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Roberto Caielli
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Stratocaster 50's Mexico e Danelectro Niftyfifty
di Roberto Caielli | 02 dicembre 2001 ore 17:16

E’ un po’ che volevo comprarmi una Strato e un ampli nuovo. Comincio dalla chitarra. Premesso che per farci del blues, e solo del blues, la chitarra dev’essere più che mai come la donna giusta: bella ma non troppo, pane al pane, profonda di voce e sentimenti, silenziosa quando serve, che non ti costi troppo denaro, e che ogni tanto la puoi trattare di peso. Perché non sempre siamo delicati con ciò che amiamo di più. Detto che la donna giusta devo ancora scoprire se esiste, passiamo alla chitarra. Vista appesa a un muro, piaciuta al volo, e non costa troppo: è una Strato reissue 50’s made in Mexico, daphne blue come il cielo, ma un cielo autunnale, un blu come le bianchine fiat di memoria fantozziana.

SHG 18 visto da Roberto Caielli
di Roberto Caielli | 30 novembre 2001 ore 16:49

Probabilmente, il girone dantesco dove bestemmia il chitarrista che ha peccato di manìa somiglierebbe all’Alcatraz, in una mattina di fine ottobre: con la differenza che, per contrappasso, la sua pena sarebbe di girare per saecula mani legate dietro la schiena e benda sugli occhi. E sentire, solo sentire, ululare diavoli di chitarre da destra , da manca, e la distorsione dentro la spina dorsale: io stesso, entrato nella bolgia, quella vera, non l’aldilà, mi sentivo un ampli saturato di blues, di strazio o di gioia, perché le chitarre penzolavano come corvi o come stelle perfino dal soffitto. Questa è la vera cattedrale del nostro tempo, mi son detto... questa è la dominante Chartes dei rumori afrodisiaci, l’Alcatraz, l’isola-mostro trasformato in una benedizione. Al second hand ci ho portato anche la morosa... non so perché è una costante del mio rapporto coi negozi di strumenti... e in questa grande tomba riesumata dove il rock vien giù dalle pareti perché migliaia di corde sono bruciate all’inverosimile, all’unisono, fregate l’una sull’altra... questa era la sensazione neanche tanto esagerata... second hand era un concerto live di un gruppo d’anonimi senza band, senza fiati, solo un complesso di dita... ci ho portato la morosa... per non perdermi... non so... per amore o per non spendere soldi.

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