di paoloanessi [user #32554] - pubblicato il 30 luglio 2014 ore 15:07
Chitarra jazz. Tre sono gli aspetti fondamentali da analizzare se si dovessero sintetizzare gli elementi più importanti nella pronuncia di un musicista: accenti, dinamica e tocco.
Oggi lavoriamo sulla cura del tocco.
Chitarra jazz. Tre sono gli aspetti fondamentali da analizzare se si dovessero sintetizzare gli elementi più importanti nella pronuncia di un musicista: accenti, dinamica e tocco. Oggi lavoriamo sulla cura del tocco.
Fare musica è l'arte che racchiude contemporaneamente il cosa si dice mediato attraverso il come lo si dice.
La cura e l’attenzione alla forma attraverso la quale esprimiamo un’idea è il cruccio che prima o poi affligge tutti quanti.
Tre sono gli aspetti fondamentali che analizzerei se dovessi sintetizzare gli elementi più importanti nella pronuncia di un musicista: cccenti, dinamica e tocco.
La dinamica si dice sia il sale della musica e a nessuno piace mangiare insipido!
Per prendere consapevolezza di questi aspetti, ci serviremo della sigla di Didattica: è musicale e facilmente controllabile, suonata interamente a duine di ottavi e con portamento swing.
Per questa lezione utilizziamo un suono clean: chitarra dritta nell'ampli con un velo di riverbero. Creeremo variazioni dinamiche servendoci solamente di mani e plettro. Quindi, orecchie e testa ben aperte e concentrate nel percepire le variazioni tra piano e forte.
Affronteremo una rosa di piccoli esercizi mirati a sviluppare la capacità di controllo del volume dalla singola nota, cimentandoci nelle svariate possibilità di crescendo e controllo del volume.
Prima di partire, chiariamo la differenza tra accenti e dinamiche: gli accenti sono controllati uno alla volta, solitamente con un procedere che risente di una certa simmetria; viceversa, la dinamica è un processo più lento nel quale si gestisce il passare dal piano al forte, o viceversa, con una certa gradualità
Una volta memorizzata la nostra sigla, cominciamo a esercitare il controllo di volume secondo i cinque differenti approcci:
TOCCO 1
Il plettro si muove leggermente tra la punta del pollice e l'indice e si avverte il movimento quando si tocca la corda: praticamente si usa solo il peso del plettro. Con questo tocco si suona raramente; può essere però funzionale con qualche nota appena accennata, magari in una ballad delicata, accompagnata da spazzole e contrabbasso in acustico.
TOCCO 2
La presa tiene fermo il plettro senza però fare pressione. Con questa impugnatura si avverte con quanta punta di plettro stiamo suonando: se è troppo pronunciata, la mano destra tende a saltellare e si perde il controllo della dinamica. Questo è il tocco comune per suonare piano ma comunque ben udibile.
TOCCO 3
Pollice e indice fanno pressione sul plettro. Si comincia a sentire l'impegno muscolare della mano che plettra. E’ il tocco per un solo jazz che buca dal sound del quartetto elettrico e senza bisogno di pedali o cambi canale.
TOCCO 4
All'aumentare della pressione tra le dita e il plettro, si aggiunge il peso della mano. Per la plettrata in giù, pari al peso della mano, dovrebbe essere l'impiego di forza muscolare per produrre la plettrata in su. E’ un tocco forte e robusto che offre scarse escursioni dinamiche per accentuare più forte alcune note. Il suo impiego più idoneo è all'apice di un improvvisazione, o in un finale roboante con alle spalle una big band!
TOCCO 5
L’ultimo tocco è detto anche "pestato", un termine quasi offensivo per uno strumentista. Suonare così, corrisponde alla maleducazione nell'uso della voce quando si grida.
Quindi, si usa molto raramente, solo per enfatizzare momenti drammatici e di grande coinvolgimento emotivo.
Nelle prossime lezioni continueremo parlando degli accenti. Buona lavoro.