Anche quest'anno è andata. Leggo i commenti che ancora si susseguono sui vari articoli e posts, filtrandoli attraverso la mia esperienza personale. Ovviamente ne traggo le mie conclusioni, cercando di inquadrare la situazione nel suo complesso, e non solamente gli aspetti critici (a volte semplicemente inevitabili).
SHG è diventato un "giocattolone" gigantesco e, come tutto ciò che cresce costantemente, comporta problemi sempre maggiori. Indovinare uno spazio adatto è un terno al lotto: chi rimpiange la comodità del Quark (ma non c'era chi si lamentava della ressa anche l'anno scorso?) si può rendere conto da solo che la gente di quest'anno… semplicemente non ci sarebbe potuta stare. Addirittura il Forum si è rivelato -a momenti- in difficoltà nell'assorbire un afflusso di pubblico al di là delle previsioni.
La disposizione delle sale ha innegabilmente comportato delle difficoltà, costringendo le persone ad incanalarsi in flussi forzati e a tratti molto compressi. Per seguire le dimostrazioni sui vari palchi (allestiti con spazi comodi e ben isolati dalla grande folla), era spesso necessario attraversare l'esposizione da un'estremità all'altra, e questo ha creato sicuramente qualche scomodità.
I privati: non erano molti, ma gli spazi non mancavano affatto. Ok, sarebbe auspicabile un'area dedicata ufficialmente, in una zona almeno un po' centrale, che -se pubblicizzata con sufficiente preavviso- probabilmente attirerebbe molti più "scambisti" di quanti se ne siano effettivamente visti. E così si recupererebbe appieno il significato di quella "S" e di quella "H" che rimangono una caratteristica che sta molto a cuore alla maggior parte di noi.
Le prove: qui entriamo nel campo delle aspettative soggettive. Se ci si illude di andare a SHG per provare con calma e con soddisfazione una serie di strumenti, semplicemente ci si sbaglia, ma non è colpa di SHG. Il più delle volte nemmeno un negozio consente delle condizioni decenti, come ci si può aspettare che un luogo nel quale si concentrano 6000 persone possa garantire un ascolto normale? Mai stati da EsseMusic, magari di sabato? Se invece ci si va con un po' di relax, sapendo che sicuramente non si riuscirà a vedere, provare o sentire tutto, ma sicuramente ci si troverà almeno qualcosa che non ci si aspettava di trovare, si incrocerà la strada con grandi personaggi (un Lukather o un Piccoli, per dirne un paio a caso, ma ce n'erano davvero tanti), si potrà imparare che odore ha una chitarra di sessant'anni fa, vedere e sentire che effetto fa avere al collo una "Beano" o un meraviglioso strumento in alluminio e carbonio, piuttosto che una tastiera "fan fretted" o una rara acustica di liuteria che, con buona probabilità, nella nostra città non si vedranno mai. O sentire come suonano sul serio certi pickups o certi amplificatori, dimostrati a regola d'arte da chi davvero se ne intende. Last, but not least, condividere il tutto con una serie di loschi figuri, conosciuti digitando su una tastiera ma molto più simpatici in carne e ossa (magari con pochi capelli).
Il rumore. Qui ci vuole un capitolo a parte (anche due, in appendice ***). Al Quark ce n'era molto di più, all'Alcatraz non parliamone neanche. Certo, c'era confusione. Ma qualcuno poteva aspettarsi qualcosa di diverso? I soffitti bassi non hanno aiutato, ma io ho campeggiato a lungo nella sala "classic", la più caciarona, eppure ho parlato senza particolari problemi con tutte le persone che ho incontrato. Ovviamente, dove si provano chitarre e amplificatori non ci si può aspettare silenzio (mai stati al NAMM, o a Francoforte?), però… riguardando i video pubblicati ho avuto la conferma ad una mia sensazione: la parte più considerevole del rumore consisteva nelle voci delle persone! Un chiacchiericcio costante e forte, che spesso rendeva difficile l'ascolto degli strumenti (e quindi si alzava il volume…). La maggior parte degli espositori ha mantenuto livelli di volume accettabili ma, come sempre, non sono mancati quelli che, infischiandosene degli altri, "giravano la manopola" per sovrastare chiunque: il tipico difetto del chitarrista narcisista e maleducato. In situazioni come queste il buon senso e il rispetto degli altri dovrebbero essere sufficienti a determinare un'autoregolamentazione, ma evidentemente i buzzurri non si contano. E, purtroppo, non si può fare una pre-selezione all'ingresso.
Infine, concordo completamente con chi caldeggia il ritorno dei workshops, che possono rappresentare veramente una marcia in più.
*** il volume a Ritmi Show: ragazzi miei (mi rivolgo ai batteristi), i chitarristi saranno anche egocentrici e vanitosi, ma se vi secca che gli "altri" musicisti vi accusino di essere principalmente dei casinari, dovreste imparare un po' di autodisciplina. Preso atto che ci si trova in una sala enorme, senza insonorizzazione (irrealizzabile, temo) e con decine di batterie complete a disposizione, semplicemente NON SI PUO' (urlo perché altrimenti non sentireste) ANDARE AVANTI A PESTARE UNO PIU' FORTE DELL'ALTRO per ore e ore. Ascoltate i video: l'unica cosa che si sente è una rullata CONTINUA e ININTERROTTA, che di musicale aveva ben poco. Ma dai. "Lo facevano tutti" non può essere una giustificazione, no? Credo che non sia stato gratificante nemmeno per voi.
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