Ma Rosaire è anche uno dei session man più richiesti in Francia, un docente al conservatorio di Puteaux (dove è a capo del dipartimento di musica contemporanea) e un jazzista che vanta collaborazioni con giganti come Dizzy Gillespie, Phil Woods, Bob Cranshaw, Don Elliot, Jimmy Owens, les frères Percy-Heath, Stan Getz. Lo presentiamo in questa intervista.
Visto le tue tante collaborazioni nel mondo del jazz - ma al contempo la tua popolarità con i Rockets - è legittimo chiedersi: “” Un bassista jazz che si diverte anche con il rock elettronico dei Rockets? O un bassista rock versatile che non ha paura di cimentarsi nel jazz?
Come ogni musicista dovrebbe essere, mi ritengo molto curioso. Ascolto una grande varietà di stili musicali, cosa che dimostra il mio amore per la musica nella sua interezza e incredibile varietà.
Esplorare generi musicali credo sia l’espressione della mia apertura mentale verso la musica. Suono di tutto: dall’elettro rock con i , fino al jazz e persino la musica classica visto che suono anche il contrabbasso. Davvero, sono appassionato di musica in tutte le sue forme e preferisco non limitarmi a un unico stile musicale.
Oltre le tue collaborazioni in ambito jazz, quali sono quelle di cui sei più orgoglioso?
Ultimamente, ho avuto l'opportunità di collaborare con artisti meravigliosi, musicisti di band rinomate come la Mahavishnu Orchestra ma anche in ambito pop, rock. Per esempio, ho suonato con musicisti di Supertramp, Chicago o Saga... Queste sono solo alcune delle mie collaborazioni musicali e, per me, sono tutte eccezionali! Questi gruppi sono riconosciuti per il loro talento e il loro successo nell’industria musicale: capirai come collaborazioni come queste siano, per me, motivo di orgoglio nel mio percorso come musicista.
Che ruolo investe l’insegnamento nella tua attività musicale?
Insegno al conservatorio da oltre 20 anni. Per me, trasmettere la mia passione ai miei studenti non è semplicemente un dovere: è un percorso di crescita musicale imprescindibile anche per me. Insegnare, interagire con i ragazzi mi ha arricchito e aiutato ad amare ancora di più la musica. Insegnare mi piace così tanto da avermi ispirato nello scrivere due metodi per basso, libri che hanno avuto molto successo sul mercato francese.
Dicci due bassisti che ritieni, per te, influenze importanti.
Ammiro sconfinatamente gli arrangiamenti di basso e le linee rock di Sting e Tony Levin: questi due bassisti sono davvero incredibili per me!
Che valore e importanza ha la versatilità in un musicista?
Oggi, un musicista deve essere versatile se vuole guadagnarsi da vivere. La versatilità è un investimento sulla propria passione per la musica. Essere versatili significa sapersi adattare istantaneamente allo stile di musica che si deve suonare. Essere versatili significa anche essere interessati all'armonia, alla lettura della musica, al lavoro sulla memoria. Il tutto, senza dimenticare di esercitarsi quotidianamente sullo strumento, lavorando sulla tecnica della mano destra e anche sul plettro.
Credetemi: un musicista che non soddisfa questi criteri, non resterà a lungo in questa professione...
In quali contesti stilistici utilizzi il plettro?
Utilizzo spesso il plettro nel pop, nel rock e nel metal. In questi generi garantisce grande precisione nel playing, mantenendo al contempo un attacco potente. E, cosa importante, il plettro aiuta il basso a distinguersi nel mix. Ma, detto questo, in realtà non credo sia tanto una questione di stili musicali. Perché qualunque genere musicale, qualsiasi cosa, può essere interpretata tanto con le dita, tanto con un plettro: dipende solo dal suono che vuoi ottenere!
Vuoi dire che, per esempio, suoni jazz con il plettro?
Naturalmente: il plettro viene utilizzato anche nella musica jazz. Anzi, a questo proposito, vi consiglio vivamente di ascoltare un bassista belga che è semplicemente favoloso, Benoît Vanderstraeten. Il suo modo di suonare è semplicemente impressionante.
Invece alcuni bassisti considerato suonare a plettro un approccio tecnico di “Serie B”...
Non sono affatto d'accordo con loro: la tecnica del plettro è complicata!
E allora che consigli daresti a qualcuno che vuole migliorare con la tecnica del plettro?
Gli stessi consigli che, in generale, darei a chi vuole migliorare sul basso. La persistenza è la chiave del successo. È importante non arrendersi di fronte alle difficoltà e rimanere concentrati sui propri obiettivi. Le persone di successo non si arrendono quando le cose si fanno difficili. Invece di lamentarsi, cercano soluzioni per andare avanti. Inoltre, è essenziale accettare le critiche per progredire nel proprio lavoro sul playing!
Sei endorser de plettri di ? Quali sono i modelli che utilizzi e cosa apprezzi di questi plettri?
Difficile rispondere alla tua domanda perché utilizzo indistintamente i due modelli per basso: e ... dipende dallo stile e dal suono che voglio ottenere. Mi piacciono perché hanno uno spessore - compreso tra 0,70 mm e 0,85 mm - che favorisce la versatilità. Sono plettri che uniscono comfort, precisione, ritmo e velocità di esecuzione. Sono ideali per tutti i tipi di bassisti.
I prossimi progetti in cui sarai coinvolto?
Con i Rockets siamo concentrati sul prossimo album che uscirà all'inizio del 2025. L'azienda di corde francese sta lavorando a un mio nuovo set di corde signature per basso che si chiamerà Ricco.
Poi, oltre ai concerti, sarò impegnato in Master Class tra Francia e Italia... |