Saluti da Udine :)
Grande serata. Grande spettacolo. Un sacco di gente!
I cinque vecchietti se la cavano ancora alla grande, tutto lo stadio pendeva dalle loro labbra, anche se tra un brano e l'altro spesso era necessaria una pausa per riprendere fiato. Una sensazione unica sentirli suonare i pezzi che, un po' per passione mia, un po' per "imposizione" di mio figlio Davide, conosco fin nei minimi dettagli.
Rock and Roll Train (probabilmente l'unico pezzo davvero valido dell'ultimo album) è stata una bomba devastante, come lo sono stati i vecchi cavalli di battaglia: TNT, Hell's Bells, You Shook Me All Night Long (con i maxischermi che riprendevano tra il pubblico le numerose, notevoli ragazze sulle spalle dei loro accompagnatori...), Back in Black, Highway to Hell.... eccetera eccetera.
Granitici Malcolm e Cliff, due colonne di una solidità assoluta. Bravo Brian, anche se non sempre la sua voce si sentiva benissimo. Di Angus sappiamo già tutto, ma mi è piaciuto ancora una volta sentire quanto sia "blues" nel suo modo di suonare, e quanto non abbia bisogno di particolare tecnica o virtuosismi: in effetti non è mai stato un virtuoso, ma un vibrato come il suo compensa ampiamente. Peccato che anche lui non si sentisse benissimo nei soli, e peccato -soprattutto- che la sua chitarra fosse accordata leggermente crescente rispetto al resto della band. Ogni tanto, soprattutto nei bendings, si percepiva la leggera stonatura (probabilmente sfuggita ai più, comunque). Infine Rudd: per la maggior parte del concerto mi è piaciuto molto per la sicura flemma, con la cua sigaretta in bocca mentre picchiava tranquillo ma deciso, mantenendo il ritmo a velocità moderate, simili a quelle delle incisioni, evitando la classica "accelerazione da live". In un paio di occasioni però ha perso qualcosa.
Qualche rallentamento in You Shook... , con la band che lo "tirava" come fosse un rimorchio, un errorino in Shoot to Thrill, un tempo assurdamente veloce in Let There Be Rock, con tutti gli altri a rincorrerlo con un po' di fatica.
Vabbè.
Grandissimo il finale con For Those About To Rock, un'apoteosi.
Nell'ultima foto, il vero motivo della mia presenza lì: Davide. Penso di non averlo mai visto così emozionato e felice in vita sua, e sono sicuro che non dimenticherà mai questa esperienza.
Appendice.
Siamo arrivati presto, siamo entrati dopo un'attesa più che ragionevole e abbiamo raggiunto comodamente i nostri posti. Lo stadio si è riempito molto lentamente, senza alcun problema, senza ressa e senza... risse. Eccellente l'organizzazione, a parte la sottostima del numero di WC chimici per la zona prato: tanti, ma forse non si è tenuto conto di quanta birra (a 5 euro a barattolo...) avrebbero bevuto le decine di migliaia di rocchettari presenti.
A sorpresa il palco è stato inaugurato dal gruppo di Maurizio Solieri, che in verità non mi ha particolarmente colpito (a parte la voce del tastierista, davvero notevole).
Poi, come previsto, si sono esibiti Le Vibrazioni. Come immaginavo e temevo, sono stati immediatamente fischiati e fatti oggetto di lanci di qualsiasi tipo di materiali, nonostante non suonassero affatto male (pezzi rock, mica le robette alle quali ci hanno abituati in tv!). Solo l'arrivo di Pino Scotto, che ha cantato con loro "Rock 'n Roll" del Led Zeppelin, anche questa eseguita bene, ha placato un po' le acque.
Peccato, non è stato uno spettacolo edificante. Le Vibrazioni hanno pagato, come era prevedibile, il prezzo di essersi "venduti" al commerciale, e una buona parte del pubblico ha dimostrato una considerevole dose di imbecillità e intolleranza (e di non sapere ascoltare la musica).