di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 07 gennaio 2014 ore 11:00
Sul Big Muff è stato detto e fatto più o meno tutto e assieme al TS9 è diventato una sorta di base su cui sperimentar ogni sorta di modifica. In Costalab la sanno lunga e quindi hanno puntato sul rendere questo progetto solido e conosciutissimo una vera arma per bucare ogni mix.
Sul Big Muff è stato detto e fatto più o meno tutto e assieme al TS9 è diventato una sorta di base su cui sperimentar ogni sorta di modifica. In Costalab la sanno lunga e quindi hanno puntato sul rendere questo progetto solido e conosciutissimo una vera arma per bucare ogni mix. Quando si parla di fuzz poi il nostro Michele Quaini è un vero amatore, ed ecco cosa ha da dirci questo stompbox.
Ogni volta che un chitarrista accende un Muff sul pianeta a David Gilmour fischiano le orecchie, soprattuto se il fuzz in questione è completamente nero e attraversato da un arcobaleno. Il Custom Muff, realizzato completamente a mano nei laboratori di Costantino Amici, patron di Costalab è un pedale che si rifà al classico circuito Big Muff, ma con delle significative variazioni, finalizzate a migliorarne la resa sonora ma senza snaturarne completamente la pasta.
Della colorazione abbiamo già parlato, restano da citare le tre manopole rosse che rappresentano i tra classici controlli di tono, gain e volume. Gli ultimi due controllano, come facilmente si può intuire, il livello d’uscita e il guadagno. Il tono invece, come si può leggere sul sito del produttore, ha un circuito a bilancia. Dall’utilizzo si intuisce che non si limita ad aggiungere o togliere basse o alte ma agisce in maniera più controllata permettendo sempre di trovare il sound desiderato con qualsiasi settaggio. Inutile spingersi oltre con la descrizione perché altre parole sarebbero inutili, molto meglio armarsi di due jack, una Strat e un bel valvolare dal suono clean al top come la Lazzarus 60.
Come vedrete dal video in fondo alla recensione abbiamo scelto di mostrarvi tre settaggi differenti, in un crescendo di gain e godimento. La cosa che lascia piacevolmente colpiti è l’estrema dinamica mostrata dal Custom Muff. Ancora prima di giocare con i controlli ci stupisce come cambiando modo di suonare, potenza nella pennata o volume con la chitarra, con facilità si possa tornare a un clean giusto leggermente leggermente sporcato. In un attimo ci ha già conquistati, ma è tempo di cominciare a spippolare. Giù il gain, tono e volume a ore dodici o quasi. Il suono che esce dalla 2x12 è un crunch già spinto, bello ciccio sulle basse ma per niente inscatolato. Uno dei punti di forza, leggendo la descrizione fatta sul sito, è proprio la migliorata definizione e ricchezza sulle medie senza che le basse diventino intubate e roboanti, riprendendo proprio le parole di Costantino.
Alziamo leggermente il guadagno e ci accorgiamo che la riserva di cattiveria di questo pedale è enorme. Basta poco per trasformare il gradevole crunch di prima in un fuzz davvero incazzato, con un sustain pazzesco, in grado di darci man forte anche negli assolo. I powerchord, non serve nemmeno dirlo, sono sempre belli pieni e aggressivi quanto basta, sempre con la possibilità di suonare puliti con un semplice intervento sulla manopola del volume sulla chitarra.
Alziamo nuovamente il gain e il Custom Muff sfodera tutta la sua potenza. Con un paio di pennate capiamo subito che questo fuzz è fatto non per bucare il mix ma per bucare tutto quello che gli si para davanti. Il sustain è mostruoso, il sound aggressivo e cattivo quanto basta. A differenza del Muff originale che ad alti livelli di gain tende ad avere delle basse che sembrano incespicare l’una sull’altra con il Custom Muff questo non succede, anzi il suono rimane sempre intellegibile e chiaro. Questo permette di avere il giusto timbro rock senza sparire nel mix. Un connubio devastante non solo per i fan dei Pink Floyd!
In definitiva il Custom Muff è davvero un pedale che ci ha stupido, una dinamica pazzesca, un timbro accattivante e una colorazione degna di nota. Il prezzo di 145 euro poi, non appare troppo elevato vista la qualità messa in gioco. Certo l’originale si trova per molto meno, soprattutto sul mercato dell’usato, ma qui non si sta parlando di un clone ma di un progetto creato sulla base di un altro con l’obbiettivo, decisamente centrato, di migliorarlo e renderlo perfetto.