Costruito a mano dal chitarrista professionista e ingegnere elettronico Francesco De Nigris, il Pink Spot è il fuzz di stampo vintage della linea NGR. Privo di controllo di tono per rispettare l'integrità del sound originale, lo stompbox offre uno switch Fat con cui cucirsi addosso la timbrica più adatta.
NGR è il marchio di Francesco De Nigris, chitarrista di vecchia data di Max Gazzè e Cristina Donà che, con le sue conoscenze in campo musicale e una laurea in ingegneria, ha deciso di fare una linea di pedali analogici di derivazione vintage.
Personalmente non ho mai amato il suono dei fuzz, la mia esperienza era iniziata e finita negli anni '90 con due Big Muff, un americano e uno russo. Erano tanto belli in negozio, ma poi non sono mai riuscito a tirarci fuori dei suoni che mi soddisfacessero come invece il Vox Fuzz da inserire direttamente nella chitarra, un aggeggio degli anni '60 che aveva il mio maestro di chitarra.
Molti fuzz che ho provato e sentito erano troppo zanzarosi, rumorosi, non si amalgamavano bene con altri pedali, non si riusciva a trovare una collocazione specifica o sennò, come molte reissue, non erano questo granché di pedali. Ultimamente però cercavo un fuzz di matrice vintage, ma che rispettasse anche i canoni da distorsore. Ho guardato subito nel territorio italiano per continuare la mia scalata nel made in Italy e la scelta è proprio ricaduta sugli NGR.
Così, dopo un messaggio a Francesco e qualche spiegazione dal sempre disponibile e gentile Giuliano di Spaghetti Guitar Tools, la scelta era fra i due fuzz: il Pink e l'Orange.
La decisione è stata ardua anche perché sono due fuzz diversissimi fra loro: l'Orange scava più nel territorio Big Muff, suono ciccio e grosso, cattivo con quell'ottava sopra che crea quel tipico suono fuzz ma mai zanzaroso, molto adatto al neo hard blues o anche allo stoner, ma io cercavo un suono più da matrice surf che non creasse il tipico suono da fuzz e che fosse docile e aggressivo allo stesso tempo, in poche parole Pink Spot.
È un pedale da plug and play: una manopola del Volume, una del Gain e una levetta per il suono Fat in cui, oltre a ingrossarsi la pasta della distorsione, aumentano anche i bassi. All'interno troviamo un trimmer per modificare la pasta del fuzz rendendolo appunto più zanzaroso, tipico da garage surf rock di matrice 60's. Il fatto è che poi tornare indietro nella posizione standard, come dice Francesco, è un po' difficile.
Il suono di partenza del Pink Spot scava nel Dallas Arbiter Fuzz Face e nel Tone Bender , quindi Hendrix e Page ma con un tocco più moderno. Come i fuzz d'annata si pulisce bene con il volume della chitarra, la timbrica è molto calda, corposa e uno come me che ascolta i Cramps, quindi il suono saturo dato da un Univox Super Fuzz, non può che esserne contento e soddisfatto.
La manopola del gain ha una bella escursione, si passa da un suono crunch croccante a un tipico suono distorto bello tondo fino a una fuzz vero e proprio d'altri tempi. Con i single coil, la levetta sul fat è consigliata per avere più corpo (un po' come avere un potenziometro del tono), mentre con humbucker, il suono diventa molto compresso e può non piacere a tutti.
A differenza dei vecchi fuzz che danno il meglio di sé con l'ampli già in crunch, questo piccolo pedale suona bene anche su clean.
Naturalmente usando una chitarra Gibson o similare, già dal suono più scuro e con pickup dall'output più alto, il suono risulta più fuzzoso anche con il gain non troppo alto, mentre con una Stratocaster come la mia Reissue '57 con pickup I-Spira SSW 63 il suono rimane più intelligibile, ma sempre potente, con un bel sustain tipico dei fuzz e quella coda che lascia sfumare la distorsione.
Il pedale è fatto con componenti al silicio per rendere il suono più aggressivo, che non abbia i tipici problemi di temperatura del germanio, ma scelti per avere il suono caldo di questi ultimi.
Per la categoria di effetto è quasi del tutto silenzioso, poi dipende sempre dalla posizione e da quanto si tiene alto il Gain. Considerando che di suo ha una bella uscita di volume per essere un fuzz già a ore 11 dà una bella botta.
Per testare il comportamento del Pink Spot insieme ad altri pedali di gain ho eseguito tre prove, tutte su un amplificatore valvolare clean. Nella prima l'ho fatto seguire da un VDL Il Boost al minimo, Kor Edendrive e LAA Custom Black Devil, poi dopo il boost con i due overdrive e infine subito dopo gli overdrive.
Nelle prime due maniere il suono è più fuzzoso. Però, quando si va a boostare gli overdrive già con gain a ore 14 il suono diventa fin troppo potente, molto lead. Lì si perde il suono del pedale, gli overdrive prendono il sopravvento. Messo dopo gli overdrive (il Kor come boost di gain o per clean sporchi, Devil come crunch), il suono diventa più simile a un distorsore e dobbiamo alzare un po' di più il gain. Rimane sempre la scia finale e il sustain del fuzz ma il suono è più tondo, il tipico suono di "Immigrant Song", ma appena si boosta con l'Edendrive o qualsiasi altro overdrive a basso gain il suono diventa subito da classico fuzz e si spazia da un garage con meno acidità a "Purple Haze".
Questo fa capire la particolarità del pedale. Sappiamo che i fuzz, per funzionare al meglio, devono stare il più vicino possibile alla chitarra e ai suoni bufferizzati, invece questo Pink suona alquanto bene, cambiando la timbrica in modo naturale e non eccessivo. Infatti la prova viene meglio con un pedale stile Edendrive, per avere il tipico fuzz old school, molto controllabile con il tocco della mano. Con un pedale dal crunch più aggressivo diventa prepotente, ma dobbiamo stare attenti a non cadere nel feedback improvviso a meno che non si voglia un lead esplosivo. Queste conclusioni sono giunte con le prove sulla Stratocaster, mentre con la SG devo regolare di nuovo i vari potenziometri degli overdrive e abbassare anche il gain del Pink.
Il pedale è costruito e colorato a mano e sia nella scatola sia sotto al pedale è segnato il numero di produzione: il mio è il numero undici.
Per concludere, il pedale è adatto anche a chi non ama particolarmente i fuzz ma pensa da tempo di inserirne uno in pedalboard. Il suono non è mai sgarbato, docile ma può essere anche cattivo e si sposa bene con altri pedali, nel mio caso anche con tremolo ed echo, e ideale per chi vuole avere un suono anni '60 dei primi fuzz, ma con la pulizia dei pedali moderni.