di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 25 luglio 2013 ore 17:07
Da qualche giorno sul web è tutto un discutere sulla recente dichiarazione di Giovanni Allevi: "Beethoven non ha ritmo". Ora, per quanto io abbia sempre fatto il possibile per ignorare quel signore (Allevi, non Beethoven), alla fine ci sono cascato e ho deciso di informarmi a riguardo.
Per chi non avesse seguito la vicenda, Giovanni Allevi ha commentato così la situazione musicale odierna e lo scarso interesse dei giovani nei confronti della musica colta: "Un giorno ho capito che dovevo uscire dal polverone e cambiare approccio con la musica, anche se si trattava di quella classica. Stavo ascoltando a Milano la Nona Sinfonia di Beethoven. Accanto a me un bimbo annoiato che chiedeva insistentemente al padre quando finisse. Credo che in Beethoven manchi il ritmo. Con Jovanotti, con il quale ho lavorato, lui ho capito cos'è il ritmo, elemento che manca nella tradizione classica. Nei giovani manca l'innamoramento nei confronti della musica classica proprio perché manca di ritmo".
Manco a dirlo, apriti cielo. "Allevi non sa un cavolo di musica" o "Beethoven è un maestro nel ritmo come nella melodia, Allevi farebbe bene a studiarselo" e ancora "Non si può paragonare Jovanotti a Beethoven, è un sacrilegio". Non che il personaggio in questione non ci guadagni, da tutto questo rumore. Ora, fermo restando che tecnicamente non si discute che la musica di Beethoven abbia ritmo, cosa ha detto di così orribile il piccolo Giovanni? Non è forse vero che i giovani sono annoiati dalla musica classica e preferiscono Jovanotti? Non è vero che, presumibilmente, uno dei motivi di questa scelta è da imputare alla presenza di un beat, poco impegnativo e martellante, che risulta più facile da digerire alle orecchie di un profano rispetto a un'orchestra di archi e fiati?
Lascio a voi i commenti ed evito di dilungarmi, limitandomi a un'osservazione: non ho mai sentito Beethoven in una discoteca e raramente ho saputo di under-60 che sappiano apprezzarne la musica, eppure basta aggiungere una batteria e un wobble bass perché "Sonata al chiaro di luna" diventi una hit dubstep da 325mila+ visualizzazioni su Youtube. E dubito che ad ascoltarla siano gli stessi che frequentano le sale dei conservatori. Vuoi vedere che, a questo giro, quel disgraziato di Allevi ne ha detta una giusta?