di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 16 luglio 2014 ore 11:00
Le corde lisce, o flatwound, si contrappongono alle comuni roundwound ruvide per chitarra elettrica. Spesso sono associate al jazz, ma le loro peculiarità potrebbero tornare utili anche in contesti diversi. Le abbiamo confrontate sul campo per trarne delle conclusioni a caldo.
Le corde lisce, o flatwound, si contrappongono alle comuni roundwound ruvide per chitarra elettrica. Spesso sono associate al jazz, ma le loro peculiarità potrebbero tornare utili anche in contesti diversi. Le abbiamo confrontate sul campo per trarne delle conclusioni a caldo.
È convinzione comune che le corde lisce siano fondamentali nel jazz, ma poco indicate in altri contesti. Come spesso capita, però, ci sono numerosi esempi che potrebbero mettere in dubbio questo dogma. Lo stesso spirito di sperimentazione che è alla base della passione per la chitarra non può non far sorgere la curiosità: come suonerebbe la mia elettrica con delle corde lisce?
Tutti prima o poi se lo chiedono, pochi però arrivano fino in fondo. Noi ci abbiamo provato.
I motivi che potrebbero portare a preferire una corda liscia (flatwound) anziché una ruvida (roundwound) sono molti.
Innanzitutto una corda liscia è… liscia sotto le dita, il che fornisce un feeling decisamente particolare.
Le corde lisce sono caratterizzate da un sound più caldo, che potrebbe tornare utile in caso di chitarre troppo brillanti. Inoltre, la scalatura delle singole corde di solito è differente rispetto a una muta roundwound: una D'Addario .010, per esempio, arriva a .046 nella versione roundwound e a .048 in quella flatwound, con tutte le corde intermedie leggermente più spesse. Nella muta flatwound, la terza corda misura .020 ed è avvolta, contro una .017 non avvolta della muta ruvida. Per trovare una terza corda simile in una D'Addario roundwound, bisogna salire fino a una muta .012-.054.
Le corde risultano quindi dotate di maggior tensione senza doversi trovare dei Mi basso e cantino troppo grossi.
Ultimo ma non ultimo, una corda liscia accumula meno sporco, perché non ci sono i micro-solchi degli avvolgimenti roundwound, o comunque sono molto meno pronunciati. Risulta quindi più facile da tenere pulita e ha mediamente una vita più lunga.
Quella usata per la sostituzione è una muta D'Addario Extra Light .010-.048. Le corde montate in precedenza sono delle Fender di serie, scalatura .009-.042. Sono corde molto diverse per tensione, spessore e sound, quindi la prova non ha alcuna pretesa di confronto oggettivo, ma può dare un'idea della direzione in cui una corda liscia può alterare il suono di una chitarra.
Sulla Squier Cabronita oggetto del test, lo scopo della sostituzione è stato tenere a bada gli acuti, a volte troppo evidenti e non esattamente corposi. Inoltre, il minor attrito delle corde lisce dovrebbe aiutare a tenere stabile l'accordatura durante l'uso del Bigsby.
In video sono proposti due brevi clip con il pickup al ponte e al manico con le corde Fender roundwound e poi gli stessi due clip con le corde D'Addario flatwound.
Il primo particolare a saltare all'orecchio è il maggior volume acquistato dopo il cambio. Senz'altro una corda nuova vibra di più rispetto a una vecchia, ma l'incremento è così evidente anche unplugged da far considerare che la muta liscia abbia i suoi meriti. Anche se fossimo partiti da una comune .010-.046, di sicuro le corde più grosse che la scalatura della flatwound prevede (ricordiamo il Sol .020 contro il .017 di una roundwound) avrebbero sortito lo stesso effetto.
Nonostante siano appena montate, le flatwound non hanno quel caratteristico suono brillante e sferragliante che si può riscontrare con buona parte dei set tradizionali.
Rapportando i suoni delle due mute, quelle ruvide risultano più scoppiettanti, con acuti in evidenza e in generale più nasali. Le corde lisce, di sicuro anche perché nuove, dimostrano una maggior ricchezza armonica. I cantini restituiscono più corpo, sono smussati verso le frequenze più alte ma dotati comunque di un buon volume. I bassi non sembrano essere più grossi né cupi, piuttosto danno l'impressione di perdere un po' d'attacco, arrotondandosi.
In particolare con il pickup al manico si avverte un suono più jazzy anche senza agire sull'amplificatore, che potrebbe però penalizzare la resa in contesti distorti, dove le frequenze acute prima in maggiore evidenza avrebbero permesso di ottenere note più definite.
Sotto le dita, le corde risultano notevolmente più dure, più di una comune .010 roundwound. I bending diventano più faticosi, ma la sensazione generale è piacevole grazie al minore attrito che permette di scorrere con facilità lungo la tastiera.
Il rumore da sfregamento delle dita o dei palmi contro le corde c'è sempre, anche se è molto ridotto, ed è pressoché annullato quello che si ottiene nei piccoli cambi di posizione della mano sinistra, tra un accordo e l'altro.
Roundwound e flatwound appartengono a mondi lontani ed è impossibile indicare la migliore tra le due tipologie. Piuttosto, ognuna ha delle sue precise caratteristiche tattili e sonore che potrebbero risultare interessanti per alcuni, al di là degli stili musicali a cui vengono associate.