La capacità di apprezzare e fare arte è strettamente collegata al livello culturale di un Paese e alla sua capacità di educare i giovani. Anche di questo si è parlato al convegno "Il Sud Riaccende La Musica". Affronta l'argomento Maurizio Piscitelli, del Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, di cui si riporta di seguito l'intervento.
Oggi, in tutti i Paesi civili, "ragazzo" coincide con "studente". Perché se non va a scuola è un caso anomalo, almeno così si ritiene nella maggior parte dei Paesi occidentali del mondo. E allora quale luogo migliore per formare il futuro cittadino se non proprio la scuola? Una scuola che ormai ha rinunciato da tempo a essere mero luogo di trasmissione di saperi, una scuola che si rende conto che deve formare persone che vivano consapevolmente il loro tempo, una scuola che deve formare il cittadino a 360 gradi, e che deve formare anche un pubblico.
Si è parlato di rilancio della musica al Sud. Io ho assistito a due eventi alcuni giorni fa: il 2 e 3 maggio. Il 2 maggio c'è stato un concerto al Castel Sant'Elmo a Napoli: Michele Campanella e Salvatore Accardo che suonavano insieme dopo vent'anni. Evento salutato da un pubblico entusiasta e caloroso. Napoli, in questo caso simbolo del Sud, ha espresso delle realtà musicali straordinarie. Il 3 maggio, al San Carlo, c'è stato un concerto straordinario con Pinchas Zukerman. Ma in questo caso l'età media del pubblico era assolutamente al di sopra dei sessanta. È un segnale allarmante, perché se non si punta sui giovani, se si continua a ritenere che debbano andare soltanto in pochi a seguire questi eventi, se non si forma un pubblico, la musica continuerà ad andare sempre più in crisi. Ormai la crescita dei conservatori si è rivelata quella che tutti sappiamo: si svuotano.
Noi, come ministero, abbiamo cercato di lanciare una serie di iniziative di fondazione coinvolgendo i docenti delle scuole di didattica della musica e delle scuole medie. Il 2013 dovrebbe essere un anno importante per la scuola media: nel '63 nasceva la scuola media unificata. Non credo che molti di voi abbiano sentito di questa ricorrenza né mi sembra sia stata celebrata in maniera opportuna, segno di un evidente disinteresse per un intero settore della formazione degli studenti. Ancora, abbiamo varato un'iniziativa per varare la costituzione di cori studenteschi. Quando pensai al titolo di questo progetto, che si chiama "Mille Cori", ero preoccupatissimo all'idea di fare una brutta figura coi miei superiori al ministero. Insomma, non sono stati mille, sono stati 998, ma la faccia l'ho salvata, il corso è andato e auguro una seconda edizione. Ciò dimostra che da parte della scuola e dei docenti c'è una grandissima volontà di migliorarsi, di confrontarsi con le nuove tecnologie… L'attività del ministero è stata intensissima, ora si spera soltanto di abbassare l'età degli studenti, cioè di partire dalla scuola primaria. La vera difficoltà che stiamo incontrando è trovare la disponibilità degli insegnanti della scuola primaria con alle spalle degli studi musicali, a metterli a servizio di questa grande sfida che abbiamo lanciato. Questo resta un nodo cruciale: l'avviamento precoce. So che i pedagogisti sono contrari a questa definizione, però prima si comincia ad accostarsi allo strumento e più speranze abbiamo di formare un pubblico. Un interesse nella musica c'è, anche se è molto cambiato. È chiaro che oggi lo studio di uno strumento appare ai ragazzi come qualcosa di difficile, bisogna puntare sulle professioni alternative sempre nell'ambito della musica, sull'impiego delle apparecchiature elettroniche a servizio della musica… Tuttavia una certa preoccupazione, senza sfociare nel pessimismo, è veramente d'obbligo. Speriamo che quest'anno possa segnare una svolta e soprattutto che si parta finalmente dalla scuola primaria.
Maurizio Piscitelli |