Noi manteniamo quest'uomo perché lui possa difendersi dai processi. Uno che ha dichiarato più volte che la mafia non esiste.
Le parole riportate provengono dall'intervista pubblicata oggi dal Corriere. Qui c'è il link: http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=45463385
Non stupitevi. Due sono le (ri)scoperte dei politici contemporanei:
- puoi fare quello che vuoi, dove la porta è già sfondata. Ogni atto o decisione che non provochi una situazione di grave rischio per i propri interessi o la persona è cosa fattibile, e se provoca vantaggio si fa, in barba a qualunque altra considerazione
- l'esibizione dell'arroganza del potere è la parte migliore. Gli uomini di potere lo sanno bene: tutti sanno e possono trasgredire. Ma vero piacere e privilegio è poter trasgredire sapendo di farlo, dichiarando di farlo, e non venire puniti per questo. "Lo so agisco da criminale, ma non puoi farci niente, e questa tua impotenza davanti al mio potere è la dimostrazione della mia grandezza. In altri termini: il potere logora chi non ce l'ha."
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Nel caso in cui il testo al link venisse rimosso, lo copio qui sotto.
"STANCO DELLE ACCUSE MI MANGIO LO SFINCIONELLO"
Da "Il Corriere della Sera" di sabato 17 aprile 2010
.._. «Una cosa è certa, non c`è lo straccio di una prova» «Stanco delle accuse mi mangio lo sfincionello» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI PALERMO - Quando il procuratore generale chiedeva i i anni di reclusione, Marcello Dell`Utri se ne stava a Porta Carbone, davanti alle barche della Cala, a gustarsi lo «sfincionello», in una full immersion di profumi palermitani, la brezza miscelata fra cipolle e pomodoro, pan grattato e caciocavallo, ingredienti di questa sicula leccornia.
Cos`è? Fatalismo? «Faccio l`imputato da 15 anni, sono stanco e non ne posso più. Meglio lo sfincionello e i gabbiani che mi somigliano. Il mio destino è vivere balenando in burrasca, come li descrive Caldarelli».
Poesia a parte, teme o ha fiducia nella sentenza che verrà? «Una cosa è certa. Non c`è lo straccio di una prova. Non resta che attendere».
Pronto ad ogni evenienza? «Ho i miei libri sempre pronti, nella valigetta. Come i gabbiani, in perpetuo volo, la vita la sfioro... E, come dicono questi brevi e stupendi versi, amo la quiete, la gran quiete marina».
Tumultuosa invece la sua vita fra affari e politica? «Sono entrato in politica e• faccio il parlamentare solo per difendermi dai processi. Se non avessi problemi giudiziari non lo avrei mai fatto».
Sta ammettendo di puntare sull`immunità.
«Non c`è immunità. C`è legittima difesa».
Per restare in volo? «Meglio laconici che loquaci. Che siamo all`asilo? Chi vuole capire capisce».
In caso di assoluzione? «Lascio il parlamento».
Per fare? «Politica. Io quello volevo fare. E non me l`hanno consentito. Nel `94, quando potevo decidere liberamente, mica mi sono candidato. Ho preparato l`architettura del partito».
Come vorrebbe impegnarsi? «A me interessa la formazione della nuova classe dirigente, ma se debbo correre a Palermo per rispondere a questo o quello, con quale serenità...
Vede come squilla il telefono? Mi chiamano per le condoglianze.
Scambiano la richiesta di 11 anni del procuratore generale per una condanna. Non è la sentenza! E io debbo spiegare a parenti, amici...
Chi camurria... ».
Tira aria di elezioni. Si ricandiderebbe? «Se resto fuori dai processi assolutamente no».
Il divorzio tra Fini e il Cavaliere s`ha da fare? «Sarà come sarà. Sarebbe stato meglio un bel matrimonio duraturo andando d`accordo, ma se non può essere così pazienza. Importante è andare avanti. Se si deve andare a votare andiamo».
Com`è qui lo «sfincionello»? «Come non lo fanno da nessuna parte al mondo».
Ma a Milano, vicino al duomo, ha aperto l`Antica focacceria di Palermo.
«Ci vado. È buono. Ma appena esci l`aria è diversa, senti parlare "tischi toschi". Qua le voci del mercato sono musica, echeggia il canto di chi ti vende il pesce buono, il popolo ti abbraccia, accoglie con gioia...
Ma forse è meglio non dirlo. Per me rischia di diventare un altro capo di imputazione».
Felice Cavallaro