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lorelefty
utente #847 - registrato il 09/11/2002
Città: Pagani
Genere: Blues, Jazz, Pop, Rock.
Sono interessato a: Chitarra elettrica.
Sito Internet: http://www.d-meno.tk/
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Attività

Uno spettro si aggira per Accordo...
di lorelefty | 17 settembre 2004 ore 10:51
lorelefty scrive "Compagno mancino, oggi per te è un gran giorno, non solo perchè come al solito hai imbracciato la chitarra e hai fatto l'inno americano con tanto di distorsione e "bombe" (forse ultimamente capita più spesso :| ), sapendo che nessun altro destro potrà imitare i nostri geniali assoli hendrixiani, ma anche perchè da oggi hai un nuovo partit...ehm..una nuova mailing list, nella quale dialogare e progettare la rivoluzione di noi "disagiati" del mondo della musica: devilhand@accordo.it "
Santo Stevie Antonio Vaughan!?
di lorelefty | 31 dicembre 2003 ore 14:38
lorelefty scrive "C'era una volta un mio amico fissato per Stevie Ray Vaughan, questi spese anni a tirar giù tutti i suoi fraseggi, modificando tutto il suo setup con i vari Tube-Screamer 808, Vox-Wah ecc....ma il suo suono non si avvicinava di molto al beneamato texano; dopo maniacali regolazioni, scordarure (l'accordatura delle sue chitarre è quella standard, solitamente mezzo tono sotto) e diverse ore trascorse davanti allo specchio con tanto di cappello e penna indiana per calarsi psicologicamente nel personaggio (consapevole comunque del fatto che il vero suono di Stevie sarebbe potuto uscire solo da quelle mani e da quel cuore) ormai si era deciso.."compro una Fender SRV signature e se poi va male mi tolgo la vita con un'incidente aereo (più copione di così!)"!"
Un fonico per capello
di lorelefty | 17 settembre 2003 ore 15:25
lorelefty ha scritto "Fin da quando ho iniziato a suonare su un palco ho sempre tenuto in considerazione consigli del tipo:"sii gentile col fonico", "con la diplomazia puoi ottenere tutto, mentre con l'arroganza puoi ottenere solo un clima di tensione" ecc.. Del resto un fonico dovrebbe essere lì per aiutarci, non è un nemico...beh...in questo momento attuale della mia esperienza musicale il mio rapporto con i fonici ha toccato minimi storici mai raggiunti prima, ma veniamo ai fatti..."
Passione estrema... veicolo del consumismo?
di lorelefty | 06 aprile 2003 ore 11:30
lorelefty scrive "Vintage, midi, scalloppettata, invertita, effettata, riverniciata, synthetizzata, customizzata, anticata, stravolta...non è che questo strumento sta diventando per noi un feticcio? E' sicuramente vero che, tra le razze di musicisti, quella dei chitarristi manifesta sintomi a dir poco maniacali e senza paragoni..."
Shocking Questions
di lorelefty | 10 marzo 2003 ore 23:57
Non spaventatevi!Questo post non vuole essere una dissertazione sullo studio metafisico della musica trascendentale!! E' solo frutto di domande che mi sono posto alle tre di notte, svegliandomi di soprassalto da un incubo che mi vedeva ospite alla trasmissione "Sottovoce", con Marzullo che mi chiedeva: "secondo lei, alla luce della sua esperienza di musicista (!), qual'è la sottile differenza tra l'arte visiva e quella musicale? Perché quando osserviamo un quadro o un film che ci piace, ad esempio, non saremmo disposti (salvo casi eccezionali!) a rivederlo più di due o tre volte, a differenza di quando ascoltiamo il nostro disco preferito, che riproduciamo nello stereo tantissime volte, quasi fosse una droga che a volte accresce la nostra voglia di riascoltarlo? Qual'è il segreto estetico della musica rispetto alle altre forme d'arte?" Sicuro di ricevere da voi l'illuminazione vi giro la domanda (o l'incubo?).P.S.:Il vincitore del quiz ha diritto ad uno splendido soggiorno in una casa di cura americana, in dolce compagnia di un certo Marylin Manson...
