di redazione [user #116] - pubblicato il 23 marzo 2021 ore 07:30
Questo sabato, 27 marzo alle 15, una Masterclass legata all'utilizzo degli effetti sul basso elettrico. Equalizzazione, compressione e distorsione su tutti ma anche Octaver / Pitch, Fuzz, Chorus e ambienti. Per garantirsi maggiori possibilità espressive ed essere ancora più propositivi nell'assecondare le esigenze sonore e musicali di band e artisti con cui si collabora. In cattedra Luca Nicolasi.
I bassisti rispetto ai chitarristi sono più restii ad usare gli effetti...perchè bisognerebbe vincere questa reticenza?
Per un chitarrista, l’utilizzo degli effetti è quasi quasi imprescindibile. Il bassista, invece, ha sempre una sorta di scetticismo nello "sporcare" il proprio suono con degli effetti. Eppure sono molti i contesti in cui l'aggiunta di colore e carattere al timbro, aiutano a dare al basso una voce nuova, contribuendo a creare un'identità riconoscibile.
Del resto, molte icone del Basso Elettrico hanno il loro marchio di fabbrica proprio nel suono e, in questo, l’utilizzo degli effetti ha giocato un ruolo importante.
Per esempio? Facci dei nomi...
Beh, pensa a Bootsy Collins, bassista che ha segnato le sorti del Funk a partire da James Brown fino ai Funkadelic / Parliament: il suono suono è praticamente marchiato Mutron III e sprizza Autowha da tutti i pori!
Oppure Justin Chancellor dei Tool ha rivoluzionato il suono di Basso con la sua distorsione cristallina.
E poi penso a Pino Palladino ed il fretless con il chorus nei dischi di Paul Young. Invece, in un ambito molto più alternative e, se vogliamo, estremo Les Claypool proprio grazie anche a effetti bizzarri e sopra le righe. ha messo il basso in primissimo piano nei suoi Primus.
La lista potrebbe non finire più: I suoni sintetici di Chris Wolstenholme dei Muse; la compressione e la distorsione di Billy Shehaan; Jaco Pastorius con il Delay MXR a rack, Thundercat e l'uso del Pickup esafonico…
E questi sono solo alcuni esempi di come gli effetti possano giocare un ruolo protagonista in tanti contesti musicali, senza necessariamente sconfinare nella sperimentazione.
Di cosa parlerai nella tua Masterclass?
L'intenzione di questo seminario è quella di analizzare gli elementi e le variabili del nostro suono: vorrei tracciare un percorso che parte dalle nostre mani e arrivare al processazione del segnale, agli effetti.
Equalizzazione, compressione e distorsione saranno senza ombra di dubbio i temi caldi con una particolare attenzione a come questi elementi possano interagire tra di loro e come il posizionamento in catena possa essere determinante.
Ma parlerò anche di Octaver / Pitch, Fuzz, Chorus e altre modulazione e, ovviamente, gli effetti di ambiente. Per tutti ci sarà cenno teorico supportato da esempi sonori
Al bassista che deve acquistare il suo primo pedale, da cosa consigli di partire?
Al bassista che volesse avvicinarsi al mondo degli effetti è naturale consigliare un compressore, un octaver o un chorus che sono senza dubbio tra i più utilizzati. Ma la mia prima scelta su cosa consigliare, ricadrebbe probabilmente su un buon Drive.
Un po' di saturazione / distorsione può dare quel carattere in più in molto ambiti: Blues, Rock, Pop, Soul, Funk. Un overdrive, se ben miscelato e gestito, diventa come il prezzemolo!
Quali sono gli effetti che non manheranno mai nella tua pedaliera?
Come si evince, sono un grande fan del drive, e assieme al compressore sono sempre presenti nella mia pedaliera, mi aiutano a dare forma e posizionamento nel mix e più definiti.
Qual'è la marcia in più che l'utilizzo degli effetti può dare a un bassista?
Saper utilizzare gli effetti ed avere una precisa conoscenza del suono che si vuole ottenere, non solo garantisce maggiori possibilità espressive ma permette di assecondare le esigenze artistiche della band o dell'artista che accompagniamo. Proporre suoni freschi e moderni può dare maggior respiro agli arrangiamenti ed una maggior riconoscibilità al nostro suono