Le modifiche alle leggi che regolamentano gli istituti di formazione musicale influiscono inevitabilmente su tutto il sistema musica. Enrico Volpe, docente al Conservatorio di Salerno, spiega in che modo il nuovo ordinamento imposto ai conservatori italiani modifica gli equilibri della cultura musicale e del mercato degli strumenti. Di seguito il suo intervento.
Nel 1999, i conservatori hanno subito una riforma, relativa a un allineamento a livello europeo, che li ha trasformati in istituti di alta cultura, trasformando i vecchi corsi ordinari in corsi di tre più due anni, al pari dell'Università. Dal dicembre 2012, tutti i titoli di studio conseguiti con il vecchio ordinamento da chi è in possesso di una maturità hanno lo stesso valore di un diploma di laurea di secondo livello. Oggi l'ammissione al conservatorio ora è ammessa a 18 anni. Prima dei 18 anni, mentre è attuato il sistema "tre più due", non ci si potrebbe accedere. Fermiamoci un attimo e ragioniamo su questo punto. Vogliamo chiudere i Conservatori? Non aggiustiamo la norma. Vogliamo tenerli aperti? Troviamo il sistema per garantire un'istruzione ai nostri studenti. Non dimentichiamo che, di tutto questo discorso, sono gli studenti a pagare le conseguenze: il conservatorio non costa più quaranta euro l'anno, ma arriva anche ai mille euro. Sono tasse universitarie a tutti gli effetti. Una famiglia oggi, prima di far intraprendere un percorso di studio musicale al proprio figlio, ci penserà dieci volte. È normale che ci sia un riscontro in negativo anche per la vendita dello strumento.
Prima era un discorso di formazione diverso: un docente prendeva per mano un bambino a sei o sette anni e lo seguiva per tutto il suo percorso di studio. Questa è la formazione migliore che si possa dare a un ragazzo. Oggi come oggi, alla luce di questa riforma e considerando il target d'età, l'offerta formativa non si può fare più con delle ore dedicate solo ed esclusivamente a una disciplina. Il ragazzo che oggi si diploma in conservatorio affronta delle discipline che fino a qualche anno fa neanche erano nel piano dell'offerta formativa del conservatorio. Prima l'onorevole Piscitelli invitava di notare l'età media del pubblico al teatro, che è decisamente avanzata. È una realtà a cui stiamo assistendo da anni, ma l'assenza di giovani è frutto di una crescita culturale che è venuta a mancare dall'inizio. Come Conservatorio, noi possiamo fornire una determinata preparazione ai ragazzi di una fascia d'età superiore ai 18 anni. Quanto alla fascia precedente, possiamo conformarla, ma non possiamo formarla. Ecco allora i licei musicali, le scuole a indirizzo musicale, lo studio della musica nelle scuole primarie che indirizzino verso il conseguimento degli studi di Conservatorio… altrimenti si può studiare semplicemente musica privatamente, senza conseguire un titolo di studio e fare lo stesso musica. Quante persone, in passato, hanno intrapreso una carriera concertistica senza conseguire degli esami in Conservatorio? Non è il titolo di studio che ti permette di essere bravo, anzi forse il talento cammina da sé, non ha l'urgenza di seguire un determinato percorso di studio. Questa crisi a livello singolo si manifesta poi a livello istituzionale per quanto riguarda la formazione di orchestre e cori.
Parlo esclusivamente a titolo personale assumendomi le mie responsabilità. Sono docente al conservatorio di Salerno da cinque anni. Ebbene il conservatorio di Salerno, per quanto mi risulta, oggi è l'unico conservatorio al centro-sud a non avere corsi pre-accademici, peraltro dichiarati non conformi. Conta 1500 allievi e 150 docenti. Su queste persone noi contiamo in maniera determinante soprattutto perché l'offerta formativa non riguarda solo lo strumento classico, ma abbiamo tutte le tipologie per quanto riguarda la musica jazz, in quanto Salerno con tutta la Provincia ci ha fatto una forte richiesta a riguardo. Quando è nato il jazz esisteva solo la classe di musica jazz, a Salerno invece abbiamo tutte le discipline per i singoli strumenti a indirizzo jazz. Seguiamo i nuovi regolamenti, andiamo avanti e siamo intenzionati a continuare. Non è una sfida, si tratta semplicemente di fornire al cittadino ciò che la legge richiede, mirando a offrire un titolo spendibile in tutto e per tutto a livello europeo, come le normative europee dettano. |