Testata e cassa non si tengono in cantina, né gli si strappa tolex, grill cloth e altro. Quando il danno è fatto si corre ai ripari, ed è questa la prima fase del scovato con un colpo di fortuna e riportato a nuovo con tanto olio di gomito.
Appena portato a casa, mi rendo conto che le condizioni estetiche dell’amplificatore sono peggiori di quelle notate nell’anfratto oscuro in cui era relegato: il tolex era parecchio ingrigito e sporco, due angolari sul retro della cassa mancavano all’appello, il pannello posteriore era stato brutalmente privato del suo tolex, ridotto a brandelli e coperto poi da un tappeto di stoffa fonoassorbente, e la grill cloth presentava uno strappo di alcuni centimetri che andava assolutamente riparato. Dato che non ho grandi competenze in materia elettronica, ho iniziato proprio da qui il restauro, ordinando da un rivenditore inglese gli angolari e il tolex, il tutto originale Marshall, e ho pazientemente atteso la consegna. Il tolex adatto alle vecchie JCM è il cosiddetto “Elephant” grain, ovviamente nero.
Mentre aspettavo l’arrivo del materiale ho lavorato al resto, riparando il danno sulla grill cloth e alcune sbucciature della cassa: lo scopo era quello di rimettere nelle migliori condizioni possibili il tutto senza però privare l’amplificatore della sua originalità e della sua patina. Siccome la grill cloth è fatta di carta intrecciata (come una specie di cesto di vimini, insomma) ho utilizzato della retina in carta di colore nero per chiudere il taglio, applicandola da dietro con colla vinilica diluita, dopo aver rimosso il cono. La parte interessata ora è ben solida, e non avrò da temere un peggioramento dello strappo, ormai saldamente ricucito. Per il tolex vecchio e sporco sono bastati un po’ di acqua, sapone e un panno. Dopo tre passate a sfregare energicamente ha cominciato ad avere un aspetto finalmente pulito, ma era ancora opaco. Per ovviare a questo inconveniente ho usato un ravvivante per similpelle, di quelli che si usano per gli interni sintetici delle auto: il risultato è un amplificatore che dimostra ancora i suoi anni, ma che finalmente ha un aspetto curato e ordinato. Per i piccoli strappi, invece, è bastata un po’ di vinilica: il tolex torna facilmente al suo posto una volta rincollato, risultato garantito.
Per il resto non ho voluto esagerare: l’hardware metallico (maniglia della testata, griglia posteriore della testata) è stato semplicemente ripulito con il WD 40 per evitare ulteriore corrosione, ma ho deciso di lasciare il tutto assolutamente originale, per non privarlo del suo carattere e del suo valore storico. Anche le ruote della cassa hanno necessitato di manutenzione: una volta smontate sono state ripulite accuratamente, lubrificate e rimesse in sede: niente più bloccaggi improvvisi e, regolando l’altezza delle singole ruote, ho anche eliminato l’effetto “ballerina” della cassa. Un altro lavoretto semplice ed efficace. Anche i loghi e i pannelli della testata sono stati accuratamente ripuliti, dopodiché mi è toccato svolgere il lavoro più grosso e impegnativo: il pacco dall’Inghilterra, infatti, era giunto con il suo carico di tolex e angolari, e mi toccava montare il tutto.
Per ripristinare il tolex sul pannello posteriore ho usato della colla da moquette, forte e facile da stendere, che ho steso sia sul tolex (preventivamente tagliato della misura esatta) sia sul pannello (ripulito dalla colla e dai brandelli del vecchio rivestimento). Dopo un giorno di asciugatura, il risultato è assolutamente impeccabile e, una volta rimontata la jack cup e la targa originale della cassa, il pannello sembra essere appena uscito dagli stabilimenti Marshall. Well done, anche questa è fatta. Avrei avuto di che gongolare, dato l’ottimo risultato, ma il vecchio condensatore da radio e gli zoccoli del pre sventrati mi ricordavano che c’era ancora tanto da fare. |