di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 18 gennaio 2013 ore 07:30
Abbiamo avuto il piacere di testare le ottime caratteristiche di una Manne Taos messaci a disposizione da Andrea Ballarin, un chitarra di qualità, con caratteristiche estreme (in questa versione) da vera purosangue.
La qualità degli strumenti realizzati dal liutaio Andrea Ballarin è arcinota. Nel catalogo Manne si può trovare davvero di tutto, elettriche dal sapore più vintage, equipaggiate con single coil delicati ma anche vere e proprie macchine da guerra come Taos Gloss in prova, con doppio humbucker e Floyd Rose Original.
La Taos, marchio di fabbrica della liuteria Manne, ha un body in Black Korina di densità medio alta, sagomato alla perfezione per un’ergonomia totale. Nonostante le dimensioni generose, la chitarra calza a pennello, con un bilanciamento super preciso e un peso per nulla eccessivo. La finitura gloss le regala un look aggressivo, unito poi al nero sparso a larghe mani su tutta l’elettronica e l’hardware.
Collegato al body con il sistema ideato proprio alla Manne, si trova il manico in acero multilaminato, una scelta costruttiva che garantisce un’ottima rigidità e la possibilità di regolazioni millimetriche con il truss-rod a doppia regolazione. 24 tasti jumbo in acciaio per regalare una lunga durata, alloggiati nella tastiera in resina chiamata F Resin. Con questo particolare materiale, lo spessore può essere ridotto al minimo indispensabile per contenere i tasti, influenzando così il meno possibile il suono. I tasti vengono incollati tramite resina epossidica dato che la F Resin, a differenza del legno, non è elastica.
L’attacco del manico al corpo permette di raggiungere anche l’ultimo tasto con estrema facilità, contribuendo così a trasformare questa Taos in una vera belva pronta anche alle scorribande più shred. Il profilo definito flat inoltre agevola non poco i movimenti su e giù per la tastiera, risultando davvero comodo. Per finire la descrizione del manico, sicuramente restano da far notare la perfezione con cui è scelta l’inclinazione rispetto al body e l’innovativo sistema di fissaggio per mezzo di viti metriche che garantiscono una solidità granitica.
Per quanto riguarda l’elettronica, sul modello in prova si trovano due humbucker costruiti ad hoc da Manne. Potenza a non finire, ma con una buona dinamica, i pickup sono sempre pronti a rispondere a ogni minima variazione del tocco.
A vedersi, questa chitarra con i suoi 24 tasti e il Floyd Rose certo può dare l’idea di essere votata solo ai genere più estremi. In realtà anche sui puliti e sui crunch sa regalare ottime soddisfazioni. Anche semplicemente abbassando il volume dalla chitarra si riesce a ripulire il suono senza perdere troppe alte frequenze. Da non dimenticare, inoltre, la possibilità di collegare in parallelo e splittare gli humbucker grazie ai potenziometri push pull di tono e volume.
Comodità estrema, look davvero cool e un sound da prima della classe, non ci si stupisce visto che queste chitarre sono il top della produzione Manne, che ha come pallino la qualità.
C’è ovviamente da dire che quella in prova è solo una delle tipologie di Taos prodotte da Andrea Ballarin. Dando una rapida occhiata al sito, infatti si nota che oltre alla possibilità di scegliere tra ponte fisso, tremolo Wilkinson e Floyd Rose, si può anche scegliere tra diverse combinazioni di pickup. HSH, HH, SSS, HHH, senza limiti. Trovandosi di fronte a chitarre di liuteria, anche il profilo del manico può essere tranquillamente selezionato tra i sei disponibili, asimmetrici elicoidali, oppure V, Flat oppure soft C.
Di fronte a una chitarra del genere, Michele è partito per la tangente con un gran lead sound ed è stato davvero difficile fermarlo. Ecco qui un estratto che mette in luce soprattutto la cattiveria che è possibile spremere da questa versione della Manne Taos, buon divertimento!