di redazione [user #116] - pubblicato il 13 ottobre 2015 ore 15:30
Per molti musicisti la difficoltà principale nell'improvvisare un assolo è andare oltre la semplice riproposizione meccanica e mnemonica di esercizi e pattern studiati in precedenza. Servono idee, fantasia e creatività. E la tecnica necessaria per trasformarle in musica.
Davide Ragazzoni ci racconta che una delle domande più spesso sentita durante le sue clinic o lezioni di batteria, riguarda la capacità di costruire un assolo. Molti musicisti percepiscono le loro creazioni solistiche come banali, spesso non riuscendo ad andare oltre la semplice riproposizione meccanica e mnemonica di studi ed esercizi.
Lo spunto suggerito da Ragazzoni è di premeditare ciò che si vuole suonare, non affidandosi in fase solistica esclusivamente e una esecuzione e creazione estemporanea.
Per esempio, nell’assolo eseguito all’inizio del video, dice di aver avuto come riferimento di partenza l’idea di un concentrarsi su un singolo pezzo della batteria. Cercando poi, di farlo pian piano interagire con un altro pezzo del set, creando una sorta di dialogo speculare.
Questa, per esempio, è solo una delle tantissime idee che ci possono essere alla base della costruzione di un assolo.
Così come, sono molteplici gli scenari sonori sopra ai quali ci si può immaginare a dover pensare di improvvisare o comporre un assolo. Uno potrebbe essere una vamp, una sorta di obbligato ritmico melodico eseguito da tutta la band. Essendo il ritmo scandito dal ripetersi di tale obbligato, il batterista è libero di slegarsi dalla semplice pulsazione del tempo e – assecondando il figurato della vamp - muoversi e improvvisare.
Oppure, è frequente il fatto di trovarsi a improvvisare nel jazz, assecondando la struttura di uno standard.
In questo caso, il suggerimento è di organizzare l’assolo su una struttura fissa, magari aiutandosi cantando la melodia del brano. Ragazzoni propone come esempio uno standard con struttura AABA, dove A è pensato come un portamento classico di swing di otto battute e B come un pattern latineggiante di quattro misure. Così facendo, si diversificheranno le frasi solistiche in base ai due momenti distinti della struttura.
Immaginiamo quindi un portamento swing libero, simile a quello suonato da Ragazzoni,
per la parte A:
In questo piccolo esempio il fraseggio è indicativo: l'interplay fra cassa e rullante è personalizzabile a piacimento.
Per quello che riguarda il portamento latin, Ragazzoni suona una sorta di guaguanco orchestrato sui tom:
E’ utile unire queste due parti in modo da formare un loop e suonarle fino a memorizzarle, provando a costruire delle frasi solistiche. Il tutto mantenendo comunque chiaro in testa il disegno ritmico del loop.
Le idee e la creatività paiono quindi essere i canali privilegiati che Ragazzoni invita a percorrere per costruire un assolo. Perché questo sia possibile, le nostre mani devono però essere tecnicamente capaci di tradurre in musica, in note quello che pensiamo. La nostra tecnica deve essere efficiente e allenata. E per questo non ci sono scorciatoie: bisogna studiare i rudimenti.