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Edendrive e Rock Devil Black: pedali che si compensano
Edendrive e Rock Devil Black: pedali che si compensano
di [user #35448] - pubblicato il

Per coprire tutte le necessità del proprio parco overdrive, a volte la scelta migliore è acquistare un paio di pedali dal carattere differente e complementare. Il Rock Devil Black e l'Edendrive ammiccano a due universi sonori opposti col valore aggiunto del buon made in Italy.
Per coprire tutte le necessità del proprio parco overdrive, a volte la scelta migliore è acquistare un paio di pedali dal carattere differente e complementare. Il Rock Devil Black e l'Edendrive ammiccano a due universi sonori opposti col valore aggiunto del buon made in Italy.

LAA Custom Rock Devil Black e KOR Edendrive sono due pedali italianissimi che, come i miei vari acquisti nazionali, non hanno deluso le aspettative.
Quando si parla di made in Italy bisogna tenere gli occhi aperti e c'è chi guarda con diffidenza ai numerosi marchi ideati dagli smanettoni di turno. È vero che, navigando in rete, si trovano mille costruttori di pedali anche abbordabili che poi non mantengono le promesse per una scarsa cura nella realizzazione, ma qui siamo su un alto livello costruttivo.
Non dirò i prezzi per non essere tacciato di volere fare propaganda, basti sapere che siamo in linea con pedali stile Wampler o T-Rex (anzi, i due hanno proprio scalzato il Plexi Drive e il MAB Overdrive), o meglio di poco superiori a un Ibanez TS808 e molto meno del suddetto in versione hand wired.

Iniziamo dal più cattivo: il LAA Custom Rock Devil Black.
Il pedale non è il nuovo Rock Devil, bensì un altro tipo di effetto. Come il fratello, ha i controlli di gain, livello e tono. Il tono del Rock Devil serve per dosare le frequenze alte.
Il classico Rock Devil è un overdrive di matrice Marshall stile JTM 45 , ma a mio avviso puntava troppo sulle frequenze acute. È molto neutro e trasparente, e i primi AC/DC o primi ZZ Top sono il suo piatto forte. Con l'edizione Black, invece, l'overdrive di stampo inglese lascia spazio più a una distorsione sporca e raffinata allo stesso tempo. Qui siamo su territori più Nashville Pussy, Social Distortion o rock sudista da bettola. Oltre il classico schema del Rock Devil bianco, sono stati utilizzati anche dei componenti al germanio che fanno sì che il suono sia più caldo, ma anche che abbia una maggiore distorsione e compressione.
Qui il riferimento è più JCM 800 boostato, ma ad alto gain anche JCM 900. Nonostante tutto, il suono non si impasta mai. Personalmente lo trovo più adatto a suoni con humbucker. Già a ore 10 di gain e tono ore 13 si ha un suono alla AC/DC in stile Hell's Bells o ultime realizzazioni. Con la Stratocaster e pickup 57-62 il discorso cambia: per avere un suono più aggressivo dobbiamo andare di gain almeno a ore 12.

Edendrive e Rock Devil Black: pedali che si compensano

Quello che me lo ha fatto preferire al fratellino è proprio come risponde il tono. Le alte sono sì brillanti, ma più gestibili e insieme anche a delle belle basse tipiche degli ampli inglesi. Il fatto di avere un overdrive che gioca a fare il distorsore se ben regolato può essere un'arma vincente per i suoni lead.
Anche sommato ad altri effetti, il suono non risulta mai confuso. Si riesce a capire dove inizia per esempio il delay e finisce l'overdrive. Accoppiato al VDL Tremolo, che è un pedale vintage dall'onda sinusoidale, riesce a dare quell'effetto simil chopper che il tremolo da sé non darebbe, ma le ripetizioni non vengono sporcate o compresse. Se non si esagera con il gain, anche boostato dall'altro overdrive si riesce ad avere un suono grosso e corposo, ma pur sempre gestibile.
L'ho paragonato anche con l'MXR Custom Badass '78. Anche questo è un od/dist di stampo vintage, ma molto più cazzuto. L'MXR, che è un grande pedale, in confronto esce più gracchiante ad alto gain e smorto a basso gain.

L'altro overdrive invece è un pedale molto più soft e, anziché matrice inglese, qui andiamo su sonorità più americane: è il KOR Edendrive, nella sua nuova versione.
Il pedale si presenta con quattro controlli: Treble, Bass, Volume e Gain. Di lato abbiamo un trimmer da regolare con un apposito cacciavite per dosare la distorsione e un selettore per i tre tipi gain.
Col trimmer standard al 50% risulta meno cattivo del LAA Custom e risponde veramente bene al tocco della mano o ai pot della chitarra. Rispetta tutti i tipi di pickup e fa esaltare così lo strumento senza snaturarlo. Se si plettro più piano o si abbassa anche di poco il potenziometro, abbiamo degli ottimi clean per poi arrivare al territorio crunch mettendo più forza nella plettrata.
I controlli degli alti e dei bassi cambiano anche spostando di pochissimo il pot, sembra quasi un amplificatore. Si possono avere davvero bassi grossi e presenti o suoni cristallini, in più agiscono anche nella quantità del gain.

Il selettore ci porta in tre territori diversissimi.
Il centrale è un boost da 34dB, ma attenzione: non è il classico clean boost, qui il suono rimane sempre sporco e qui si nota davvero tanto come si usa la plettrata. È utile per spingere una monocanale valvolare tirata o il secondo canale di un ampli.
La levetta verso il basso ci porta in territori vintage stile Fender Tweed. Andiamo anche qui dal semplice suono brillante tipico Fender, passando dai vecchi Rolling Stones di "Honky Tonk Woman", fino a un gain mai esasperato e sempre intellegibile, adatto al blues ma anche al rock più classico, molto buono sia per ritmiche sia per incattivire gli altri pedali.
La modalità moderna, invece, ci porta il tanto ricercato Dumble Special Overdrive, un ampli che non regala niente e che bisogna saper dosare. Come una Telecaster, non perdona le imperfezioni. Il livello di uscita in questa modalità è più basso ma acquistiamo più gain, utile anche per gli assolo.
Nonostante fra le tre sia la modalità più aggressiva, anche qui vige la regola di come si plettra, avendo suoni ora clean sporchi ora più adatti a riff.

Edendrive e Rock Devil Black: pedali che si compensano

Anche con lui ho fatto la prova per vedere come risponde con altri pedali. Phaser, tremolo ed echo ne risultano esaltati, non sembra quasi di avere un effetto accoppiato a una distorsione.
Lo ritengo un pedale eccezionale e un ottimo coltellino svizzero, da tenere in vari setup e nella modalità vintage a volte ci si scorda di spegnerlo.

Il Rock Devil si alimenta da 9 a 15 volt, e con i 15 volt dà il meglio di sé donando ancora più armoniche e gain. L'Edenderive funziona da 9 a 12 volt, dove il 12 serve per dare più headroom al boost o al canale vintage.

Per informazioni più dettagliate potete contattare i costruttori o Giuliano di Spaghetti Guitar Tools, tutte e tre ottime persone che sanno consigliare quale prodotto può fare a caso vostro.

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