Arte e passione estrema... veicolo del consumismo?
di lorelefty | 10 marzo 2003 ore 23:54
Vintage, midi, scalloppettata, invertita, effettata, riverniciata, synthetizzata, customizzata, anticata, stravolta...non è che questo strumento sta diventando per noi un feticcio? E' sicuramente vero che, tra le razze di musicisti, quella dei chitarristi manifesta sintomi a dir poco maniacali e senza paragoni...Alcuni malignamente la spiegano così: insicurezza. E se fosse il business consumistico che ci vuole sempre più bisognosi di qualcosa che poi non ci serve affatto? Ammesso che sia così, fino a che punto concorre quest' ultimo, secondo voi, a renderci desiderosi ed insoddisfatti, pur di alimentare la gola del commercio musicale, sfruttando un'eventuale nostra apprensione di apparire e competere musicalmente con gli altri? Personalmente a volte mi verrebbe davvero voglia di fare il "francescano" e buttare tutta sta roba giù dal settimo piano (beh, non esageriamo, magari con i pompieri che aspettano di sotto col tendone) e rimanere solo io e lei, struccata, acqua e sapone, come quando me ne innamorai al negozio, avevo quindici anni e alle spalle solo il giro di Do. Ma ora, visto che il momento di lucidità è passato e sono ritornato in me, vado a spararmi una overdose di assoli con la mia megastrato in legno di ciliegio stagionato, i miei effetti a circuitazione "Copperfield", inserendo il jack nel mio ampli vintage a dinamo del 1879. ....E adesso con questo combo non mi prende più nessuno...
Note sospese giù allo stivale
di lorelefty | 05 marzo 2003 ore 23:55
lorelefty scrive "La problematica che affronterò non coinvolge solo il mondo musicale ed artistico, essa è solo una sfaccettatura dei tanti lati di un prisma, che rappresenta una questione secolare e che risale alle origini del nostro paese. Desidererei solo riportare l'effetto e quindi il disagio che esso provoca in questo settore, al fine di sensibilizzare chi ancora (ma ce n'è ancora qualcuno?) ignora l'arretratezza economico-culturale (e sociale) del sud. Ci proverò con una favoletta: Mario Rossi è un ragazzo della provincia di Salerno (o Bari, Reggio Calabria, Catania…a voi la possibilità di immedesimarvi) che fin da piccolo nutre forte passione per la musica, ha imparato un po' da solo a suonare la chitarra elettrica, dopo qualche anno una persona esperta però ha visto in lui un talento e gli ha consigliato di prendere lezioni private, Mario adesso cerca una scuola dove imparare al meglio come applicare le proprie idee, affinare al meglio la tecnica, studiare teoria; sente che forse, seguito un po', potrebbe fare in futuro della musica un mestiere o magari suonare addirittura in un disco. "
Ibanez PUE5 Tube
di lorelefty | 05 marzo 2003 ore 11:36
lorelefty scrive "L'invincibile potenza della semplicità. Quante volte avremmo desiderato il fedele suono dei nostri vecchi cari pedalini unito alla comodità di una pedaliera multieffetto come quelle di oggi, solo per evitare balletti di tip-tap tra un passaggio di suono e l'altro detestando gli amici che cinicamente con i loro "freddi" robot GT-Boss ci sfottevano dicendo: "hai voluto i pedalini e mò pedala!"... Beh non avendo la vocazione per la danza, o semplicemente non avendo a disposizione abbastanza soldi, molti sacrificano il suono alla comodità, acquistando delle pedaliere piene zeppe di effetti che emulano anche il rumore del nonno che russa davanti alla TV (ovviamente c'è chi preferisce queste ultime proprio per i suoni o altre esigenze particolari, ma in molti casi è una scusa!), altri frequentano corsi serali di mambo pur di rimanere fedeli al proprio DS-1 , TS-09 e affini. Io, invece, negato per il ballo, tempo fa acquistai una semi-sconosciuta pedaliera: la IBANEZ PUE 5 TUBE, rispolverata nuova da un negoziante che ce l'aveva da anni dimenticata in deposito e ancora chiusa nello scatolo. "
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