Quella della liuteria è la dimensione in cui un chitarrista può trovare la chitarra perfetta, magari diversa dai maggiori riferimenti del mercato, ma ideale per il gusto e lo stile del singolo. L'unico requisito è sapere esattamente ciò che si vuole.
A partire dai primi mesi del 2012 aveva iniziato a insinuarsi in me la folle idea di farmi costruire uno strumento su misura seguendo i dettami e le caratteristiche da me indicate. Grande amante delle Gibson, pensavo di essere pienamente appagato da tali strumenti ma invece il tarlo della chitarra di liuteria continuava a perforarmi incessantemente la testa.
Un bel giorno, fra aprile e maggio, mi sono deciso e ho cominciato ad abbozzare un progetto generale di come avrei voluto che fosse questa benedetta chitarra.
Volevo un corpo cavo - una hollowbody - ma senza buche, in stile Fender Robben Ford o Gibson Lucille. Alla base del progetto c'era la volontà di coniugare le caratteristiche salienti delle Gibson con quelle delle Fender. Pickup splittabili, dunque, non c'era alternativa. Suoni di riferimento, su tutti, Robben Ford ed Eric Clapton.
Volevo una chitarra blues, volevo si chiamasse Antiphony, in omaggio al famoso proposta-risposta tipico proprio del blues e che portasse la mia firma intarsiata sul manico (un po' megalomane). Riguardo alla scelta dei legni non avevo le idee chiare, ma di certo avrei optato per un manico incollato e non avvitato.
Ho cominciato a cercare un liutaio al quale potessi rivolgermi e, sotto consiglio del mio Maestro Stefano Rampazzo, ho scoperto un certo .
I primi di maggio mi sono deciso a fargli visita nel suo laboratorio. Dopo una disquisizione generale col simpatico Max, abbiamo convenuto che la chitarra avrebbe avuto corpo cavo in mogano, top in acero (inizialmente avevamo optato per un occhiolinato, poi per un quilted), con una spalla stile Les Paul e un'altra stile semi acustica, manico in mogano, tastiera in palissandro e ponte vibrato.
Al riguardo, Max mi ha proposto un pezzo d'alta liuteria, progettato da un liutaio americano, l'eccellente ponte Skyway (per i dettagli tecnici vi rimando a fonti più precise e qualificate che troverete su internet). I pickup sarebbero stati humbucker splittabili. Inizialmente eravamo indirizzati sui francesi Benedetti ma poi abbiamo deviato sui nostrani e meravigliosi I-Spira. Replica Classico, per la precisione.
Risparmiandovi ulteriori dettagli riguardanti la costruzione e dettagli estetici che potete apprezzare da voi, veniamo al tanto agognato giorno della consegna, nel luglio 2013.
La prima sensazione che si prova prendendola in mano e cominciando a prendere confidenza col manico è quella di avere fra le mani una Fender: manico scorrevole come non mai (dal profilo abbastanza pronunciato per via della mia mano che anche Gianni Morandi invidierebbe) e un'action da sogno, vale a dire identica a ogni tasto, dal primo all'ultimo.
Attaccata al mio Fender Blues Junior fa venire le lacrime agli occhi. In modalità humbucker ha un suono pieno, caldo e potente, decisamente in stile Gibson e che con scalatura .011 rende al meglio. Non impasta, però, e risulta enormemente definita e dinamica, esattamente come l'avevo immaginata e sperata. Ha un output elevato e, proprio perché estremamente "pronta", preferisco suonarla in fingerpicking, stile in cui la chitarra pare acquisire una dimensione intima ma molto più profonda ed emozionante.
È splittando i pickup, specie quello al manico, che inizia la magia. Stevie Ray Vaughan e la Stratocaster del 1962 li avete presenti? Ecco, le prime parole che ho esclamato non appena ho suonato un paio di note con l'I-Spira al manico splittato sono state "Super Strato!" Decisamente "this is it", ci siamo!
Ho avuto la fortuna di suonare varie Stratocaster degli anni Sessanta e credetemi, lasciando perdere il fattore "vintageizzante" - il fattore invecchiamento che è uno degli elementi che rendono quelle chitarre tanto appetibili - la mia Antiphony si difende con le unghie contro questi mostri sacri e non sfigura affatto. Il pickup al manico splittato è dunque la mia combinazione sonora favorita ma naturalmente, essendo gli I-Spira splittabili, si possono sperimentare varie combinazioni sonore eccellenti, come pickup al manico splittato e al ponte in humbucker col tono chiuso di un quarto oppure, viceversa, col ponte splittato e il manico in humbucker.
Insomma, per farla breve, la chitarra sa destreggiarsi alla grande su qualsiasi terreno ma, per il nome che porta e per come è stata progettata, è inutile dire che passerà il resto della sua esistenza ad assecondare e seguire i mitici dischi dei più grandi bluesmen, da BB King a Joe Bonamassa, da Eric Clapton a Muddy Waters. Anche perché, onestamente, è così che anche io voglio trascorrere la mia esistenza.
Di seguito vi allego una breve dimostrazione audio in diretta nell'ampli registrata semplicemente col telefonino, per darvi un'idea di come suona questo gioiello.
Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.