Costruisco chitarre elettriche per passione ormai da qualche anno e spesso mi diverto a fare esperimenti. Tempo fa, aiutando mio cognato in un trasloco in una corte della bassa bresciana, mi sono imbattuto in una vecchia asse di legno (almeno sessant'anni), probabilmente utilizzata come panca o come piano di appoggio. Era un pezzo di legno logoro e impolverato ma consistente e pesante. Avevo già in mente di cimentarmi prima o poi nella costruzione di un chitarra con materiale di riciclo e questa era l’occasione propizia da sfruttare al volo.
Ho subito segato l’asse nel centro per accertarmi che qualche simpatico animaletto non avesse fatto casa, e ho avuto la piacevole sorpresa di trovate un legno compatto e soprattutto bello da vedersi. Ho faticato a capire che legno fosse, ma al 99,9% dovrebbe essere Olmo.
La forma e la larghezza dell’asse non consentivano la costruzione della chitarra in un unico pezzo. La lunghezza era comunque sufficiente per ricavarne due pezzi da incollare e da sagomare con una forma accettabile.
Considerata l’anzianità del legno, mi è sembrato naturale pensare all’impostazione di una chitarra in stile rustico o, se preferite, dal gusto vintage. Ho pensato quindi a trattare e rifinire il legno in maniera da mettere in risalto le venature e la vecchiaia, con tutti i pregi e difetti che un legno stagionato può a vere. Non vi nascondo di essermi ispirato a quanto già fatto da Manne, che ha ricavato utilizzando un vecchia botte di invecchiamento per il whisky.
Ho quindi deciso di passare alla costruzione del manico, che ovviamente doveva essere anch’esso frutto di un riciclo. Ho dormito per anni su fantastiche doghe in faggio, molto spesse e ormai assolutamente stagionate. Quando si è trattato di disfarsi del letto, le ho accantonate in un angolo del garage, sapendo che prima o poi ci avrei fatto qualcosa.
Ho letto che il faggio viene già impiegato nella costruzione dei manici ma spesso tramite assemblaggio lamellare. Ho costruito dunque un manico a tre sezioni, incollando le doghe di faggio girate di 90° rispetto al senso del loro vecchio utilizzo. Ho ottenuto così una struttura più solida, coadiuvata da un truss-rod a doppia regolazione e paletta inclinata di alcuni gradi. Il manico è assemblato al corpo tramite quattro viti con piastra stile Fender.
La forma della chitarra è originale ma ispirata a quella della Les Paul. Per la parte elettronica, ho optato per un cablaggio in stile PRS, con pickup humbuckers e switch a cinque posizioni (single coil interni ed esterni in posizione due e quattro). I pickup sono Seymour Duncan (Jazz al manico e JB al ponte), rimossi tempo fa da un’altra chitarra, tanto per essere fedele anche in questo al concetto di riciclo. Il ponte è Gotoh stile Gibson con attacco corde
thru body per una maggiore coesione con il legno.
Per ottenere un effetto più vintage, ho usato un turapori nero Timbermate che ho anche impiegato per stuccare le crepe superficiali. Questo ha accentuato la trama e le venature del legno che risaltano grazie alla finitura con olio di Tung.
Il risultato estetico è perlomeno suggestivo (c’è chi dice che è bella ma è giusto che non sia io a giudicare). La cosa che mi ha però sorpreso maggiormente, è che suona particolarmente bene, probabilmente anche grazie anche agli ottimi pickup. Il legno del corpo vibra e continua a vibrare in maniera considerevole e con un volume maggiore del solito. Non so quanto peso abbia in questo la stagionatura dei due legni usati, ma da profano ho l’impressione che questa sia la ragione principale.
Spero che qualcuno tra gli accordiani professionisti della liuteria abbia qualche commento da fare alle mie osservazioni. Mi piacerebbe approfondire l’argomento e capire meglio circa il legame tra la stagionatura del legno e il sustain (se esiste), e sull’influenza che può avere sul suono finale di una chitarra elettrica.
Sono particolarmente orgoglioso di questa mia creatura che, partita come progetto low cost, si è poi rilevata all’altezza di una chitarra vera. Posso tranquillamente affermare che è un pezzo unico, visto che di quel legno rimangono pochi rimasugli, e che l’olmo pare non sia facile da trovare.
PS: all’ultimo SHG35 avevo Gwynnett come vicino di banco e ho potuto ascoltare il suono di questa chitarra con il suo giocattolo. Insieme stavano benissimo.