Riflessioni dopo la lettura.
Anche Guitarist (nota rivista anglosassone) ha dedicato a John Mayer la cover dell'ultimo numero. Leggendo l'articolo sono rimasto colpito dalla storia relativa all'ultimo giocattolino di John, la Black One, una strato heavy relic nera (per quanto rimane del colore) realizzata appositamente per lui.
Durante uno dei suoi tours, John ha voluto vedere dove e come si fanno le chitarre, è andato a Corona ed è stato ospite del Custom Shop per due giorni (devo provarci anch'io). Ha scelto lui stesso la tavola per il body ("ho preso il pezzo di legno e ci ho battuto le nocche sopra - il che in realtà non vuol dire niente, ma mi ha fatto sentire come quello che sta cercando Il Tone"), poi ha assistito alle fasi di lavorazione. Ha poi lasciato il tutto nelle mani di John Cruz ed ha aspettato che il lavoro di assemblaggio e reliccatura fosse terminato.
Infine gliel'hanno spedita. Lui l'ha provata e il suo commento testuale è stato:
"It sounded like shit!". Serve la traduzione?
Poi si è scoperto che c'era un problema con la schermatura interna.
Una volta risolto, la chitarra ha cambiato voce ed ora -per ora- è la sua preferita.
La riflessione è la seguente: se il Custom Shop Fender assembla uno strumento per uno dei chitarristi più famosi del mondo (un preziosissimo testimonial quindi, per cui si dà il meglio del meglio) e glielo spedisce evidentemente senza averlo testato a dovere, che attenzione può essere riservata a uno strumento Custom Shop ma... "di serie", destinato all'acquisto di un Oliver qualunque?
Con tutti gli eurini che costa. Mah.
Mi perplimo moltissimo.