Ribadisco la soddisfazione per non aver visto deserti di commenti nelle due puntate precedenti, e quindi continuiamo senz'altro in questo cammino alla (ri)scoperta dei lati più "colti" del metal estremo: dove per estremo intendiamo con radici chiare nelle varianti metal tra le più irruente: thrash, heavy, death. C'è da chiarire che tutti gli artisti che in questa serie propongo presentano un background musicale di tutto rispetto, e i loro prodotti non sono incasellabili in uno specifico genere.
Avevo promesso una puntata sui Death, e qualcuno mi attendeva al varco. Ho deciso però di incentrare l'attenzione sulla produzione del compianto Chuck Schuldiner: fondatore, cantante, chitarrista e autore dei pezzi delle band Death e Control Denied. Sulla sua personalità molto si è già detto: considerato da molti il più importante autore in ambito death metal (definizione difficilmente attribuibile), in realtà la sua musica contiene influenze heavy metal, jazz-fusion e thrash. Morto giovanissimo a causa di un tumore al cervello, lascia una produzione che resta riferimento e simbolo della musica estrema degli anni '90, e uno stuolo di fan affezionatissimi. Sui suoi album hanno suonato alcuni tra musicisti tra i più grandi del suo ambito: Steve di Giorgio, Sean Malone, Paul Masvidal, Sean Reinert, Gene Hogland per fare alcuni nomi.
I brani che qui propongo sono scelti con un occhio di riguardo rispetto al pubblico accordiano, poco avvezzo a certe sonorità. C'è da dire che la sua produzione è globalmente meno eclettica rispetto a quella di Atheist e Cynic che avete già letto, quindi se andrete ad approfondire siate preparati a una forte dose di metallo molto heavy. Consigliatissimi ad eventuali intrepidi tutti gli album dal 1991 in poi, magari a cominciare da Symbolic (1995), forse il meno ostico della produzione intera.
Si parte in modo soffice con la strumentale contenuta nell'ultimo album dei Death, The sound of perseverance (1998). Il pezzo si chiama "Voice of the soul"
Ora allacciate le cinture: vi aspetta il tremendo vortice di "Flattening of emotions", opener dell'album Human (1991)
Se siete sopravvissuti possiamo rilassarci (si fa per dire) con un pezzo dall'unico album della band Control Denied. Il titolo è "Consumed". Tranquilli, questo è un forbito heavy metal dall'atmosfera intimista, con influenze prog e qualche piccola sfuriata.
Se ora ve la sentite di affrontare i marosi, vi propongo altri estratti:
e per finire, una pregevole strumentale dall'album Human: "Cosmic Sea"