Ho appena finito di leggere "RED" autobiografia di Sammy Hagar, voce storica principalmente dei VanHalen ma da trent'anni sulla scena con vari progetti (dai Montrose ai Chickenfoot, per fare un breve excursus).
Ve lo consiglio. Il libro è molto bello e scritto onestamente (non so se in talia sia stato pubblicato, io ho letto la versione ebook in inglese), e riporta alcuni avvenimenti veramente quasi sconvolgenti. Lascio a voi ogni commento, intendendo soffermarmi sul quadro che ne fuoriesce relativamente ai 2 fratelli VH, Alex ed Eddie. In pratica sono decsritti come 2 autodistruttivi ubriaconi-dorgati, settati sul profitto ad ogni costo, dei capi spietati che sfruttavano il lavoro di composizione di Hagar (in effetti quasi tutte i pezzi dei VH del periodo d'oro fuoriescono dalle idee di Sammy), determinati a non concedere nulla agli altri componenti, accentratori, adepti ad ogni bassezza ed invidiosi della felicità altrui. Finti al punto di minacciare e mentire a se' stessi sulle cose reali, quale l'esser sobrio, aver rubato soldi e quote del giocattolo VH, questo al di là dell'indiscusso talento virtuosistico-chitarristico di Eddie, Alex non mi è mai sembrato questo virtuoso-innovatore dei tamburi.
La conferma dell'essenza dei 2 fratelli è confermata nella prefazione al libro di Michael Anthony, il bassista storico della band (ma la cui quota era stara ridotta dai fratelli VH al 10%!), quasi patetica e struggente per l'amarezza che lascia in bocca.