Sempre alla ricerca dell’ultimo ritrovato tecnologico che possa rivoluzionare il loro sound, spesso i chitarristi non considerano quanti orizzonti sonori hanno già ai loro piedi, solo guardando la propria strumentazione con un occhio diverso.
Una regolazione insolita e un ordine diverso per gli effetti in catena possono svelare mezzi espressivi inaspettati. Lo scopriamo miscelando i semplici concetti di ritardi e variazioni di volume.
L’ordine degli effetti non segue regole prestabilite. Esistono indicazioni di massima, consigli per raggiungere condizioni tipiche e più comuni, ma conoscere il modo in cui ogni effetto interagisce con il successivo è il primo passo per liberarsi dai vincoli e addentrarsi nella sperimentazione totale.
Lo abbiamo visto con , dove più effetti possono essere messi in successione per avere pieno controllo sulla pasta sonora finale. Abbiamo poi scoperto le potenzialità di un pedale classico, . Ora possiamo mettere a frutto quei concetti per creare e controllare paesaggi sonori in completa libertà.
Nel prossimo esperimento ci concentriamo sugli effetti di tempo e dinamica, cioè relativi al livello del segnale. Nello specifico tiriamo in ballo un delay e un tremolo, ampliando poi il discorso con un pedale volume.
I concetti illustrati nel video ruotano intorno a una singola idea di base: ogni pedale influenza il segnale intero che gli si dà in ingresso e su esso applica il suo effetto. Cambiando questo segnale, il risultato finale varierà sensibilmente.
Pertanto, posizionare un pedale che altera il volume del segnale come un tremolo a inizio o a fine catena non è del tutto corretto e neanche del tutto errato. Dipende unicamente dal risultato che intendiamo ottenere.
Un tremolo a inizio catena, seguito da effetti di ritardo come delay e riverberi, avrà meno peso nell’economia finale in quanto inciderà unicamente sul segnale dry dello strumento. Le code generate da delay e riverbero continueranno a susseguirsi arrivando intatte all’amplificatore, senza essere intaccate dal tremolo.
Viceversa, se posizioniamo il tremolo alla fine, il suo effetto di attenuazione ciclica del volume sarà applicato all’intero segnale costruito fino a quel momento, accentuando così la sua componente ritmica e “tagliando” anche le code di riverberi e delay.
Ciò va preso in considerazione anche in relazione ad altri tipi di effetti. Un tremolo posizionato dopo un overdrive attenuerà tutto il segnale distorto, per intero. Se lo posizioniamo prima, invece, attenuerà il segnale dry e il risultato sarà che nell’overdrive entrerà un segnale pulito sempre di livello diverso, e il gain risultante cambierà ciclicamente con esso: così come abbassare il volume della chitarra provocherebbe minor saturazione, allo stesso modo un tremolo a monte non si limiterebbe ad abbassare e alzare il volume della distorsione, ma trasformerebbe attivamente la pasta sonora facendo in modo che l’overdrive si muova ciclicamente tra un segnale pulito, uno appena increspato e una saturazione piena.
Ciò a dimostrazione che un effetto del genere può avere un ruolo ben preciso in una posizione della catena, ma si trasforma quando lo si piazza in un punto diverso.
Le potenzialità espressive diventano evidenti quando si rimpiazza il tremolo con un pedale volume, oppure se ne aggiunge uno a una catena di effetti già complessa come quella mostrata in video.
Qui, se il volume viene chiuso a fine catena, il segnale per intero verrà a mancare e si avrà il silenzio totale. Tuttavia, i pedali precedenti stanno continuando a ricevere segnale dalla chitarra e potranno quindi continuare a generare suono, anche se questo non arriva all’amplificatore. È qui che l’uso di un delay dalle molte ripetizioni può rivelare velleità inedite, creando tappeti sonori che il musicista potrà introdurre nel mix in maniera graduale alzando il pedale volume solo in un secondo momento.
Ancora, se il pedale volume è posizionato a metà corsa, in un punto strategico tra più linee di ritardo, sarà possibile controllare le suddette code mentre ce ne sono altre che si esauriscono gradualmente a valle del nostro pedale volume.
Non esistono limiti a ciò che si può produrre, una volta padroneggiati i concetti che regolano gli effetti e le dinamiche dei propri suoni. L’unico vincolo è la vostra personale fantasia, che siamo curiosi di conoscere nelle vostre sperimentazioni sonore. |