Telesavalas, la principessina rosa della plettrata
di Gianni Rojatti [user #17404] - pubblicato il 14 giugno 2017 ore 17:30
La Telesavalas è l’Ibanez Rg rosa imbracciata da Paul Gilbert nei sui primi video didattici. Questa chitarra resta una delle più popolari e desiderate RG della storia; non essendo un modello signature e non comparendo in produzione in alcun catalogo era una chitarra che faceva da apripista a quella che sarebbe diventata una pratica poi consolidatissima su tante RG, il modding. Sull'impianto di una Rg 550 erano presenti modifiche vistose che lasciavano intendere un intervento estetico, funzionale e meccanico deciso da parte di Gilbert. Modifiche che anticipavano quelle che poi sarebbero diventate peculiarità dei suoi modelli signature.
La Telesavalas, che compariva al collo di Paul anche in una celebre foto promozionale dei modelli RG760 e 750, era uno strumento realizzato dal Custom Shop Ibanez di Los Angeles. La chitarra aveva una tastiera ultrapiatta in ebano e la paletta dritta. Come da lì in poi sarebbe successo su gran parte dei modelli signature di Paul, il controllo di tono era stato rimosso e c’era un unico controllo per il volume. Questo, però, era piazzato a metà tra i due pickup in una posizione che il chitarrista non avrebbe poi, più utilizzato. Ancora più singolare era la disposizione del selettore a tre posizioni dei pick up, alloggiato sul corno più basso dello strumento.
Una disposizione di controlli estrema che pareva funzionale al playing estremo del Gilbert di quegli anni: sembrava, infatti, che tutto fosse posizionato in modo tale da garantire nessun intralcio e piena libertà d’azione al lavoro furioso e perfetto di plettraggio della mano destra. Anche ponte e pick up presentavano elementi che poi non avrebbero attecchito né nella storia delle RG né in quella dei modelli signature di Gilbert. Il ponte era un Kahler Killer e i pick up erano entrambi Seymour Duncan: Invader al ponte e mini humbucker Vintage al manico.
La natura dei pick era parecchio interessante: sbilacciatissimi tra di loro (debordante e selvaggio il primo, asciutto, nervoso e contenuto il secondo) assecondavano le due anime più contrastanti ma magicamente complementari dello shred. Quello al ponte favoriva la fluidità di legati e tapping e garantiva sustain e arroganza su feedback, armonici e note strapazzate con la leva; quello al manico regalava un attacco feroce e definitssimo su sweep e pennata alternata.
Negli anni poi, Gilbert avrebbe ricreato questo equilibrio di suono e timbrica in un suo modello signature specifico la PGM500: questa montava il potentissimo Tone Zone al ponte e il più secco Humbucker From Hell al manico (una sorta di single coil fatto di anfetamine!) entrambi della DiMarzio.
La Telesavalas era verniciata con una tinta di rosa disperatamente anni ’80 e la mascherina trasparente era a sua volta verniciata in tinta col body ma dal lato interno, per farla sembrare di vetro. Nel corso degli anni questa chitarra ha subito varie modifiche: prima tra tutte l’inserimento del ponte fisso tipo Fender, con un grottesco rattoppo dello scasso esistente sul corpo con un pezzo di legno verniciato in malo modo. Poi, cambiò anche la combinazione dei pickup H/S/H e quella del selettore pickup che fu sostituito con uno a slitta tipo Fender. Infine, il volume trovò la sua sistemazione finale nella tradizionale posizione Gilbert, dove solitamente è il tono.
Una memorabile testimonianza di tutte queste modifiche in atto, la si trova nel secondo video didattico di Paul Gilbert, "Intense Rock II". La sigla di apertura è una delle più celebri canzoni di Paul, “Down To Mexico” ed è suonata con la Telesavals per l’occasione addobbata con delle frange bianche.
La Telesavalas resta una chitarra mitica, unica e desiderata da più di una generazione di chitarristi che se ne sono innamorati non per averla sentita in azione su canzoni o album memorabili ma per averla ammirata in alcune della pagine didattiche più importanti nello sviluppo della chitarra moderna e shred. I due metodi di Gilbert infatti, hanno rivoluzionato l’approccio alla pennata alternata, inventato lo string skipping e alzato a uno standard - per certi versi ancora ineguagliato - il livello di velocità, pulizia e articolazione del solismo metal moderno.