che è super (anche perchè a me piace anche molto il Plate Reverb) ma vorrei anche questo. Avrei sempre voluto una unità riverbero
esterna Fender ma costa troppo (onestamente il prezzo di questi Surfy pensavo sarebbe stato maggiore). Anche perché ai tempi di quando avevo un ampli Deluxe Reverb mi innamorai del riverbero, un poco
meno del suono (che comunque era valido ma non adatto a me).
Ricordo che il Van Amps lo presi in considerazione dopo aver visto che lo usavano Rich Robinson e Marc Ford (Rig Rundown di Premier Guitar dei Magpie Salute, progetto post Crowes di Rich). Robinson
sostituì il suo Fender Tube Reverb col Van Amps.
Ricordo infine che anni fa conversando via internet con il fondatore di 65 Amps mi disse che aggiungere un reverb di alta qualità ai suoi ampli avrebbe fatto lievitare il prezzo e li avrebbe messi
fuori mercato. Non era dell'idea di mettere un riverbero di bassa o media qualità.
Grazie lbeccarini! Sia del tuo incoraggiante e gentile feedback che delle interessanti informazioni.
Infatti ciò che dice il fondatore di 65 Amps sicuramente spiega la scelta di molte case costruttrici.
Come sempre un grande articolo. Una delle applicazioni imprescindibili che mi vengono in mente pensando ai riverberi a molla è proprio il suono dei Dub rockers di primissima generazione. Ho molto
apprezzato il riferimento.
Me lo vedo pericolosamente di brutto vicino ad un mixer..
Beh.. al di là della bontà del pedale in sé, occorre capire dove si vuole arrivare.
Lo stadio del riverbero in generale dovrebbe chiudere la catena dopo la preamplificazione. In una percentuale che va dal 100% a circa il 50% o poco più a seconda dell'intensità. Ciò si ottiene o
con un determinato combo oppure con il loop effetti, che non tutti gli amplificatori hanno. Non solo. Ma personalmente ho notato (ne ignoro il motivo elettronico) che ogni reverbero integrato nelle
testate si comporta in un modo diverso (ovviamente parliamo di quelli a molle perché quelli digitali a me non piacciono, e poi non hanno vita), su alcuni Fender è come se interagissero con il loop
effetti, e si creano effetti di interazione fra il reverb e gli effetti in pedaliera loop.
Un'ultima considerazione è la manutenzione del riverbero che spesso può sganciare una molla o bruciare una valvola o una resistenza.. ecco, io un Reverb a pedale me lo comprerei solo se digitale,
per metterlo a fine pedaliera.
Ciao Pelgas, grazie ancora per i tuoi contributi alla discussione. Sulla questione "send/return" ti ho già risposto nel tuo commento precedente, appena più sopra. Quanto alla manutenzione dei
riverberi a molla mi sento di rassicurarti; come ho chiarito nel video, gli utilizzo da molti anni. Se trasportati in pedaliera, con le cautele dovute a qualunque componente della strumentazione,
possono essere utilizzati per anni, senza alcun problema. Come puoi vedere nel filmato BTR#39 del mio canale, ho appena acquistato un'unità di riverbero vintage originale del 1963 e dentro ho trovato
la valvola finale originale ancora perfettamente funzionante! Sei convinto che un pedale di riverbero digitale durerà così a lungo? Io ho un Malekko digitale di pochi anni fa che è già un po'
difettoso : )
anche di terze parti, per poterti assicurare tutte le funzionalità che promette. Cliccando sul link Accetta qui sotto o proseguendo la navigazione e la lettura acconsenti all'utilizzo di tali cookie.