di Oliver [user #910] - pubblicato il 25 ottobre 2012 ore 07:30
BaCh, azienda ceca famosa per l'ottima qualità prezzo dei suoi strumenti, produce una copia Explorer decisamente interessante. Non mancano le pecche, ma la chitarra suona e si fa suonare, oltre che ammirare con il suo appariscente spalted maple e le linee aggressive.
No, non è un articolo sulla musica classica. BaCh è una ormai nota azienda ceca (ma che guarda lontano!) che produce chitarre e bassi dal prezzo molto contenuto, ma dalla qualità spesso molto apprezzata. Il catalogo, consultabile online presso il sito del distributore italiano (e costantemente aggiornato soprattutto sull'effettiva disponibilità dei modelli, e non è poco), è piuttosto ricco e appetitoso, e vi si possono trovare modelli ispirati a quasi tutti gli strumenti più famosi, dalla Stratocaster alla Les Paul, dal Precision al Thunderbird, con tutto quello che c'è in mezzo. Una manna soprattutto per le nuove leve, che possono scegliere strumenti esteticamente molto attraenti senza dovere spendere molto. Per i più esigenti, ci sono anche le versioni I-Spira equipped, selezionate e settate a dovere a garanzia di una qualità superiore.
Dalle mie parti non si trovano facilmente, e fino a poco fa le avevo potute solamente osservare senza provarle, constatando la buona cura nelle finiture ma nulla più. La richiesta di un amico di mio figlio di occuparmi dell'ordine di una di queste chitarre (indovinate chi gliel'ha suggerita) mi ha messo nelle condizioni di averla a disposizione per il tempo necessario a valutarla come si deve.
La chitarra mi è stata recapitata in tempi estremamente brevi, con un'efficienza che siamo abituati a riconoscere più facilmente ai noti distributori teutonici, piuttosto che ai nostri. Il modello scelto dal giovane rocker è catalogato come BEXP MJBS TRD, una astrusa sigla che in realtà corrisponde a una splendida riproduzione di una moderna Explorer (più in stile Hamer che Gibson), che all'apertura dell'imballo lascia oggettivamente senza fiato. La chitarra è splendida, nella sua finitura cherry trasparente che lascia gustare le bizzarre macchie dello Spalted Maple che ne ricopre il top (probabilmente un sottilissimo strato, ma che differenza fa?) e il piacevole legno di body e manico, che assomiglia maledettamente al mogano.
Il body, privo di battipenna, è bordato da un binding bianco che ne sottolinea le forme, a mio avviso elegantissime almeno quanto eccentriche. Il disegno dell'Explorer, oggi associato naturalmente alla scena hard rock ed heavy metal, risale ai primi anni '50 e ha tra le sue peculiarità una ricerca ergonomica che lo rende comodissimo e razionale. Il manico ha il tacco riportato ma (ho controllato tre volte) incredibilmente non ha alcun tipo di giunzione a livello della paletta. Come nelle famose Hamer alle quali si ispira, la tastiera ricopia quella della Les Paul Standard, con binding e segnatasti trapezoidali in pearloid. L'hardware, in configurazione tradizionale, si compone della solita accoppiata Tune-O-Matic più Stopbar, che sembrano di buona qualità, meccaniche regolabili prive di marchio ma dal funzionamento preciso e stabile, due humbuckers marchiati BaCh e una configurazione elettronica un po' particolare: manca infatti il selettore dei pickups, che sono controllati da due volumi separati e hanno il tono in comune. La soluzione non è il massimo per la gestione dal vivo, ma ci si può abituare e, in fondo, con chitarre di questo tipo non è che si usi spessissimo il pickup al manico.
Ma. Oltre alle lodi, vanno sottolineati anche dei piccoli nei, più o meno importanti. Uno, proprio da pignoli, riguarda la verniciatura lucida: guardando il top a filo di luce si intuiscono zone con uno spessore di vernice leggermente superiore, come se la chitarra fosse stata appesa dopo avere ricevuto una mano un po' troppo abbondante di vernice. Ripeto: un difettuccio minimo e quasi invisibile. Il bilanciamento: la Explorer è molto apprezzata anche per questa sua dote, ma questa Explorer di per sé non proprio leggerissima, tende a pesare un po' in testa. Ma la motivazione è semplice e il problema si corregge facilmente: l'attacco anteriore della cinghia è stato posizionato sulla spalla (o ciò che ne rimane) superiore. Basta spostarlo alla base del manico, dove non dà alcun fastidio nemmeno suonando nelle posizioni più alte (cosa agevolissima con questo strumento), e la chitarra si bilancia immediatamente, dando anche l'impressione di pesare di meno. Ultimo neo, questa volta non secondario: la chitarra, così come è uscita dalla scatola, non era suonabile. Non per una questione di setting (anzi, direi che era settata decisamente bene), ma per un difetto nella posa dei tasti (medium jumbo): infatti ben due tasti risultavano troppo alti, il terzo sul lato dei bassi e il decimo sul lato dei cantini. Quando dico troppo alti intendo che nemmeno un'action decisamente alta avrebbe impedito alle corde di bloccarsi (letteralmente) in alcune posizioni della tastiera.
Il problema è stato in realtà risolto in 15 minuti: lima, carta abrasiva, pasta abrasiva e un po' di manualità hanno velocemente riportato all'ordine i due tasti ribelli. La chitarra ha recuperato tutta la sua suonabilità, ma non tutti sono nelle condizioni di arrangiarsi in questi lavoretti, e una sessione dal liutaio comporterebbe sicuramente una spesa di qualche decina di euro. Ovviamente questo è capitato all'esemplare che ho sotto mano, non so se e quanto spesso simili circostanze si verifichino nella produzione standard.
In ogni caso, una volta messa in condizione di suonare normalmente la chitarrina suona, eccome! la sensazione è di avere addosso un vero strumento che fa il suo lavoro. L'accordatura tiene perfettamente, la sezione del manico, simile allo slim taper Gibson, è piacevolissima e la mano ci si adatta perfettamente. Action bassa, se serve, una buona risposta delle corde e vibrazioni che si propagano in modo "sano". I due anonimi pickups fanno più che dignitosamente il loro lavoro, con un output medio (vintage-oriented, non roba da metal) e un sufficiente bilanciamento. Non sono certo Burstbucker, ma consentono di suonare tranquillamente: non avrei alcun problema a portarmela dietro per un live, tanto per capirci. Nella breve prova che segue l'ho collegata ad un piccolo valvolare (di cui vi parlerò a breve) attraverso la mia Vox Tonelab LE, della quale uso un'unica patch.