Salve a tutti amici accordiani, è da un pezzo che non scrivo su queste pagine che comunque leggo costantemente ogni giorno (lo so questa è una frase che ho ripetuto tante volte, io come molti altri; ergo prometto di essere più attivo, anche questo l'ho detto milioni di volte nella mia vita, ma non vi interessa...). Non scrivo per una chiedere una consulenza o disturbare qualcuno, né per provocare una rissa web tra chitarromani su quale chitarra suoni meglio di una Les Paul da 5000 euro a soli 100 euro; ma semplicemente per recensire una chitarrina che mi è capitata tra le mani per caso. Vi è mai accaduto di trovare un messaggio su Whatsapp, un link con in foto una Les Paul nera con sotto scritto, "hey me la recensisci? Se vuoi te la dò"? Beh a me si, no non è uno di quegli annunci che si trovano di tanto in tanto sul web, di quelli con delle eleganti signore di quarantacinque anni che appaiono in basso a destra dello schermo e ti dicono di essere tue coetanee e di vivere nel viale di fronte (quando tu invece hai ventitré anni e vivi in un casolare abbandonato in campagna e l’unica cosa che hai di fronte è l’erba del prato da tagliare) e sono ben disposte a soddisfare ogni tua stramba idea che ti baleni per la testa (una porchissima Stratocaster con il suono di una Les Paul; cit. Eric Clapton); parlo invece di un messaggio di un mio cugino (e già famiglia di “artisti”) che non avendo di meglio da fare per passare il tempo, ha iniziato una soddisfacente scalata nel mondo delle recensioni online per conto di un noto sito che credevo fino a qualche tempo fa vendesse solo prodotti d’equitazione per amazzoni. Ebbene tale sito gli ha chiesto di recensire la chitarra in questione: una Epiphone Les Paul 100. Strumento che avevo pensato di comprare anni ed anni fa, quando volevo iniziare ad avvicinarmi al mondo elettrico delle sei corde, e che il fato mi ha fatto recapitare a casa ben inscatolato nella confezione di cartone con sopra stampato il negativo di una bella Epiphone Casino dopo anni di fanatico e sfrenato Fenderismo. Avendo memorie della fascia di prezzo entry level ero del tutto pronto ad un unboxing di quelli che possono provocare crisi isteriche, conati di vomito, paura per qualche bomba cinese marchiata Isis o qualche altra strana avventura “da pacco” come quella cantata dal vecchio Califano. Mentre faccio questi pensieri mi getto sul sarcofago con la prudenza di un archeologo che teme qualche maledizione e, una volta profanato infatti, la chitarra è maledettamente bella. E la cosa mi lascia perplesso: anni di convinzioni e pregiudizi sull’orribile presenza dei dot su una Les Paul; milioni di denunce fatte per atti osceni in luogo pubblico e bestemmie lanciate da tutte le parti del mondo per ogni maledetta chitarra marchiata Gibson che usciva di fabbrica senza binding (e con quell’orribile vernice monocolore che copriva il top), finiscono, ben presto, nel cono dell’amplificatore a cui questo “mostro” è già collegato. Per un attimo ho temuto che ogni mia certezza sull’esistenza stessa fosse totalmente sbagliata, che i dogmi su cui avevo basato la mia esperienza sensiente fossero errati, mi sentivo come quell’inquisitore a cui era venuto un accidente quando aveva scoperto che il mondo non era una frittata ma qualcosa di simile ad un bignè. Dunque ho ragionato ed ho concluso che se l'essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere, quindi se il non può essere non può essere e di conseguenza non può essere, il può essere può essere e non può non essere, quindi come poteva non essere quella tastiera così comoda? Ma soprattutto, poteva essere che una chitarra dal costo poco inferiore ai trecento euro suonasse così “Zososa”? Per sicurezza faccio una doccia fredda visto che avevo sudato abbastanza e le valvole del mio ampli avevano reso un forno la stanza. Mi avvicino con cautela e ci riprovo, la imbraccio, la guardo: “maledizione è bella, e non ci sono neanche sbavature, maledetti asiatici! Ah beh, eccolo eccolo, lo sapevo che c’era qualche difetto”; la chitarra è leggera, è troppo leggera, “da spenta non suona, il corpo sarà di cartone”. Il tempo di tentare un accordo e sento le mie dita tremare come mi era accaduto solo con altre Les Paul più costose. Il centro nazionale dei terremoti non segnalava alcun sisma dalle mie parti, la maledetta suonava. “Suvvia proviamo a vedere se davvero ce la fa a volumi più consoni”. Accendo l’amplificatore e faccio scaldare il mio Tube Driver, bene, ci siamo. “Brutta figlia di… stai suonando davvero? Non c’è nessun maledetto corto circuito? Qualche saldatura fatta male? Ma certo, i pickup ceramici, è normale che mi illudano, sul pulito mostrerai le tue vili origini da muso giallo”. Tolgo l’overdrive e la megera cinese suona anche così, anzi il pickup al manico addirittura mi piace. Beh di lì a poco farò invecchiare le corde per dieci giorni di utilizzo costante in cui non ho suonato altro. Sarò eccessivo? No, il suonarla con continuità mi ha fatto finalmente trovare dei difetti, la maledetta è scomoda sulla pancia: pende verso il manico alzando, di conseguenza, troppo in altro il lato sinistro del corpo, da brava complottista comunistoide vestita di nero solo per passare alla dogana, devo cambiare tre tracolle per trovare quella giusta per piegarla al mio volere, ma poi finalmente sta lì, buona e ferma per sparare i riff dei Red Zepperin (la versione corretta del nome dopo la storpiatura cinese). I pickup dopo un po' mostrano i loro inevitabili deficit di dinamica, ed il legno del corpo non da le stesse sensazioni di chitarre più blasonate ad un'analisi più attenta, ma del resto questa chitarra è una "da una volta e via", non la donna della vita.
Che dire nel complesso? Nulla di più se non il fatto che io sia stato davvero sorpreso positivamente da quanto fatto da Epiphone su questa fascia di prezzo. La recensione video è quella “seria e pedante” che da sicuramente più informazioni tecniche rispetto a questa per iscritto in cui ho annotato le mie sensazioni in questi giorni di prova, inutile dire che io mi sia divertito molto a scoprire questa Les Paul che reputavo, fino a poche setimane or sono, immondizia. Ovviamente dopo averla suonata per un po’ di giorni ne ho avvertito i limiti ma sono rimasto colpito da come ormai, anche a cifre veramente basse, si possano trovare chitarre belle e ben suonanti. Sfatato questo dogma resta da scoprire il perché di questa penuria di chitarristi a questo punto, "prego signori venghino a toccare, prego signori venghino a toccare". |